5 Marzo 2020

Giovedì della I Settimana di Quaresima

Ester 4,17n.p-r.aa-bb.gg-hh; Sal 137; Mt 7,7-12

Colletta: Ispiraci, o Padre, pensieri e propositi santi, e donaci il coraggio di attuarli, e poiché non possiamo esistere senza di te, fa’ che viviamo secondo la tua volontà. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

Chiedete e vi sarà dato - Catechismo degli Adulti n. 980: La preghiera di domanda esprime l’atteggiamento di fede nella concretezza dei nostri bisogni. Non modifica la volontà di Dio, perché egli da sempre la conosce e ne tiene conto. Ci prepara piuttosto a ricevere i doni da lui predisposti. «Egli vuole che nella preghiera si eserciti il nostro desiderio, in modo che diventiamo capaci di ricevere ciò che egli è pronto a darci». Dobbiamo dunque desiderare seriamente, chiedere con insistenza e pazienza, pronti a cooperare con lui e a fare la sua volontà. «Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete» (Mt 21,22). Con queste parole il Signore non si è impegnato a esaudire tutti i nostri desideri, ma a compiere tutte le sue promesse. Dobbiamo chiedere innanzitutto il regno di Dio, la presenza dello Spirito Santo in noi. Possiamo anche chiedere con semplicità e fiducia qualunque cosa buona, secondo le nostre necessità; ma senza pretese, subordinando il desiderio alla volontà di Dio, lasciandoci condurre per le vie misteriose della Provvidenza. Dio spesso non esaudisce la nostra richiesta concreta; ma ci viene incontro in un modo più alto, come fece con Gesù che fu liberato dalla morte in maniera diversa da come umanamente desiderava. Così veniamo trasformati interiormente; ci conformiamo alla divina volontà di salvezza; riceviamo energie e motivazioni più pure. Questa è la prima efficacia della preghiera. In questo senso è sempre efficace e «rende possibile ciò che è impossibile, facile ciò che è difficile».

Dal Vangelo secondo Matteo 7,7-12: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti». 

Chiedete e vi sarà dato - Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): versetto 7 Chiedete e vi sarà dato...; per la forma impersonale (vi sarà dato) cf. 7, 2, 19; il contesto lascia facilmente capire che Dio esaudirà la preghiera. La sezione 7, 7-11 si ricollega con 6, 33; tuttavia essa costituisce un insegnamento isolato che l’evangelista inserisce nel discorso programmatico di Gesù. I passaggi bruschi da un argomento all’altro che noi abbiamo rilevato costituiscono sicuri indizi dell’opera redazionale compiuta dall’autore.
versetto 8 La ripetizione in crescendo della stessa idea indica che la preghiera dev’essere insistente e perseverante.
versetti 9-11 La preghiera, quando contiene le richieste indicate nella formula insegnata da Cristo (il Pater, cf. 6,9-13), sarà certamente esaudita. Chi dubitasse dell’efficacia della preghiera offenderebbe la paternità di Dio. Se i padri terreni, nonostante il loro amore imperfetto, esaudiscono i figli, quanto più il Padre celeste ascolterà la preghiera degli uomini! L’avvicinamento delle idee pietra-pane poté essere suggerita dalla somiglianza delle forme, quello invece di pesce-serpe non presenta una somiglianza immediata. La serpe potrebbe indicare una carne immangiabile oppure qualche pesce pescato con altri, ma che veniva gettato vis, perché non commestibile. In quest’ultimo caso l’idea della pesca avrebbe determinato l’avvicinamento: pesce-serpe (cf. Revue Biblique, 55, 1948, pp. 195-198).
versetto 12 Il detto costituisce la regola d’oro del seguace di Cristo. Esso è presentato come il compendio della Legge e dei Profeti. In effetto la carità, il perdono, il giudizio degli altri... sono condizionati dall’applicazione di questa norma. Il messaggio morale contenuto nella Legge e proclamato dai Profeti è riepilogato da questo principio che suggerisce di trattare gli altri come si amerebbe di essere trattati da loro. La norma allontana dall’uomo ogni forma d’interesse e di parzialità, le quali costituiscono le cause di tutte le ingiustizie che vengono commesse. Quantunque non si parli dell’amore di Dio, tuttavia esso è presupposto, anzi è il vero fondamento di questo principio. La regola d’oro è formulata in modo affermativo, non già negativo (per formulazione negativa cf. Tobia, 4, 16). Per Cristo non basta astenersi dal male, ma è necessario compiere il bene.

Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti - Ortensio Da Spinetoli (Matteo): La cosiddetta «regola d’oro» della carità fraterna riprende un principio della legge naturale che ha trovato un’analoga formulazione nella letteratura di molti popoli, nel Vecchio Testamento e negli scritti giudaici. Nel contesto attuale il passo sembra fuori posto, ma esso va ricollegato con l’intero discorso della montagna più che con ciò che precede immediatamente. La «regola» segna infatti il perfezionamento della legge e dei profeti, il principio che comanda tutto il primo libro di Matteo (cfr. 5,17). Gesù ora asserisce che la perfezione ultima della nuova economia o Nuovo Testamento si ha nella perfezione dell’amore del prossimo.
La formulazione può indicare un’attenuazione del precetto della carità quasi che venga subordinata o rapportata al bene di chi l’esercita. Ma il riferimento personale non è una subordinazione, bensì il criterio limite della carità. L’amore egoistico del proprio bene è la misura più larga e più sicura dell’amore del prossimo. L’esortazione non fa che anticipare, in maniera più concreta, quel che Gesù dirà più tardi: «Ama il prossimo tuo come te stesso» (Mt. 19,19). Anzi egli esorta ad anteporre il bene altrui al proprio, poiché pone in primo piano gli interessi del prossimo.
Il primato della carità è il principio che Gesù esalterà sempre più nel suo insegnamento e che gli evangelisti hanno cercato di ricordare e porre in rilievo con la massima cura. Tutto l’insegnamento evangelico si riassume nel servizio prestato all’altro anche a prezzo e a discapito del proprio bene perché l’altro è un proprio fratello. Molti annunci evangelici possono rimanere ancora oscuri, ma quello dell’amor del prossimo non lascia equivoci. L’uomo non può realizzarsi da solo prescindendo da ogni riferimento con i propri simili; Dio non vuole gli individui, ma il popolo, la comunità. Ognuno per questo deve costruire la sua strada in collaborazione con gli altri, dando e ricevendo il necessario aiuto. Isolarsi, chiudersi è rigettare la progettazione divina, agire contro il suo piano. L’amore cristiano è più di una semplice comprensione o benevolenza verso i bisognosi e i deboli, è considerare l’altro come qualcosa di se stesso, parte integrante del proprio essere. Il peccato più grande è per questo l’egocentrismo, la prima virtù l’impegno sociale o comunitario.

La preghiera di Domanda - Enzo Bianchi: Pur essendo la forma di preghiera più attestata nella Scrittura e pur essendo richiesta da Gesù stesso (cfr. Mt 7,7; 21,22), la preghiera di domanda ha sempre fatto problema alla tradizione cristiana, che vi ha visto una forma meno pura e disinteressata di preghiera rispetto alla lode. In tempi a noi vicini, negli anni ‘60-’70, la secolarizzazione e l’impadronirsi da parte dell’uomo, grazie alla scienza e alla tecnica, di ambiti che prima sfuggivano alla sua presa e venivano delegati all’intervento di Dio, hanno posto ancor più in crisi questa preghiera, che invece è essenziale perché grazie a essa l’uomo riconosce di non disporre immediatamente della vita, delle cose, della realtà... Potremmo dire che, autenticamente compresa, fuori cioè dalle deviazioni in senso magico e superstizioso, la preghiera di domanda è eminentemente contemplativa, in quanto è il modo proprio del credente di affermare la signoria di Dio sul mondo e sulle realtà create. Dunque la preghiera di domanda è imprescindibile, ma per essere autenticamente evangelica, essa necessita di un processo di purificazione costante, di un discernimento dei bisogni, di una conversione costante alla volontà di Dio, di una sottomissione al principio: “non la mia, ma la tua volontà sia fatta” (Lc 22,42). E, in ogni caso, essa si muove all’interno di un esaudimento già avvenuto: “Tutto ciò che noi dobbiamo chiedere a Dio e dobbiamo attendere da lui si trova in Gesù Cristo. Occorre cercare di introdurci nella vita, nelle parole, negli atti, nelle sofferenze, nella morte di Gesù, per riconoscere ciò che Dio ha promesso e realizza sempre per noi. Dio infatti non realizza tutti i nostri desideri, ma realizza le sue promesse. Egli resta il Signore della terra, protegge la sua Chiesa, ci dà una forza sempre rinnovata, non ci impone carichi al di là delle nostre forze, ma ci riempie della sua presenza e della sua forza” (D. Bonhoeffer).

Necessità dell’orazione - Catechismo Tridentino (Parte Quarta - L’orazione 359): La Chiesa stessa ribadisce questa necessità del pregare con quelle parole poste quasi come proemio della Preghiera divina: Istruiti dal comando del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire... - Pertanto, essendo necessaria per i Cristiani la preghiera, e avendo i discepoli chiesto al Figlio di Dio: Signore, insegnaci a pregare (Lc 11,1), egli stesso prescrisse la forma della preghiera, e diede loro speranza che avrebbe adempiuto quello che essi domandavano. Egli stesso fu di ammaestramento per l’obbligo della preghiera, perché non solo pregava assiduamente, ma passava anche la notte a pregare (Lc 6,12). Quindi gli apostoli non cessarono di tramandare, a chi entrava nella fede di Gesù Cristo, i precetti riguardanti quest’obbligo. Infatti san Pietro (1Pt 3,7) e san Giovanni (1Gv 3,22) ammoniscono con la massima cura i fedeli intorno alla preghiera, e l’Apostolo, memore della sua importanza, in più luoghi esorta i Cristiani al salutare obbligo del pregare.
Noi abbiamo bisogno di tanti benefici e vantaggi necessari alla salute dell’anima e del corpo, che dobbiamo ricorrere alla preghiera come a una interprete, migliore d’ogni altra, dei nostri bisogni, e a un mezzo per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.
Se Dio non deve nulla a nessuno, certamente non resta che chiedergli con preghiere quel che ci occorre; e queste preghiere Dio ce le diede come uno strumento necessario per ottenere ciò che desideriamo, sopratutto nel constatare che alcune cose non si possono ottenere senza il suo aiuto. Le preghiere hanno infatti una tale virtù che da esse specialmente vengono cacciati i demoni.
C’è infatti un genere di demoni che non si caccia se non col digiuno e con l’orazione (Mt 17,20). Perciò si privano della possibilità di ottenere segnalati doni coloro che non hanno questa pratica abituale di pregare piamente e diligentemente. Per ottenere quel che desideri c’è bisogno infatti di una richiesta non solo conveniente ma anche assidua. Perché, come nota san Girolamo, sta scritto: Tutto si da a chi chiede; perciò se a te non si da nulla, è perché non chiedi: Chiedete dunque e otterrete (sul cap. 7 di san Matteo).

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (Vangelo).
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Signore, nostro Dio, questi santi misteri,
che hai dato alla tua Chiesa come forza e vigore
nel cammino della salvezza, ci siano di aiuto
in ogni momento della nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.