19 Marzo 2019

San Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria


Oggi Gesù ci dice: “Ecco il servo saggio e fedele, che il Signore ha posto a capo della sua famiglia.” (Lc 12,42).

Vangelo - Dal Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24: Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto...: è giusto perché è desideroso di osservare la legge che obbligava il marito a sciogliere il matrimonio in caso di adulterio, è giusto perché vuole mitigare con la magnanimità il rigore della legge desiderando evitare di esporre la sua sposa alla pubblica diffamazione, è giusto perché accetta con gioia la volontà di Dio anche se misteriosa e umanamente inspiegabile. L’angelo pone fine ai dubbi di Giuseppe: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Nell’annuncio evangelico viene poi svelato il compito che attendeva, Giuseppe, e cioè quello d’imporre il nome al bambino e assumerne la paternità legale. La nascita di Gesù è collocata all’interno del grande disegno divino della salvezza, e si incarna nella storia umana rivelandosi tra le mura di una famiglia umile e timorata di Dio.

Giuseppe... poiché era uomo giusto... pensò di ripudiarla in segreto. Avendo notato nella promessa sposa i segni evidenti della maternità, decide di licenziarla. La decisione è motivata dal fatto che nella società ebraica «i fidanzamenti giudaici comportavano un impegno così reale che il fidanzato era già chiamato “marito” e poteva disimpegnarsi solo per mezzo di un “ripudio formale”» (Bibbia di Gerusalemme). E poiché il ripudio legale avrebbe esposto inevitabilmente Maria a pubblica diffamazione decide di licenziarla in segreto.
Maria potrebbe rivelare al suo sposo i mirabili misteri che avvenivano in Lei, ma non lo fa. Forse per pudore, ma ancora meglio per la sua umiltà. Ella infatti si ritiene, nei confronti di Dio, di essere la sua serva (Lc 1,38.48). Non può, né desidera, perciò, prevenire la volontà del suo ‘Padrone celeste’, ma lascia che Dio stesso scelga il tempo e il modo più idoneo per rivelare la sua opera agli uomini.
Giuseppe, poiché è uomo giusto, (questo significa che era abituato a scandagliare la volontà di Dio accettandola come norma di vita), certamente comprende subito di trovarsi davanti a un grande mistero. Per questo ritiene opportuno non dare alcun giudizio sulla sua promessa sposa di cui indubbiamente conosceva anche le preclari virtù.
La giustizia «di Giuseppe consiste nel fatto che egli non vuole coprire con il suo nome un bambino di cui ignora il padre, ma anche nel fatto che, per compassione, rifiuta di consegnare Maria alla procedura rigorosa della Legge (Dt 22,20s), la lapidazione» (Bibbia di Gerusalemme).
Sarà Dio stesso a dissipare ogni turbamento e dubbio dall’animo di Giuseppe. Mentre questi stava per mettere in atto la sua decisione, Dio gli invia un angelo in sogno che gli rivela tutto il mistero della maternità divina di Maria. Giuseppe non tarda ad accogliere la volontà di Dio divenendo in questo modo la «figura centrale della realizzazione della nascita “messianico davidica”: è lui il destinatario mediante il “sogno della rivelazione riguardante Gesù e il motivo della sua nascita; è lui l’ultimo della genealogia a dare “origine” giuridica del messia; è lui che, come “giusto” secondo la Legge, vorrebbe osservarla mandando via la sposa, tuttavia accoglie la “parola” di Dio che supera la Legge e la fa “adempiere” “facendo come l’angelo del Signore gli aveva comandato”» (Teodoro Pullez).

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo - Angelo Lancellotti (Matteo): vv. 18-25: Il brano, che ha per tema centrale la crisi spirituale di Giuseppe di fronte all’inspiegabile gravidanza della sua sposa-fidanzata, ci presenta lo sposo di Maria come, il testimone più autorevole del verginale concepimento del Messia. Nella narrazione che si sviluppa in tre momenti (vv. 20-21: annuncio; vv. 22-23: citazione biblica; vv. 24-25: realizzazione), si trovano gli elementi caratteristici del genere letterario degli annunci di cut è piena la Bibbia (cf Gn 17-18; Fs 3; Gdc 13; Le 1), e cioè: l’apparizione (v. 2oa), il turbamento (v. 20b), il messaggio (vv. 20-21), l’obiezione (v. 20), il «segno» e il nome (v. 21).
v. 18 si era fidanzata: nella legge giudaica, con il fidanzamento (qiddùfin) che avveniva davanti a due testimoni, il contratto matrimoniale si riteneva già stipulato, in modo che un figlio nato durante questo periodo era considerato senz’altro legittimo. Il matrimonio, però, era ritenuto civilmente incompleto se non interveniva, generalmente dopo un anno, la festa nuziale (nissù’in) con cui la sposa era introdotta nella casa di suo marito. Ciò spiega il proposito di Giuseppe di «ripudiare» la sua sposa segretamente,prima di prenderla in casa sua.
v. 19 che era giusto: non si tratta della « giustizia » che, in ossequio alle prescrizioni della Legge, avrebbe spinto Giuseppe a rimandare la sua sposa, sospettata d’infedeltà; né di quella giustizia che è bontà, la quale, per non nuocere a Maria - la cui colpevolezza non era provata né provabile - gli avrebbe suggerito di rimandarla in segreto. Con tutta probabilità siamo di fronte a quel tipo di «giustizia» propria dell’uomo pio, retto, timorato di Dio, ossequiente alla sua volontà, che fa sentire a Giuseppe, messo di fronte alla nuova situazione provocata dall’intervento soprannaturale, di non essere più al suo posto e lo spinge a trarsi in disparte.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo - Dominum et vivificantem 49: Matteo narra direttamente: “Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovo incinta per opera dello Spirito Santo” (Mt 1,18). Turbato da questo stato di cose, Giuseppe riceve durante il sonno la seguente spiegazione: “Non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,20s), perciò, la Chiesa sin dall’inizio professa il mistero dell’incarnazione, questo mistero-chiave della fede, riferendosi allo Spirito Santo. Recita il Simbolo Apostolico: “Il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine”. Non diversamente il Simbolo niceno-costantinopolitano attesta: “Per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”.
“Per opera dello Spirito Santo” si è fatto uomo colui che la Chiesa, con le parole dello stesso Simbolo, confessa essere Figlio consostanziale al Padre: “Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato”. Si è fatto uomo “incarnandosi nel seno della Vergine Maria”. Ecco che cosa si è compiuto, quando !venne la pienezza del tempo”.

Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa - Wolfgang Trilling (Vangelo secondo Matteo): Giuseppe fa come gli era stato ordinato, con semplicità e naturalezza. Con delicato e riverente rispetto non si avvicina a Maria, che ora tutti considerano sua moglie. Ella dà alla luce il bambino e Giuseppe gli impone il nome «Gesù». In tal modo il bambino è giuridicamente suo figlio, essendo inserito nella genealogia che da Davide arriva a lui, Giuseppe.
Il suo nome, che porterà per sempre e formerà un tutt’uno con il titolo messianico - Gesù Cristo, cioè Gesù Messia - sappiamo che è integrato da quello che Gesù non porterà esplicitamente, ma che esprime la sua realtà: «Dio con noi». L’ultimo versetto del Vangelo di Matteo ci rimanda a questo inizio, garantendo assolutamente e per sempre che, in Cristo, Dio è vicino e non sarà mai più «lontano» fino alla fine dei tempi: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino  alla fine del mondo» (Mt 28,20). In Gesù Cristo, Dio è vicino, è presente per sempre: noi non saremo  più soli e sperduti, «buttati là» in un’esistenza senza senso.

San Giuseppe Patrono della Chiesa del nostro tempo: Redemptoris Custos 28:  In tempi difficili per la Chiesa Pio IX, volendo affidarla alla speciale protezione del santo patriarca Giuseppe, lo dichiarò «Patrono della Chiesa cattolica» (S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus», die 8 dec. 1870: «Pii IX P. M. Acta», pars I, vol. V, 283). Il Pontefice sapeva di non compiere un gesto peregrino, perché a motivo dell’eccelsa dignità concessa da Dio a questo suo fedelissimo servo, «la Chiesa, dopo la Vergine Santa, sposa di lui, ebbe sempre in grande onore e ricolmò di lodi il beato Giuseppe, e di preferenza a lui ricorse nelle angustie» (S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus, die 8 dec. 1870: «Pii IX P. M. Acta+, pars I, vol. V, 282s).
Quali sono i motivi di tanta fiducia? Leone XIII li espone così: «Le ragioni per cui il beato Giuseppe deve essere considerato speciale Patrono della Chiesa, e la Chiesa, a sua volta, ripromettersi moltissimo dalla tutela e dal patrocinio di lui, nascono principalmente dall’essere egli sposo di Maria e padre putativo di Gesù... Giuseppe fu a suo tempo legittimo e naturale custode, capo e difensore della divina Famiglia... È dunque cosa conveniente e sommamente degna del beato Giuseppe, che, a quel modo che egli un tempo soleva tutelare santamente in ogni evento la famiglia di Nazaret, così ora copra e difenda col suo celeste patrocinio la Chiesa di Cristo» («Quamquam Pluries», die 15 aug. 1889: «Leonis XIII P. M. Acta», IX [1890] 177-179).
29. Questo patrocinio deve essere invocato ed è necessario tuttora alla Chiesa non soltanto a difesa contro gli insorgenti pericoli, ma anche e soprattutto a conforto del suo rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo e di rievangelizzazione in quei «paesi e nazioni dove - come ho scritto nell’esortazione apostolica “Christifideles Laici” - la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti», e che «sono ora messi a dura prova». Per portare il primo annuncio di Cristo o per riportarlo laddove esso è trascurato o dimenticato, la Chiesa ha bisogno di una speciale «virtù dall’alto» (cfr. Lc 24,49; At 1,8), donazione certo dello Spirito del Signore non disgiunta dall’intercessione e dall’esempio dei suoi santi.

Papa Francesco (Discorso 15 Gennaio 2015): Io amo molto san Giuseppe, perché è un uomo forte e silenzioso. Sul mio tavolo ho un’immagine di san Giuseppe che dorme. E mentre dorme si prende cura della Chiesa! Sì! Può farlo, lo sappiamo. E quando ho un problema, una difficoltà, io scrivo un foglietto e lo metto sotto san Giuseppe, perché lo sogni! Questo gesto significa: prega per questo problema! [...] Infine il Vangelo che abbiamo ascoltato ci ricorda che il nostro dovere di cristiani è essere voci profetiche in mezzo alle nostre comunità. Giuseppe ha ascoltato la voce dell’Angelo del Signore e ha risposto alla chiamata di Dio di prendersi cura di Gesù e Maria. In questo modo egli ha svolto il suo ruolo nel piano di Dio ed è diventato una benedizione non solo per la Santa Famiglia, ma per tutta l’umanità. Con Maria, Giuseppe è stato modello per il bambino Gesù mentre cresceva in sapienza, età e grazia (cfr Lc 2,52). Quando le famiglie mettono al mondo i bambini, li educano alla fede e ai sani valori e insegnano loro a contribuire al bene della società, diventano una benedizione per il mondo. Le famiglie possono diventare una benedizione per il mondo! L’amore di Dio diventa presente e attivo attraverso il modo con cui noi amiamo e le buone opere che compiamo. Così diffondiamo il Regno di Cristo nel mondo. Facendo questo, siamo fedeli alla missione profetica che abbiamo ricevuto nel Battesimo.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** Quando le famiglie mettono al mondo i bambini, li educano alla fede e ai sani valori e insegnano loro a contribuire al bene della società, diventano una benedizione per il mondo.
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di san Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua Chiesa di cooperare fedelmente al compimento dell’opera di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo...