Venerdì 14 Giugno 2019

Messa del Giorno

VENERDÌ DELLA X SETTIMANA T. O.

Prima Lettura: 2Cor 4,7-15; Salmo Responsoriale: Dal Salmo 115 (116); Mt 5,27-32

Colletta: O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il tuo aiuto, perché possiamo attuarli nella nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
 
L’insegnamento di Gesù per coloro che fanno il doppio gioco certamente supera ogni livello di sopportabilità. Ai tempi di Gesù, ma poco è cambiato ai giorni nostri, la donna era unicamente un “oggetto”, a volte di desiderio, spesso di ripudio. Far bruciare il sugo sui fornelli era un buon motivo per licenziarla e mandarla a casa. Il Corano dice chiaramente: “quanto a quelle [donne] di cui temete atti di disobbedienza, ammonitele, poi lasciatele sole nei loro letti, poi battetele; ma se vi ubbidiranno, allora non cercate pretesti per maltrattarle, ché Iddio è grande e sublime” (vedi: Islam, Cosa dice il Corano su donne, divorzio e violenza domestica di Rossana Miranda). E sempre Rossana Miranda così scrive: “Nell’Arabia pre-islamica, così come nel resto del mondo, la condizione della donna era simile a quelli degli schiavi e subordinati. Non aveva diritti alla proprietà o all’eredità. Negli affari domestici non aveva voce sui figli, sulla casa o su se stessa. Poteva essere anche venduta o abbandonata dal marito. Non poteva divorziare, anche in caso di violenza o abuso da parte del coniuge, e l’istruzione che riceveva era scarsa. Questa situazione di degrado è rimasta fino al XIX. Molti diritti delle donne sono stati conquistati all’inizio del XX secolo”. In questa cornice si comprende quanto era esplosivo l’insegnamento di Gesù per i suoi contemporanei. Occhi, mani, piedi che conducono al peccato devono essere “tagliati”, mozzati, tranciati, buttati via, ed è una metafora che vuol dire occhi puliti, mani pulite, piedi puliti, insomma una vita pulita, inabitata dalla santissima Trinità. E così per il divorzio, è ammissibile soltanto per le “unioni illegittime” e l’elenco è molto lungo, ma è meglio fermarsi qui, perché l’elenco risulterebbe poco edificante per una società che si dice essere civile, vantandosi a gran fiato di aver iscritto tra le conquiste sociali il divorzio e l’aborto.

Vangelo: Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Non commetterai adulterio... alla formalità giuridica, Gesù oppone una pulizia interiore con la quale si rende luminoso lo sguardo, puro il cuore e fermamente decisi a non peccare: Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. La Legge proibiva non soltanto l’adulterio (Es 20,14; Dt 5,18) ma anche il desiderio di possedere la moglie del prossimo. Tuttavia nessuno aveva pensato dal mettere sullo stesso piano la duplice proibizione. Gesù invece arriva a considerare il desiderio un vero adulterio consumato nel cuore (Es 20,17; Dt 5,21). In questo modo, si «insiste, oltre che sull’espressione esterna della bramosia libidinosa, sull’aspetto morale dell’adulterio. Anche quando la brama non si esprime attraverso l’occhio, è ugualmente disordinata. Per il semita lo sguardo è un’azione che procede da una decisione di volontà; esso tradisce il grado di disordine a cui l’uomo è arrivato» (Ortensio da Spinetoli). Anche il matrimonio va vissuto in questa cornice di purezza e, sopra tutto, di stima reciproca: alla facilità del divorzio si oppone la seria legge dell’amore.
La clausola eccetto il caso di unione illegittima, quasi «sicuramente fa riferimento a certe unioni ammesse come matrimonio presso alcuni popoli pagani, ma proibite, perché incestuose, nella Legge mosaica [Cf. Lv 18] e nella tradizione rabbinica. Si tratta, dunque di unioni nulle fin dall’origine per qualche impedimento. Quando le persone in situazioni siffatte si convertivano alla vera fede, la loro unione non veniva sciolta, ma si dichiarava che esse non erano state mai congiunte in vero matrimonio. Pertanto questa clausola non contraddice all’indissolubilità del matrimonio, ma la riafferma» (La Bibbia di Navarra).
È da notare che Gesù supera la mentalità dei suoi tempi per la quale solo l’infrazione della donna era considerata adulterio e punita con pene severissime, ora nella Nuova Legge l’uomo e la donna sono sullo stesso piano, hanno gli stessi diritti e doveri ed hanno le stesse responsabilità morali.

L’indissolubilità del matrimonio - Claude Tassin: Nell’indissolubilità del matrimonio i discepoli vedono un regime di diritto divino (cfr. Mt 19,4): il marito che ripudia la moglie la spinge quindi a diventare la «proprietà» illecita di un altro e, per mezzo del suo nuovo matrimonio, si comporta egli stesso da illegittimo « proprietario». Questa terminologia non deve colpire: nella società palestinese a dominanza maschile si concedeva ben poco il divorzio all’iniziativa della donna (si veda, al contrario, Mc 10,12 in ambiente romano) e l’avvenire della donna ripudiata si annunciava abbastanza difficile. In un tale contesto, si tratta quindi dei diritti della donna che Matteo difende.

Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo - Günter Stemberger: Scandalo (gr. skandalon = trappola, inciampo). significa tutto ciò che è motivo d’incredulità o di peccato. Cristo stesso, il figlio del falegname, è pietra d’inciampo, alla maniera di JHWH (Is 8,14s). Egli non adempie le aspettative del popolo (Lc 2,34), esige una ubbidienza troppo grande (1Pt 2,9), diventando così l’inciampo di molti che non vogliono credere. Israele lo rigetta come un’inutile pietra da costruzione (Mc 12,10). Perfino i suoi discepoli lo abbandonano (Gv 6,66). Lo scandalo di Cristo raggiunge il punto culminante nello scandalo della croce (Gal 5,11). Beato colui che non si scandalizza di lui (Mt 11,6). Non soltanto Cristo può essere scandalo dell’uomo, ma anche lui stesso con le sue brame, la sua mano, il suo piede, il suo occhio. Tutto ciò può essergli di scandalo, diventare motivo di peccato (Mc 9,43ss).
Egli deve allora rinunciare a tutto per non scandalizzarsi. Chiunque però dà scandalo ai piccoli, cioè a quanti credono, meglio sarebbe non fosse nato (Mc 9.42). Questi infatti porta alla perdizione uno per il quale Cristo è morto (Rm 14,15). Gli scandali sono il male del mondo (Mt 18,7). Ciononostante devono avvenire e fanno parte del piano salvifico di Dio. Gesù ha predetto questi scandali in particolare per la fine del mondo (Gv 16,lss). Ma guai a colui per mezzo del quale essi avvengono. 

... la espone all’adulterio - Marc-François Lacan: Se il decalogo, e, dopo di esso, i profeti condannano in modo assoluto l’adulterio, la fedeltà che si esige dai due sposi nel matrimonio sarà pienamente rivelata solo da Cristo. Ma la fedeltà totale che si esigeva dalla donna fin dall’antica alleanza può simboleggiare quella che Dio si aspetta dal suo popolo; cosi i profeti condannano l’infedeltà all’alleanza come un adulterio spirituale.
1. Matrimonio e adulterio. - Interdetto (Es 20,14; Deut 5,18; Ger 7,9; Mal 3,5), l’adulterio riceve nella legge una definizione limitata: è l’atto che viola l’appartenenza di una donna al marito o al fidanzato (Lev 20,10; Deut 22,22ss). La donna appare come cosa dell’uomo (Es 20, 17) piuttosto che come persona con la quale egli non fa che uno, nella fedeltà di un amore reciproco (Gen 2,23s). Questo abbassamento della donna è legato alla comparsa della poligamia, che si ricollega a un discendente di Caino, caratterizzato dalla violenza (Gen 4,19). La poligamia verrà tollerata per molto tempo (Deut 21,15; cfr. 17,17; Lev 18,18); tuttavia i saggi, che mettono in evidenza la gravità dell’adulterio (Prov 6,24-29; Eccli 23,22-26), invitano l’uomo a riservare il proprio amore alla donna della sua giovinezza (Prov 5,15-19; Mal 2,14 s). Per di più, condannano la frequentazione delle prostitute, benché essa non renda l’uomo adultero (Prov 23,27; Eccli 9,3.6).
Gesù, la cui misericordia salva la donna adultera, pur condannandone il peccato (Gv 8,1-11), rivela tutte le dimensioni della fedeltà coniugale (Mt 5,27 s. 31 s; 19,9 par.); essa lega sia l’uomo che la donna (Mc 10,11); li lega indissolubilmente (Mt 19,6) e intimamente (Mt 5,28); sposarsi dopo un divorzio è commettere adulterio; è essere adultero nel proprio cuore desiderare di unirsi a un altro che non sia il proprio coniuge.
Per evitare questo peccato che esclude dal regno (1Cor 6,9), Paolo ricorda che bisogna cercare nell’amore la fonte della fedeltà (Rom 13,9 s). Si eviterà così di deturpare la santità del matrimonio (Ebr 13, 4).
2. Alleanza e adulterio. - L’alleanza che deve unire l’uomo a Dio con un legame di amore fedele è presentata dai profeti sotto il simbolo di un matrimonio indissolubile (Os 2,21s; Is 54,5s); così, l’infedeltà, del popolo è a sua volta stigmatizzata come un adulterio e una prostituzione (Os 2,4), perché il popolo si abbandona al culto degli idoli come una prostituta si dà ai propri amanti, per interesse (Os 2,7; 4,10; Ger 5,7; 13,27; Ez 23,43ss; Is 57,3). Gesù riprende l’immagine per condannare la mancanza di fede; chiama «generazione adultera» gli increduli che esigono dei segni e gli infedeli che arrossiscono di lui e del suo vangelo (Mt 12,39; 16,4; Mc 8,38).
San Giacomo, a sua volta, definisce adulterio ogni compromesso tra l’amore di Dio e quello del mondo (Giac 4,4). Attraverso queste condanne, viene messa in luce la fedeltà assoluta che è nello stesso tempo il frutto e l’esigenza dell’amore.

Evangelium vitae 75: I comandamenti di Dio ci insegnano la via della vita. I precetti morali negativi, cioè quelli che dichiarano moralmente inaccettabile la scelta di una determinata azione, hanno un valore assoluto per la libertà umana: essi valgono sempre e comunque, senza eccezioni. Indicano che la scelta di determinati comportamenti è radicalmente incompatibile con l’amore verso Dio e con la dignità della persona, creata a sua immagine: tale scelta, perciò, non può essere riscattata dalla bontà di nessuna intenzione e di nessuna conseguenza, è in contrasto insanabile con la comunione tra le persone, contraddice la decisione fondamentale di orientare la propria vita a Dio.
Già in questo senso i precetti morali negativi hanno un’importantissima funzione positiva: il “no” che esigono incondizionatamente dice il limite invalicabile al di sotto del quale l’uomo libero non può scendere e, insieme, indica il minimo che egli deve rispettare e dal quale deve partire per pronunciare innumerevoli “si”, capaci di occupare progressivamente l’intero orizzonte del bene (Mt 5,48). I comandamenti, in particolare i precetti morali negativi, sono l’inizio e la prima tappa necessaria del cammino verso la libertà: “La prima libertà - scrive sant’Agostino - consiste nell’essere esenti da crimini... come sarebbero l’omicidio, l’adulterio, la fornicazione, il furto, la frode, il sacrilegio e così via. Quando uno comincia a non avere questi crimini (e nessun cristiano deve averli), comincia a levare il capo verso la libertà, ma questo non è che l’inizio della libertà, non la libertà perfetta”.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. 
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Signore, la forza risanatrice del tuo Spirito,
operante in questo sacramento,
ci guarisca dal male che ci separa da te
e ci guidi sulla via del bene.
Per Cristo nostro Signore.