28 Marzo 2020

Sabato della IV Settimana di Quaresima

Ger 11,18-20; Salmo Responsoriale Dal Sal 7; Gv 7,40-53

Colletta: Signore onnipotente e misericordioso, attira verso di te i nostri cuori, poiché senza di te non possiamo piacere a te, sommo bene. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui: Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 14 gennaio 1998): La grande ora nella storia del mondo è quella in cui il Figlio dà la vita, facendo udire la sua voce salvatrice agli uomini che sono sotto il dominio del peccato. È l’ora della redenzione. Tutta la vita terrena di Gesù è orientata verso quest’ora [...]. Quest’ora drammatica è voluta e determinata dal Padre. Prima dell’ora scelta dal disegno divino, i nemici non possono impadronirsi di Gesù. Parecchie volte si è tentato di fermare Gesù o di ucciderlo. Riportando uno di questi tentativi, il Vangelo di Giovanni pone in luce l’impotenza degli avversari: “Cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora” (7,30). Quando l’ora viene, appare anche come l’ora dei nemici. “Questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre”, dice Gesù a “coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani” (Lc 22,52-53). In quest’ora buia sembra che il potere erompente del male non possa essere fermato da nessuno. E tuttavia anche quest’ora rimane sotto il potere del Padre. Sarà Lui a permettere ai nemici di Gesù di catturarlo. La loro opera si inscrive misteriosamente nel piano stabilito da Dio per la salvezza di tutti.  Più che l’ora dei nemici, l’ora della passione è dunque l’ora di Cristo, l’ora del compimento della sua missione. Il Vangelo di Giovanni ci fa scoprire le disposizioni intime di Gesù all’inizio dell’ultima Cena: “Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1). È dunque l’ora dell’amore, che vuole andare “sino alla fine”, cioè fino al dono supremo. Nel suo sacrificio, Cristo ci rivela l’amore perfetto: non avrebbe potuto amarci più profondamente!

Dal Vangelo secondo Giovanni 7,40-53: In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

I farisei non si stancano di blaterare, di discutere sulla identità di Gesù, sono ciechi che guidano ciechi, la loro mente ottenebrata dall’orgoglio non è capace di investigare il mistero del Verbo, e il loro cuore indurito è chiuso ad ogni rivelazione. Tra i tanti detrattori e dissidenti si leva la voce di Nicodemo: La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa? Anche le guardie mandate ad arrestare Gesù tornano a mani vuote, non hanno avuto il coraggio di catturarlo: Mai un uomo aveva parlato così! Tutto è inutile, per i farisei tutti quelli che non ragionano come loro sono idioti, maledetti, gente plagiata, per i custodi del libro la sentenza è già scritta, Gesù è reo di morte e deve morire. Solo la fede può portare a conoscere chi è veramente Gesù di Nazareth.

Non dice la Scrittura … - Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): 42 La Scrittura; quelli che ricusano di credere a Gesù come Messia si richiamano a passi ben determinati della Scrittura che parlavano sia della discendenza del Messia (dalla discendenza di Davide), sia del suo luogo di origine (dal villaggio di Bethlehem). I testi profetici ai quali gli avversari di Cristo fanno riferimento con l’espressione «la Scrittura» sono 2 Samuele, 7, 12 segg.; Salmo 89 [88], 4-5; 132 [131], 11; Michea, 5, 1-2; Geremia, 23, 5. Da queste parole risulta che gli avversari di Cristo ignoravano la sua nascila a Bethlehem e credevano che egli fosse originario di Nazareth; si può ritenere che la nascita di Gesù a Bethlehem era ignota alla moltitudine, perché egli era sempre vissuto a Nazareth. Le edizioni generalmente leggono: «e da Bethlehem, il villaggio donde era Davide»; questa lettura, che si presenta con delle varianti nei codici che l’attestano (come: di Davide; donde egli era), appesantisce il testo; pochi codici ed autori invece la omettono; noi preferiamo ometterla, optando così per il testo breve
49 Ma questa folla che non conosce la Legge è maledetta!; cf. Geremia, 5, 4-5; il successo che il Maestro riscuote tra la gente del popolo è attribuito dai capi ebrei all’ignoranza; il popolo non conosce la Legge, di conseguenza non solo non la osserva, ma anche non mostra la propria pietà verso Dio. Per questo motivo il popolo ignorante è maledetto; l’espressione «è maledetta» è una formula imprecatoria (cf. Deuteronomio, 27, 15-26). La presente dichiarazione mostra come gli esponenti dell’ebraismo si trincerino dietro la Legge per giustificare il loro rifiuto dell’insegnamento di Gesù; il rilievo del quarto evangelista, presentato in termini sintetici, coincide con quanto dicono più diffusamente i sinottici sull’atteggiamento ostile dei capi religiosi ebrei nei confronti del Maestro.
52 Forse anche tu sei galileo?; il rilievo di Nicodemo non trova una risposta adeguata; probabilmente i capi ebrei non desiderano affrontare una discussione giuridica con un esperto fariseo, qual era l’interlocutore. Essi preferiscono replicargli con un’insinuazione tagliente: Nicodemo ha parlato in tal modo perché forse è un galileo come Gesù. Studia e vedrai che dalla Galilea non esce il profeta; «studia», letteral.: scruta, come Giov., 5,39; i capi ebrei si fanno forti delle Scritture, secondo le quali il profeta non ha origine in Galilea. «Il profeta»; si può dire che la totalità dei documenti hanno la lettura senza l’articolo (vedrai che nessun profeta esce dalla Galilea), ma il papiro Bodmer II (P.8), insieme con la versione sahidica, pone l’articolo, il quale dà al testo un senso eccellente, conforme alla dichiarazione fatta al versetto 40.

Il Cristo, segno di contraddizione - Salvatore Alberto Panimolle (Lettura Pastorale del Vangelo di Giovanni): In diverse scene della rappresentazione drammatica di Gv 7 sono descritte con vivacità le opposte reazioni dei vari personaggi nei confronti di Gesù. Alcuni lo riconoscono come il profeta escatologico cioè il Messia, altri considerano impossibile tale eventualità, per cui si crea un profondo dissenso (Gv 7,40-44).
Questa divisione emerge anche in seno al sinedrio: non tutti i farisei odiano ciecamente il Maestro e vogliono la sua rovina; qualcuno, tra cui Nicodemo, prende le sue difese (Gv 7,47-52).
In questi brani Gesù appare concretamente come segno di contraddizione (cf. Lc 2,34).
Non solo in queste scene e durante la sua vita terrena, ma sempre il Cristo è segno di contraddizione: di risurrezione o di rovina, di salvezza o di perdizione.
Tutti gli uomini debbono fare i conti con lui, nessuno può ignorarlo: o accolgono la sua persona o la rigettano. Volenti o nolenti, tutti debbono confrontarsi con il Figlio di Dio; la vita o la morte, la salvezza o la condanna dipendono dall’atteggiamento che ogni singolo uomo assume nei confronti del Verbo incarnato.
Sempre sarà così: o si è con lui o contro di lui. Egli è morto per riunire insieme i figli di Dio, cioè per formare l`unità di tutto il genere umano (cf. Gv 11,51s). Ma purtroppo vi sono e vi saranno sempre coloro che rifiutano la sua mediazione salvifica (cf. Gv 12,37ss). L’incredulità dei giudei continua ancor oggi.
Anzi ai nostri giorni aumenta il numero di coloro che congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia per spezzare i loro legami (cf. Sal 2,2s).
L’ateismo è un fenomeno particolarmente preoccupante nella nostra epoca.
La cultura radical-borghese appare ancor più anticristiana e pericolosa del marxismo ateo. Ai nostri giorni l’umanità è divisa in blocchi militari o politici contrapposti. Ma la frattura di carattere religioso è ancora più profonda. Oggi gli uomini sono schierati o con il Cristo o contro di lui. Ci sono frontiere e linee di demarcazione che corrono allinterno dei blocchi, dei singoli popoli e delle famiglie.
Il Signore Gesù è posto come al centro dell’umanità; egli stesso vuole essere causa di vita e di salvezza; ma chi lo rigetta, segna con le sue mani la propria rovina.

Mario Galizzi (Vangelo secondo Giovanni): Gesù, rivelandosi, ha fatto appello alle Scritture. È un modo per dire ai suoi interlocutori dove cercare la verità per formulare un giusto giudizio su di lui (vedi 7,22-24 e 5,39.45-47). E alcuni lo fanno, gli ubbidiscono e si lasciano guidare dalla sua stessa parola fondata sulle Scritture (7,38), e giungono ad affermare che egli è il Profeta... il Cristo, il Messia (7,40-41). Potremmo dire, come già varie volte abbiamo affermato, che le Scritture, quando non sono assolutizzate, ma prese come guida, conducono a Cristo, «il quale... ci insegnerà ogni cosa» (4,25), ci rivelerà, cioè, il senso delle Scritture.
Ce ne sono altri, invece, che si attengono al senso materiale delle Scritture e le leggono in modo parziale. In questa situazione non possono credere, perché le Scritture dicono che il Cristo deve discendere da Davide, deve venire da Betlemme (7,42), mentre Gesù viene dalla Galilea. Gesù ha già risposto a queste domande (7,23-24); non ha negato la sua origine umana, l’ha solo dichiarata insufficiente per conoscere nella sua realtà la sua vera origine. Altri, infine, rifiutano ogni possibilità di confronto; hanno già deciso: bisogna catturarlo e ucciderlo. Ma Gesù sfugge loro, e noi ci aspetteremmo a conclusione del versetto 44, la nota frase: «la sua ora non era ancora venuta» (vedi 7,30). E, invece, eccoci con i dirigenti giudei, qui di nuovo (vedi 7,32) specificati come capi dei sacerdoti e farisei. Avevano mandato alcune guardie ad arrestare Gesù e queste ritornano e si scusano dicendo: «Mai nessuno ha parlato come questuomo». E i capi, colpiti dalla loro disubbidienza, esclamano: «Anche voi vi siete lasciati ingannare?». Le loro parole sono un giudizio su Gesù: «È un ingannatore!» (vedi 7,12). Ora però non si sentono più sicuri l’uno dell’altro; temono che alcuni di loro abbiano creduto in Gesù (7,48). Sarebbe il colmo. Pazienza la folla che non conosce la Legge ed è maledetta, ma essi che la conoscono non possono arrivare a tanto!
Tra loro c’era Nicodemo, quello che una notte era andato da Gesù (3,1). Osa intervenire e cerca di richiamare i suoi colleghi a quella Scrittura o Legge a cui si appellano. Dice loro: «La nostra legge permette forse di giudicare un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere quello che fa?».
Nicodemo ne ha fatto del cammino, dopo essersi incontrato con Gesù. Adesso, però, si accorge che mettersi dalla parte di Gesù per ubbidire alla Legge non giova. Si incorre nel disprezzo: «Sei forse anche tu della Galilea?››; si è trattati da ignoranti: «Studia!››. Lo dicono a lui, il Maestro di Israele, a cui già Gesù aveva fatto notare di non conoscere bene le Scritture (3,10). Ora però non se lo merita. Qui, inoltre, corrono gli insulti e quando la passione esplode non c’è più niente da fare. Il testo annota che ciascuno se ne andò a casa sua (7,53). Tornata la calma, l’invito di Nicodemo sarà accolto, e noi vedremo di nuovo i farisei e i dirigenti giudei impegnati in un aspro scontro con Gesù a base di Scritture (8,12-59).

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “L’ateismo è un fenomeno particolarmente preoccupante nella nostra epoca. La cultura radical-borghese appare ancor più anticristiana e pericolosa del marxismo ateo” (Salvatore Alberto Panimolle).
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Padre misericordioso,
il tuo Spirito operante in questo sacramento
ci liberi dal male
e ci renda degni della tua benevolenza.
Per Cristo nostro Signore.