15 Gennaio 2019
  
MARTEDÌ DELLA I SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO


Oggi Gesù ci dice: «Accogliete la parola di Dio non come parola di uomini, ma, qual è veramente, come parola di Dio.» (Cfr. 1Ts 2,13).

Vangelo: Dal Vangelo secondo Marco 1,21b-28: Il brano marciano sembra subito suggerire al lettore dove spostare la sua attenzione: Gesù è «apparso per distruggere le opere del diavolo» (Gv 3,8). Ma mette anche in evidenza come Gesù ami insegnare. Nel ministero di Gesù, i miracoli hanno la funzione di illustrare, di mostrare e di autenticare il senso, l’efficacia e la veridicità della sua predicazione, realizzando in questo modo la promessa di Mosè fatta al suo popolo: “Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto.” (Dt 18,18). In altre parole: Gesù è il profeta, l’unico e il vero, suscitato da Dio per condurre a salvezza il suo popolo. Da qui l’autorità con la quale Gesù insegnava, suscitando ammirazione e stupore in chi lo ascoltava senza pregiudizi.

L’insegnamento di Cristo - Roberto Tufariello e Giuseppe Barbaglio (Insegnare in Schede Bibliche Pastorali): Cristo è il maestro per eccellenza; durante la sua vita pubblica, l’insegnamento costituisce un aspetto essenziale della sua attività. Nei brevi passi che riassumono la sua azione in Galilea, si dice in primo luogo che egli insegnava, poi che annunziava la buona novella del regno e infine che guariva i malati (Mt 4,23; 9,35). L’insegnamento aveva luogo generalmente nelle sinagoghe (Mt 9,35; 12,9ss; 13,54; Mc 1,21; Lc 4,15; Gv 18,20); a Gerusalemme nel tempio (Mc 12,35; Lc 21,37; Mt 26,55; Gv 7,14ss; 8,20). Egli però ha insegnato anche in piena campagna, presso la riva di un lago, per strada, o in casa. Insegnava quotidianamente (Mt 26,55) e in modo speciale in occasione delle feste (Gv 8,20). «Con questi dati dei vangeli concorda il fatto che gran parte di quanto ci è stato tramandato su Gesù è costituito da insegnamenti» (Kittel).
Come si comportasse nella sua azione didattica, possiamo vederlo dal racconto della visita nella sinagoga di Nazaret (Lc 4,16-21): dopo aver letto in piedi un passo biblico (Is 61,1-2) Gesù siede alla maniera di coloro che spiegavano la Scrittura (cf. Lc 2,46), e stando così seduto parla riferendosi al testo letto (cf. Mt 13,53ss; Mc 6,2-3). La forma del suo insegnamento, quindi, non differisce da quella usata dai maestri di Israele, tra i quali si è confuso fin nella sua giovinezza (Le 2,46) e che spesso lo hanno interrogato per essere illuminati (cf. Mt 22,16; Gv 3,10). A lui, come ad essi, viene dato il titolo di rabbi, cioè maestro, ed egli lo accetta (Gv 13,13); rimprovera però agli scribi e ai farisei di ricercare questo titolo, dimenticando che per gli uomini c’è un solo maestro, Dio (Mt 23,6-8).
Tuttavia, se appare alle folle come un maestro tra gli altri, Gesù se ne distingue in diversi modi. Egli si presenta come l’interprete autorizzato della legge, che vuole portare alla perfezione (Mt 5,17). A tale riguardo insegna con una autorità singolare, a differenza degli scribi, così pronti a nascondersi dietro l’autorità degli antichi (Mt 7,28-29). Non dalla tradizione dei padri, ma dalla propria persona egli fa derivare la propria autorità: «lo vi dico ... » (Mt 5,21-22.27-28.31-2 ecc.).
Inoltre la sua dottrina presenta un carattere di novità che colpisce gli ascoltatori (Mc 1,27), sia che si tratti del suo annuncio del regno, sia delle regole di vita che egli dà; trascurando le questioni di scuola, oggetto di una tradizione farisaica che respinge (cf. Mt 15,1-9), egli vuol far conoscere il messaggio autentico di Dio e portare gli uomini ad accoglierlo. Il segreto dell’atteggiamento così nuovo di Gesù è nella sua stessa persona, nella sua coscienza di essere il figlio di Dio. A differenza dei maestri umani, la sua dottrina non è «sua», ma di colui che lo ha mandato (Gv 7,16-17): egli dice soltanto ciò che il Padre gli rivela e gli ispira (Gv 8,28). Il Padre infatti «ammaestra» Gesù, cioè plasma la sua volontà in piena conformità alla propria, perché possa parlare in suo nome. Accogliere l’insegnamento di Gesù, quindi, significa essere docili a Dio stesso.

Gesù insegnava loro come uno che ha autorità - Catechismo della Chiesa cattolica 581: Gesù è apparso agli occhi degli Ebrei e dei loro capi spirituali come un «rabbi». Spesso egli ha usato argomentazioni che rientravano nel quadro dell’interpretazione rabbinica della Legge. Ma al tempo stesso, Gesù non poteva che urtare i dottori della Legge; infatti, non si limitava a proporre la sua interpretazione accanto alle loro; «egli insegnava come uno che ha autorità e non come i loro scribi» (Mt 7,29). In lui, è la Parola stessa di Dio, risuonata sul Sinai per dare a Mosè la Legge scritta, a farsi di nuovo sentire sul monte delle beatitudini. Questa Parola non abolisce la Legge, ma la porta a compimento dandone in maniera divina l’interpretazione definitiva: «Avete inteso che fu detto agli antichi [...]; ma io vi dico» (Mt 5,33-34). Con questa stessa autorità divina, Gesù sconfessa certe «tradizioni degli uomini» care ai farisei i quali annullano la parola di Dio.

Satana il ribelle e il mentitore - Giorgio Giordani e Sergio Lanza (Satana in Schede Bibliche Pastorali): Nell’Antico Testamento la figura di Satana viene appena abbozzata (anzi lascia aperti numerosi interrogativi circa le relazioni che lo legano alle altre potenze demoniache nominate nell’Antico Testamento) e non si presenta come un essere fondamentalmente cattivo, tanto che il motivo stesso della sua avversione rimane nell’oscurità più completa. Nel Nuovo Testamento invece la sua figura assume ... i tratti di un essere radicalmente negativo, e alla domanda perché egli lotti contro Dio e le sue opere si dà una risposta precisa: è il ribelle e il mentitore.
Il combattimento che egli ingaggia per trascinare l’uomo con sé nell’avversione a Dio non è altro che il proseguimento sulla terra di una furiosa battaglia tra Michele e i suoi angeli e il Dragone e la sua corte: «Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: ... Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo» (Ap 12,7-10a.12b).
Il motivo della sua ribellione sta nel fatto che «non si è attenuto alla verità» (Gv 8,44), cioè non ha accettato la propria condizione di creatura «perché la verità non era in lui.
Quando dice il falso parla del suo, perché è bugiardo e padre della menzogna» (Gv 8,44).
Ciò non significa, evidentemente, che Dio abbia creato un essere malvagio perché egli, chiamando tutte le cose all’esistenza, le ha dichiarate buone (Gn 1,3ss; Sap 14). Ciò significa piuttosto che egli si è opposto al piano di Dio, perché ha rifiutato la parola della rivelazione rivolta a lui, e si è posto a capo degli «angeli che non conservarono la loro dignità, ma lasciarono la propria dimora ... così come Sodoma e Gomorra e le città circonvicine» (Gd 6-8). Il suo stile si riconosce nelle opere negative degli uomini che «hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore» (Rm 1,25), coloro che si pongono nella condizione di non poter ascoltare la parola di Cristo perché hanno per padre il diavolo (cf. Gv 8,44).

Contro il potere di Satana: Liberatore vittorioso - Catechismo degli Adulti 186: Come la scelta iniziale, così tutto il servizio messianico di Gesù si sviluppa in conflitto con «l’impero delle tenebre» (Lc 22,53), fino all’ora decisiva della passione. Dove passa Gesù di Nàzaret, si manifesta una potenza di liberazione, di guarigione e di riconciliazione. Poveri e malati, peccatori e ossessi vengono sollevati con l’energia dello Spirito di Dio. Il dominio del nemico arretra inesorabilmente: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore» (Lc 10,18). «Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1Gv 3,8), perché gli uomini «abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). La vittoria di Gesù e dei suoi discepoli sul peccato e la morte, sulla sofferenza, la malattia e il disordine della natura, è la vittoria del regno di Dio su quello del diavolo, perché, almeno indirettamente, le varie forme di male sono connesse al suo influsso nefasto.

Gli esorcismi di Gesù - Catechismo degli Adulti 187-188: A volte la lotta di Gesù contro il male assume la forma di uno scontro diretto, di un esorcismo con l’ordine di lasciare liberi gli indemoniati. Come interpretare questi episodi? Alcune situazioni che i Vangeli, considerando il legame tra malattia e regno delle tenebre e seguendo la mentalità popolare del tempo, qualificano come possessione diabolica, possono essere ritenute normali malattie fisiche o psichiche, come sembra essere il caso della donna curva da diciotto anni, incapace di raddrizzarsi, che si riteneva “legata” da satana. Tuttavia ci sono anche episodi, come quello dell’uomo di Gerasa, che non rientrano negli schemi della patologia medica e presentano la fenomenologia tipica della possessione diabolica. Il servizio messianico di Gesù è una dura lotta contro tutte le potenze nemiche della vita per la piena liberazione dell’uomo.

Gesù vittorioso su Satana: Card. Angelo Amato (Il Vangelo codice della pedagogia di Gesù): Gesù vince non solo il peccato e le malattie, ma anche Satana. Egli libera gli uomini posseduti dal maligno: «Gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati» (Mt 8,16). Risanò i due indemoniati furiosi di Gadara (cfr. Mt 8,28-34; Mc 5,1-20; Lc 8,26-39), l’indemoniato di Cafarnao (Mc 1,21-28; Lc 4,31-37), un indemoniato muto (cfr. Mt 12,22-24), un altro cieco e muto (Mt 12,22-24). È vero che a quel tempo disturbi, alterazioni funzionali e malattie come l’epilessia erano considerate conseguenze di possessioni diaboliche. Nella lotta con gli indemoniati, però, Gesù si trova davanti non solo a delle persone malate, ma all’avversario del bene, al tentatore e seduttore dell’uomo. E lo vince. Il potere di Gesù è superiore a quello di Satana. Negli esorcismi Gesù non solo guarisce una malattia, ma espelle colui che è avversario del regno di Dio. Nella lotta tra il bene e il male Gesù è il vincitore di Satana.

La missione di Gesù: liberare l’uomo dal male e prima di tutto dal peccato, male spirituale: Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 11 novembre 1987): Gesù fa conoscere chiaramente questa sua missione di liberare l’uomo dal male e prima di tutto dal peccato, male spirituale. È una missione che comporta e spiega la sua lotta con lo spirito maligno che è il primo autore del male nella storia dell’uomo. Come leggiamo nei Vangeli, Gesù ripetutamente dichiara che tale è il senso della sua opera e di quella dei suoi apostoli. Così in Luca: “Io vedevo satana cadere dal cielo come folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare” (Lc 10,18-19). E secondo Marco, Gesù dopo aver costituito i Dodici, li manda “a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni” (Mc 3,14-15). Secondo Luca anche i settantadue discepoli, dopo il ritorno dalla loro prima missione, riferiscono a Gesù: “Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome” (Lc 10,17). Così si manifesta il potere del Figlio dell’uomo sul peccato e sull’autore del peccato. Il nome di Gesù, nel quale anche i demoni sono soggiogati, significa Salvatore. Tuttavia questa sua potenza salvifica avrà il suo adempimento definitivo nel sacrificio della croce. La croce segnerà la vittoria totale su satana e sul peccato, perché questo è il disegno del Padre che il suo Figlio unigenito esegue facendosi uomo: vincere nella debolezza e raggiungere la gloria della risurrezione e della vita attraverso l’umiliazione della croce. Anche in questo fatto paradossale rifulge il suo potere divino, che può giustamente chiamarsi la “potenza della croce”.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Nella lotta tra il bene e il male Gesù è il vincitore di Satana.
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto.  Per il nostro Signore Gesù Cristo...