Ascetica

I Incontro - Carità e Santità

* La perfezione cristiana consiste soprattutto nella perfezione della carità.
Qui si rivela tutta l’originalità del cristianesimo. Per Cristo lo sviluppo completo della personalità umana è il pieno sboccio dell’uomo nella carità teologale: non è sapienza dei filosofi, non è la speculazione intellettuale per ss stessa, non è semplicemente l’attività sociale e benefica, né il genio o l’eroismo umani come tali. A tal riguardo Cristo ci rivela il suo pensiero il quale non può essere che la -verità-: se vuole tendere al sua vero ed autentico pieno sviluppo, se vuole la santificazione, il fedele deve vivere il doppio comandamento della carità (= amore verso Dio e verso il prossimo) in tutta la sua perfezione. Questa è l’ideale assoluto, tutti gli altri vi sona subordinati. (Santità Cristiana, Ed. Paoline pp 11-12 ).
* Della perfezione cristiana la carità è l’elemento principale, il più importante e specifico. In questa senso,occorre dire che la carità nell’uomo è la misura della sua perfezione soprannaturale; colui il quale ha conseguito la perfezione dell’amor di Dio e del prossimo, può essere chiamato perfetto - nel senso più genuino della parola (simpliciter), mentre sarebbe soltanto relativamente (secundum quid) se avesse raggiunto la perfezione solo in qualche altra virtù. Ipotesi impossibile, d’altronde, nell’ordine soprannaturale, data l’intima connessione esistente tra le virtù infuse, la grazia e la carità.” (Teologia della perfezione cristiana, Ed. Paoline).
* “quando l’affezione è puramente spirituale, crescendo essa, cresce anche l’amore di Dio; anzi quanta più l’anima si ricorda di essa, tanto più si ricorda di quella di Dio e la desidera. Crescendo nell’una cresce anche nell’altra...
la compassione verso il prossimo cresce tanto più quanto più l’anima si unisce per amare con Dio. Infatti quanto più ama, tanto più desidera che questa stesso Dio sia amato e onorata da tutti.” (San Giovanni della Croce, Dottore dalla Chiesa ).

L’Insegnamento della Chiesa

Lumen Gentium V, 42: «Dio è amore e chi rimane nell’amore, rimane in Dio e Dio in lui » (1 Gv 4,16). Dio ha diffuso il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato (cfr. Rm 5,5); perciò il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di lui. Ma perché la carità, come buon seme, cresca e nidifichi, ogni fedele deve ascoltare volentieri la parola di Dio e con l’aiuto della sua grazia compiere con le opere la sua volontà, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto all’eucaristia, e alle azioni liturgiche; applicarsi costantemente alla preghiera, all’abnegazione di se stesso, all’attivo servizio dei fratelli e all’esercizio di tutte le virtù. La carità infatti, quale vincolo della perfezione e compimento della legge (cfr. Col 3,14; Rm 13,10), regola tutti i mezzi di santificazione, dà loro forma e li conduce al loro fine. Perciò il vero discepolo di Cristo è contrassegnato dalla carità verso Dio e verso il prossimo.

Benedetto XVI (Udienza Generale 13 Aprile 2011): Che cosa vuol dire essere santi? Chi è chiamato ad essere santo? Spesso si è portati ancora a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti. San Paolo, invece, parla del grande disegno di Dio e afferma: “In lui - Cristo - (Dio) ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,4). E parla di noi tutti. Al centro del disegno divino c’è Cristo, nel quale Dio mostra il suo Volto: il Mistero nascosto nei secoli si è rivelato in pienezza nel Verbo fatto carne. E Paolo poi dice: “E’ piaciuto infatti a Dio che abiti in Lui tutta la pienezza” (Col 1,19). In Cristo il Dio vivente si è fatto vicino, visibile, ascoltabile, toccabile affinché ognuno possa attingere dalla sua pienezza di grazia e di verità (cfr Gv 1,14-16). Perciò, tutta l’esistenza cristiana conosce un’unica suprema legge, quella che san Paolo esprime in una formula che ricorre in tutti i suoi scritti: in Cristo Gesù. La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua. È l’essere conformi a Gesù, come afferma san Paolo: “Quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo” (Rm 8,29). E sant’Agostino esclama: “Viva sarà la mia vita tutta piena di Te” (Confessioni, 10,28). Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione sulla Chiesa, parla con chiarezza della chiamata universale alla santità, affermando che nessuno ne è escluso: “Nei vari generi di vita e nelle varie professioni un’unica santità è praticata da tutti coloro che sono mossi dallo Spirito di Dio e … seguono Cristo povero, umile e carico della croce, per meritare di essere partecipi della sua gloria” (n. 41).
La Parola di Dio: Rm 13,8-10; 1Cor 8,2; 13,13; 14,1; Col 3,14; Gal 5,6; Ef 3,17-19

** Le virtù infuse: Le virtù infuse sono abiti operativi da Dio infusi nelle potenze dall’anima par disporle ad operare seconda il dettame della ragiona illuminata dalla fede.
Abiti operativi “… è una qualità… che dispone il soggetto ad operare in modo facile, pronto e dilettevole.” (TdPC)
“l’anima è la forma sostanziale del corpo. In virtù di questa forma sostanziala, l’uomo è ad un tempo uomo, animale, vivente, corpo, sostanza, essere. L’anima, quindi, conferisce all’uomo tutti i gradi di perfezione e, inoltre, comunica al corpo l’atto dall’essere con cui essa stessa esiste. L’anima per sé non dice operazione. È una sostanza e, come tale, ci viene data in ordina all’essere, non in ordine all’agire. Per operare ha bisogna di potenze a facoltà - l’intelletto e la volontà - che emanano dall’essenza dell’anima, come dalla loro propria radice, benché si distinguano realmente da essa a tra di loro.” (TdPC).

*** Questionario: Vivo il doppio comandamento della carità? La mia affezione verso il prossimo è “spirituale” o “carnale-umano”? Cosa faccio («quali sono i gesti, la operazioni) per crescere in amore?
INSEGNAMENTO DELLA CHIESA: Apro il mio cuore all’azione dello Spirito Santo? Quali sono i frutti nella mia vita? Sono contrassegnato dalla carità sia verso Dio che verso il prossimo?
PAROLA DI DIO: Edifico con la carità il prossimo? Sono radicato e fondato nella carità? La mia fede opera per mezzo dalla carità? Cresce in scienza  o in carità? Ricerco la carità?
VIRTÙ INFUSE: Ho mai fatto un discorso sull’anima? Se no, non pensi che sia necessario farlo? Non pensi che molti cristiani conosco poco dalla “propria anima”? Se si come fare per portare a tutti questa conoscenza?