12 Gennaio 2020

BATTESIMO DEL SIGNORE

Is 42,1-4.6-7; Sal 28 (29); At 10,34-38; Mt 3,13-17

La Bibbia e i Padri della Chiesa [I Padri vivi]: La liturgia romana commemorava il Battesimo di Cristo nel Giordano l’ottavo giorno dopo l’Epifania del Signore, una festività apparsa in Occidente nel secolo VIII. Questo avvenne sotto l’influenza della liturgia bizantina per la quale, similmente alle altre liturgie orientali, il ricordo del mistero del Battesimo aveva una particolare importanza. La festa a sé stante del Battesimo del Signore fu costituita solamente nell’anno 1955 e veniva celebrata il 13 gennaio. Nel nuovo calendario liturgico, la festa è stata trasferita alla domenica dopo l’Epifania.
Cristo riceve il Battesimo nelle acque del Giordano dalle mani di Giovanni il Battista. La voce del Padre e la presenza dello Spirito Santo proclamano Gesù Figlio prediletto di Dio e, nello stesso tempo, Servo mandato per annunziare ai poveri la buona novella della salvezza. Lui non alzerà la voce, ma annunzierà a tutti la salvezza, non spezzerà la canna incrinata, ma libererà quelli che rimangono nella schiavitù delle tenebre. Cristo non ha alcun peccato, ma non si separa dall’umanità che vive nel peccato: l’umanità corrotta insieme con lui entra nelle acque del Giordano che preannunziano l’acqua che ci purificherà da ogni sporcizia, ci farà vivere la vita nuova, ci introdurrà nel mistero della morte e della risurrezione del nostro Salvatore.
Il mistero che oggi viene celebrato dalla Chiesa richiama alla memoria il nostro Battesimo per mezzo del quale siamo stati purificati e siamo spiritualmente rinati, divenendo figli di Dio. In questo giorno di festa, eleviamo suppliche affinché viviamo come figli di Dio, cresciamo nell’amore e ci trasformiamo spiritualmente ad immagine di Cristo.

Colletta: O Padre, il tuo unico Figlio si è manifestato nella nostra carne mortale, concedi a noi, che lo abbiamo conosciuto come vero uomo, di essere interiormente rinnovati a sua immagine. Egli è Dio e vive e regna con te... 

 I Prima lettura: Il profeta Isaia illustra magistralmente l’azione apostolica del servo del Signore. Animato dallo Spirito di Dio porterà il diritto alle nazioni; sarà mite e umile di cuore (cfr. Mt 11,29) e adempirà la sua missione con fortezza, senza abbattersi, malgrado le opposizioni e le persecuzioni. Egli stesso sarà alleanza e luce, aprirà gli occhi ai ciechi (cfr. Gv 9) e farà uscire dal carcere i prigionieri (cfr. Lc 4,18.21). Non è difficile intuire che questo oracolo si è realizzato pienamente in Gesù di Nazareth.

Salmo: San Basilio: “La voce del Signore si è fatta udire al Giordano: Questi è il mio Figlio diletto (Mt 17,5) e ancora quando ha detto: Andate e battezzate tutte le genti (cfr. Mt 28,19), per l’adozione a figli”.

Seconda lettura: Pietro, con grande gioia, annuncia a Cornelio l’universalità della salvezza. Dio non fa preferenze di persone: ora, per sempre, la morte di Gesù ha spalancato per tutti gli uomini, a qualunque nazione appartengano, le porte del regno di Dio. Gesù, consacrato dal Padre in Spirito Santo e potenza, è il vero benefattore dell’uomo in quanto è colui che libera l’uomo dalla morte e dal potere del diavolo. Giudice e salvatore, Gesù è colui che porta al mondo la pace e il perdono.

Vangelo: L’episodio del battesimo di Gesù si compone di due scene distinte: quella del battesimo in cui il Cristo «si associa a quanti hanno accolto l’appello del Battista alla penitenza ed esprimono la loro disponibilità per l’era messianica, e quella della proclamazione celeste, che costituisce l’investitura pubblica ed ufficiale» (Angelo Lancillotti). Gesù, sebbene senza peccato (cfr. Gv 8,46), si sottomette al battesimo di Giovanni in cui riconosce una pratica voluta da Dio in preparazione alla venuta del Messia; intende soddisfare, così, la «giustizia» salvifica di Dio che presiede al piano della salvezza. Volle sottoporsi al battesimo di Giovanni anche «per insegnarci a obbedire a tutti i precetti divini [in precedenza si era sottoposto, per esempio, alla circoncisione, alla presentazione al tempio e al riscatto in quanto primogenito]. I piani divini disponevano che Gesù si annichilisse fino a sottomettersi all’autorità di altri uomini» (Bibbia di Navarra).

Dal Vangelo secondo Matteo 3,13-17: In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.  Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui - S. C.  (Temi di Predicazione - Omelie 6 -2016):  Difficoltà - Anche a noi fa impressione che Gesù venga a «farsi battezzare» da Giovanni (v. 13). Con questo gesto, infatti, Gesù si colloca in mezzo ai peccatori e si fa uno di loro. Di qui la reazione del Battista che tenta di schermirsi (v. 14). Ma Gesù replica dicendo che «per ora» bisogna «che adempiamo ogni giustizia» (v. 15), cioè quello che è giusto e piace a Dio, la sua volontà salvifica. Nella reazione di Giovanni, che ci è descritta dal solo Matteo, si esprime la istintiva reazione di fede dei primi cristiani, che avevano difficoltà ad accettare un Salvatore che confessava pubblicamente di stare dalla parte dei peccatori. Proprio l’istintiva difficoltà ad accettare un gesto del genere dimostra la sicura storicità del fatto.
Significato Teologico - Il primo aspetto è quello a cui è già stato fatto riferimento: con il Battesimo Gesù si confessa appartenente alla stirpe dei peccatori, di cui assume quasi la universale rappresentanza davanti a Dio. Questo è detto nel quarto Vangelo quando il Battista proclama solennemente di lui: «Ecco l’Agnello di Dio... colui che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). L’ultima espressione può anche tradursi: «che prende su di sé il peccato del mondo». Il Battesimo di Gesù, che inaugura la sua vita pubblica, dice perciò il senso che intende dare a tutta la sua attività futura: mettendosi dalla parte dei peccatori, per i quali è venuto: per liberarli dalla schiavitù di Satana di cui subito dopo si descriverà la triplice tentazione (4,1-11).
Questa lotta però culminerà nella immolazione della Croce. È il secondo aspetto del significato teologico del Battesimo. Con questo gesto di umiliazione, che Gesù compie perché tale è la volontà del Padre, si inaugura la «Via Crucis» della salvezza. Ecco perché proprio in questa occasione la voce del Padre segnali all’attenzione del mondo il proprio Figlio con le parole iniziali del primo canto del «Servo di YHWH» (v. 1 7, cf Is 42,1). Questa solenne proclamazione avviene nel momento della massima umiliazione del Cristo, cioè quando egli, chiedendo il Battesimo, di fatto si riconosce dalla parte dei peccatori!
Il terzo aspetto del significato teologico del Battesimo di Gesù si può riconoscere nella discesa dello Spirito Santo, mentre i cieli si aprono. Lo Spirito Santo sta a significare l’accaparramento di Gesù da parte della potenza divina e la sua consacrazione radicale all’opera della salvezza: in tutto il suo agire egli sarà posseduto e guidato dalla forza dello Spirito. Non è facile a spiegarsi il simbolo della colomba: forse ci si riferisce a Gen 1,2, in cui si dice che lo «Spirito di Dio» aleggiava sul caos primitivo come principio di vita e di ordine.

Il battesimo di Gesù - Il gesto di Gesù che riceve il battesimo da Giovanni esprime il sentimento di solidarietà che Egli prova verso gli uomini. In questo modo, si inserisce dentro la loro storia, non prendendo le distanze dalla loro debolezza ma solidarizzando con essa: «Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato» (Eb 4,15).
Gesù svela i veri sentimenti del suo Cuore divino vivendo in compagnia di una umanità sfinita, bisognosa di purificazione. Manifesta il vero volto del Padre assumendo la fragilità dell’uomo e solidarizzando con i più deboli, con i peccatori e prendendo sulle spalle i carichi più pesanti del genere umano. Immergendosi nelle acque del Giordano, Gesù rivela che la strada che Dio preferisce per raggiungere l’uomo è l’umiltà. Se Gesù, a volte, ha manifestato la sua piena divinità operando miracoli o prodigi, si deve ammettere che questa non è la strada preferita dal Cristo: «Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: “Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!”. Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo» (Gv 6,14-15). È la compassione, e non la potenza, che è a fondamento della sua divinità e alla fine la rivela: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,12-13).
La bontà e la misericordia di Gesù, la sua beata incarnazione e la sua offerta totale svelano allo stesso tempo l’amore di Dio, il suo dolce volto e il suo cuore misericordioso di Padre amabile: «In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Gv 4,9-10).
Il mescolarsi di Gesù, nelle acque del Giordano, con gli ultimi rivela che Dio si schiera con i poveri di questo mondo, che Dio ha fatto una scelta e l’ha fatta per sempre.
A tale annichilimento «risponde la voce del Padre che nel Figlio suo si compiace [Cf. Lc 3,22; Is 42,1]. Lo Spirito, che Gesù possiede in pienezza fin dal suo concepimento, si posa e rimane su di lui [Cf. Gv 1,32-33; Is 11,2]. Egli ne sarà la sorgente per tutta l’umanità. Al suo battesimo, “si aprirono i cieli” [Mt 3,16] che il peccato di Adamo aveva chiuso; e le acque sono santificate dalla discesa di Gesù e dello Spirito, preludio della nuova creazione» (CCC 536). Il battesimo del cristiano si inserisce in questo profondo solco di umiliazione e di morte: il discepolo «deve entrare in questo mistero di umile abbassamento e pentimento, discendere nell’acqua con Gesù, per risalire con lui, rinascere dall’acqua e dallo Spirito per diventare, nel Figlio, figlio amato dal Padre e “camminare in una vita nuova” [Rom 6,4]» (CCC 537).
Sulle rive del Giordano inizia il cammino dell’umanità verso la salvezza, che non è frutto della santità o dei meriti dell’uomo, ma della misericordia e dell’amore di Dio.

Reconciliatio Et Paenitentia 27: Il battesimo è, certo, un lavacro salvifico, che - come dice san Pietro - vale «non (come) rimozione di sporcizia del corpo, ma (come) invocazione di salvezza, rivolta a Dio da parte di una buona coscienza» (1Pt 3,21). E’ morte, sepoltura e risurrezione con Cristo morto, sepolto e risorto. E’ dono dello Spirito Santo per il tramite di Cristo. Ma questo costitutivo essenziale e originale del battesimo cristiano, lungi dall’eliminare, arricchisce l’elemento penitenziale già presente nel battesimo, che Gesù stesso ricevette da Giovanni «per adempiere ogni giustizia»: un fatto, cioè, di conversione e di reintegrazione nel giusto ordine di rapporti con Dio, di riconciliazione con Dio, con la cancellazione della macchia originale e il conseguente inserimento nella grande famiglia dei riconciliati.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento” (Vangelo).
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Dio misericordioso, che ci hai nutriti alla tua mensa,
concedi a noi tuoi fedeli
di ascoltare come discepoli il tuo Cristo,
per chiamarci ed essere realmente tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.