22 Febbraio 2020

Sabato VI Settimana T. O.

 1Pt 5,1-4; Sal 22 (23); Mt 16,13-19

Cattedra di San Pietro Apostolo - Festa

Dal Martirologio: Festa della Cattedra di san Pietro Apostolo, al quale disse il Signore: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Nel giorno in cui i Romani erano soliti fare memoria dei loro defunti, si venera la sede della nascita al cielo di quell’Apostolo, che trae gloria dalla sua vittoria sul colle Vaticano ed è chiamata a presiedere alla comunione universale della carità.

Colletta: Concedi, Dio onnipotente, che tra gli sconvolgimenti del mondo non si turbi la tua Chiesa, che hai fondato sulla roccia con la professione di fede dell’apostolo Pietro. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

Gesù consegnando a Pietro le chiavi del regno dei cieli gli conferisce il potere di legare e  di sciogliere: “due termini tecnici del linguaggio rabbinico che si applicano innanzitutto al campo disciplinare della scomunica con cui si «condanna» [legare] o si «assolve» [sciogliere] qualcuno, e ulteriormente alle decisioni dottrinali o giuridiche con il senso di «proibire» [legare] o «permettere» [sciogliere]. Pietro, quale maggiordomo [di cui le chiavi sono l’insegna, cfr. Is 22,22] della casa di Dio, eserciterà il potere disciplinare di ammettere o di escludere come egli crederà meglio, e amministrerà la comunità con tutte le decisioni opportune in materia di dottrina e di morale. Sentenze e decisioni saranno ratificate da Dio nell’alto dei cieli” (Bibbia di Gerusalemme). Le potenze del Male non potranno prevaricare, e la Chiesa avrà la missione di strappare gli eletti all’impero della morte, temporale ed eterna, per farli entrare nel regno dei cieli. Il primato di Pietro è un potere per il bene della Chiesa, e poiché deve durare sino alla fine dei tempi, sarà trasmesso a coloro che gli succederanno nel corso dei secoli.

Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-19: In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 

Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente - Cesarea di Filippo è l’antica città di Paneas al nord della Palestina, sulle pendici del monte Ermon. Quando Augusto nel 20 a.C. consegnò la regione al governo di Erode il grande, questi vi eresse un tempio in onore dell’imperatore romano. La costruzione della cittadina è da attribuire a Filippo, figlio di Erode, che la chiamò Cesarea in onore di Tiberio Cesare e vi si aggiungeva “di Filippo” per distinguerla da Cesarea marittima. Vi era adorato il Dio Pan, una divinità dalla sembianza caprina. In questa località che grondava di imperio e rimandava a sovrani che si autoproclamavano dèi, Gesù manifesta ai suoi discepoli la sua identità divina.
Ma voi, chi dite che io sia? Per Giovanni Papini «Gesù non interroga per sapere, ma perché i suoi fedeli, finalmente sappiano anch’essi [...] il suo vero nome». Ed è Simone, primo tra i Dodici e primo tra i cristiani, a esprimere in termini umani la realtà soprannaturale del figlio di Maria: «Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente». Un’espressione che spesso si trova nell’Antico Testamento (Cf. Gs 3,10; Sal 42,3; 84,3; Os 2,1) ed esprime la presenza operante di Dio.
La risposta di Pietro pone almeno una domanda: egli intendeva professare la divinità di Gesù oppure si riferiva soltanto alla sua messianicità? Se si propende per quest’ultima soluzione, si restituisce alla espressione il semplice senso messianico che essa ha nell’Antico Testamento. Sulla base della risposta del Cristo, né carne né sangue te lo hanno rivelato, si può invece pensare che Pietro abbia voluto professare la divinità del suo Maestro: un’illuminazione che veniva dall’alto e non era frutto di investigazione umana.
La risposta di Gesù a questa professione di fede ha una portata di notevolissima importanza. In primo luogo, egli proclama: «E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa».
Il termine semitico che traduce Chiesa, ekklêsia, significa assemblea. La «Chiesa» nell’Antico Testamento è la comunità del popolo eletto (Cf. Dt 4,10; At 7,38). Nei vangeli non appare che due volte e designa la nuova comunità che Gesù stava per fondare e che egli presenta come una realtà non solo stabile, ma indistruttibile: «[...] le potenze degli inferi non prevarranno su di essa». La locuzione, invece, è frequente nelle lettere paoline. Per la Bibbia di Gerusalemme, Gesù usando «il termine “Chiesa” parallelamente all’espressione “regno dei cieli” (Mt 4,17), sottolinea che questa comunità escatologica comincerà già sulla terra mediante una società organizzata di cui stabilisce il capo».
La Chiesa è edificata su Simone, che a motivo di questo ruolo riceve qui il nome di Pietro. Il mutamento del nome sta a indicare la nuova missione di Simon Pietro: egli sarà la roccia, quindi elemento di coesione, di unità e di stabilità.
A questo punto, Gesù indica i poteri conferiti a Simon Pietro: «A te darò le chiavi del regno dei cieli, tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Il senso di questa immagine, nota alla sacra Scrittura e all’antico Oriente, suggerisce l’incarico affidato a un unico personaggio di sorvegliare ed amministrare la casa. Nel mandato di Simon Pietro, il potere di legare e di sciogliere implica il perdono dei peccati, ma la sua comprensione non va limitata a questo significato: esso, infatti, comprende tutta un’attività di decisione e di legislazione, nella dottrina come nella condotta pratica, che coincide con l’amministrazione della Chiesa in generale.
Sempre per la Bibbia di Gerusalemme, l’esegesi cattolica «ritiene che queste promesse eterne valgano non soltanto per la persona di Pietro, ma anche per i suoi successori; sebbene tale conseguenza non sia esplicitamente indicata nel testo, è tuttavia legittima in ragione dell’intenzione manifesta che ha Gesù di provvedere all’avvenire della sua Chiesa con una istituzione che la morte di Pietro non può rendere effimera».
Luca (22,31s) e Giovanni (21,15s) sottolineano che il primato di Pietro, sempre per mandato divino, deve essere esercitato particolarmente nell’ordine della fede e che tale primato lo rende capo, non solo della Chiesa futura, ma già degli altri Apostoli. Infine, c’è da sottolineare che la professione petrina avviene nella regione di Cesarea di Filippo. Possiamo dire che non è «ricordato a caso il quadro geografico: la confessione del Messia e l’investitura di Pietro avvengono fuori dalla Palestina, in un territorio pagano. Le future direzioni della salvezza sono ormai chiare» (O. Da Spinetoli).

Ma voi, chi dite che io sia? - Felipe F. Ramos: La vostra opinione? Pietro impersona la confessione cristiana della fede: Gesù è il Messia, il Figlio di Dio. Ma questa confessione cristiana non procede «dalla carne né dal sangue», vale a dire che non è possibile arrivarci attraverso la logica e i ragionamenti umani; è possibile solo grazie alla rivelazione del Padre.
Ma Pietro che aveva impersonato questa confessione cristiana della fede, diviene subito dopo il protagonista d’urna promessa formale di Gesù: sarà la roccia sulla quale Gesù edificherà la sua Chiesa. Matteo ci aveva già anticipato che Simone sarebbe stato chiamato Pietro (4,18).
La promessa di Gesù è basata su un gioco di parole percepibile solo nella lingua aramaica parlata da Gesù (Pietro, in greco Petros e in aramaico Kephas; il gioco di parole sarebbe questo: tu sei Kephas e su questa Kephas...).
A Pietro e ai suoi successori è affidata una missione unica nella Chiesa. Presentandola sotto l’immagine d’un edificio o d’una costruzione è logico parlare di fondamento. La costruzione si edifica partendo dalle fondamenta che, una volta gettate, devono restare al loro posto perché l’edificio non crolli. Naturalmente stiamo parlando del fondamento visibile: quello invisibile non può essere altro che Cristo, come afferma chiaramente l’apostolo Paolo (1Cor 3,10-12). Il fondamento invisibile, Cristo risuscitato, e quello visibile, la cattedra di Pietro, sono la migliore e l’unica garanzia dell’indefettibilità della Chiesa attraverso i tempi e in mezzo al mare in tempesta.
Il potere speciale di Pietro è espresso con due metafore: quella delle chiavi, che simboleggia l’autorità sulla casa e quella di legare e sciogliere che simboleggia il proibito e il permesso.
Quanto all’autenticità di queste parole, oggi praticamente l’ammettono tutti. Un interrogativo che, ad altro livello, si potrebbe aprire è se l’evangelista Matteo riproduce esattamente quello che avvenne in quel momento storico della confessione di Pietro oppure il testo suppone un arricchimento e un approfondimento del mistero di Gesù e della Chiesa alla luce della risurrezione e delle prime esperienze del cristianesimo nascente. Matteo, infatti, è l’unico che parla con questa chiarezza e questa profondità. La confessione di Pietro, nel racconto di Marco, non va oltre il riconoscimento del Messia in Gesù (Mc 8,29), cosa molto diversa dal confessarlo Figlio di Dio. Egli tace circa la promessa fatta a Pietro, come fa anche Luca (9,20). Il quarto vangelo riferisce una confessione fatta da Pietro, ma in circostanza diversa (Gv 6,67-69); ma sappiamo che Giovanni cammina per vie del tutto diverse, come è sua abitudine.

Tra i Dodici soltanto a Pietro venne assegnato un posto preminente: «Nel collegio dei Dodici Simon Pietro occupa il primo posto. Gesù a lui ha affidato una missione unica. Grazie ad una rivelazione concessagli dal Padre, Pietro aveva confessato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” [Mt 16,16]. Nostro Signore allora gli aveva detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” [Mt 16,18]. Cristo, “Pietra viva”, assicura alla sua Chiesa fondata su Pietro la vittoria sulle potenze di morte. Pietro, a causa della fede da lui confessata, resterà la roccia incrollabile della Chiesa. Avrà la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli» (CCC 552). E a tanto Gesù aggiunge l’autorità di governare la casa di Dio, che è la Chiesa e l’incarico “di legare e di sciogliere”, un mandato che «risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito al suo capo» (LG 22). Tale incarico indica «l’autorità di assolvere dai peccati, di pronunciare giudizi in materia di dottrina, e prendere decisioni disciplinari nella Chiesa. Gesù ha conferito tale autorità alla Chiesa attraverso il ministero degli Apostoli e particolarmente di Pietro, il solo cui ha esplicitamente affidato le chiavi del Regno» (CCC 553). Ora, questo «ufficio pastorale di Pietro e degli altri Apostoli costituisce uno dei fondamenti della Chiesa ed è continuato dai Vescovi sotto il primato del Papa» (CCC 881). Ubi Petrus, ibi Ecclesia, ibi Deus, in tempi così burrascosi tale verità è l’unica ancora di salvezza: noi vogliamo stare con Pietro, perché con lui c’è la Chiesa, con lui c’è Dio.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

O Dio, che nella festa dell’apostolo Pietro
ci hai nutriti del corpo e del sangue di Cristo,
fa’ che la partecipazione ai doni della salvezza
sia per noi sacramento di unità e di pace.
Per Cristo nostro Signore.