16 Febbraio 2020

VI Domenica T. O.

Sir 15,16-21; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37

Colletta: Dio, che riveli la pienezza della legge nella giustizia nuova fondata sull’amore, fa’ che il popolo cristiano, radunato per offrirti il sacrificio perfetto, sia coerente con le esigenze del Vangelo, e diventi per ogni uomo segno di riconciliazione e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

I Lettura: Il brano sapienziale alla luce di Sir 15,14, Da principio Dio creò l’uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere, è una solenne affermazione della libertà umana. È la libertà dell’uomo che spiega il peccato e non è Dio a indurre al peccato: «Non dire: “Egli mi ha tratto in errore”, perché non ha bisogno di un peccatore» (Sir 15,12; Cf. Rom 5,12; Gc 1,13). L’uomo può scegliere il fuoco o l’acqua, la via o la morte, ma alla fine dei suoi giorni raccoglierà quello che avrà seminato (Cf. Gal 6,7): Egli ti posto ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Osservare i comandamenti è scegliere la vita (Cf. Sal 32,13-19; 3,13ss), opporvisi è una scelta di morte (Cf. Rom 2,6-11). Per l’autore del libro del Siracide la morte è inerente alla natura umana (Cf. Sir 14,17), ma diventa castigo per chi si oppone a Dio.

Salmo Responsoriale: Il salmista ricorda con gioia il dono della Legge e proclama beato chi la osserva fedelmente. Nella preghiera chiede di conoscerla, amarla e custodirla “sino alla fine”. Ma non basta la conoscenza, occorre anche l’“intelligenza” ovvero la capacità di “penetrarla sapientemente”, e questo perché la possa custodire e osservarla con tutto il cuore. Il salmo 118 è un elogio della Legge divina “in quanto ombra delle cose future (cfr. Col 2,17). Per questo il salmista chiede più volte che il velo sia tolto. Vuole contemplare le meraviglie della legge: non il sabato carnale, ma il riposo eterno; non l’agnello degli ebrei ma l’Agnello rivelato da Giovanni; non il sacrificio d’Aronne ma quello del Cristo. Il profeta vede e parla già delle rivelazioni del Nuovo Testamento che noi ora conosciamo. Alla fine del salmo, ha fretta d’essere preso sulle spalle del buon pastore. Vuole insegnare a noi, come a dei bambini, gli elementi basilari della dottrina di vita per giungere alla conoscenza di Dio” (Ilario di Poitiers).

II Lettura: Si può parlare della sapienza divina solo tra i cristiani perfetti, cioè maturi, ben saldi nella fede. È un rimprovero, non tanto velato, che Paolo muove ai Cristiani di Corinto: sono proprio le divisioni provocate dalla loro immaturità e dalla loro sapienza carnale che impediscono loro di comprendere la sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta, ma oggi rivelata ai credenti in Cristo mediante lo Spirito. Dividersi è precipitare nella insipienza umana: è in pratica ottundersi nella mente e impedire alla propria intelligenza di conoscere il mistero di Dio rivelatosi in Gesù crocifisso, che ha lo scopo di condurre a Cristo e di rendere Cristo speranza della gloria per tutti: «... ai suoi santi...  Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo» (Col 1,26-27). Dividersi è associarsi con coloro che hanno crocifisso Gesù il Signore della gloria.

Vangelo: Nelle parole di Gesù si possono scorgere due affermazioni in apparenza contrastanti; da una parte, la pretesa di essere in continuità con la legge antica, dall’altra, un atteggiamento di rottura. La soluzione di questo contrasto la troviamo nelle parole di Gesù: non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. Se si vuole cogliere in pienezza l’insegnamento di questa pagina evangelica si deve fare riferimento a questa indicazione: Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Il cristiano non si aggrappa alla Legge per eludere il giudizio di Dio, è giustificato dalla fede e non dalla Legge, e la sua giustizia riposa nella perfetta accoglienza della volontà di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo 5, 20-22a.27-28.33-34a.37 [forma breve]: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti - In verità io vi dico (= Amen): la parola ebraica che significava in origine stabilità in seguito venne a significare la verità e la fedeltà. Qui sottolinea semplicemente in verità, mettendo in questo modo in evidenza l’autorità e la signoria di Gesù.
Se la vostra giustizia... è un aperto rimprovero ai farisei che avevano deformato lo spirito della Legge, riducendo il loro impegno religioso a una formale interpretazione della Legge di Dio. La giustizia dei farisei era quindi il frutto di una ipocrita osservanza esteriore della Legge, deprecata dagli uomini e rigettata da Dio (Cf. Lc 18,9-14). Invece, il vero giusto per la sacra Scrittura è colui che si sforza sinceramente di adempiere la volontà di Dio (Cf. Mt 1,19), che si manifesta sopra tutto nei Comandamenti. Per avvicinarci al nostro linguaggio cristiano, giustizia è sinonimo di santità (Cf. 1Gv 2,29; 3,7-10; Ap 22,11).
Ma io vi dico... un’espressione che mette in risalto l’autorità di Gesù: poiché la sua potestà è divina, Egli è superiore a Mosè e ai Profeti. Una prerogativa rigettata dai farisei, ma accolta dalla folla che seguiva il Maestro di Nazaret: «Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi» (Mc 1,22; Cf. Mt 7,28).
Stupido... Epiteto ingiurioso cui si accompagnava a un gran disprezzo, che spesso veniva espresso non solo con le parole, ma sputando a terra. Pazzo, ancora più offensivo perché a volte voleva sottintendere un’aperta ribellione alla volontà di Dio.
Non commetterai adulterio... alla formalità giuridica, Gesù oppone una pulizia interiore con la quale si rende luminoso lo sguardo, puro il cuore e fermamente decisi a non peccare: Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. La Legge proibiva non soltanto l’adulterio (Es 20,14; Dt 5,18) ma anche il desiderio di possedere la moglie del prossimo. Tuttavia nessuno aveva pensato dal mettere sullo stesso piano la duplice proibizione. Gesù invece arriva a considerare il desiderio un vero adulterio consumato nel cuore (Es 20,17; Dt 5,21). In questo modo, si «insiste, oltre che sull’espressione esterna della bramosia libidinosa, sull’aspetto morale dell’adulterio. Anche quando la brama non si esprime attraverso l’occhio, è ugualmente disordinata. Per il semita lo sguardo è un’azione che procede da una decisione di volontà; esso tradisce il grado di disordine a cui l’uomo è arrivato» (Ortensio da Spinetoli). Anche il matrimonio va vissuto in questa cornice di purezza e, sopra tutto, di stima reciproca: alla facilità del divorzio si oppone la seria legge dell’amore.
La clausola eccetto il caso di unione illegittima, quasi «sicuramente fa riferimento a certe unioni ammesse come matrimonio presso alcuni popoli pagani, ma proibite, perché incestuose, nella Legge mosaica [Cf. Lv 18] e nella tradizione rabbinica. Si tratta, dunque di unioni nulle fin dall’origine per qualche impedimento. Quando le persone in situazioni siffatte si convertivano alla vera fede, la loro unione non veniva sciolta, ma si dichiarava che esse non erano state mai congiunte in vero matrimonio. Pertanto questa clausola non contraddice all’indissolubilità del matrimonio, ma la riafferma» (La Bibbia di Navarra).
È da notare che Gesù supera la mentalità dei suoi tempi per la quale solo l’infrazione della donna era considerata adulterio e punita con pene severissime, ora nella Nuova Legge l’uomo e la donna sono sullo stesso piano, hanno gli stessi diritti e doveri ed hanno le stesse responsabilità morali.
L’ultimo insegnamento, Non giurerai il falso... il vostro parlare..., riguarda l’integrità interiore dell’uomo, questa viene violata e divisa quando l’uomo si abbandona allo spergiuro e alla menzogna: l’uomo diventa doppio. Una divisione che mette a repentaglio le relazioni sociali e umane, le quali devono essere sempre approntate da mutua fiducia, onestà e sincerità. Il giuramento, in alcuni casi, era lecito per i Giudei: «Se giurerai per la vita del Signore, con verità, rettitudine e giustizia, allora le nazioni si diranno benedette in te e in te si glorieranno» (Ger 4,2). Gesù non condanna il giuramento in sé, ma la pessima e volgare abitudine di velare la propria disonestà ricorrendo al giuramento. Dio non può essere chiamato in causa come testimone per simili volgari obiettivi.

Non sono venuto ad abolire…  - In che senso Gesù dà pieno compimento alla Legge e ai Profeti? Al di là delle tante risposte, si può rispondere facendo ricorso al comandamento dell’amore dal quale tutti gli altri comandamenti traggono il loro significato e la loro forza: «Allora i farisei, avendo udito che egli [Gesù] aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”. Gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”» (Mt 22,34-40).
Se non si fa ricorso a questa soluzione si corre il rischio di scivolare in una casistica nella quale il credente si troverebbe a vivere una fede asfittica, lontana dalle vere esigenze evangeliche. Solo l’amore permette al discepolo di Gesù che la sua giustizia superi quella degli scribi e dei farisei: unica condizione per entrare nel regno dei cieli.

Gesù perfeziona la Legge - Catechismo degli Adulti n. 155: La posizione di Gesù è molto originale e non può essere affatto qualificata come permissivismo; anzi, per certi aspetti, è assai più esigente di qualsiasi altra: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento» (Mt 5,17). Per accogliere il regno di Dio occorre una giustizia superiore a quella degli scribi e dei farisei. Ben sei volte nel discorso della montagna ritorna la formula «Ma io vi dico», per radicalizzare le prescrizioni della legge antica d’Israele e rivelare le esigenze di perfezione contenute nella volontà di Dio: «Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere... Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio» (Mt 5,2122); «Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5,27); «Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio» (Mt 5,31-32); [...]. Gesù condanna non solo l’omicidio e l’adulterio, ma anche l’atteggiamento interiore che sta alla loro radice; dichiara che il divorzio è fuori del progetto di Dio e ristabilisce l’indissolubilità del matrimonio; comanda la limpida veracità nel parlare e l’amore attivo verso i nemici, cercando di vincere il male con il bene. Tanto esigente, forte e autorevole è il suo insegnamento, da lasciare la gente sbalordita. Però, chi accoglie nella fede la paternità di Dio, rivelata da Gesù, non si trova davanti un ideale irrealizzabile, ma il dono di una nuova grandiosa possibilità: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48).

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Solo l’amore permette al discepolo di Gesù che la sua giustizia superi quella degli scribi e dei farisei: unica condizione per entrare nel regno dei cieli.
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico,
fa’ che ricerchiamo sempre quei beni
che ci danno la vera vita.
Per Cristo nostro Signore.