Lunedì 10 Giugno 2019

Messa del Giorno

 MARIA MADRE DELLA CHIESA - MEMORIA

Prima Lettura: Gen 3,9-15. 20 oppure At 1,12-14; Salmo Responsoriale: Dal Salmo 86 (87); Gv 19,25-34

Colletta: Dio Padre di misericordia, il tuo unico Figlio, morente sulla croce, ha dato a noi come madre nostra la sua stessa madre, la beata Vergine Maria; fa’ che, sorretta dal suo amore, la tua Chiesa, sempre più feconda nello Spirito, esulti per la santità dei suoi figli e riunisca tutti i popoli del mondo in un’unica famiglia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo ...

È arrivata l’ora, è arrivata per Gesù, ma anche per Maria, sua Madre. Un’ora drammatica, intrisa di dolore e di indicibili sofferenze. La consegna della Madre al discepolo che Gesù amava, un gesto di profonda attenzione da parte del Figlio, ma anche una freccia acuminata che avrà prodotto una profonda ferita nel cuore della Madre. Poi la sete del Figlio, e Lei, muta testimone della passione del Figlio, Lei che lo aveva nutrito con il suo latte, ora non può dargli nemmeno una goccia d’acqua. La sete del Figlio, è la sete della Madre addolorata. Quante carezze sul quel bel viso, e quanti baci, ora il Figlio dell’Amore è abbeverato con l’aceto, l’asprezza del liquore è memoria delle fatiche, della oblazione del Figlio alla volontà del Padre. Chinato il capo consegno lo spirito: finalmente, tutto è finito, e come è infinito l’amore di Dio, così è infinita la crudeltà dell’uomo: non bastò loro flagellarlo, sputargli in faccia, incoronarlo con una corona di spine, inchiodarlo ad una croce, insultarlo e umiliarlo denudandolo, non bastò, occorreva che si compisse la Scrittura, e si ponesse termine alle torture: “Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.”. Il Padre dona al mondo il Cuore del Figlio, dimora di misericordia e di salvezza. Ecco, per il mondo per il Sinedrio, per l’Inferno quel colpo di lancia ha posto fine alla loro crudeltà, ma non al dolore di Maria, la Madre del Figlio di Dio: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori” (Lc 2,34-35). Ora si sono compiute le Scritture.

Vangelo: Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-34: In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.  Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

La proclamazione di Maria, madre del discepolo amato - Salvatore Alberto Panimolle (Lettura Pastorale del Vangelo di Giovanni): Anche la scena rappresentata in Gv 19,25-27 è carica di simbolismo: l’elemento storico è letto e interpretato a un livello molto profondo, perché l’evangelista vede in esso un significato ecclesiologico di grande importanza: la proclama­zione di Maria, madre della chiesa. La descrizione iniziale concernente la presenza di alcune donne amiche sul calvario non lungi dal luogo dell’esecuzione (Gv 19,25), è una notizia di carattere tradizionale (Me 15,40 e par.). Nella redazione giovannea però si rilevano alcune caratteristiche di non poco conto: solo il quarto evangelista infatti menziona la madre di Gesù e il discepolo amato, informando che essi erano «presso la croce», mentre per i sinottici le pie donne stavano lontano; parimenti esistono divergenze sul numero e sul nome di queste discepole.
Ma l’elemento più significativo e caratteristico della scena in esame è rappresentato dalle parole del Cristo morente alla madre e al discepolo amato. Gesù infatti «vedendo la madre e vicino il discepolo che amava, dice alla madre: Donna, ecco tuo figlio!» (Gv 19,26). Con quest’espressione Maria è costituita madre del discepolo, il quale personificava i seguaci del Cristo, che sono oggetto del suo amore, perché osservano la sua parola (Gv 13,1.34; 14,21). Quindi Maria dal Figlio di Dio è proclamata madre della chiesa. Orienta verso tale interpreta­zione anche l’appellativo donna, rivolto da Gesù alla madre. Tale vocativo lo troviamo sulla bocca del Maestro anche in Gv 2,4.48
Con le parole al discepolo, Gesù chiarisce e ribadisce il suo pensiero: «Ecco tua madre!» (Gv 19,27). Maria è veramente la madre dei seguaci del Cristo ossia è madre della chiesa. La Vergine quindi non è solo madre di Gesù (Gv 2,lss; 19,25s), ma anche dei suoi discepoli.
Nel passo di Gv 19,26s abbiamo uno schema di rivelazione, formato di tre elementi: 1) la visione di un personaggio, 2) il dire una frase rivelatrice, 3) aperta dalla particella ecco. Esempi del genere sono costatabili in Gv l,29.35s.47. Gesù in Gv 19,26s rivela alla Vergine la sua funzione di madre della chiesa e al discepolo la sua filiazione nei confronti di Maria.
La scena in esame si conclude con la seguente osservazione dell’evangelista: «E da quell’ora il discepolo l’accolse nei propri (beni)» (Gv 19,27). Sulla croce si compie l’opera rivelatrice di Gesù, quindi la sua ora giunge alla piena rivelazione. La vergine Maria che aveva mediato la sua anticipazione simbolica a Cana (Gv 2,4ss), sul calvario assiste e partecipa alla sua consumazione. Il discepolo amato, rappresentante di tutti i credenti, è coinvolto quale attore di questa scena dell’«ora», accogliendo la madre del Cristo nel suo cuore e accettandola come sua, quale tesoro preziosissimo. L’interpretazione dell’espressione finale «élaben... eis tà idia» di Gv 19,27 è molto discussa tra gli esegeti. La maggior parte ritiene che significhi «la prese... nella propria (casa)»; invece I. de la Potterie, tra gli altri, mostra che questa locuzione deve essere tradotta così: «l’accolse nei propri (beni)» cioè «l’accolse come sua (madre)». In effetti il verbo «lambà-nein» negli scritti giovannei, quando ha per oggetto una persona, indica l’accoglienza nella linea della fede, mentre l’espressione «tà idia» significa i propri beni cioè le persone o le cose che appartengono a qualcuno (cf. Gv 1,11; 10,4; 13,1). Maria dal discepolo è accolta nel cuore come proprio bene cioè come propria madre.

Donna - Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): Donna, ecco il tuo figlio; l’appellativo «donna» non è irrispettoso sulle labbra di Gesù; esso in verità racchiude un accento dignitoso e riverente; il Salvatore usa questo appellativo con tutte le donne con le quali ha avuto un dialogo, come la samaritana, Maria Maddalena, la cananea, la donna ricurva ecc. Per tale motivo non è esatto vedere in questa designazione un immediato riferimento alla «donna» di cui parla il Protovangelo (cf. Genesi, 3,15), come pensano vari studiosi. «Ecco il tuo figlio»; queste parole pronunziate in un momento così solenne non costituiscono un semplice atto di pietà filiale di Gesù nei confronti della propria madre, ma assumono un senso più profondo; la presenza di Maria al Calvario come le parole che il Redentore le rivolge sono ordinate a illustrare un nuovo e misterioso aspetto della madre di Gesù; Cristo infatti con le espressioni «il tuo figlio» e «la tua madre» (vers. 27) intende richiamare l’attenzione sulla maternità di Maria; il discepolo amato, come Maria Santissima apprendono dalle stesse labbra di Cristo morente che tra di loro vi è un rapporto ed un vincolo di maternità e figliolanza; tale rapporto costituisce il fondamento di quella che sarà chiamata la maternità spirituale di Maria. La presenza sul Calvario e la vicinanza di Maria alla croce (cf. vers. 25: «Presso la croce di Gesù stavano sua madre...») mettono in chiara luce il posto che Maria occupa nella redenzione; questo rilievo assume ancora un significato dottrinalmente più ricco quando si pensa che i sinottici parlano delle pie donne che stavano a distanza dalla croce (cf. Mt., 27,55; Mc.,15,40; Lc., 23,49).

Ecco tua madre - Redemptoris Mater 23: Se il passo del Vangelo di Giovanni sull’evento di Cana presenta la maternità premurosa di Maria all’inizio dell’attività messianica di Cristo, un altro passo dello stesso Vangelo conferma questa maternità nell’economia salvifica della grazia nel suo momento culminante, cioè quando si compie il sacrificio della croce di Cristo, il suo mistero pasquale. La descrizione di Giovanni è concisa: “Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e li accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: - Donna, ecco il tuo figlio!-. Poi disse al discepolo: - Ecco la tua madre! -. E da quel momento il discepolo la prese con sè” (Gv 19,25-27).
Senza dubbio, in questo fatto si ravvisa un’espressione della singolare premura del figlio per la madre, che egli lasciava in così grande dolore.
Tuttavia, sul senso di questa premura il “testamento della croce” di Cristo dice di più. Gesù mette in rilievo un nuovo legame tra madre e figlio, del quale conferma solennemente tutta la verità e realtà. Si può dire che, se già in precedenza la maternità di Maria nei riguardi degli uomini era stata delineata, ora viene chiaramente precisata e stabilita: essa emerge dalla definitiva maturazione del mistero pasquale del Redentore. La madre di Cristo, trovandosi nel raggio diretto di questo mistero che comprende l’uomo - ciascuno e tutti - viene data all’uomo - a ciascuno e a tutti - come madre. Quest’uomo ai piedi della croce è Giovanni, “il discepolo che egli amava”. Tuttavia, non è lui solo. Seguendo la tradizione, il concilio non esita a chiamare Maria “Madre di Cristo e madre degli uomini”: infatti, ella è “congiunta nella stirpe di Adamo con tutti gli uomini..., anzi è veramente madre delle membra (di Cristo)..., perché coopero con la carità alla nascita dei fedeli nella chiesa”.
Dunque, questa “nuova maternità di Maria”, generata dalla fede, è frutto del “nuovo” amore, che maturo in lei definitivamente ai piedi della croce, mediante la sua partecipazione all’amore redentivo del
Figlio.

Maria e la vita pubblica di Gesù - Lumen gentium 58: Nella vita pubblica di Gesù la madre sua appare distintamente fin da principio, quando alle nozze in Cana di Galilea, mossa a compassione, indusse con la sua intercessione Gesù Messia a dar inizio ai miracoli (cfr. Gv 2 1-11). Durante la predicazione di lui raccolse le parole con le quali egli, mettendo il Regno al di sopra delle considerazioni e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cfr Mc 3,35; Lc 11,27-28), come ella stessa fedelmente faceva (cfr. Lc 2,19 e 51). Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco tuo figlio (cfr. Gv 19,26-27).

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce.
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

O Padre, che in questo sacramento
ci hai dato il pegno di redenzione e di vita,
fa’ che la tua Chiesa, con l’aiuto materno di Maria,
porti a tutti i popoli l’annunzio del Vangelo
e attiri sul mondo l’effusione del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.