1 Febbraio 2021
Lunedì IV Settimana T. O.
Eb 11,32-40; Sal 30 (31); Mc 51-20
Il Santo del Giorno - Severo di Ravenna. Il semplice lanaiolo scelto da una colomba tra la folla di curiosi per diventare vescovo - Non c’è una classe sociale “minima” per mettersi al servizio di Dio, perché chiunque può diventare testimone dell’amore infinito che si è fatto uomo in Cristo. Così capitò a san Severo di Ravenna, che per la tradizione era un lanaiolo, un uomo semplice, dunque, che era accorso, assieme a una nutrita folla, nella Cattedrale di Ravenna dopo la morte del vescovo Marcellino. Tutti si aspettavano di vedere chi sarebbe stato il successore, ma nessuno poteva immaginare che sarebbe stato scelto in quel modo: improvvisamente, infatti, una colomba si posò sul capo di Severo nello stupore generale. Non ci fu dubbio alcuno: quello era il segno che tutti attendevano e che indicava il nuovo pastore della diocesi, il dodicesimo della successione. La vicenda si colloca nel IV secolo e Severo resse la comunità ravennate per una ventina d’anni, partecipando al Concilio di Sardica del 342-343, che condannò definitivamente l’arianesimo. La morte di questo vescovo santo avvenne forse nel 344. (Matteo Liut)
Colletta: Signore Dio nostro, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare tutti gli uomini con la carità di Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te.
Satana “origine e causa di ogni peccato”: Benedetto XVI (Angelus, 13 Marzo 2011): Di fronte al male morale, l’atteggiamento di Dio è quello di opporsi al peccato e salvare il peccatore. Dio non tollera il male, perché è Amore, Giustizia, Fedeltà; e proprio per questo non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Per salvare l’umanità, Dio interviene: lo vediamo in tutta la storia del popolo ebraico, a partire dalla liberazione dall’Egitto. Dio è determinato a liberare i suoi figli dalla schiavitù per condurli alla libertà. E la schiavitù più grave e più profonda è proprio quella del peccato. Per questo Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo: per liberare gli uomini dal dominio di Satana, “origine e causa di ogni peccato”. Lo ha mandato nella nostra carne mortale perché diventasse vittima di espiazione, morendo per noi sulla croce. Contro questo piano di salvezza definitivo e universale, il Diavolo si è opposto con tutte le forze, come dimostra in particolare il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, che viene proclamato ogni anno nella Prima Domenica della Quaresima. Infatti, entrare in questo Tempo liturgico significa ogni volta schierarsi con Cristo contro il peccato, affrontare - sia come singoli, sia come Chiesa - il combattimento spirituale contro lo spirito del male
Gesù è in terra pagana, la mandria dei porci lo evidenzia, e si imbatte in un uomo posseduto da un nugolo di demoni. L’esorcismo di Gesù libera l’uomo posseduto dai demoni mettendo bene in chiaro che Egli è il dominatore dei demoni: il regno di Satana è già crollato, la Croce ha sbaragliato l’Inferno ed ha aperto le porte del regno di Dio, l’uomo guarda quindi con fiducia il suo futuro, anche se per permissione divina dovrà sentire la rivoltante presenza di Satana, e tutta la sua nefanda azione.
Dal Vangelo secondo Marco 5,1-20: In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione - gli rispose - perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
L’intento dell’evangelista Marco nel raccontare la liberazione dell’uomo posseduto da uno spirito impuro è quello di dimostrare la potenza straordinaria di Gesù persino dinanzi all’Inferno: la Legione, all’ordine imperioso di Gesù, il Figlio del Dio Altissimo, deve arrendersi e abbandonare precipitosamente il campo. Il racconto della liberazione dell’uomo posseduto dalla Legione mette in risalto anche la missione di Gesù: “Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto come egli è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo” (1Gv 3,8). La violenza incontrollata dello spirito impuro, il suo dominio dispotico sull’uomo stanno a caratterizzare la forza demoniaca come potenza di morte e di distruzione disgregatrice della dignità e libertà umana. Ma se la forza di Satana è grandiosa, spettacolare, non è invincibile: infatti, noi «crediamo che Gesù ha vinto definitivamente Satana e ci ha sottratti così alla paura nei suoi confronti»; però, se «in Gesù è avvenuta la sconfitta del maligno, la sua vittoria tuttavia dev’essere liberamente accettata da ciascuno di noi, finché il male non sia completamente eliminato. La lotta contro il male richiede quindi impegno e continua vigilanza. La liberazione definitiva è intravista solo in una prospettiva escatologica [cfr. Ap 21, 4]. Al di là delle nostre fatiche e degli stessi nostri fallimenti rimane questa consolante parola di Cristo: “Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo” [Gv 16, 33]» (Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 18 agosto 1999).
La possessione diabolica: Secondo una prassi consolidata, i segni per riconoscere la possessione diabolica sono “parlare correntemente lingue sconosciute o capire chi le parla; rivelare cose occulte e lontane; manifestare forze superiori all’età o alla condizione fisica. Si tratta però di segni che possono costituire dei semplici indizi e, quindi, non vanno necessariamente considerati come provenienti dal demonio. Occorre perciò fare attenzione anche ad altri segni, soprattutto di ordine morale e spirituale, che rivelano, sotto forma diversa, l’intervento diabolico. Possono essere: una forte avversione a Dio, alla Santissima Persona di Gesù, alla Beata Vergine Maria, ai Santi, alla Chiesa, alla Parola di Dio, alle realtà sacre, soprattutto ai sacramenti, alle immagini sacre. Occorre fare attenzione al rapporto tra tutti questi segni con la fede e l’impegno spirituale nella vita cristiana; il Maligno, infatti, è soprattutto nemico di Dio e di quanto mette in contatto i fedeli con l’agire salvifico divino” (Rito degli Esorcismi 16). In ogni caso è necessario un serio discernimento per dimostrare in modo certo che si tratti di possessione diabolica. Si può seguire anche la traccia indicata da Paolo VI: “Potremo supporre la sua sinistra azione là dove la negazione di Dio si fa radicale, sottile ed assurda, dove la menzogna si afferma ipocrita e potente contro la verità evidente, dove l’amore è spento da un egoismo freddo e crudele, dove il nome di Cristo è impugnato con odio cosciente e ribelle, dove lo spirito del Vangelo è mistificato e smentito, dove la disperazione si afferma come ultima parola... Ma è diagnosi troppo ampia e difficile, per noi che non osiamo ora approfondire e autenticare, non però priva per tutti di drammatico interesse, cui anche la letteratura moderna ha dedicato pagine famose” (Udienza Generale, 15 novembre 1972). Il Vangelo di oggi se da una parte presenta Gesù come il dominatore dei demoni, dall’altra parte ci assicura che l’azione diabolica sull’uomo, pur con la permissione di Dio, non è una fiaba.
Chi cerca Satana, l’ha già trovato: CdA 384: Le rappresentazioni letterarie e artistiche dei secoli passati sono diventate estranee alla cultura del nostro tempo. Sarebbe però un errore pericoloso relegare il demonio nel mondo della pura fantasia: la più fine astuzia del diavolo, secondo un detto famoso, sta proprio nel persuadere la gente che lui non esiste. D’altra parte non bisogna vedere la sua presenza dappertutto e alimentare paure irrazionali o un interesse malsano. Satana esercita un certo fascino sull’uomo moderno, che all’efficienza tecnica tende ad associare l’efficienza magica, cioè la manipolazione a proprio vantaggio delle forze preternaturali. Di qui la diffusione di pratiche superstiziose e culti satanici. Chi cerca Satana, l’ha già trovato. La sete di potere ad ogni costo si oppone radicalmente all’atteggiamento di fede, che è abbandono fiducioso alla volontà di Dio.
Francesco (Udienza Generale, 3 Settembre 2014): Nella sua sollecitudine materna, la Chiesa si sforza di mostrare ai credenti la strada da percorrere per vivere un’esistenza feconda di gioia e di pace. Illuminati dalla luce del Vangelo e sostenuti dalla grazia dei Sacramenti, specialmente l’Eucaristia, noi possiamo orientare le nostre scelte al bene e attraversare con coraggio e speranza i momenti di oscurità e i sentieri più tortuosi. Il cammino di salvezza, attraverso il quale la Chiesa ci guida e ci accompagna con la forza del Vangelo e il sostegno dei Sacramenti, ci dà la capacità di difenderci dal male. La Chiesa ha il coraggio di una madre che sa di dover difendere i propri figli dai pericoli che derivano dalla presenza di satana nel mondo, per portarli all’incontro con Gesù. Una madre sempre difende i figli. Questa difesa consiste anche nell’esortare alla vigilanza: vigilare contro l’inganno e la seduzione del maligno. Perché se anche Dio ha vinto satana, questi torna sempre con le sue tentazioni; noi lo sappiamo, tutti noi siamo tentati, siamo stati tentati e siamo tentati. Satana viene «come leone ruggente» (1Pt 5,8), dice l’apostolo Pietro, e sta a noi non essere ingenui, ma vigilare e resistere saldi nella fede. Resistere con i consigli della madre Chiesa, resistere con l’aiuto della madre Chiesa, che come una buona mamma sempre accompagna i suoi figli nei momenti difficili.
L’origine del male risiede nella cattiva volontà: “Donde proviene il male? Donde ravvisare la causa di tanti mali? Tu domandi: Donde provengono le malattie? Donde viene il delirio frenetico? Qual è l’origine del sonno pesante? Non forse l’apatia? Se le malattie naturali hanno inizio dalla volontà che le sceglie, molto di più quelle che provengono dal libero arbitrio. Donde proviene l’ubriachezza? Non forse dall’intemperanza? La frenesia, non è forse una conseguenza della febbre troppo alta? La febbre, d’altronde, non deriva dalla sovrabbondanza di qualche elemento che si trova in noi? Quest’ultima, a sua volta, non è forse una conseguenza della nostra smoderatezza? Quando, infatti, per difetto o per eccesso, abbiamo prodotto la situazione disordinata dei nostri umori, allora accendiamo quel fuoco. Poi, se esitiamo a spegnere la fiamma accesa, produciamo in noi stessi un rogo, che alla fine non riusciamo più ad estinguere. Così accade anche nel vizio: quando non lo freniamo e non lo sradichiamo sul nascere, alla fine non riusciamo più a stroncarlo, poiché esso supera le nostre forze” (Giovanni Crisostomo, Omelie sulla prima lettera ai Tessalonicesi, 9,4).
**** Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo. (Lc 7,16)
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.
O Signore, che ci hai nutriti con il dono della redenzione,
fa’ che per la forza di questo sacramento di eterna salvezza
cresca sempre più la vera fede.
Per Cristo nostro Signore.
1 Febbraio 2021
Beata Anna Michelotti (Giovanna Francesca della Visitazione)
Fondatrice: Piccole Serve del S. Cuore di Gesù