14 Aprile 2025
Lunedì della Settimana Santa
Is 42,1-7; Salmo Responsoriale Dal Salmo 26 (27); Gv 12,1-11
Colletta
Guarda, Dio onnipotente,
l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale,
e fa’ che riprenda vita per la passione del tuo unigenito Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
I poveri non mancheranno mai nel paese: Catechismo della Chiesa Cattolica 2449: Fin dall’Antico Testamento tutte le varie disposizioni giuridiche (anno di remissione, divieto di prestare denaro a interesse e di trattenere un pegno, obbligo di dare la decima, di pagare ogni giorno il salario ai lavoratori giornalieri, diritto di racimolare e spigolare) sono in consonanza con l’esortazione del Deuteronomio: «I bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti do questo comando e ti dico: Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese» (Dt 15,11). Gesù fa sua questa parola: «I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me» (Gv 12,8). Non vanifica con ciò la parola veemente degli antichi profeti: comprano «con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali... » (Am 8,6), ma ci invita a riconoscere la sua presenza nei poveri che sono suoi fratelli.
I lettura: Il testo di Isaia è una sorta di presentazione divina del servo sofferente, che avrà la missione di aprire gli occhi ai ciechi e di far uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre. Questa sarà la missione di Gesù che si concluderà con la sua morte cruenta sulla croce.
Vangelo
Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
L’unzione di Betania ha alla base il simbolo del profumo prezioso di nardo, importato in Israele dall’India, del valore di trecento denari, quasi il salario annuale di un bracciante. Esso è interpretato dall’evangelista come un’anticipazione della morte, sepoltura e unzione del corpo di Gesù, un po’ come la risurrezione di Lazzaro era stata il segno della glorificazione del Risorto. In questa scena ci sono due sguardi contrapposti su Gesù: quello della donna e quello di Giuda. La donna pone Gesù al di sopra di tutto e indica un amore illimitato. Giuda pone il valore commerciale al di sopra della persona di Cristo. Con un commento che manca nei sinottici, Giovanni sottolinea l’attaccamento di Giuda al denaro. Maria, quindi, simboleggia qui il vero discepolo che riconosce che Gesù vale di più di tutto l’oro del mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,1-11
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Parola del Signore.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo - Henri van den Bussche (Giovanni): Secondo i sinottici, che non citano il nome della donna, il profumo è stato sparso sulla testa di Gesù, mentre Giovanni parla di unzione di piedi. Il profumo fu versato probabilmente sulla testa e sui piedi, ma Giovanni non racconta che l’unzione dei piedi perché essa era eccezionale, dimostrava una grande generosità, quasi uno spreco.
Perché il gesto di Maria superava veramente la misura normale: più di trecento grammi di nardo vero, molto costoso. Tutta la casa ne è profumata; questo è per i sinottici (Mc 14,9; Mt 26,12) il presagio della predicazione universale della buona novella. Giovanni descrive la profusione sottolineandola. Egli dice che Maria asciugò i piedi di Gesù coi suoi capelli (cfr. Lc 7,44). Questi particolari mettono in rilievo il contrasto col calcolo avaro di Giuda.
Giovanni cita il nome di Giuda, mentre i sinottici restano nell’indeterminato (alcuni, i discepoli). Per lui Giuda è l’incarnazione dell’incomprensione, della mancanza di fede e della connivenza con Satana. Ogni volta egli aggiunge a questo nome: uno dei discepoli o uno dei Dodici, colui che lo tradirà. Giuda ha fatto i suoi calcoli. Trecento denari, il salario di trecento giorni, di dieci mesi. Perché non dare tale somma ai poveri? L’evangelista protesta. Questo scatto non è abituale in lui; è, come tutto ciò che Giovanni dice di Giuda, la reazione spontanea di un membro del collegio dei Dodici.
Gesù ordina a Giuda di non importunarla. Alla lettera: lasciala stare, lo ha conservato per il giorno della mia sepoltura. Gesù risponde alla obiezione di Giuda e spiega: Maria non deve conservare o vendere il balsamo perché essa lo ha comprato per la sua sepoltura e questa sepoltura è prossima, già ci siamo, si può dire. Gesù spiega che il gesto di Maria è un gesto profetico involontario, indica che la sua morte è vicina.
La cena, offerta in ricordo della risurrezione di Lazzaro, non passa inavvertita (12,1). Molti giudei vengono, non tanto per affermare la loro fede in Gesù quanto per curiosità, per vedere Lazzaro, il morto-vivente. Ma questo interesse si risolve in una ripresa di pubblicità del miracolo. I gran sacerdoti (non si tratta solamente dei sadducei, ma anche dei farisei) vogliono farla finita a ogni costo. Se è necessario, si sopprimerà anche Lazzaro, perché anche lui è motivo di defezioni (11,45). Credere in Gesù non significa forse abbandonare l’ortodossia giudaica di cui essi sono i responsabili (9,22.35)?
Il servizio cristiano dei poveri - I poveri li avete sempre con voi, in altre parole la miseria rimane e rimarrà sempre una condizione inumana, ed il vangelo conserva e conserverà sempre “le stesse esigenze di giustizia sociale dei profeti (cfr. Mt 23, 23; Giac 5, 4). I ricchi hanno quaggiù imperiosi doveri nei confronti dei poveri, e saranno associati alla loro felicità eterna a condizione di accoglierli sull’esempio di Dio (Lc 14, 13. 21) e di farsene degli amici con la «ricchezza iniqua» (16, 9). Più ancora, il servizio dei poveri è ormai una espressione del nostro amore per Gesù: in essi noi soccorriamo veramente lui, nell’attesa del suo ritorno glorioso (Mt 25, 34-46; 26, 11). «Se uno... vede un suo fratello nel bisogno e gli rifiuta ogni pietà, in che modo l’amore di Dio potrà dimorare in lui?» (1 Gv 3, 17). Dai profeti a Gesù, la Bibbia si è chinata sulla sofferenza dei poveri, e soprattutto ce ne ha rivelato il senso. C’è una povertà spirituale e beata, che è apertura al dono di Dio, nella fede fiduciosa e nell’umiltà paziente. Di questa povertà d’animo, la povertà reale rimane certamente una via privilegiata. Ma il suo principio e la sua fine è la partecipazione al mistero della «liberalità del nostro Signore Gesù Cristo»: «per voi egli, ricco qual era, si è fatto povero per arricchirvi mediante la sua povertà» (2 Cor 8, 9)” (Léon Roy).
Gesù «con la sua obbedienza fino alla morte», ci suggerisce il Catechismo della Chiesa Cattolica, «ha compiuto la sostituzione del Servo sofferente che offre se stesso in espiazione, mentre porta il peccato di molti, e li giustifica addossandosi le loro iniquità. Gesù ha riparato per i nostri errori e dato soddisfazione al Padre per i nostri peccati» (615). Quella di Cristo, è la stessa strada che deve percorrere l’uomo, «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5): la strada dell’abbassamento, dell’umiltà, della obbedienza alla volontà del Padre. Ed è quanto suggerisce l’apostolo Pietro: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme» (1Pt 2,21). Solo imboccando la strada della spogliazione e dell’umiltà l’uomo potrà riconquistare quanto aveva perduto in Adamo. «Che cosa c’è di più umile nel re di tutti gli esseri», si chiede Gregorio di Nissa, «che l’entrare in comunione con la nostra povera natura? Il Re dei re e Signore dei signori si riveste della forma della nostra schiavitù; il giudice dell’universo si sottomette ai giudici terreni; il Signore della creazione nasce in una grotta; colui che abbraccia il mondo intero non ha un luogo dove riposare; il puro incorrotto si riveste del sudiciume della natura umana e, passando attraverso tutte le nostre necessità, giunge fino alla esperienza della morte». Cristo, manifestazione dell’infinita bontà di Dio, accettando, liberamente e gioiosamente, di diventare simile agli uomini si fa Via per l’uomo: in Lui, l’uomo ritrova la strada per ritornare al Padre. Contemplando il suo annientamento, possiamo esclamare senza tema di essere smentiti: il Figlio di Dio, Cristo Gesù, mi ha amato fino alla follia della croce e ha consegnato se stesso alla morte per me (cfr. Gal 2,20). A tanta considerazione ci vuole spingere la meditazione della Passione del Figlio di Dio.
Una reazione di protesta … - Ecclesia de Eucharistia 47: Chi legge nei Vangeli sinottici il racconto dell’istituzione eucaristica, resta colpito dalla semplicità e insieme dalla «gravità», con cui Gesù, la sera dell’Ultima Cena, istituisce il grande Sacramento. C’è un episodio che, in certo senso, fa da preludio: è l’unzione di Betania. Una donna, identificata da Giovanni con Maria sorella di Lazzaro, versa sul capo di Gesù un vasetto di profumo prezioso, provocando nei discepoli - in particolare in Giuda (cfr. Mt 26,8; Mc 14,4; Gv 12,4) - una reazione di protesta, come se tale gesto, in considerazione delle esigenze dei poveri, costituisse uno «spreco» intollerabile. Ma la valutazione di Gesù è ben diversa. Senza nulla togliere al dovere della carità verso gli indigenti, ai quali i discepoli si dovranno sempre dedicare - «i poveri li avete sempre con voi» (Mt 26,11; Mc 14,7; cfr. Gv 12,8) - Egli guarda all’evento imminente della sua morte e della sua sepoltura, e apprezza l’unzione che gli è stata praticata quale anticipazione di quell’onore di cui il suo corpo continuerà ad essere degno anche dopo la morte, indissolubilmente legato com’è al mistero della sua persona.
Lasciatela fare: «Le parole di Gesù sembrano voler dire: “Non impeditele di compiere su di me, mentre vivo, quello che non potrà compiere dopo la mia morte”. Infatti ella fu prevenuta dalla tempestività della risurrezione di Gesù Cristo... Forse non capiva chiaramente quello che stava facendo, ma per una certa ispirazione interiore fu mossa a compiere quel gesto» (Tommaso d’Aquino, In Jo. ev. exp., XII).
Il Santo del giorno - 14 Aprile 2025 - Santa Liduina, Vergine: Sta pattinando con giovani e ragazze sulle distese ghiacciate presso il villaggio di Schiedam, in Olanda dove è nata nel 1380, e a un tratto cade. C’è una costola fratturata, forse con lesioni interne. Portata a casa, la mettono subito a letto. Lei ha quindici anni: e in quel letto rimarrà per altri 38. Per sempre, fino alla morte. Dopo l’incidente sopraggiungono altre malattie, in una disgraziata successione che trova impotenti i medici. Non guarisce, non muore, i dolori incrudeliscono, Liduina è a un passo dalla disperazione. Trova un senso però alle sue sofferenze grazie alle parole di un prete, Giovanni de Pot. Liduina decide di offrire il proprio dolore per la salvezza degli altri ma chiede un segno dall’alto che confermi la volontà divina: sopra il suo capo appare splendente l’Ostia eucaristica. E la vedono anche i parenti. Da quel giorno la sua casa diventa meta di pellegrinaggi da tutto il Nord Europa. La sua opera di ascolto e aiuto dei sofferenti che vanno da lei si conclude il martedì di Pasqua del 1433. (Avvenire)
Visita, Signore, il tuo popolo
consacrato da questi santi misteri,
proteggilo con il tuo amore premuroso,
perché custodisca con il tuo aiuto
i doni che ha ricevuto dalla tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
ORAZIONE SUL POPOLO ad libitum
La tua protezione, o Signore, soccorra gli umili
e sostenga sempre coloro che confidano nella tua misericordia,
perché si preparino alla celebrazione delle feste pasquali
non solo con la mortificazione del corpo
ma, ancor di più, con la purezza dello spirito.
Per Cristo nostro Signore.