3 SETTEMBRE 2019

Martedi XXII Settimana T. O. - Anno C

San Gregorio Magno, Papa - Memoria

1Ts 5,1-6.9-11; Sal 26 (27); Lc 4,31-37

Dal Martirologio: Memoria di san Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa: dopo avere intrapreso la vita monastica, svolse l’incarico di legato apostolico a Costantinopoli; eletto poi in questo giorno alla Sede Romana, sistemò le questioni terrene e come servo dei servi si prese cura di quelle sacre. Si mostrò vero pastore nel governare la Chiesa, nel soccorrere in ogni modo i bisognosi, nel favorire la vita monastica e nel consolidare e propagare ovunque la fede, scrivendo a tal fine celebri libri di morale e di pastorale. Morì il 12 marzo.

Colletta: O Dio, che guidi il tuo popolo con la soavità e la forza del tuo amore, per intercessione del papa san Gregorio Magno dona il tuo Spirito di sapienza a coloro che hai posto maestri e guide nella Chiesa, perché il progresso dei fedeli sia gioia eterna dei pastori. Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Gesù ha lasciato Nazaret e scende a Cafarnao, città della Galilea. Gesù è il Maestro e la sua parola aveva autorità, una autorità che si manifesterà in tutta la sua potenza in modo particolare nei miracoli e contro satana. La liberazione dell’uomo posseduto da satana è il primo esorcismo, e il racconto è ricordato anche dal Vangelo di Marco (1,23-28). Satana già si è scontrato con Gesù e ne è uscito scornato (Mt 4,1-11; Mc1,12-13; Lc 4,1-13), e anche in questo secondo incontro dovrà ammettere che con quell’uomo le sue manovre sono armi spuntate. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro, la possessione diabolica è la signoria dispotica di satana sull’uomo, e da Luca il demonio è detto impuro: “così il giudaismo [cf. Zc 13,2] chiamava i demòni estranei e anzi ostili alla purità religiosa e morale che il servizio di Dio esige” (Bibbia di Gerusalemme, nota a Mc 1,23). Il demonio avverte la presenza di Gesù e la sua autorità e cerca di ostacolare una sua possibile azione nei suoi confronti. Lo fa svelando l’identità di Gesù, ma è una rivelazione assai imperfetta. Riconosce che Gesù è il santo di Dio che vuol dire “«consacrato, messo da parte, riservato», lo spirito immondo riconosce in Gesù il profeta consacrato da Dio in vista della sua missione [Ger 1,5; Gv 6,69+; 10,35-36], grazie allo Spirito che egli ha ricevuto [Is 61,1s; cf Lc 1,35; At 2,27; 3,14; 4,27.30; Ap 3,7]” (Bibbia di Gerusalemme, nota a Mc 1,24). Gesù impone a satana di tacere, soprattutto per evitare equivoci sulla sua vera identità e sulla sua missione. La parola di Gesù fulmina il demonio che è costretto ad abbandonare la sua preda. In questo secondo scontro si manifestano le intenzioni dei due contendenti: Gesù è venuto per abbattere il regno di satana, instaurare il Regno di Dio (Mt 12,27-28), e aprire all’uomo una via per giungere alla salvezza; satana cercherà di ostacolare questo progetto di salvezza e batterà tutte le soluzioni possibili e riuscirà nel suo intento possedendo Giuda e ispirandogli il proposito di tradire Cristo e di consegnarlo nelle mani dei giudei (Lc 22; cf. Gv 13,27). La morte di Gesù segnerà il culmine del potere delle tenebre, che sembrerà aver ormai acquisito il possesso definitivo del mondo (Mc 15,33 e par.), ma sarà solo un’apparenza: la morte di Gesù segnerà in realtà la sconfitta totale di Satana, la disintegrazione del suo regno, la fine del suo potere (Lc 10,18; Gv 12,31).

Dal Vangelo secondo Luca 4,31-37: In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da
timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Gesù scese a Cafàrnao - Hugues Cousin (Vangelo di Luca): Ecco che ci viene descritta la potenza taumaturgica dimostrata da Gesù a Cafarnao, sulla quale si basava la scena precedente. A questo scopo, Luca riprende quattro episodi che Marco aveva già raggruppato, in una giornata-tipo a Cafarnao, come a riepilogare l'attività messianica di Gesù. Una differenza importante con Marco: poiché Luca non ha ancora parlato della chiamata dei discepoli, Gesù è solo durante questa lunga sequenza. L'introduzione (vv. 31-32) ricorda che Gesù insegna abitualmente durante il culto nella sinagoga (cfr. 4,15). Prima di parlare diffusamente degli atti di potenza compiuti da Gesù, Luca nota che questo insegnamento ha anch'esso una forza insolita che meraviglia chi lo ascolta. In tal modo, l'esorcismo che Gesù compirà (v. 35) non è che una delle manifestazioni di questa potente parola. Poiché il lieto annuncio si realizza anche nel corpo degli ascoltatori, l'insegnamento e le guarigioni sono strettamente legati.

Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro - Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): versetti 33-34 Il racconto dell’indemoniato è parallelo a quello di Marco (cf. Mc., 1,23-28 ed il relativo commento); Matteo invece non lo riporta. Un uomo posseduto dallo spirito di un demonio impuro; Marco nel testo parallelo usa una espressione più immediata ed incisiva, poiché scrive: «un uomo dallo spirito immondo»; Luca spiega la frase sintetica del suo informatore precisando che si tratta di un demonio impuro, cioè nemico di Dio.
versetto 35 Il demoniogettandolo a terra davanti a tuttiuscì da lui senza fargli del male; la descrizione di Luca è più sobria di quella di Marco. Al termine l’evangelista osserva con delicatezza che il demonio, dopo aver maltrattato la sua vittima, l’abbandona definitivamente «senza fargli del male». Il rilievo sottolinea la bontà di Gesù che comanda al demonio di non infierire crudelmente fino all’ultimo momento sull’infelice ossesso.
versetto 36 Che parola! Letteralmente: «Che parola è mai questa!». Non si tratta di ammirazione per la dottrina («parola») del Maestro, della quale Luca aveva parlato sopra (cf. vers. 32), ma di stupore suscitato nei presenti per l’ordine («parola») uscito con tanta «autorità e potenza» da Gesù e prontamente eseguito dal demonio. Nel testo di Marco invece i due concetti (parola-insegnamento; parola-comando, sono espressi uno dopo l’altro (cf. Mc., 1,27).

Taci! Esci da lui! - Rito degli esorcismi (Proemio): Nella storia della salvezza sono presenti creature angeliche, alcune delle quali servono il progetto divino e offrono un misterioso e potente aiuto alla Chiesa; altre, invece, decadute dalla loro originaria dignità e chiamate diaboliche, si oppongono alla volontà e all'azione salvifica di Dio, realizzata in Cristo, e cercano di associare l'uomo alla loro ribellione a Dio. Nelle Sacre Scritture il Diavolo e i demoni sono indicati con nomi diversi, dei quali alcuni indicano in certo modo la loro natura e il loro operato. Il Diavolo, detto anche Satana, è chiamato serpente antico e drago. È lui che seduce il mondo intero e combatte contro coloro che osservano i comandamenti di Dio e possiedono la testimonianza di Gesù (Ap 12,9.17). È detto nemico degli uomini (1 Pt 5,8) e omicida fin dal principio (cf Gv 8,44) per aver reso l'uomo, con il peccato, soggetto alla morte. Per il fatto che con le sue insidie induce l'uomo a disobbedire a Dio, è detto Maligno e Tentatore (cf Mt 4,3 e 26,36-44), menzognero e padre della menzogna (cf Gv 8,44), colui che agisce con astuzia e falsità, come attestano la seduzione dei progenitori (cf Gen 3,4.13), il tentativo di distogliere Gesù dalla missione ricevuta dal Padre (cf Mt 4,1-11; Mc 1,13; Lc 4,1-13) e il suo mascherarsi da angelo di luce (cf 2Cor 11,14). È detto anche principe di questo mondo (cf Gv 12,31; 14,30), cioè signore di quel mondo che è in potere del Maligno (cf 1 Gv 5,19) e non ha conosciuto la luce vera (cf Gv 1,9-10). Il suo potere è indicato come potere delle tenebre (cf Lc 22,53; Col 1,13) per l'odio che egli porta alla Luce, che è Cristo, e per lo sforzo di attrarre gli uomini alle proprie tenebre. Ma il Diavolo e i demoni, coalizzatisi insieme per opporsi alla sovranità di Dio (cf Gd 6), hanno ricevuto una condanna (cf 2Pt 2,4) e costituiscono l'esercito degli spiriti del Male (cf Ef 6,12). Benché creati come esseri spirituali, essi hanno peccato e sono anche definiti angeli di Satana (cf Mt 25,41; 2Cor 12,7; Ap 12,7.9). Ciò può insinuare che dal loro maligno signore sia stata ad essi affidata una qualche particolare missione. L'intero operato di questi spiriti immondi, malvagi, seduttori (cf. Mt l0,1; Mc 5,8; Lc 6,18.11,26; At 8,7; 1Tm 4,1; Ap 18,2) è stato distrutto dalla vittoria del Figlio di Dio (cf 1 Gv 3,8). Anche se «tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre che durerà fino all'ultimo giorno», Cristo, grazie al suo mistero pasquale di morte e risurrezione, «ci ha strappati dalla schiavitù di Satana e del peccato» annientando il loro dominio e liberando tutte le cose dal contagio del male. E siccome l'azione devastante e ostile del Diavolo e dei demoni coinvolge persone, cose, luoghi, manifestandosi in modi diversi, la Chiesa, sempre cosciente che «i giorni sono cattivi» (Ef 5,16), ha pregato e prega perché gli uomini siano liberati dalle insidie del Maligno.

Gesù, vincitore di Satana e dei demoni - J. B. Brunom e P. Grelot: La vita e l‘azione di Gesù si collocano nella prospettiva di [un] duello tra due mondi, la cui posta è in definitiva la salvezza dell‘uomo. Gesù affronta personalmente Satana e riporta su di lui la vittoria (Mt 4,11 par.; Gv 12,31). Affronta pure gli spiriti maligni che hanno potete sull‘umanità peccatrice, e li vince nel loro dominio. Tale è il senso di numerosi episodi in cui sono di scena degli indemoniati: quello della sinagoga di Cafarnao (Mc 1,23-27 par.) e quello di Gadara (Mc 5,1-20 par.), la figlia della sirofenicia (Mc 7,25-30 par.) ed il ragazzo epilettico (Mc 9,14-29 par.), l‘indemoniato muto (Mt 12,22ss par.) e Maria di Magdala (Lc 8,2). Per lo più, possessione diabolica e malattia sono mescolate (cfr. Mt 17,15.18); quindi ora si dice che Gesù guarisce gli indemoniati (Lc 6,18; 7,21) ed ora che scaccia i demoni (Mc 1,34- 39). Senza porre in dubbio i casi nettissimi di possessione (Mc 1,23s; 5,61) bisogna tener conto dell‘opinione del tempo, che attribuiva direttamente al demonio fenomeni che oggi rientrano nella psichiatria (Mc 9,20ss). Bisogna soprattutto ricordare che ogni malattia è un segno della potenza di Satana sugli uomini (cfr. Lc 13,11). Affrontando la malattia, Gesù affronta Satana; dando la guarigione, trionfa di Satana. I demoni si credevano insediati quaggiù-da-padroni; Gesù è venuto a perderli (Mc 1,24). Dinanzi all‘autorità che egli manifesta nei loro confronti, le folle sono stupefatte (Mt 12,23; Lc 4,35ss). I suoi nemici l‘accusano: «Egli scaccia i demoni in virtù di Beelzebul, principe dei demoni» (Mc 3,22 par.); «non sarebbe per caso anch‘egli posseduto dal demonio?» (Mc 3,30; Gv 7,20; 8,48s.52; 10,20s). Ma Gesù dà la vera spiegazione: egli scaccia i demoni in virtù dello Spirito dì Dio, e ciò prova ché il regno di Dio è giunto fino agli uomini (Mt 12,25-28 par.). Satana si credeva forte, ma è scacciato da uno più forte (Mt 12,29 par.). Ormai gli esorcismi si faranno quindi nel nome di Gesù (Mi 7,22; Mc 9,38 s). Mandando in missione i suoi discepoli, egli comunica loro il suo potere sui demoni (Mc 6,7.13 par.). Di fatto essi constatano che i demoni sono loro soggetti: prova evidente della caduta di Satana (Lc 10,17-20). Questo sarà, in tutti i secoli, uno dei segni che accompagneranno la predicazione del vangelo, unitamente ai miracoli (Mc 16,17).

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** «Affrontando la malattia, Gesù affronta Satana; dando la guarigione, trionfa di Satana».
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

O Padre, che ci hai nutriti di Cristo, pane vivo,
formaci alla sua scuola,
perché sull'esempio del papa san Gregorio Magno
conosciamo la tua verità
e la testimoniamo nella carità fraterna.
Per Cristo nostro Signore.