IL PENSIERO DEL GIORNO

21 Ottobre 2017


Oggi Gesù ci dice: «Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, e anche voi date testimonianza» (Gv 15,26; Canto al Vangelo).


Dal Vangelo secondo Luca 12,8-12: Chi bestemmierà lo Spirito Santo: è il peccato dei farisei e dei dottori della Legge i quali rifiutando di accogliere i segni di Gesù, attribuivano al demonio ciò che era opera dello Spirito Santo. Significa quindi rifiutarsi alla luce della grazia divina e al perdono che ne proviene. Un simile atteggiamento colloca per necessaria conseguenza al di fuori della salvezza.

La bestemmia contro lo Spirito Santo: CCC 1864: «Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna» (Mc 3,29). La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna.

 

Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato: Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 25 luglio 1990): I Vangeli sinottici riportano un’altra affermazione di Gesù nelle sue istruzioni ai discepoli, che non può non impressionare. Riguarda la “bestemmia contro lo Spirito Santo”. Egli dice: “Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato” (Lc 12,10; cfr. Mt 12,32; Mc 3,29). Queste parole creano un problema di vastità teologica ed etica maggiore di quanto si possa pensare, stando alla superficie del testo. «La “bestemmia” (di cui si tratta) non consiste propriamente nell’offendere con le parole lo Spirito Santo; consiste, invece, nel rifiuto di accettare la salvezza che Dio offre all’uomo mediante lo Spirito Santo, e che opera in virtù del sacrificio della croce... Se la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere rimessa né in questa vita né in quella futura, è perché questa “non-remissione” è legata, come a sua causa, alla “non-penitenza”, cioè al radicale rifiuto di convertirsi... Ora la bestemmia contro lo Spirito Santo è il peccato commesso dall’uomo, che rivendica un suo presunto “diritto” di perseverare nel male - in qualsiasi peccato - e rifiuta così la redenzione... (Esso) non permette all’uomo di uscire dalla sua autoprigionia e di aprirsi alle fonti divine della purificazione delle coscienze e della remissione dei peccati» (Dominum et vivificantem, 46). È l’esatto rovesciamento della condizione di docilità e di comunione col Padre, in cui vive Gesù orante e operante, e che egli insegna e raccomanda all’uomo come atteggiamento interiore e come principio di azione.


La bestemmia - R. Deville (Dizionario di Teologia Biblica): Ogni ingiuria rivolta ad un uomo merita di essere punita (Mt 5,22). Quanto più la bestemmia, insulto fatto a Dio stesso! Essa è il contrario dell’adorazione e della lode che l’uomo deve a Dio, è il segno per eccellenza dell’empietà umana.
Vecchio Testamento - La presenza di un solo bestemmiatore nel popolo di Dio è sufficiente per contaminare tutta la comunità. Perciò la legge dice: «Chiunque bestemmia il nome di Jahve, morirà, tutta la comunità lo lapiderà» (Lev 24,16; cfr. Es 20,7; 22,27; 1 Re 21,13).
Più sovente la bestemmia si trova sulle labbra dei pagani, i quali insultano il Dio vivente quando assalgono il suo popolo: un Sennacherib. (2 Re 9,4ss.;16.22; Tob 1,18), un Antioco Epifane (2 Mac 8,4; 9,28; 10,34; Dan 7,8.25; 11,36), cui si ispira senza dubbio il ritratto di Nabuchodonosor nel libro di Giuditta (9,7ss). Cosi pure gli Edomiti che plaudono alla rovina di Gerusalemme (Ez 3512 s) ed i pagani che insultano l’unto di Jahve (Sal 89,51s). A costoro Dio si riserva di applicare egli stesso il castigo meritato: Sennacherib cadrà di spada (2Re 19,7.28.37) come Antioco, la bestia satanica (Dan 7,26; 11,45; cfr. 2Mac 9), ed il paese di Edom sarà ridotto a deserto (Ez 35,14s). D’altronde il popolo di Dio deve guardarsi dal provocare egli stesso le bestemmie dei pagani (Ez 36,20; Is 52,5), perché Dio farebbe vendetta di questa profanazione del suo nome.
Nuovo Testamento - 1. Lo stesso dramma si intreccia nel Nuovo Testamento attorno alla persona di Gesù. Egli, che onora il Padre, è accusato dei Giudei di bestemmia, perché si dice Figlio di Dio (Gv 8,49.59; 10,31-36), e proprio per questo sarà condannato a morte (Mc 14,64 par.; Gv 19,7). In realtà, questo stesso accecamento porta a consumazione il peccato dei Giudei, perché disonorano il Figlio (Gv 8,49) e, sulla croce, lo caricano di bestemmie (Mc 15,29 par.). Se non fosse che un errore sull’identità del figlio dell’uomo, sarebbe un peccato remissibile (Mt 12,32) dovuto ad ignoranza (Lc 23,34; Atti 3,17; 13,27).
Ma è un disconoscimento più grave, perché i nemici di Gesù attribuiscono a Satana i segni che egli compie per mezzo dello Spirito di Dio (Mt 12,24.28 par.): c’è dunque bestemmia contro lo Spirito, che non può essere rimessa né in questo mondo, né nell’altro (Mt 12,31 s par.), perché è un rifiuto volontario della rivelazione divina. 2. Il dramma continua ora attorno alla Chiesa di Gesù Cristo. Paolo era un bestemmiatore quando la perseguitava (1Tim 1,13); quando poi predica il nome di Gesù, i Giudei gli si oppongono con bestemmie (Atti 13,45; 18,6). La loro opposizione conserva quindi lo stesso carattere del Calvario. Vi si unisce ben presto l’ostilità dell’impero romano persecutore, nuova manifestazione della bestia dalla bocca piena di bestemmie (Apoc 13,1-6), nuova Babilonia adorna di titoli blasfemi (Apoc 17,3). Infine i falsi dottori, maestri di errore, introducono la bestemmia fin tra i fedeli (2Tim 3,2; 2Piet 2,2.10.12), tanto che talora diventa necessario consegnarli a Satana (1Tim 1,20). Le bestemmie degli uomini contro Dio vanno cosi verso un parossismo che coinciderà con la crisi finale, nonostante i segni annunziatori del giudizio divino (Apoc 16,9.11.21). Di fronte a questa situazione, i cristiani non seguiranno l’esempio dei Giudei infedeli «a motivo dei quali il nome di Dio è bestemmiato» (Rom 2,24). Eviteranno tutto ciò che provocherebbe gli insulti dei pagani contro Dio o contro la sua parola (1Tim 6,1; Tit 2,5). La loro buona condotta deve portare gli uomini a «glorificare il Padre che è nei cieli» (Mt 5,16).


Elenco dei peccati: CdA 927: La fede ci fa riconoscere molte forme di peccato che sfigurano l’uomo, immagine di Dio. Nella Bibbia troviamo vari elenchi di peccati, piuttosto dettagliati. A voler raccogliere in un quadro le principali indicazioni, si ottiene una lista impressionante, peraltro ancora esemplificativa e non esaustiva: incredulità, idolatria, stregoneria, bestemmia, spergiuro, apostasia, oltraggio ai genitori, infanticidio, omicidio, odio, dissolutezza, omosessualità, orgia, fornicazione, adulterio, furto, avarizia, traffico di persone, tradimento, inganno, calunnia, turpiloquio, cuore spietato, orgoglio insensato. Questi peccati sono considerati gravi, incompatibili con la vita di comunione con Dio. Purtroppo il triste elenco si allunga con altre esperienze negative della nostra epoca: genocidio, terrorismo, traffico delle armi, aborto, eutanasia, tortura, carcerazione arbitraria, deportazione, razzismo, sfruttamento dei paesi poveri, condizioni indegne di vita e di lavoro, violenza sui minori, mercato delle donne, commercio pornografico, traffico di droga, corruzione politica e amministrativa, speculazione finanziaria, evasione fiscale, speculazione edilizia, inquinamento ambientale.


... lo Spirito Santo vi insegnerà...: CCC 1286-1287: Nell’Antico Testamento, i profeti hanno annunziato che lo Spirito del Signore si sarebbe posato sul Messia atteso in vista della sua missione salvifica. La discesa dello Spirito Santo su Gesù, al momento del suo Battesimo da parte di Giovanni, costituì il segno che era lui che doveva venire, che egli era il Messia, il Figlio di Dio. Concepito per opera dello Spirito Santo, tutta la sua vita e la sua missione si svolgono in una totale comunione con lo Spirito Santo che il Padre gli dà «senza misura» (Gv 3,34). Questa pienezza dello Spirito non doveva rimanere soltanto del Messia, ma doveva essere comunicata a tutto il popolo messianico. Più volte Cristo ha promesso questa effusione dello Spirito, promessa che ha attuato dapprima il giorno di Pasqua e in seguito, in modo più stupefacente, il giorno di Pentecoste. Pieni di Spirito Santo, gli Apostoli cominciano ad «annunziare le grandi opere di Dio» (At 2,11) e Pietro afferma che quella effusione dello Spirito sopra gli Apostoli è il segno dei tempi messianici. Coloro che allora hanno creduto alla predicazione apostolica e che si sono fatti battezzare, hanno ricevuto, a loro volta, «il dono dello Spirito Santo» (At 2,38).


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
****  La buona condotta dei cristiani deve portare gli uomini a «glorificare il Padre che è nei cieli» (Mt 5,16).
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, Signore, perché sorretti dal tuo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di operare il bene. Per il nostro Signore Gesù Cristo...