19 Maggio 2019

V Domenica di Pasqua


Oggi Gesù ci dice: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.” (Vangelo).

Vangelo - Dal Vangelo secondo Giovanni 13,31-33a.34-35: Già l’Antico Testamento contemplava il precetto dell’amore del prossimo (Cf. Lv 19,18), ma Gesù gli conferisce un senso e un contenuto nuovi nell’aggiungere le parole: «Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri». Un amore totale spinto fino al dono della vita: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 13,15).

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], l’uscita di Giuda, «in balìa di Satana, segna l’inizio della passione di Cristo, quindi nella prospettiva del quarto evangelista con tale atto incomincia la glorificazione di Dio e del Figlio dell’uomo. Il traditore, istigato dal demonio, fa precipitare gli eventi e tra qualche ora farà arrestare il Maestro. Gesù è consapevole di essere giunto alla vigilia della sua morte, egli perciò si premura di spiegare agli amici il vero significato della sua dipartita da questo mondo. La sua imminente uccisione sulla croce non rappresenta una disfatta o un soccombere dinanzi alla forza dei suoi nemici, satelliti di Satana, ma costituisce il suo trionfo, la sua glorificazione, il suo ritorno in cielo» (Salvatore Alberto Panimolle).
Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, Gesù con l’inizio della sua passione incomincia ad essere glorificato dal Padre: Il Figlio sarà glorificato dal Padre quando dagli uomini sarà innalzato sul trono regale della croce. Come il serpente di bronzo fu issato sull’asta da Mosè per salvare il popolo d’Israele dai morsi velenosi dei serpenti, così il Figlio dell’uomo sarà elevato sulla croce per salvare il mondo e liberarlo dal peccato e dalla morte (Cf. Gv 3,14): da quel trono regale manifesterà in pienezza la sua divinità e inizierà ad attirare a sé tutti gli uomini (Cf. Gv 12,32). Con tale glorificazione il Figlio dell’uomo sarà rivestito di quella gloria divina che aveva presso il Padre «prima che il mondo fosse» (Gv 17,5).
Figlioli, questo termine, presente una sola volta nel quarto Vangelo, nella prima lettera di Giovanni (2,1-12.28; 3,7.18; 4,4; 5,21) è usato per indicare i cristiani. Gesù come «padre-maestro si rivolge ai suoi discepoli-figli e con affetto e passione dà loro gli insegnamenti. Il diminutivo “figlioletti”, anziché il più usuale “figli”, indica l’interesse e l’amore di chi parla o scrive verso i destinatari del suo insegnamento» (Clara Achille).
Vi do un comandamento nuovo, dopo aver preannunciato la sua imminente morte, Gesù consegna agli Apostoli il comandamento dell’amore definendolo nuovo. Nuovo perché supera il comandamento dell’amore della tradizione ebraica (Cf. Lev 19,18), nuovo perché si fonda sull’amore di Gesù.
Questo precetto è nuovo «per la perfezione a cui Gesù lo porta, e perché costituisce come il segno distintivo dei tempi nuovi, inaugurati e rivelati dalla morte di Gesù» (Bibbia di Gerusalemme).
Se Gesù ha amato i suoi amici (Cf. Gv 15,15) fino a donare, per la loro salvezza, la sua vita, così i discepoli devono amarsi gli uni gli altri: la misura dell’amore è il dono della vita, il martirio.
Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Un amore totale spinto fino al salire sulla croce a posto del fratello: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13). Le parole di Gesù - Amatevi come io vi ho amati - acquistano spessore e significato solo quando su esse si proietta la luce del Calvario. Lui, l’Innocente, ha amato fino alla follia della croce e ciò che ha valore agli occhi di Dio, in questa morte, è l’obbedienza d’amore che manifesta il sacrificio di una vita data interamente per gli altri: «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8; Cf. Rom 5,19; Lc 22,42; Gv 15,13; Eb 10,9-10). I discepoli, resi partecipi di questa morte per mezzo del battesimo (Cf. Rom 6,3-6), devono testimoniare la loro totale appartenenza al Cristo donando senza riserve la loro vita per gli altri. La carità per il cristiano non è un distintivo da appiccicare sul bavero della giacca, ma è il sigillo del Dio-Amore che marchia a fuoco il suo cuore.
Da questo tutti sapranno..., Gesù elimina ogni altro criterio di riconoscimento dei discepoli come l’osservanza di particolari leggi o riti, ponendo come solo elemento distintivo la fraternità nell’amore. Di tutto questo si avrà una comprova agli inizi della Chiesa (Cf. At 2,42-47).

Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato - Alain Marchadour (Vangelo di Giovanni): Annuncio della dipartita (vv. 31- 3 5): la gloria del Figlio (vv. 31-32). Il traditore esce e lascia Gesù con i suoi «figlioletti» (v. 33). Questo «ora» non si spiega soltanto con l’uscita di Giuda e l’arrivo dell’ora legata al suo tradimento. L’ora di Gesù significa la sua glorificazione (12,23): sulla croce, egli sarà innalzato e glorificato. In questi due versetti (vv. 31-32) il verbo «glorificare» è usato cinque volte (quattro secondo alcuni manoscritti). Tre volte la glorificazione è presentata con l’aoristo, tempo greco che esprime la puntualità, senza dubbio per indicare globalmente il percorso storico di Gesù che culmina nella passione. Il futuro usato due volte rimanda al ritorno del Figlio presso suo Padre e forse anche alla sua glorificazione negli ultimi tempi. Il titolo di Gesù «Figlio dell’uomo» ricorre soprattutto nella prima parte del vangelo: qui associa la gloria del Figlio dell’uomo con la passione.

Figlioli - Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): Figlioli, ancora per poco tempo sono con voi; «figlioli» (greco: τεκνία) è un termine caro a Giovanni per indicare i credenti (cf. 1Giov., 2,1,12,28; 3,7,18; 4,4; 5,21); questo appellativo richiama l’uso dei libri sapienziali nei quali l’espressione «mio figlio» designa il discepolo del saggio o della Sapienza (cf. Proverbi, 1,8,10,15; 2,1; 8,32; Ecclesiastico, 2,1; 3,1; 4,11 ecc.). Gesù, in quanto Maestro, chiama «figli» i propri discepoli. «Ancora per poco tempo...»; la glorificazione di Cristo richiede per i discepoli una separazione; il Maestro la predice ai suoi perché tale assenza sarà dolorosa per loro. Voi mi cercherete e... lo dico ora anche a voi; l’espressione «voi mi cercherete» sta a indicare il senso dell’abbandono che avvertono i discepoli rimasti privi del loro Maestro; l’assenza di Cristo rende più acuto il bisogno di cercarlo. Come [giàho detto ai giudei; con la glorificazione Gesù si allontana definitivamente dagli ebrei, i quali non hanno creduto (cf. Giov., 8,21); per i discepoli, invece, tale separazione durerà soltanto per breve tempo (cf. Giov., 14,2-3). In questa circostanza il Salvatore non dice di più; invece più avanti egli dichiarerà di venire a cercare i discepoli per condurli dove lui si trova (cf. 14,3). Dove vado io, voi non potete venire; cf. vers. 36; per il momento i discepoli non sono in grado di associarsi alla morte del Maestro (cf. 16,32), di conseguenza non possono nemmeno seguirlo nella gloria. In altro luogo Cristo rileva che i discepoli avevano una conoscenza ed una fede ancora imperfette (cf. 14,9)

La carità - Catechismo della Chiesa Cattolica 1822: La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio.
1823 Gesù fa della carità il comandamento nuovo. Amando i suoi “sino alla fine” (Gv 13,1), egli manifesta l’amore che riceve dal Padre. Amandosi gli uni gli altri, i discepoli imitano l’amore di Gesù, che essi ricevono a loro volta. Per questo Gesù dice: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9). E ancora: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12).
1824 La carità, frutto dello Spirito e pienezza della legge, osserva i comandamenti di Dio e del suo Cristo: “Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore” (Gv 15,9-10).
1828 La pratica della vita morale animata dalla carità dà al cristiano la libertà spirituale dei figli di Dio. Egli non sta davanti a Dio come uno schiavo, nel timore servile, né come il mercenario in cerca del salario, ma come un figlio che corrisponde all’amore di colui che “ci ha amati per primo” (1Gv 4,19): “O ci allontaniamo dal male per timore del castigo e siamo nella disposizione dello schiavo. O ci lasciamo prendere dall’attrattiva della ricompensa e siamo simili ai mercenari. Oppure è per il bene in se stesso e per l’amore di colui che comanda che noi obbediamo [...] e allora siamo nella disposizione dei figli”.
1829 La carità ha come frutti la gioia, la pace e la misericordia; esige la generosità e la correzione fraterna; è benevolenza; suscita la reciprocità, si dimostra sempre disinteressata e benefica; è amicizia e comunione: “Il compimento di tutte le nostre opere è l’amore. Qui è il nostro fine; per questo noi corriamo, verso questa meta corriamo; quando saremo giunti, vi troveremo riposo”.

… così amatevi anche voi gli uni gli altri: Caritas in veritate 2: La carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa. Ogni responsabilità e impegno delineati da tale dottrina sono attinti alla carità che, secondo l’insegnamento di Gesù, è la sintesi di tutta la Legge (cfr. Mt 22,36-40). Essa dà vera sostanza alla relazione personale con Dio e con il prossimo; è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici. Per la Chiesa - ammaestrata dal Vangelo - la carità è tutto perché, come insegna san Giovanni (cfr. 1Gv 4,8.16) e come ho ricordato nella mia prima Lettera enciclica, «Dio è carità» (Deus caritas est): dalla carità di Dio tutto proviene, per essa tutto prende forma, ad essa tutto tende. La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri - Gaudium et spes 93: I cristiani, ricordando le parole del Signore: «in questo conosceranno tutti che siete i miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri» (Gv 13,35), niente possono desiderare più ardentemente che servire con maggiore generosità ed efficacia gli uomini del mondo contemporaneo. Perciò, aderendo fedelmente al Vangelo e beneficiando della sua forza, uniti con tutti coloro che amano e praticano la giustizia, hanno assunto un compito immenso da adempiere su questa terra: di esso dovranno rendere conto a colui che tutti giudicherà nell’ultimo giorno. Non tutti infatti quelli che dicono: «Signore, Signore», entreranno nel regno dei cieli, ma quelli che fanno la volontà del Padre e coraggiosamente agiscono. Perché la volontà del Padre è che in tutti gli uomini noi riconosciamo ed efficacemente amiamo Cristo fratello, con la parola e con l’azione, rendendo così testimonianza alla verità, e comunichiamo agli altri il mistero dell’amore del Padre celeste.
Così facendo, risveglieremo in tutti gli uomini della terra una viva speranza, dono dello Spirito Santo, affinché alla fine essi vengano ammessi nella pace e felicità somma, nella patria che risplende della gloria del Signore. « A colui che, mediante la potenza che opera in noi, può compiere infinitamente di più di tutto ciò che noi possiamo domandare o pensare, a lui sia la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù, per tutte le generazioni nei secoli dei secoli. Amen» (Ef 3,20-21).

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Vangelo).
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Dio, che nel Cristo tuo Figlio rinnovi gli uomini e le cose, fa’ che accogliamo come statuto della nostra vita il comandamento della carità, per amare te e i fratelli come tu ci ami,e così manifestare al mondo la forza rinnovatrice del tuo Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo...