20 SETTEMBRE 2019

Venerdì XXIV Settimana T. O. - Anno C

SANTI ANDREA KIM TAEGŎN, SACERDOTE
PAOLO CHŎNG HASANG
E COMPAGNI MARTIRI – MEMORIA

  1Tm 6,2c-12; Sal 48 (49); Lc 8,1-3

Dal Martirologio: Memoria dei santi Andrea Kim Tae-gon, sacerdote, Paolo Chong Ha-sang e compagni, martiri in Corea. In questo giorno in un’unica celebrazione si venerano anche tutti i centotrè martiri, che testimoniarono coraggiosamente la fede cristiana, introdotta la prima volta con fervore in questo regno da alcuni laici e poi alimentata e consolidata dalla predicazione dei missionari e dalla celebrazione dei sacramenti. Tutti questi atleti di Cristo, di cui tre vescovi, otto sacerdoti e tutti gli altri laici, tra i quali alcuni coniugati altri no, vecchi, giovani e fanciulli, sottoposti al supplizio, consacrarono con il loro prezioso sangue gli inizi della Chiesa in Corea.

Colletta: O Dio, creatore e salvezza di tutte le genti, che hai chiamato a far parte dell’unico popolo di adozione i figli della terra coreana e hai fecondato il germe della fede cattolica con il sangue dei santi martiri Andrea Kim, Paolo Chŏng e compagni, per il loro esempio e la loro intercessione, rinnova i prodigi del tuo Spirito e concedi anche a noi di perseverare fino alla morte nella via dei tuoi comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo...  

Infrangendo pregiudizi secolari, Gesù ammette al suo seguito anche delle donne. Non conosciamo il loro impegno, ma Luca ci fa conoscere che servivano i Dodici con i loro beni. Qui sono ricordate soltanto tre donne: Maria, chiamata Maddalena, originaria di Magdala, una città posta sulla riva occidentale del lago di Genezaret, a nord di Tiberiade. Dal particolare dalla quale erano usciti sette demòni si può evincere da quale tormento fisico e spirituale era stata liberata. Altri particolari li troviamo nel Vangelo di Giovanni (Gv 19,25; 20,11-18). Matteo la ricorda sul monte Calvario (Mt 27,55ss). Marco la ricorda nell’incontro con Gesù risorto (Mc 16,9. Comunque nulla può farla identificare con la peccatrice (amartólós) che viene menzionata in Lc 7,36-50. Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, è ricordata ancora in Lc 24,10, ed è un particolare importante perché si può pensare che la buona novella aveva raggiunto anche la casa regnante. Giovanna non è conosciuta da Matteo e da Marco, e anche Susanna è nominata solo qui in tutto il vangelo. Erode qui ricordato da Luca è Antipa, che risiedeva a Tiberiade (Lc 3,1). Era figlio di Erode il Grande e della sua quarta moglie, la samaritana Maltace. Libidinoso e sanguinario come il padre, farà arrestare Giovanni il battista e per la bellezza di una ballerina lo farà decapitare (Mc 6,17-29).

Dal Vangelo secondo Luca  8,1-3: In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

C’erano con lui i Dodici e alcune donne - Mulieris dignitatem 13: In tutto l’insegnamento di Gesù, come anche nel suo comportamento, nulla si incontra che rifletta la discriminazione, propria del suo tempo, della donna. Al contrario, le sue parole e le sue opere esprimono sempre il rispetto e l’onore dovuto alla donna. La donna ricurva viene chiamata «figlia di Abramo» (Lc 13,16): mentre in tutta la Bibbia il titolo di «figlio di Abramo» è riferito solo agli uomini. Percorrendo la via dolorosa verso il Golgota, Gesù dirà alle donne: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me» (Lc 23,28). Questo modo di parlare delle donne e alle donne, nonché il modo di trattarle, costituisce una chiara «novità» rispetto al costume allora dominante.
Ciò diventa ancora più esplicito nei riguardi di quelle donne che l’opinione corrente indicava con disprezzo come peccatrici, pubbliche peccatrici e adultere. Ecco la Samaritana, alla quale lo stesso Gesù dice: «Infatti hai avuto cinque mariti, e quello che hai ora non è tuo marito». Ed essa, sentendo che egli conosceva i segreti della sua vita, riconosce in lui il Messia e corre ad annunciarlo ai suoi compaesani. Il dialogo, che precede questo riconoscimento, è uno dei più belli del Vangelo (cf. Gv 4, 7-27).
Ecco poi una pubblica peccatrice, che, nonostante la condanna da parte dell’opinione comune, entra nella casa del fariseo per ungere con olio profumato i piedi di Gesù. All’ospite che si scandalizzava di questo fatto egli dirà di lei: «Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato» (cf. Lc 7,37-47).
Ecco, infine, una situazione che è forse la più eloquente: una donna sorpresa in adulterio è condotta da Gesù. Alla domanda provocatoria: «Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?», Gesù risponde: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». La forza di verità, contenuta in questa risposta, è così grande che «se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani». Rimangono solo Gesù e la donna. «Dove sono? Nessuno ti ha condannata?». «Nessuno, Signore». «Neanch’io ti condanno, va’ e d’ora in poi non peccare più» (cf. Gv 8,3-11).
Questi episodi costituiscono un quadro d’insieme molto trasparente. Cristo è colui che «sa che cosa c’è nell’uomo» (cf. Gv 2,25), nell’uomo e nella donna. Conosce la dignità dell’uomo, il suo pregio agli occhi di Dio. Egli stesso, il Cristo, è la conferma definitiva di questo pregio. Tutto ciò che dice e che fa ha definitivo compimento nel mistero pasquale della redenzione. L’atteggiamento di Gesù nei riguardi delle donne, che incontra lungo la strada del suo servizio messianico, è il riflesso dell’eterno disegno di Dio, che, creando ciascuna di loro, la sceglie e la ama in Cristo (cf. Ef 1,1-5). Ciascuna, perciò, è quella «sola creatura in terra che Dio ha voluto per se stessa». Ciascuna dal «principio» eredita la dignità di persona proprio come donna. Gesù di Nazareth conferma questa dignità, la ricorda, la rinnova, ne fa un contenuto del Vangelo e della redenzione, per la quale è inviato nel mondo. Bisogna, dunque, introdurre nella dimensione del mistero pasquale ogni parola e ogni gesto di Cristo nei confronti della donna. In questo modo tutto si spiega compiutamente.
 
li servivano con i loro beni - Carlo Ghidelli (Luca): Li servivano con i loro beni: per il fatto che qui Luca usi per queste donne il verbo diakonein non è detto che si possa riconoscere in loro il prototipo delle future diaconesse (cfr Rm 16,1 e Lc 2,36ss; 10,39; At 9,39). Queste donne hanno meritato una speciale menzione per quello che hanno fatto a Gesù e ai dodici e per quello che Gesù ha fatto per loro. Gesù era un pellegrino senza patria e senza riposo (9,58) e queste donne hanno parte attiva nella vita di Gesù. Erano ricche e i loro beni li misero a disposizione di Gesù che, diversamente dai dottori giudei, non rifiuta questi aiuti e anche la compagnia delle donne (cfr 10,38-42). Queste donne resteranno fedeli a Gesù, anche oltre la morte: esse diventeranno testimoni della crocifissione e della risurrezione del Maestro (cfr 23,49; 24,1-11). Questo è certamente il motivo principale per il quale Luca qui ne parla. Ma è decisivo anche quello che Gesù ha fatto per loro: dapprima le ha guarite, liberandone qualcuna dai demoni; poi Gesù, incurante del giudizio dell’opinione pubblica, le libera da un complesso di inferiorità nel quale le teneva una certa mentalità orientale in genere e giudaica in specie (le donne erano ritenute spiritualmente e moralmente inferiori agli uomini, indegne perciò di condividere con essi i diritti sociali e religiosi); più positivamente Gesù pone la donna al medesimo livello spirituale e morale dell’uomo e, quel che più conta, accoglie le donne come possibili uditori della parola, come chiamate, al pari dell’uomo, al Regno di Dio. Per quanto riguarda la parte delle donne nella vita dei testimoni del Vangelo cfr anche 1Cor 9,5.

La donna nella riflessione dei sapienti - Xavier Léon-Dufor - Rare, ma nient’affatto tenere, sono le massime attribuite a donne sulle donne (Prov 31,1-9); il ritratto biblico della donna è firmato da uomini; e se non sempre è lusinghiero, non prova affatto che i loro autori siano misogini. La severità dell’uomo nei confronti della donna è la contropartita del bisogno che egli ne ha. Così descrive il suo sogno: «trovare una donna è trovare la fortuna» (Prov 18,22; cfr. 5,15- 18), significa avere «un aiuto simile a sé», un saldo sostegno, una siepe per la propria vigna, un nido contro l’appello alla vita errabonda (Eccli 36,24- 27); significa trovare, oltre la forza mascolina che lo rende fiero, la grazia personificata (Prov 11,16); che dire se questa donna è valente (Prov 12, 4; 31, 10-31)? Basta evocare la descrizione della sposa nel Cantico (Cant 4,1- 5; 7,2-10). Ma l’uomo che ha esperienza teme la fragilità essenziale della sua compagna. La bellezza non basta (Prov 11,22); anzi, è pericolosa quando in Dalila è congiunta all’astuzia (Giud 14,15ss; 16,4-21), quando seduce l’uomo semplice (Eccli 9,1-9; cfr. Gen 3,6). Le figlie causano molta preoccupazione ai loro genitori (Eccli 42,9ss); e l’uomo che si permette molte libertà al di fuori della donna della sua giovinezza (cfr. Prov 5,15- 20), teme la versatilità della donna, la sua inclinazione all’adulterio (Eccli 25,13 - 26, 18); deplora che essa si dimostri vanitosa (Is 3,16-24), «stolta» (Prov 9,13-18; 19,14; 11,22), rissosa, lunatica e malinconica (Prov 19,13; 21,9.19; 27,15 s). Non bisognerebbe limitare a questi quadretti di costume l’idea che i sapienti avevano della donna. Di fatto questa è la una  figura della  sapienza divina (Prov 8,22-31); manifesta poi la  forza di Dio che si serve degli strumenti deboli per procurare la sua gloria. Già Anna magnificava il Signore degli umili (1Sam 2); Giuditta, come una profetessa in atto, mostra che tutti possono contare sulla protezione di Dio; la sua bellezza, la sua prudenza, la sua abilità, il suo coraggio e la sua castità nella vedovanza ne fanno un tipo perfetto della donna secondo il disegno di Dio nel VT. Questo ritratto, per quanto bello, non conferisce ancora alla donna la sua dignità sovrana. La preghiera quotidiana dell’ebreo lo dice ancor oggi con ingenuità: «Benedetto sii tu, Dio nostro, per non avermi fatto né pagano, né donna, né ignorante!», mentre la donna si accontenta di dire: «Lodato sii tu, o Signore, che mi hai creata secondo la tua volontà». Di fatto, soltanto Cristo consacra la dignità della donna.

La donna, la testimonianza  dei Vangeli - Anna Maria Canopi e Giuseppe Barbaglio (Donna in Schede Bibliche Pastorali, Vol. II): Nelle parabole più di una volta Gesù ha abbozzato vivaci quadri familiari con al centro la donna che impasta la farina (Mt 12,33 e Lc 13,20-21) o mette a soqquadro la casa per cercare la moneta smarrita (Lc15,8-10). Si aggiunga il racconto parabolico della vedova che intercede presso il giudice a favore del figlio (Lc 18,lss). Anche l’attività taumaturgica di Gesù non ha escluso la donna dal cerchio dei beneficiari. In concreto, egli ha guarito la suocera di Pietro (Mt 8,14 e par.), l’emoroissa (Mt 9,18ss e par.), la donna ricurva (Lc 13,10ss). Ha ascoltato la supplica della cananea (Mt 15,21ss e par.); ha risuscitato la figlia di Giairo (Mt 9,23ss e par.) e il figlio unico della vedova di Naim (Lc 7,11ss). Non ha evitato l’incontro e il contatto con donne, fossero pure peccatrici o samaritane (cf. Mt 26,10 e Mc 14,6; Lc 7,36ss; Gv 4,1ss). Luca poi ci testimonia che un gruppo di donne benestanti provvedeva di tasca propria al suo sostentamento (8,2s). Lo stesso evangelista e Giovanni ci dicono infine che egli intratteneva rapporti di affettuosa amicizia con Marta e Maria, sorelle di Lazaro (Lc 10,38ss; Gv 11). Se si pensa che per un rabbino del tempo era disdicevole parlare in pubblico con una qualsiasi donna, fosse pure sua moglie, possiamo misurare la libertà di comportamento di Gesù. Di rilevante interesse poi è che l’annuncio della risurrezione di Cristo ha avuto per prime destinatarie alcune donne (Mc 16,1ss e par.), come di grande importanza appare il fatto che la prima apparizione del risorto fu a Maria di Magdala (Gv 20,1ss; cf. Mt 28,9-10; Mc 16,9-11). A parte Maria, madre di Gesù, a cui è dedicata una trattazione particolare, nel vangelo d’infanzia Luca annovera tra i «poveri» disponibili all’iniziativa salvifica di Dio Elisabetta, madre del Battista, e la profetessa Anna.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
***  In tutto l’insegnamento di Gesù, come anche nel suo comportamento, nulla si incontra che rifletta la discriminazione, propria del suo tempo, della donna. Al contrario, le sue parole e le sue opere esprimono sempre il rispetto e l’onore dovuto alla donna. 
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

 O Dio, nostro Padre, che ci hai nutrito con il pane dei forti
nel ricordo dei martiri Andrea, Paolo e compagni,
donaci di aderire con lo stesso ardore a Cristo tuo Figlio,
per cooperare nella Chiesa alla salvezza di tutti gli uomini.
Per Cristo nostro Signore.