8 DICEMBRE 2019

IMMACOLATA CONCEZIONE
DELLA BEATA VERGINE MARIA – SOLENNITÀ
  
 Gen 3,9-15.20; Sal 97 (98);  Ef 1,3-6.11-12;  Lc 1,26-38  

Immacolata Concezione - Stefano De Flores: L’espressione, riferita alla Beata Vergine Maria, indica la condizione spirituale di Maria, che fu esente dal peccato originale nel suo venire al mondo. Maria è sempre stata sotto il sigillo di Dio (il termine “concezione”, nel linguaggio biblico, indica la totalità dell’esistenza); non è mai stata sotto il sigillo del peccato originale, è stata preservata da ogni macchia di peccato.
La dottrina dell’Immacolata Concezione di Maria è frutto di un millenario processo di maturazione nella Chiesa cattolica. Il popolo cristiano, fin dai primi secoli, esprime la sua fede intorno a Maria, considerandola “la nuova Eva” (s. Ireneo). Nel concilio di Efeso, nell’anno 431, Maria è dichiarata “Madre di Dio”.
Sant’Agostino sosteneva che la madre del Signore “va riconosciuta senza peccato dal nostro senso religioso” (Agostino d’Ippona, La natura e la grazia). I teologi armonizzarono l’Immacolata Concezione con Cristo salvatore di tutti, elaborando il concetto di redenzione preservativa. Spetta a Duns Scoto l’argomento del perfettissimo mediatore, secondo cui Gesù esercita per Maria il massimo grado di mediazione, non attendendo di liberarla dal peccato originale, ma impedendo che lo contragga. Il magistero della Chiesa, dopo aver approvato nel sec. XV la liturgia in onore dell’Immacolata Concezione, definì nel secolo XIX l’Immacolata Concezione come Verità di fede. Pio IX, dopo aver avuto il parere positivo dell’insieme dei vescovi, pronunciò la solenne formula di definizione (Ineffabilis Deus, 8.XII.1854). L’Immacolata Concezione costituisce una difficoltà dal punto di vista ecumenico, soprattutto in rapporto ai fratelli di altre Chiese cristiane, perché sembra porre Maria fuori dal campo della redenzione. In realtà la storia del dogma mostra che l’Immacolata Concezione in tanto si è imposta in quanto è apparsa non un’eccezione, ma un caso di efficacia salvifica di Cristo, unico salvatore.

Colletta: O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LImmacolata Concezione di Maria - La Bibbia e i Padri della Chiesa [I Padri vivi]: LImmacolata Concezione di Maria significa la sua preservazione da qualunque macchia di peccato originale. Questo grande privilegio è stato concesso a Maria in vista dei futuri meriti di Cristo. Lei è il primo essere umano redento da Cristo e nel modo più sublime: grandi cose ha fatto in lei lOnnipotente. Maria, preservata dalla macchia del peccato, appare come la Nuova Eva, che darà al mondo latteso Salvatore e starà a fianco del Nuovo Adamo. Come prima redenta degli uomini, e redenta in modo eccezionale, avrà un ruolo particolare nellopera della salvezza. Maria, libera dal peccato, vive in una totale donazione a Dio, sta in profonda unione con lui. È perciò larchetipo e nello stesso tempo linizio della Chiesa, la Sposa di Cristo. Per i credenti, poi, Maria rimane per sempre il modello della santità.
Lei, benedetta fra le donne, diventerà per il popolo di Dio la protettrice di grazia e l’appoggio nella trasformazione spirituale. È per questo che a Maria Immacolata viene rivolta l’incessante preghiera: che ci ottenga la purezza del cuore, ci soccorra nella lotta contro il peccato, ci aiuti a guarire le ferite inflitteci dal male. Lei, Vergine fedele, ci impetrerà anche la fedeltà a Dio in tutte le situazioni di vita.

Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38: In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
 
Rallègrati, piena di grazia. Il saluto che l’angelo Gabriele rivolge alla vergine Maria esce dall’ambito di un comune saluto: «Rallègrati, piena di grazia». In egual modo, i profeti invitavano la «vergine figlia di Sion» (Is 37,22) a rallegrarsi a motivo della prossima venuta del Signore Dio in mezzo al suo popolo: «Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! [...]. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te» (Sof 3,13; Cf. Is 49,13; Gl 2,21). Un singolare accostamento: Maria è la nuova Figlia di Sion, nel cui seno, come nel Tempio, verrà a dimorare Dio stesso. E ancora, a Maria, l’angelo Gabriele promette l’assistenza di Dio, la sua vicinanza, la sua forza, la sua consolazione: «Il Signore è con te». Tutto il favore di Dio è riversato su di lei, lei è la piena di grazia: Dio l’ha colmata di grazia, ella è «la “graziata”, la “gratificata” per eccellenza. L’appellativo che sta per il nome proprio fa pensare che la “grazia” fa come parte del suo essere, la possiede per sempre, fin dalla nascita» (Ortensio Da Spinetoli).
L’annunzio turba Maria in quanto decisa a rimanere vergine: «Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?». Come fa notare Giovanni Leonardi (L’infanzia di Gesù), la «più comune interpretazione tra gli esegeti cattolici è la seguente. Maria obietterebbe: “Come posso diventare madre dal momento che ho l’intenzione o il proposito di non conoscere uomo?”, cioè qualsiasi uomo, vale a dire di restare vergine. Maria cioè obietterebbe il suo proposito di castità perfetta». Tali esegeti fondano la loro tesi sul presente greco, io non conosco uomo, usato da Maria e che indica azione continua.
L’angelo fuga ogni dubbio e turbamento. Lo Spirito Santo ti coprirà con la sua ombra: Nella concezione di Gesù, tutto deriva dalla potenza dello Spirito Santo.
Maria sarà adombrata dallo Spirito Santo. In Esodo 40,35 il verbo adombrare indica la nube che fa ombra sopra il Tabernacolo e simboleggia la gloria di Dio che riempie la Dimora. Su Maria scenderà lo Spirito Santo e questo non significa che lo Spirito Santo sarà il padre biologico del bambino, ma la nascita di quest’ultimo sarà il risultato di un’azione miracolosa della potenza divina. Al dire di P. Benoit, l’angelo «insinua chiaramente che lo Spirito Santo svolgerà il ruolo di principio creatore e produrrà la vita nel seno di Maria. Ciò che lo Spirito, questo soffio creatore, fa sin dalle origini del mondo, lo farà nel seno di Maria producendo una concezione verginale». Questa azione divina è allo stesso tempo una chiara attestazione della divinità del Bambino: «Colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio».
Ed ecco, Elisabetta..., Maria crede per fede, non per il segno che le viene dato. La sua fede è fondata sulla certezza che Dio è fedele alle sue promesse e che la parola di Dio, in ordine alla salvezza, è «viva ed efficace» (Eb 4,12). Con un atto di obbedienza e di fede da parte di Abramo era iniziata la storia della salvezza (Cf. Gen 12,1ss), ora è arrivata al suo pieno compimento nell’umiltà, nell’obbedienza e nella fede di una Vergine.

La prima credente - A. George: Ben lungi dal far Consistere la grandezza di Maria in lumi eccezionali, gli evangelisti la fan vedere nella sua fede, soggetta alle stesse oscurità, allo stesso cammino di quella del più umile fedele (Lc 1,45).
l. La rivelazione fatta a Maria. - Fin dall’annunciazione Gesù si offre a Maria come oggetto della sua fede, e questa fede è illuminata da messaggi Che hanno radici negli oracoli del Vechio Testamento. Il bambino si chiamerà Gesù, sarà il Figlio dell’Altissimo, il figlio di David, il re di Israele, il Figlio di Dio. Alla presentazione al tempio, Maria sente gli oracoli del servo di Dio applicati al figlio suo: luce delle nazioni e segno di contraddizione. A queste poche parole esplicite bisogna aggiungere, benché i testi non lo dicano, Che Maria deve scoprire nella vita miserevole e silenziosa di suo Figlio la povertà del messia. Quando Gesù parla alla madre, sono parole che hanno il tono reciso degli oracoli profetici; Maria deve riconoscervi l’indipendenza e l’autorità del figlio suo, la superiorità della fede sulla maternità carnale.
2. La fedeltà di Maria. - Luca ha avuto cura di annotare le reazioni di Maria dinanzi alle rivelazioni divine: il suo turbamento (Le 1,29), la sua difficoltà (1,34), il suo stupore dinanzi all’oracolo di Simeone (2,33), la sua incomprensione delle parole di Gesù al tempio (2,50). In presenza di un mistero che supera ancora la sua intelligenza, essa riflette sul messaggio (1,29; 2,33), ritorna continuamente sull’evento misterioso, conservando i suoi ricordi, meditandoli nel suo cuore (2,19.51).
Attenta alla parola di Dio, essa l’accoglie, anche se questa sconvolge i suoi progetti e deve immergere Giuseppe nell’ansietà (Mt 1,19s). Le sue risposte alle chiamate divine, visitazione, presentazione di Gesù al tempio, sono altrettanti atti Con cui Gesù agisce attraverso alla madre sua: santifica il precursore, si offre al Padre suo. Fedele, Maria lo è nel silenzio, quando il figlio suo entra nella vita pubblica; lo rimane fino alla croce.
3. Il Magnificat. - Nel cantico di Maria, Luca trasmette una tradizione palestinese che cerca non tanto di riferire le parole della Vergine quanto di esprimere il ringraziamento della comunità. Ma Luca ne fa una preghiera di Maria (soprattutto col v. 48). Secondo la forma classica di un salmo di ringraziamento e servendosi dei temi tradizionali del salterio, Maria celebra un fatto nuovo. il regno è presente. Essa vi si rivela tutta al servizio del popolo di Dio. In lei e per mezzo di lei, la salvezza è annunziata, la promessa è compiuta; nella sua povertà si realizza il mistero delle beatitudini. La fede di Maria è la stessa del popolo di Dio: una fede umile che si approfondisce continuamente attraverso oscurità e prove, mediante la meditazione della salvezza, mediante il servizio generoso che illumina a poco a poco lo sguardo del fedele (Gv 3,2l; 7,17; 8,31s). A motivo di questa fede, attenta nel conservare la parola di Dio, Gesù stesso ha proclamato beata Colei che l’aveva portato nelle sue viscere (Lc 11,27s).

Peccato originale - Gianni Golzani: È il primo peccato dell’uomo, per cui Adamo ed Eva hanno disobbedito li Dio, mangiando il frutto dell’albero della “conoscenza del bene del male” (Gn 3,1-7). Questo primo peccato ha coinvolto rutti gli uomini, come afferma s. Paolo: “Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori […]. Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Rm 5,19 e 12).
La verità del peccato originale comprende due aspetti: il peccato viene dall’uomo ed è opera della sua volontà, esso si diffonde a tutti gli uomini come una drammatica eredità. La prima affermazione rifiuta tanto la concezione tragica del mondo greco, secondo cui l’uomo si piega sotto il fardello di un destino cieco e crudele, quanto la concezione gnostica e manichea, per le quali il male è una realtà che imprigiona l’uomo nel corpo e nella materia, corrompendolo; la seconda, invece, richiama ohe il peccato non è un fatto puntuale e isolato, ma fa parte di un tessuto sociale negativo: è già all’opera fuori e dentro di noi prima ancora che noi lo compiamo.
La dottrina del peccato originale. La piena coscienza della dottrina del peccato originale si ebbe nella Chiesa con s. Agostino d’Ippona; prima di lui, salvo poche eccezioni, i Padri della Chiesa erano più preoccupati di salvaguardare la libertà dell’uomo che di chiarire l’origine storica del peccato. Le Scritture stesse, a ben guardare, parlano di un peccato universale più che di un peccato ereditario ed esemplificano il fatto che tutti sono peccatori nella storia simbolica di Adamo, l’uomo. Con Agostino, invece, la verità del peccato originale entra nella fede cristiana: proclamata nel concilio di Cartagine del 418, a conclusione della polemica con i pelagiani, è stata autorevolmente ribadita nel decreto De peccato originali del concilio di Trento. Il magistero non lega il suo insegnamento al peccato di Adamo, ma alla necessità della grazia battesimale per essere salvi: il peccato, presente in tutti gli uomini fin dalla nascita, può essere cancellato solo dalla grazia di Cristo che ci è concessa con il battesimo.
Coerentemente con questo, la teologia attuale ha spostato l’attenzione dalla colpa di Adamo alla nostra. Il peccato originale nell’uomo può essere compreso come una condizione storica di oggettivo, anche se non voluto, allontanamento dalla grazia: la teologia la presenta come una condizione di colpevolezza fondamentale, sorgente di altri peccati o di socialità negativa (descritta anche con la categoria del peccato del mondo) che stravolge il senso delle relazioni umane e avvolge chiunque nasce. In quanto peccatore, l’uomo - già dalla nascita - ha in sorte una vita drammaticamente scissa, segnata da un’oggettiva ordinazione a Cristo e da una reale solidarietà con una storia umana di peccato; sarà la sua libertà a riunificarne l’esistenza, o sotto Adamo nel segno del peccato personale, o sotto Cristo nel segno dell’accoglienza e della risposta alla sua grazia.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Con un atto di obbedienza e di fede da parte di Abramo era iniziata la storia della salvezza (Cf. Gen 12,1ss), ora è arrivata al suo pieno compimento nell’umiltà, nell’obbedienza e nella fede di una Vergine.
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Il sacramento che abbiamo ricevuto, Signore Dio nostro,
guarisca in noi le ferite di quella colpa
da cui, per singolare privilegio,
hai preservato la beata Vergine Maria,
nella sua Immacolata Concezione.
Per Cristo nostro Signore.