13 Gennaio 2020

Lunedì - Prima Settimana del Tempo Ordinario
1Sam 1,1-8; Sal 115 (116); Mc 1,14-20

Colletta: Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Dopo che Giovanni fu arrestato … il testo originale dice che “fu consegnato” (“Dopo poi essere stato consegnato”) servendosi dello stesso termine che userà per Gesù: è la parola chiave per indicare la passione. In questo modo, Marco suggerisce ai suoi lettori che un medesimo destino accomuna Giovanni il Battista e Gesù: un destino di incomprensione, di persecuzione e di morte violenta. A seguire l’annuncio: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Paolo farà eco a questo annuncio: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4.5). 
In Gesù si sono compiute le promesse di Dio fatte al suo popolo per mezzo dei profeti. Parlare “di compimento suppone che una continuità colleghi le tappe del disegno di Dio [1Re 8,24; Sap 8,8: At 1,7+; ecc.] e che gli uomini ne abbiano conoscenza. Con l’inaugurazione dell’ultima di queste tappe [Rm 3,26+, Eb 1,2+; ecc.], i tempi sono «compiuti» [Gal 4,4+; cf. 1Cor 10,11]: non solo le Scritture [Mt 1,22+] e la legge [Mt 5,17+], ma tutta l’economia dell’antica alleanza è portata da Dio alla pienezza [Mt 9,17; 26,28+; Rm 10,4: 2Cor 3,14-15: Eb 10,1.14; ecc.]. Al termine di quest’ultimo periodo della storia [1Cor 10,11; 1Tm 4,1; 1Pt 1,5; 1Pt 1,20; 1Gv 2,18], che è la «fine dei tempi» [Eb 9,26], sopraggiungerà un’altra fine, quella «del tempo» [Mt 13,40, Mt 13,49, Mt 24,3, Mt 28,20], cioè il «giorno» [1Cor 1,8+; cf. Am 5,18+] della venuta del Cristo [1Cor 15,23+], della sua rivelazione [1Cor 1,7+] e del giudizio [Rm 2,6+; cf. Sal 9,5+]” (Bibbia di Gerusalemme).
Da qui bisogna convertirsi e credere nel Vangelo, che sostanzialmente significa abbandonare la vita pagana e accogliere con gioia e profonda determinazione la “buona notizia”. Gesù “esorta gli ascoltatori a prepararsi spiritualmente ad accogliere il regno con un’intima conversione cioè con l’abbandono delle concezioni terrene e nazionali del messianismo e con l’accettazione delle verità che egli promulgava (credete al vangelo)” (Benedetto Prete, I Quattro Vangeli). La salvezza apre all’uomo nuovi scenari di gioia che sboccheranno nella contemplazione del volto di Dio: vedremo Dio faccia a faccia (1Cor 13,12).
Il Vangelo si conclude con la chiamata dei primi quattro discepoli, e marcatamente è messa in evidenza la prontezza con la quale Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni rispondono alla “chiamata di Gesù:  e subito lasciarono le reti e lo seguirono … Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro di lui. In nuce sono evidenziati gli elementi fondanti della vocazione: l’iniziativa di Gesù, è Gesù che chiama chi vuole e come vuole, e la prontezza della risposta che è sostanzialmente profonda e sincera comunione di vita con Colui che chiama.

Dal Vangelo secondo Marco 1,14-20: Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Convertitevi e credete al Vangelo - L’inizio del ministero pubblico di Gesù in Galilea sta ad indicare che i tempi sono compiuti (Cf. Gal 4,4) e questo significa che non solo “le Scritture e la legge, ma tutta l’economia dell’antica alleanza è portata da Dio alla pienezza” (bibbia di Gerusalemme).
L’annuncio di Gesù, pur essendo in sintonia con la predicazione dei profeti e di Giovanni Battista, porta con sé una novità, e sta nel fatto che ora, nella Persona di Gesù, il regno di Dio è vicino, o meglio «è già presente», e questo consente all’uomo di buona volontà di stabilire una nuova relazione con Dio: la Buona Novella che Gesù predica non è più rivolta a un popolo, ma al cuore di ogni uomo colto nella situazione concreta della sua vita. Un invito perché egli si apra spontaneamente alla signoria di Dio.
Infine, la chiamata dei primi quattro Apostoli. Se il Vangelo di Marco ha avuto la sua gestazione nella comunità congregatasi dopo la risurrezione del Cristo, allora le scene di vocazioni nel racconto marciano trasudano di riflessione teologica; perciò ogni parola e ogni gesto hanno un peso specifico per spiegare la grazia della sequela. Innanzi tutto, l’accento va posto sulla prontezza della risposta umana: «subito lasciate le reti... lasciarono il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni, lo seguirono». Questa prontezza diventa così il paradigma di ogni vocazione.
Nei primi quattro chiamati vi è in seme la Chiesa che avrà la gioia e l’onere di continuare a ripetere al mondo l’annuncio del Cristo: «Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo».
La missione dei vocati, che si esplica nel pescare gli uomini, non è in riferimento alla loro professione, ma con il fatto che il popolo credeva che il mare, essendo la quintessenza della potenza caotica e demoniaca, fosse il sito di residenza dei demoni e delle potenze caotiche; per cui nella indicazione vi è tutto il ministero degli Apostoli, quello di trarre fuori dal peccato e dalla morte tutti gli uomini. In questa chiamata si realizza un’altra promessa di Dio preconizzata dal profeta Geremia: «E io [il Signore,] ricondurrò [gli Israeliti] nella loro terra che avevo concesso ai loro padri. Ecco, io invierò numerosi pescatori a pescarli» (Ger 16,14-18).
Apostolato e sequela sono inscindibili: si è sempre chiamati per una missione. Diventare «pescatori d’uomini, anche alla luce di Ger 16,14-18, vuol dire proclamare a tutti la convocazione finale per la salvezza. La chiamata è sempre orientata, in forme diverse, alla costruzione di comunità» (P. Luigi Di Pinto, s.j.).

La buona novella - D. Mollat: Il messaggero di buona novella. - Sia nella risposta agli inviati del Battista (Mt 11, 14 s par.) che nella scena della sinagoga di Nazaret (Lc 4, 16-21), Gesù applica a se stesso il testo di Is 61,1s: «Unto da Dio con lo Spirito Santo e con potere» (Atti 10, 38; Mt 3,16 s), egli viene ad «evangelizzare i poveri». «I tempi sono compiuti. Il regno di Dio è vicino» (Mc 1,15), questo è l’elemento essenziale del messaggio. Ma questa volta la persona stessa del messaggero diventa il centro della buona novella. Il vangelo è Gesù (cfr. Mc 1,1). Gli angeli hanno annunciato la sua nascita come un vangelo (Lc 2,10s). Con lui è presente il regno di Dio (Mt 12,28). Colui che abbandona tutto a motivo di Gesù ed «a motivo del vangelo» riceve «fin d’ora il centuplo» (Mc 10,30). Si vedono quindi le folle stringersi attorno al messaggero di buona novella, e sforzarsi di trattenerlo. Ma il vangelo deve diffondersi: «Io devo annunciare la buona novella del regno di Dio anche alle altre città, perché sono stato mandato a tal fine» (Lc 4,43).
La risposta al vangelo sarà penitenza e fede (Mc 1,15). Dio offre una grazia di perdono (Mc 2,10 par.; 2,17 par.), di rinnovamento (Mc 2,21s). Si aspetta che l’uomo, confessando e rinnegando il proprio peccato, metta in gioco la vita per il vangelo: «Chi vuol salvare la sua vita, la perderà; ma colui che perde la vita per causa mia e del vangelo, la salverà» (Mc 8,35). I clienti nati del vangelo sono i «poveri in spirito» (Mt 5,3 par.; Mc 10,17-23 par.), i «piccoli» (Mt 11,28; Lc 9,48; 10,21), anche i peccatori (Lc 15,1s; 18,9-14; Mt 21,31), persino i pagani (Mt 8,10s; 15,21-28 par.). Il sentimento della propria indigenza li predispone ad ascoltarlo ed a percepire la compassione divina da cui procede (Mt 9,36; 14,14 par.; Lc 7,47-50; 19,1-10).

Passando lungo il mare di Galilea… - Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): Tra l’inizio della predicazione di Gesù (Mc., 1,14-15) e la chiamata dei primi discepoli (Mc., 1,16-20) occorre inserire alcuni avvenimenti che Marco non ha creduto opportuno ricordare, perché desiderava affrettarsi a narrare la prima manifestazione pubblica di Cristo a Cafarnao (Mc., 1,21-28).
Il Maestro nel frattempo si era recato a Nazareth, dove aveva parlato nella sinagoga (cf. Lc., 4,16-22; Mt., 4,13), e di là era disceso a Cafarnao, dove desiderava stabilire il centro del suo ministero pubblico. Giovanni (1,35-2,25) offre altri particolari storici che precedettero la chiamata definitiva dei discepoli. Secondo i dati del IV vangelo, Simone (Pietro), Andrea e Giovanni, dopo esser passati dal seguito del Precursore a quello di Gesù, accompagnarono il Maestro a Cana e a Gerusalemme. Rientrati in Galilea essi ripresero il loro mestiere di pescatori. In un giorno in cui essi erano intenti al loro lavoro, sentirono la chiamata di Cristo che li invitava ad abbandonare definitivamente tutto per seguirlo come apostoli (cf. Mc., 1,18,20). Gettavano le reti in mare: il testo ha il solo verbo senza il complemento oggetto (ἀμφιβάλλοντας); il termine tecnico indica il modo della pesca: quegli uomini di mare gettavano la rete nel lago descrivendo nell’acqua un cerchio che stringevano sempre più per catturare i pesci, come avviene presso di noi quando i pescatori gettano in mare la sciabica.
Io vi farò pescatori di uomini; il mestiere esercitato da quegli uomini suggerisce a Gesù l’espressione metaforica con la quale egli designa la futura missione dei nuovi chiamati; gli uomini saranno conquistati al regno con la predicazione e l’attività di altre persone, uomini come loro, che hanno ricevuto un particolare mandato da Dio. La chiamata di Pietro è presentata da Luca in un altro contesto letterario (cf. Lc., 5,1-11), cioè dopo una pesca miracolosa.

I primi quattro discepoli - Bibbia per la formazione cristiana (EDB): All’improvviso e senza preamboli, Marco racconta come Gesù chiama i suoi primi quattro discepoli. È un inizio sorprendente, che tuttavia ha la sua importanza. Il racconto fa vedere infatti come deve manifestarsi la conversione di cui si parlava al v. 15: con la creazione di una «comunità cristiana». Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono strappati all’egoismo individualistico e chiamati a un’esistenza di dedizione radicale.
Lungo tutto il Vangelo vedremo Gesù «con i suoi discepoli».
Li chiama, li difende dai suoi avversari, sceglie quelli che vuole per mandarli a continuare l’opera della salvezza. Si ritira con loro in un luogo solitario. Dedica parecchio tempo a istruirli con pazienza; in alcune occasioni corregge con fermezza le loro idee troppo ristrette.
I discepoli a loro volta lo seguono, lo accompagnano lungo le strade e attraverso i villaggi, lo aiutano a proclamare il vangelo, gli raccontano quello che hanno fatto e insegnato. E affermano la propria fede in Gesù, pur essendo sconcertati dall’annuncio della sua prossima fine.
Unicamente durante la passione Gesù rimarrà solo: «Tutti, abbandonandolo, fuggirono». Questa immagine drammatica è vivamente in contrasto con l’unione dei discepoli col Maestro che Marco si era preoccupato di sottolineare fin dall’inizio.
Stare con Gesù, partecipare alla sua missione e seguirlo sulla strada che porta a Gerusalemme sono atteggiamenti che definiscono il discepolo del Cristo. Giovanni completerà il quadro ricordando la necessità di «rimanere nell’amore di Gesù». Questo brano, come quello ancora più breve della chiamata di Levi, sottolinea con chiarezza i due elementi della vocazione: l’iniziativa di Dio e la risposta pronta e generosa dell’uomo.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini” (Vangelo).
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Dio onnipotente, che ci hai nutriti alla tua mensa,
donaci di esprimere in un fedele servizio
la forza rinnovatrice di questi santi misteri.
Per Cristo nostro Signore.