15 Agosto 2018
Assunzione della Beata Vergine Maria
Oggi Gesù ci dice: “ Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre” (Salmo Responsoriale).
Dal Vangelo secondo Luca 1,9-56: Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria...: l’assunzione di Maria in anima e corpo è la sostanza della festa che la Chiesa oggi celebra con grande letizia. Colei che era stata preservata dalla macchia del peccato originale, e aveva partorito il Figlio di Dio, il datore della Vita, non poteva conoscere la corruzione del sepolcro. Avendo raggiunto per prima la salvezza, Maria è l’immagine della Chiesa della gloria e per il popolo pellegrinante un segno di speranza e di consolazione. L’assunzione di Maria non ha allontanato l’uomo dal suo cuore materno, sempre colmo di pietà e di misericordia: i credenti, tutti gli uomini, possono sperimentare la sua viva ed efficace presenza nella Chiesa, la sua spirituale maternità, e, sopra tutto, il suo soccorso amorevole nell’affanno del quotidiano. Come Maria, abbiamo parte al mistero salvifico di Cristo e come lei tendiamo alla gloria del Cielo: ci arriveremo se cercheremo con costanza le cose di lassù (Col 3,1ss). L’intercessione di Maria ci riempia di gioia, ci faccia perseveranti, ci sostenga nel cammino che porta alla gloria, e ci rafforzi nella fede.
Il racconto della visitazione ricorda, con evidenti allusioni e coincidenze, il racconto biblico del trasferimento dell’arca dell’alleanza a Gerusalemme operato dal re Davide (2Sam 6,1 ss).
L’arca sale verso Gerusalemme, Maria sale verso la montagna. L’arca entra nella casa di Obed- Edom e Maria entra nella casa di Zaccaria. La gioia del nascituro e il suo trasalimento nel grembo dell’anziana madre ricordano la gioia di Davide e la sua danza festosa dinanzi all’arca. L’espressa indegnità di Elisabetta dinanzi alla Madre del Signore ricorda ancora l’indegnità del re David di fronte all’arca del Signore. Questi accostamenti, molto precisi nei particolari, ben difficilmente possono essere accidentali.
L’identificazione dei due racconti va allora verso una chiara proclamazione: Maria, la Madre del Signore, è la nuova arca del Signore, e suo figlio, Gesù, è il Signore abitante in quel tempio vivo.
La maternità di Maria verso la Chiesa - Interamente unita al Figlio suo - Catechismo della Chiesa Cattolica n. 964: Il ruolo di Maria verso la Chiesa è inseparabile dalla sua unione a Cristo e da essa direttamente deriva. «Questa unione della Madre col Figlio nell’opera della Redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di lui». Essa viene particolarmente manifestata nell’ora della sua Passione: «La beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette ritta, soffrì profondamente con suo Figlio unigenito e si associò con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente, dallo stesso Cristo Gesù morente in croce fu data come madre al discepolo con queste parole: “Donna, ecco il tuo figlio”» (Gv 19,26).
n. 965: Dopo l’Ascensione del suo Figlio, Maria «con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa». Riunita con gli Apostoli e alcune donne, «anche Maria implorava con le sue preghiere il dono dello Spirito, che l’aveva già presa sotto la sua ombra nell’Annunciazione».
n. 966: «Infine, l’immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come la Regina dell’universo. perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti, il vincitore del peccato e della morte». L’assunzione della santa Vergine è una singolare partecipazione alla Risurrezione del suo Figlio e un’anticipazione della risurrezione degli altri cristiani: “Nella tua maternità hai conservato la verginità, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; hai raggiunto la sorgente della Vita, tu che hai concepito il Dio vivente e che con le tue preghiere libererai le nostre anime dalla morte».
L’anima mia magnifica il Signore - D. M. Turoldo - G. Ravasi (Opere e Giorni del Signore): Il Magnificat è un inno messo sulle labbra di Maria ma elaborato anche sulla base delle comunità di ‘anawim cristiani che contemplavano nel Cristo umiliato e trionfatore la storia che la chiesa deve vivere. Il Magnificat è, quindi, un salmo cristiano che celebra l’atto di misericordia supremo e definitivo compiuto da Dio per gli uomini e realizzato nella nascita-morte-risurrezione-esaltazione del Messia Signore. Questo atto di potenza divina porta a pienezza, superandoli, tutti gli atti di signoria e di giustizia e salvezza compiuti da Dio nell’antica alleanza.
Il Magnificat ricorda che davanti al Cristo nella gloria nessuna differenza sociale vale più, le potenze umane hanno perso il loro carattere assoluto. Cristo nella gloria ha abbattuto gli idoli, il cristiano deve liberarsi dal fascino di Mammona. Il Magnificat denuncia la menzogna e l’illusione di coloro che si credono signori della storia e arbitri del loro destino e va incontro a chi, come Maria, ha il cuore carico di amore e l’anima distaccata e libera.
Angelico Poppi (Sinossi e Commento): Il cantico del Magnificat (1,46-55) ricapitola le speranze messianiche del popolo eletto per bocca di Maria. Ella dapprima ringrazia Dio per quanto ha operato in lei (vv. 46-50); poi lo loda per l’adempimento delle promesse (vv. 51-55). La prima parte si addice alla situazione concreta in cui venne a trovarsi la Vergine, dopo l’annunciazione e l’incontro con Elisabetta; la seconda è un inno di ringraziamento e di lode collettiva, che si ispira al cantico di Anna (1Sam 2,l-10).
vv. 46-47 Maria si rivolge a Dio in terza persona con un sentimento di timore riverenziale. Il suo spirito esulta in Dio “Salvatore”, perché si stavano adempiendo le promesse messianiche.
vv. 48-50 La “bassezza della [sua] serva” esprime l’atteggiamento umile di Maria, totalmente aperta all’azione divina, avendo fatto il vuoto in sé; ella appare solidale con i poveri di JHWH, che attendevano fiduciosi il suo intervento decisivo per l’attuazione del regno. L’espressione “D’ora in poi tutte le generazioni mi diranno beata” costituisce la conferma del macarismo di Elisabetta (v. 45). La grandezza di Maria dipende unicamente dalla potenza di Dio, il quale ha magnificato il suo nome con l’invio del Messia, manifestando la sua bontà somma con l’adempimento delle promesse fatte in favore del suo popolo.
vv. 51-55 Nella seconda strofa Maria esalta Dio per le sue gesta salvifiche. Il futuro della salvezza è descritto come evento passato perché ha cominciato ad adempiersi nel concepimento del Messia. Sono sorprendenti le espressioni forti, quasi d’impronta rivoluzionaria, derivate dal cantico di Anna e poste sulle labbra dell’ umile fanciulla di Nazaret. Si tratta d’un cliché letterario: Luca presenta Maria come donna forte, che preannunzia un capovolgimento nella storia, con ripercussioni concrete nella situazione sociale del mondo. Ella celebra la salvezza operata da Dio in favore dei poveri e degli emarginati, contro le prepotenze e sopraffazioni, provocate dall’egoismo e dal peccato.
Paolo VI (Omelia 15 agosto 1970): La Chiesa stessa ci presenta quest’oggi Maria in tutta la sua gloria, nel raggiungimento, cioè, della sua sorte finale: la gloria di cui essa gode eternamente nel Cielo. Questa è una «festa di fede», e Maria porta tra noi la fede. Tutto ciò che la Vergine è viene, in questa occasione, visto o studiato nel suo insieme e pone dinanzi allo spirito cristiano, tra l’altro, una domanda essenziale, alla quale ciascuno può rispondere, - sia pure a suo modo - ed è questa: che cosa rappresenta la Madonna nella nostra vita, in una vita cioè che spesso si manifesta cieca, o almeno miope di fronte alle cose dello spirito? Non è difficile, infatti, rilevare che l’uomo, ormai si rende sempre più attento alle cose terrene e preferisce i fatti, i fenomeni che si vedono, che si toccano e che si trasformano in ricchezze di ordine temporale. E ciò anche in nome della cultura dei nostri giorni, che rende ciascun essere disattento alle cose spirituali. La Madonna che noi oggi in particolar modo esaltiamo, ci dice, però, che noi dobbiamo guardare alla nostra vita con fede. Viene da chiedersi a titolo di ipotesi, che cosa sarebbe la famiglia umana, che cosa sarebbe la Chiesa se non ci fosse la Madonna; o se la nostra dimenticanza diventasse tale da cancellare la sua presenza nelle nostre anime, nelle nostre orazioni, nella nostra pietà, nei segni della devozione che ornano le nostre case e le nostre chiese. È semplice fare le deduzioni e più semplice ancora dare una risposta. Se Maria non ci fosse, non ci sarebbe Cristo, perché Ella è stata il veicolo, la porta d’ingresso per la sua venuta nel mondo. È stata la Madre di Cristo; per disegno divino ha dato a tutti gli uomini Cristo che è loro fratello, Maria ha offerto alla generazione umana il Figlio di Dio per il supremo interesse e per il vero destino di tutti e di ciascuno, Cristo che è il sole. Se si spegnesse il sole che cosa sarebbe della terra? Una creazione incompleta e mancata dove regnerebbe l’infelicità. Ecco che viene Maria; ci offre Cristo che rimane tra noi, Dio e fratello, e abita con noi: per opera di Maria attua il piano della salvezza.
Papa Francesco (Angelus, 15 Agosto 2015): [Maria] È stata la prima a credere nel Figlio di Dio, ed è la prima ad essere assunta in cielo in anima e corpo. Per prima ha accolto e preso in braccio Gesù quando era ancora bambino, ed è la prima ad essere accolta dalle sue braccia per essere introdotta nel Regno eterno del Padre. Maria, umile e semplice ragazza di un villaggio sperduto nella periferia dell’impero romano, proprio perché ha accolto e vissuto il Vangelo, è ammessa da Dio a stare per l’eternità accanto al trono del Figlio. È così che il Signore rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili (cfr Lc 1,52).
L’Assunzione di Maria è un mistero grande che riguarda ciascuno di noi, riguarda il nostro futuro. Maria, infatti, ci precede nella strada sulla quale sono incamminati coloro che, mediante il Battesimo, hanno legato la loro vita a Gesù, come Maria legò a Lui la propria vita. La festa di oggi ci fa guardare al cielo, preannuncia i “cieli nuovi e la terra nuova”, con la vittoria di Cristo risorto sulla morte e la sconfitta definitiva del maligno. Pertanto, l’esultanza dell’umile fanciulla di Galilea, espressa nel cantico del Magnificat, diventa il canto dell’umanità intera, che si compiace nel vedere il Signore chinarsi su tutti gli uomini e tutte le donne, umili creature, e assumerli con sé nel cielo.
Il Signore si china sugli umili, per alzarli, come proclama il cantico del Magnificat. Questo canto di Maria ci porta anche a pensare a tante situazioni dolorose attuali, in particolare alle donne sopraffatte dal peso della vita e dal dramma della violenza, alle donne schiave della prepotenza dei potenti, alle bambine costrette a lavori disumani, alle donne obbligate ad arrendersi nel corpo e nello spirito alla cupidigia degli uomini. Possa giungere quanto prima per loro l’inizio di una vita di pace, di giustizia, di amore, in attesa del giorno in cui finalmente si sentiranno afferrate da mani che non le umiliano, ma con tenerezza le sollevano e le conducono sulla strada della vita, fino al cielo. Maria, una fanciulla, una donna che ha sofferto tanto nella sua vita, ci fa pensare a queste donne che soffrono tanto. Chiediamo al Signore che Lui stesso le conduca per mano e le porti sulla strada della vita, liberandole da queste schiavitù.
E ora ci rivolgiamo con fiducia a Maria, dolce Regina del cielo, e le chiediamo: «Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa che vediamo il tuo Figlio, pieni della gioia del Cielo» (Inno dei Secondi vespri).
Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** L’intercessione di Maria ci riempia di gioia, ci faccia perseveranti, ci sostenga nel cammino che porta alla gloria, e ci rafforzi nella fede.
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.
Preghiamo con la Chiesa: Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo...