17 Maggio 2019


Venerdì della IV Settimana di Pasqua


Oggi Gesù ci dice: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (Gv 14,6).

Vangelo - Dal Vangelo secondo Giovanni 14,1-6: Per una migliore comprensione delle parole di Gesù il brano evangelico si può dividere in due parti. Nella prima parte vengono messi in risalto i seguenti punti: Gesù ritorna alla casa del Padre per preparare un posto ai suoi amici; Gesù tornerà dai suoi amici, dopo la sua morte, per stare insieme con loro per sempre. Nella seconda parte Giovanni vuol suggerire almeno due cose: Gesù è l’unico rivelatore del Padre; Gesù è l’unica via che conduce al Padre e in questo senso è anche l’unica via che congiunge Cielo e terra. Seguire Gesù-Via è porsi alla sua sequela, comportarsi come Lui si è comportato (Cf. 1Gv 2,6), avere i suoi stessi sentimenti (Cf. Fil 2,5) e questo è il mezzo eccellente per arrivare alla casa del Padre.

Non sia turbato il vostro cuore, la passione è imminente, Gesù ha preconizzato il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro; l’atmosfera è satura di tristezza, di domande alle quali i discepoli non sanno dare risposte convincenti, si avverte un futuro prossimo gravido di dolore e di angoscia, si respira un clima di attesa e di stupore. Le parole di Gesù ricordano le parole che Mosè, prima di morire, rivolse agli israeliti nel momento di entrare nella Terra promessa: non spaventatevi e non abbiate paura dei nemici (Dt 1,29). Qui il nemico è il mondo sottomesso a Satana (Cf. Gv 13,27; 16,33).
Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nell’espressione Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me (Credete in Dio, e credete anche in me), tra le traduzioni possibili, i due verbi (credere) possono essere tradotti con il presente indicativo: Voi credete (già) in Dio e credete anche in me.
Se così è, Gesù vuol dire ai suoi amici (Cf. Gv 15,15): voi già avete la fede, dovete semplicemente continuare a credere, non fermatevi davanti a quanto vi ho preannunziato (i due tradimenti e la sua morte) e a quelli che sto per svelarvi. Per Giovanni «la fede in Dio e in Gesù è una sola: se si scuote la fede in Dio, cede anche quella in Gesù. I discepoli sono invitati a continuare a tenersi saldi al Padre di Gesù. Gesù torna presso di Lui per preparare loro un posto» (Gianfranco Nolli).
Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Gesù non si discosta dal linguaggio comune dei suoi conterranei. Gli ebrei credono che in cielo vi siano le dimore dei giusti (Cf. Lc 16,9; Mc 10,40).
Gesù fa due promesse agli Apostoli: quella di preparare loro un posto nella casa del Padre e quella di ritornare per prenderli per sempre con lui. Anche questa promessa può avere diverse traduzioni: Gesù ritornerà alla morte di ogni singolo apostolo, giorno in cui ciascuno sarà accolto dal Signore e introdotto nella visione di Dio; oppure alla fine dei tempi (sarebbe un raro richiamo alla parusia [Cf. Gv 2, 28]); oppure dopo la morte, con la risurrezione. Probabilmente tutti e tre questi significati sono contemporaneamente presenti, secondo lo stile pregnante del quarto evangelista. Ma al di là del significato, Gesù sta assicurando ai suoi discepoli che sarà con loro e rimarrà ad essi unito «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Una promessa che si realizza nella Chiesa e soprattutto nel cuore di chi si apre a Lui, per mezzo della fede.
E del luogo dove io vado, conoscete la via, alla perplessità di Tommaso, Gesù si proclama la via, cioè l’unico mediatore per giungere al Padre. Non si può incontrare Dio e vivere in comunione con lui se non per mezzo di Gesù, in quanto è il Rivelatore definitivo che dona la vita per la salvezza del mondo.
Io sono via, la verità e la vita. Queste parola hanno valore epesegetico: come ci suggerisce Ignace de la Potterie il senso della dichiarazione di Gesù è «Io sono la via, perché sono la verità e quindi anche la vita». Gesù è la via, «cioè il mediatore verso il Padre, perché ne è la rivelazione totale, l’epifania del suo amore salvifico [aletheia = verità]», ed è la vita in quanto «comunica ai credenti la vita stessa del Padre, di cui è in pieno possesso» (A. Poppi).

Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore - La Casa del Padre è la nostra Patria: Catechismo della Chiesa Cattolica 2795: Il simbolo dei cieli ci rimanda al mistero dell’Alleanza che viviamo quando preghiamo il Padre nostro. Egli è nei cieli: questa è la sua Dimora; la Casa del Padre è dunque la nostra “patria”. Il peccato ci ha esiliati dalla terra dell’Alleanza ed è verso il Padre, verso il cielo, che ci fa tornare la conversione del cuore . Ora, è in Cristo che il cielo e la terra sono riconciliati, perché il Figlio “è disceso dal cielo”, da solo, e al cielo fa tornare noi insieme con lui, per mezzo della sua croce, della sua Risurrezione e della sua Ascensione.

Cristo ha aperto all’umanità l’accesso alla Casa del Padre: Catechismo della Chiesa Cattolica 660-661: Il carattere velato della gloria del Risorto durante questo tempo traspare nelle sue misteriose parole a Maria Maddalena: “Non sono ancora salito al Padre: ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (Gv 20,17). Questo indica una differenza di manifestazione tra la gloria di Cristo risorto e quella di Cristo esaltato alla destra del Padre. L’avvenimento ad un tempo storico e trascendente dell’Ascensione segna il passaggio dall’una all’altra.  Quest’ultima tappa rimane strettamente unita alla prima, cioè alla discesa dal cielo realizzata nell’Incarnazione. Solo colui che è “uscito dal Padre” può far ritorno al Padre: Cristo. “Nessuno è mai salito al cielo fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo” (Gv 3,13). Lasciata alle sue forze naturali, l’umanità non ha accesso alla “Casa del Padre” (Gv 14,2), alla vita e alla felicità di Dio. Soltanto Cristo ha potuto aprire all’uomo questo accesso “per darci la serena fiducia che dove è lui, Capo e Primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria”.

Io sono via - Cristo, Via vivente - André Darrieutort: Il ritorno dall’esilio è ancora soltanto una immagine della realtà definitiva. Questa è annunziata da Giovanni Battista con gli stessi termini che il Deutero-Isaia usava per il nuovo esodo: «Preparate la via del Signore» (Lc 3,4= Is 40,3). L’era messianica è infatti un nuovo esodo che, questa volta, porta effettivamente fino al riposo di Dio (Ebr 4,8 s). Gesù, nuovo Mosè, ne è la guida, l’accompagnatore, il trascinatore (Ebr 2,10s; 12,2 ss). Egli chiama gli uomini a seguirlo (Mt 4,19; Lc 9,57-62; Gv 12,35s). Dando una pregustazione del regno glorioso, la trasfigurazione illumina per un istante questa strada, ma l’annunzio della passione ricorda che bisogna prima passare per il Calvario; l’ingresso nella gloria non può avvenire se non per la via della croce (Mt 16,23; Lc 24,26; 9,23; Gv 16,28). Gesù si pone quindi risolutamente in via verso Gerusalemme, ascesa il cui termine è il suo sacrificio. Ma, a differenza dei riti antichi, questo sacrificio sfocia nel cielo stesso (Ebr 9,24) e ci apre nello stesso tempo la strada: mediante il sangue di Cristo noi abbiamo ormai accesso al vero santuario; attraverso la sua carne Gesù ha inaugurato per noi una via nuova e vivente (Ebr 10,19 ss). Negli Atti, il cristianesimo nascente è chiamato «la via» (Atti 9,2; 18,25; 24,22).
Di fatto i cristiani hanno coscienza di aver trovato la vera strada, che fino allora non era manifesta (Ebr 9,8), ma questa strada non è più una legge, bensì una persona: Gesù Cristo (Gv 14,6). In lui avviene la loro Pasqua ed il loro esodo; in lui essi devono camminare (Col 2,6), persino correre (Fil 3,12ss) seguendo la via dell’amore (Ef 5,2; 1 Cor 12,31), poiché in lui Giudei e Gentili hanno accesso, in un solo Spirito, presso il Padre (Ef 2,18).

Io sono la verità - La parola del Padre ed il Cristo-verità - Ignace De La Potterie: Per Giovanni la verità non è l’essere stesso di Dio, ma la parola del Padre (Gv 17,17; cfr. 1Gv 1,8: «la verità non è in voi» e l,10: «la sua parola non è in voi »). La parola che Cristo ha inteso dal Padre (Gv 8,26.40; cfr. 3, 33), è la verità che egli viene a «proclamare» (8,40.45 s) e a cui viene a «rendere testimonianza» (18,37; cfr. 5,33).
La verità è quindi nello stesso tempo la parola che Cristo stesso ci rivolge, e che ci porta a credere in lui (8,31s.45s). La differenza tra questa rivelazione e quella del VT è fortemente sottolineata: «La legge fu data per mezzo di Mosè; la grazia della verità ci è venuta da Gesù Cristo» (1,17), perché con lui ed in lui è apparsa la rivelazione totale, definitiva. Mentre il demonio è il padre della menzogna (8,44), Cristo invece proclama la verità» (8,45), è «pieno della grazia della verità» (1,l4). La grande novità cristiana è questa: che Cristo è egli stesso la verità (14,6): lo è non tanto perché possiede la natura divina, ma perché, Verbo fatto carne, ci rivela il Padre (1,l8). Gesù spiega il senso di questo titolo unendolo a due altri: egli è «la via, la verità e la vita»; è la via che conduce al Padre, proprio perché lui, l’uomo Gesù, in quanto verità, ci trasmette in se stesso la rivelazione del Padre (17,8.14.l7) e così ci comunica la vita divina (1,4; 3,16; 6,40.47.63; 17,2; lGv 5,l1ss). Questo titolo rivela quindi indirettamente la persona divina di Cristo; se Gesù, unico tra gli uomini, può essere per noi la verità, è per il fatto di essere nello stesso tempo la Parola, «il Verbo rivolto verso il seno del Padre» (Gv 1,18), il Figlio unigenito.

Gesù Cristo: Io sono la vita - André Alphonse A Viard e Jacques Guillet: Con la venuta del Salvatore, le promesse diventano realtà.
1. Gesù annunzia la vita. - Per Gesù, la vita è una cosa preziosa, «più del cibo» (Mt 6,25); «salvare una vita» è più importante anche del sabato (Mc 3,4 par.), perché «Dio non è un Dio di morti, ma di viventi» (Mc 12,27 par.). Egli stesso guarisce e restituisce la vita, come se non potesse tollerare la presenza della morte: se egli fosse stato presente, Lazzaro non sarebbe morto (Gv 11,15.21). Questo potere di dare la vita è il segno che egli ha potere sul peccato (Mt 9,6) e che apporta la vita che non muore, la «vita eterna» (19,16 par.; 19,29 par.). È la vera vita; si può persino dire, senz’altro, che è «la vita» (7,14; 18,8s par .... ). Per entrarvi e possederla bisogna quindi prendere la via stretta, sacrificare tutte le proprie ricchezze, persino le proprie membra e la vita presente (cfr, Mt 16,25s).
2. In Gesù è la vita. - Verbo eterno, Cristo possedeva da tutta l’eternità la vita (Gv 1,4). Incarnato, egli è «il Verbo di vita» (1Gv 1,1); dispone della vita con proprietà assoluta (Gv 5,26) e la dona in sovrabbondanza (10,10) a tutti coloro che il Padre suo gli ha dato (17,2). Egli è «la via, la verità e la vita» (14,6), «la risurrezione e la vita» (11,25). «Luce della vita» (8,12), egli dà un’acqua viva, che, in colui che la riceve, diventa «una fonte che zampilla per la vita eterna» (4,14). «Pane di vita», egli dà a colui che mangia il suo corpo di vivere per mezzo suo, come egli vive per mezzo del Padre (6,27-58). Ciò suppone la fede: «chi vive e crede in lui, non morrà» (11,25 s), diversamente «non vedrà mai la vita» (3,36); una fede che riceve le sue parole e le mette in pratica, com’egli stesso obbedisce al Padre suo, perché «il suo comando è vita eterna» (12,47-50).
3. Gesù Cristo, principe della vita. - Ciò che esige, Gesù lo fa per primo; ciò che annunzia, lo dà. Liberamente, per amore verso il Padre e verso i suoi, come il buon pastore per le sue pecore, «egli dà la sua vita» (= «la sua anima», Gv 10,11.15.17s; 1Gv 3,16). Ma lo fa «per riprenderla» (Gv 10,17s) e, dopo averla ripresa, divenuto «spirito vivificatore» (1Cor 15,45), far dono della vita a tutti coloro che credono in lui.
Gesù Cristo, morto e risorto, è «il principe della vita» (Atti 3,15), la Chiesa ha la missione «di annunziare arditamente al popolo ... questa vita» (Atti 5,20): tale è la prima esperienza cristiana.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.” (Gv 14,1).
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Padre, principio della vera libertà e fonte di salvezza, ascolta la voce del tuo popolo e fa’ che i redenti dal sangue del tuo Figlio vivano sempre in comunione con te e godano la felicità senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo..