1 Maggio 2017
Il pensiero del giorno
Oggi Gesù ci dice: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua» (Mt 13,57).
Wolfgang Trilling: Gesù si reca a Nazaret «sua patria». Di ritorno dall’Egitto, Giuseppe vi aveva preso dimora con Maria e il fanciullo, in conformità alla volontà di Dio, secondo la parola della Scrittura (2,23). Anche a Nazaret, nella sinagoga, Gesù vuole annunciare il messaggio della salvezza, durante l’usuale riunione del sabato. La gente si stupisce, come già era accaduto dopo il discorso della montagna (7,28s.). Non si tratta però dello stupore per la propria inadeguatezza di fronte alle esigenze di Dio, ma di sentimenti di collera e di protesta da parte di chi si sente ferito nell’ orgoglio. Ci sono due possibili risposte, ugualmente istintive, di fronte al messaggio di Gesù: essere sbalorditi nell’intimo dell’anima sentendo la chiamata a cambiar vita; sentirsi minacciati e assumere un atteggiamento di difesa.
J. Russel
Profezia
I. II termine profezia fondamentalmente si riferisce alle espressioni umane in parole, segni o modi di vivere che reclamano le loro radici in una fonte trascendente o divina.
Difatti, la profezia si ritrova nelle tradizioni di Israele, nel cristiane imo, nell’Islam e in altre religioni.
II. Nella vita della Chiesa contemporanea la profezia è emersa sotto una duplice forma: 1 le profezie avvengono durante incontri di preghiera del movimento carismatico attraverso brevi affermazioni che cercano di rendere l’assemblea cosciente della presenza di Dio. Talvolta, la parola profetica ha il compito di comunicare una luce interiore che un membro dell’assemblea dichiara di aver ricevuto. II danno del soggettivismo o dell’illuminismo tende ad essere neutralizzato dal carattere discernente della stessa comunità carismatica. 2. La dimensione profetica della fede è stata anche identificata recentemente con i movimenti di giustizia, liberazione e pace tra i fedeli. Questo giudizio è basato su di una tradizione profetica di criticismo sociale, in particolare come è stato riscontrato nelle Scritture ebraiche. Il ruolo della profezia non è estraneo alla storia della Chiesa poiché la Chiesa stessa rappresenta la presenza permanente della parola dell’insuperato profeta, Gesù Cristo. La profezia è collegata alla natura carismatica della vita nella fede ed è soggetta alla verifica ecclesiale in quanto rivelazione privata. Il Vaticano II nella sua Costituzione dogmatica sulla Chiesa (cfr. LG 12) parla del popolo di Dio che condivide il ruolo profetico di Cristo specialmente attraverso una vita di fede e di carità. Il compito del profeta viene visto come un servizio per una nuova vita e per un futuro più trasparente volto verso il regno di Dio.
Catechismo degli Adulti
Più che Profeta
218 La personalità di Gesù, soprattutto l’autorità inaudita e il totale dono di sé, lasciano trasparire un profondo mistero. Viene spontaneo domandarsi se egli non abbia provato a definire la sua identità con qualche titolo o in riferimento a qualche figura dell’Antico Testamento.
Gesù si pone senz’altro al di sopra dei profeti e dei sapienti: «Ecco, ora qui c’è più di Giona!... c’è più di Salomone!» (Mt 12,41-42). Del resto, se Giovanni Battista, l’ultimo e il più grande dei profeti, ha un ruolo inferiore al più piccolo di quanti appartengono alla nuova realtà del regno di Dio, incomparabilmente più elevata deve essere la posizione di colui che rende presente il Regno stesso.
Tuttavia Gesù si situa nella linea dei profeti e non respinge la qualifica di “profeta”, con cui viene designato in ambienti popolari. Solo che, a differenza della gente, non mette l’accento sul potere di taumaturgo, ma sul destino di profeta rifiutato, perseguitato e martire, perché fedele a Dio e alla missione ricevuta: «Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto!» (Lv 13,33-34).
Catechismo della Chiesa Cattolica
Gesù Profeta
783 Gesù Cristo è colui che il Padre ha unto con lo Spirito Santo e ha costituito “Sacerdote, Profeta e Re”. L’intero Popolo di Dio partecipa a queste tre funzioni di Cristo e porta le responsabilità di missione e di servizio che ne derivano.
785 “Il Popolo santo di Dio partecipa pure alla funzione profetica di Cristo”. Ciò soprattutto per il senso soprannaturale della fede che è di tutto il Popolo, laici e gerarchia, quando “aderisce indefettibilmente alla fede una volta per tutte trasmessa ai santi” e ne approfondisce la comprensione e diventa testimone di Cristo in mezzo a questo mondo.
Lumen Gentium
Il popolo santo di Dio partecipa pure dell’ufficio profetico di Cristo...
12 Il popolo santo di Dio partecipa pure dell’ufficio profetico di Cristo col diffondere dovunque la viva testimonianza di lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità, e coll’offrire a Dio un sacrificio di lode, cioè frutto di labbra acclamanti al nome suo (cfr. Eb 13,15). La totalità dei fedeli, avendo l’unzione che viene dal Santo, (cfr. 1Gv 2,20 e 27), non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietà mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo, quando «dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici» mostra l’universale suo consenso in cose di fede e di morale. E invero, per quel senso della fede, che è suscitato e sorretto dallo Spirito di verità, e sotto la guida del sacro magistero, il quale permette, se gli si obbedisce fedelmente, di ricevere non più una parola umana, ma veramente la parola di Dio (cfr. 1Ts 2,13), il popolo di Dio aderisce indefettibilmente alla fede trasmessa ai santi una volta per tutte (cfr. Gdc 3), con retto giudizio penetra in essa più a fondo e più pienamente l’applica nella vita.
500-501 Si obietta talvolta che la Scrittura parla di fratelli e di sorelle di Gesù (Mc 3,31-35; 6,3; 1 Cor 9,5; Gal 1,19). La Chiesa ha sempre ritenuto che tali passi non indichino altri figli della Vergine Maria: infatti Giacomo e Giuseppe, “fratelli di Gesù” (Mt 13,55), sono i figli di una Maria discepola di Cristo (Mt 27,56), la quale è designata in modo significativo come “l’altra Maria” (Mt 28,1). Si tratta di parenti prossimi di Gesù, secondo un’espressione non inusitata nell’Antico Testamento (Gn 13,8; 14,16; 29,15; ecc.). Gesù è l’unico Figlio di Maria. Ma la maternità spirituale di Maria (Gv 19,26-27; Ap 12,17) si estende a tutti gli uomini che egli è venuto a salvare: «Ella ha dato alla luce un Figlio, che Dio ha fatto “il primogenito di una moltitudine di fratelli” (Rm 8,29), cioè di fedeli, alla cui nascita e formazione coopera con amore di madre».
Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
** Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto!
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.
Preghiamo con la Chiesa: O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo...