18 Ottobre 2019
Venerdì XXVIII Settimana T. O.
San Luca Evangelista - Festa
2Tm 4,10-17b; Salmo Responsoriale 144 (145); Lc 10,1-9
San Luca Evangelista: Luca, compagno e collaboratore di san Paolo, che lo chiama «il caro medico», è soprattutto l’autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. Al suo Vangelo premette due capitoli nei quali racconta la nascita e l’infanzia di Gesù. In essi risalta la figura di Maria, la «serva del Signore, benedetta fra tutte le donne». Il cuore dell’opera, invece, è costituito da una serie di capitoli che riportano la predicazione da Gesù tenuta nel viaggio ideale che lo porta dalla Galilea a Gerusalemme. Anche gli Atti degli Apostoli descrivono un viaggio: la progressione gloriosa del Vangelo da Gerusalemme all’Asia Minore, alla Grecia fino a Roma. Protagonisti di questa impresa esaltante sono Pietro e Paolo. A un livello superiore il vero protagonista è lo Spirito Santo, che a Pentecoste scende sugli Apostoli e li guida nell’annuncio del Vangelo agli Ebrei e ai pagani. Da osservatore attento, Luca conosce le debolezze della comunità cristiana così come ha preso atto che la venuta del Signore non è imminente. Dischiude dunque l’orizzonte storico della comunità cristiana, destinata a crescere e a moltiplicarsi per la diffusione del Vangelo. Secondo la tradizione, Luca morì martire a Patrasso in Grecia.
Colletta: Signore Dio nostro, che hai scelto san Luca per rivelare al mondo con la predicazione e con gli scritti il mistero della tua predilezione per i poveri, fa’ che i cristiani formino un cuor solo e un’anima sola, e tutti i popoli vedano la tua salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
I missionari, inviati da Gesù, devono avere innanzi tutto la consapevolezza dell’urgenza e della vastità del compito, e per questo motivo devono puntare sull’essenziale: non hanno tempo da perdere in chiacchiere inutili, o caricarsi di bagagli ingombranti, che di fatto intralcerebbero il cammino. In questo modo, l’essenzialità diventerà sinonimo di povertà: si tratta di una libertà che mostrerà davanti a tutti, la fiducia che il missionario ha nel Padre. Speditezza, essenzialità, povertà e, infine, difficoltà, i missionari sono mandati come agnelli in mezzo ai lupi. I successi non devono allargare i cuori all’esaltazione, e i fallimenti alla depressione, anche Gesù fu respinto dai samaritani e sarà messo in croce dal suo popolo tanto amato e beneficato. A imitazione del mandante, i missionari devono guarire i malati, devono portare la pace, e annunciare la Buona Novella: È vicino a voi il regno di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9: In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
In quel tempo, il Signore... - Carlo Ghidelli (Luca): La struttura del brano è la seguente: — vv. 1-12: istruzioni varie ai discepoli; - vv. 13-16: le minacce contro i renitenti; - vv. 17-20: il ritorno dei discepoli. Dal punto di vista sinottico notiamo che è solo Luca a ricordare questa missione, accanto all’altra degli apostoli (9,1ss). Egli raccoglie qui del materiale evangelico che troviamo in vari brani di Matteo: 9,36-38; 10,5-16; 11,21-23. Non c’è tuttavia motivo sufficiente per negare il valore storico di questa seconda missione. In Luca è particolarmente importante il contesto: questa missione infatti si pone tra un invito a seguire Gesù in modo radicale (9,57-62) e le parole di Gesù ai discepoli ritornati a lui dopo la loro missione (10,17-20). Sulla via che lo porta a Gerusalemme Gesù si preoccupa di associare a sé, in un compito missionario impegnativo e totalitario, altri discepoli. In questo modo Luca intende rilevare l’importanza di questa missione minore nel quadro dell’economia della salvezza: essa preannuncia la grande missione ai pagani (cfr Atti degli Apostoli, secondo il programma tracciato in 1,8 e realizzatosi in 8,1ss e 13-28), i quali, secondo una antica concezione giudaica erano sparsi nel mondo intero esattamente in settantadue nazioni (da qui il valore simbolico del numero 72). Emerge così una speciale prospettiva teologica, l’insistenza cioè, tipicamente lucana, sulla dimensione universalistica della salvezza in Cristo. A servizio di questa idea Luca ha posto tutta la sua opera per dimostrare che la salvezza, che pur viene dai giudei, è però destinata a tutti gli uomini.
Origine apostolica dei Vangeli: Dei Verbum 18: A nessuno sfugge che tra tutte le Scritture, anche quelle del Nuovo Testamento, i Vangeli possiedono una superiorità meritata, in quanto costituiscono la principale testimonianza relativa alla vita e alla dottrina del Verbo incarnato, nostro Salvatore. La Chiesa ha sempre e in ogni luogo ritenuto e ritiene che i quattro Vangeli sono di origine apostolica. Infatti, ciò che gli apostoli per mandato di Cristo predicarono, in seguito, per ispirazione dello Spirito Santo, fu dagli stessi e da uomini della loro cerchia tramandato in scritti che sono il fondamento della fede, cioè l’Evangelo quadriforme secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
... li inviò...: Lumen gentium 20: La missione divina affidata da Cristo agli apostoli durerà fino alla fine dei secoli (cfr. Mt 28,20), poiché il Vangelo che essi devono predicare è per la Chiesa il principio di tutta la sua vita in ogni tempo. Per questo gli apostoli, in questa società gerarchicamente ordinata, ebbero cura di istituire dei successori. Infatti, non solo ebbero vari collaboratori nel ministero ma perché la missione loro affidata venisse continuata dopo la loro morte, affidarono, quasi per testamento, ai loro immediati cooperatori l’ufficio di completare e consolidare l’opera da essi incominciata raccomandando loro di attendere a tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo li aveva posti a pascere la Chiesa di Dio (cfr. At 20,28). Perciò si scelsero di questi uomini e in seguito diedero disposizione che dopo la loro morte altri uomini subentrassero al loro posto. Fra i vari ministeri che fin dai primi tempi si esercitano nella Chiesa, secondo la testimonianza della tradizione, tiene il primo posto l’ufficio di quelli che costituiti nell’episcopato, per successione che decorre ininterrotta fin dalle origini sono i sacramenti attraverso i quali si trasmette il seme apostolico. Così, come attesta S. Ireneo, per mezzo di coloro che gli apostoli costituirono vescovi e dei loro successori fino a noi, la tradizione apostolica in tutto il mondo è manifestata e custodita.
Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua (Lc 9,23): Giovanni Paolo II (Messaggio, 15 Ottobre 2000): Per Luca esser cristiani significa seguire Gesù sulla via che Egli percorre [Lc 19,57; 10,38; 13,22; 14,25]. È Gesù stesso che prende l’iniziativa e chiama a seguirlo, e lo fa in modo deciso, inconfondibile, mostrando così la sua identità del tutto fuori dal comune, il suo mistero di Figlio, che conosce il Padre e lo rivela [cfr. Lc 10,22]. All’origine della decisione di seguire Gesù vi è l’opzione fondamentale in favore della sua Persona. Se non si è stati affascinati dal volto di Cristo è impossibile seguirlo con fedeltà e costanza, anche perché Gesù cammina per una via impervia, pone condizioni estremamente esigenti e si dirige verso un destino paradossale, quello della Croce. Luca sottolinea che Gesù non ama compromessi e richiede l’impegno di tutta la persona, un deciso distacco da ogni nostalgia del passato, dai condizionamenti familiari, dal possesso dei beni materiali [cfr. Lc 9,57-62; 14,26-33]. L’uomo sarà sempre tentato di attenuare queste esigenze radicali e di adattarle alle proprie debolezze, oppure di desistere dal cammino intrapreso. Ma è proprio su questo che si decide l’autenticità e la qualità della vita della comunità cristiana. Una Chiesa che vive nel compromesso sarebbe come il sale che perde il sapore [cfr. Lc 14,34-35]. Occorre abbandonarsi alla potenza dello Spirito, capace d’infondere luce e soprattutto amore per Cristo; occorre aprirsi al fascino interiore che Gesù esercita sui cuori che aspirano all’autenticità, rifuggendo dalle mezze misure. Questo è certo difficile per l’uomo, ma diventa possibile con la grazia di Dio [cfr. Lc 18,27]. D’altra parte, se la sequela di Cristo implica che si porti ogni giorno la Croce, questa a sua volta è albero di vita che conduce alla risurrezione. Luca, che accentua le esigenze radicali della sequela di Cristo, è anche l’Evangelista che descrive la gioia di coloro che diventano discepoli di Cristo [cfr. Lc 10,20; 13,17; 19,6.37; At 5,41; 8,39; 13,48].
Pace a questa casa: Nella Sacra Scrittura l’espressione «avere pace» significa: «vivere bene, senza danno, perfettamente». L’opposto di pace perciò non è guerra, ma perdizione, imperfezione. Forme di pace sono la non-guerra (1Sam 7,14; Lc 14,32; Ap 6,4), il sonno (Sal 4,9) e la morte (Gn 15,15). La pace manca nella discordia (Mt 10,34) e nella malattia (cfr. Mc 5,34). La pace viene da Dio (Nm 6,26), con cui è stato conchiuso il patto. Perciò la speranza di Dio è anche speranza di pace (Lv 26,6; Is 52,7). In Cristo è venuta la pace (Lc 2,14; Gv 14,27; 16,33; At 10,36ss), poiché Dio e l’umanità si uniscono l’uno con l’altro in maniera nuova (Ef 2,17; per mezzo del sangue della croce: Col,20). Il messaggio di Cristo è messaggio di pace (Ef 2,17; 6,15), con l’impegno di fare tutto ciò che serve alla pace (Mt 5,9; Rm 12,18; 1Pt 3,11). La Chiesa è inviata a portare la pace nel mondo, cioè a rinnovarlo nel “sangue del Figlio di Dio”.
La pace di Cristo - X. Léon-Dufour: La speranza dei profeti e dei sapienti diventa realtà concessa in Gesù Cristo, perché il peccato è vinto in lui e per mezzo di lui; ma finché il peccato non è morto in ogni uomo, finché il Signore non sarà venuto nell’ultimo giorno, la pace rimane un bene futuro; il messaggio profetico conserva quindi il suo valore: «il frutto della giustizia si sémina nella pace da coloro che praticano la pace» (Giac 3,18; cfr. Is 32,17). Tale è il messaggio proclamato dal Nuovo Testamento, da Luca a Giovanni, passando attraverso Paolo. Luca, nel suo vangelo, traccia in modo speciale il ritratto del re pacifico. Alla sua nascita gli angeli hanno annunziato la pace agli uomini che Dio ama (Lc 2,14); Gerusalemme non vuole accogliere questo messaggio (19,42), ripetuto dai discepoli festanti che scortano il re che entra nella sua città (19,38). Nella bocca del re pacifico l’augurio della pace terrena diventa l’annunzio di una salvezza: come un buon giudeo, Gesù dice: «Va in pace!», ma con questa parola rende la salute alla emorroissa (8,48 par.), rimette i peccati alla peccatrice pentita (7,50), connotando in tal modo la sua vittoria sul potere della malattia e del peccato. Al pari di lui, i discepoli offrono alle città, con il loro saluto di pace, la salvezza in Gesù (10,5-9). Ma questa salvezza sconvolge la pace di questo mondo: «Credete che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto la divisione» (12,51). Gesù quindi non si accontenta di proferire le stesse minacce dei profeti contro ogni sicurezza fallace (17,26-36; cfr. 1Tess 5,3), ma separa i membri di una stessa famiglia. Secondo la frase del poeta cristiano, egli non è venuto a distruggere la guerra, ma ad aggiungervi la pace, quella pace di Pasqua che consegue alla vittoria definitiva (Lc 24, 36). I discepoli irradieranno quindi fino ai confini del mondo la pax israelitica (cfr. Atti 7,26; 9,31; 15,23) che sul piano religioso è come una trasfigurazione della pax romana (cfr. 24,2), perché Dio ha annunziato la pace per mezzo di Gesù Cristo rivelandosi come «il Signore di tutti» (10,36)
Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi” (Vangelo).
Nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.
La partecipazione al tuo sacramento, Signore,
ci comunichi il tuo spirito di santità,
e ci rafforzi nell’adesione al Vangelo,
che san Luca ha trasmesso alla tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
ci comunichi il tuo spirito di santità,
e ci rafforzi nell’adesione al Vangelo,
che san Luca ha trasmesso alla tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.