8 Dicembre 2018

Immacolata Concezione Beata Vergine Maria


Oggi Gesù ci dice: «Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni! » (Salmo responsoriale).

Dal Vangelo Luca 1,26-38: Ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio: l’onnipotenza di Dio getta luce sul mistero dell’immacolata concezione della Beta Vergine Maria, lo illumina e lo rivela. Ci fa intuire che la Vergine Maria è stata pensata, concepita, voluta, creata da Dio per Dio. Anche noi, come Maria, siamo stati creati da Dio per Dio, come Maria, siamo stati pensati per un progetto di amore e di salvezza, come Maria, Dio Padre, in Cristo, ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità (Ef 1,3).

Rallègrati, piena di grazia - Il testo lucano è pieno di sorprese. Innanzi tutto, contrariamente alle attese popolari, la realizzazione del progetto salvifico, svelato nelle parole dell’angelo, non parte da Gerusalemme, ma da un paese sconosciuto, Nazaret, situato in una regione posta in periferia e semipagana (Cf. Mt 4,15). Ma la sorpresa più grande è che la realizzazione del progetto salvifico prevede come condizione necessaria il sì di una donna.
Il nome della donna è Maria. Il saluto che l’angelo Gabriele le rivolge esce dall’ambito di un comune saluto: «Rallègrati, piena di grazia». In egual modo, i profeti invitavano la «vergine figlia di Sion» (Is 37,22) a rallegrarsi a motivo della prossima venuta del Signore Dio in mezzo al suo popolo: «Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! [...]. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te» (Sof 3,13; Cf. Is 49,13; Gl 2,21). Un singolare accostamento: Maria è la nuova Figlia di Sion, nel cui seno, come nel Tempio, verrà a dimorare Dio stesso (Cf. v. 33: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra»). Dio «prende veramente possesso del grembo di Maria, che diviene la sua dimora vivente, quale figlia di Sion, cioè rappresentante del nuovo popolo eletto» (A. Poppi).
E ancora, a Maria, l’angelo Gabriele promette l’assistenza di Dio, la sua vicinanza, la sua forza, la sua consolazione: «Il Signore è con te». Tutto il favore di Dio è riversato su di lei, lei è la piena di grazia: Dio l’ha colmata di grazia, ella è «la “graziata”, la “gratificata” per eccellenza. L’appellativo che sta per il nome proprio fa pensare che la “grazia” fa come parte del suo essere, la possiede per sempre, fin dalla nascita» (Ortensio Da Spinetoli).
L’annunzio turba Maria in quanto decisa a rimanere vergine: «Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?». Come fa notare Giovanni Leonardi (L’infanzia di Gesù), la «più comune interpretazione tra gli esegeti cattolici è la seguente. Maria obietterebbe: “Come posso diventare madre dal momento che ho l’intenzione o il proposito di non conoscere uomo?”, cioè qualsiasi uomo, vale a dire di restare vergine. Maria cioè obietterebbe il suo proposito di castità perfetta». Tali esegeti fondano la loro tesi sul presente greco, io non conosco uomo, usato da Maria e che indica azione continua.
René Laurentin, che segue questa interpretazione, porta questa esemplificazione: «Portiamo un esempio moderno per illustrare questi due termini astratti: se qualcuno, a cui si offre una sigaretta, risponde: “non fumo”, si capisce che questo significa “io non fumo mai” e non “io non sono nell’atto di fumare”». Il proposito di restare vergine per quei tempi era qualcosa di inusitato, in quanto la verginità era equiparata alla sterilità (Cf. Gen 30,23; Gdc 11,37; 2Sam 13,20); una condizione sfavorevole, a volte intesa come castigo di Dio, che poneva la donna agli ultimi gradini della società civile. Una donna senza figli era una donna in balia di tutti soprattutto se alla sterilità si assommava la disgrazia della vedovanza. Ma da molte testimonianze storiche si evince che nell’antichità la verginità era anche praticata: per esempio, gli Esseni di Qumran si astenevano dall’uso matrimoniale, vivendo praticamente come celibi, per conservare la purità legale, in vista dell’avvento del Regno di Dio.
Maria è pronta a fare la volontà di Dio, ma non sa come conciliare la verginità con la maternità: praticamente, come una vergine può essere madre senza conoscere uomo?
Se «Dio le ha ispirato di rimanere vergine, Dio le domanda oggi di diventare madre: Dio non si contraddice. Ma bisognava forse che, accettando un tempo di restare vergine, essa rinunciasse ad essere madre per poterlo diventare oggi. Come fu necessario che Abramo, perché potesse effettivamente diventare il padre di una posterità numerosa come le stelle del cielo e l’arena del mare, rinunciasse, accettando di immolarlo, all’unico figlio, sul quale riposavano le promesse divine... Ma tale è la legge stessa dell’ordine soprannaturale: che la vita nasca dalla morte, che solo salvi la sua vita colui che accetta di perderla, in altri termini, che l’uomo non possieda mai se non ciò che ha donato» (S. Lyonnet). Maria, comunque, decide di fidarsi di Dio; infatti, la risposta dell’angelo dissipa ogni dubbio, «nulla è impossibile a Dio».
Lo Spirito Santo ti coprirà con la sua ombra: una promessa dalla quale si evince che ora, ante tempus, in Maria si realizza una parola del Cristo: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che [...] dimora presso di voi e sarà in voi» (Gv 14,16-17).
Maria sarà adombrata dallo Spirito Santo. In Esodo 40,35 il verbo adombrare indica la nube che fa ombra sopra il Tabernacolo e simboleggia la gloria di Dio che riempie la Dimora. Su Maria scenderà lo Spirito Santo e questo non significa che lo Spirito Santo sarà il padre biologico del bambino, ma la nascita di quest’ultimo sarà il risultato di un’azione miracolosa della potenza divina. Al dire di P. Benoit, l’angelo «insinua chiaramente che lo Spirito Santo svolgerà il ruolo di principio creatore e produrrà la vita nel seno di Maria. Ciò che lo Spirito, questo soffio creatore, fa sin dalle origini del mondo, lo farà nel seno di Maria producendo una concezione verginale». Questa azione divina è allo stesso tempo una chiara attestazione della divinità del Bambino: «Colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio».
Ed ecco, Elisabetta..., Maria crede per fede, non per il segno che le viene dato. La sua fede è fondata sulla certezza che Dio è fedele alle sue promesse e che la parola di Dio, in ordine alla salvezza, è «viva ed efficace» (Eb 4,12).
Con un atto di obbedienza e di fede da parte di Abramo era iniziata la storia della salvezza (Cf. Gen 12,1ss), ora è arrivata al suo pieno compimento nell’umiltà, nell’obbedienza e nella fede di una Vergine: «avvenga per me secondo la tua parola».

L’immacolata concezione: CCC 490-493: Per essere la Madre del Salvatore, Maria «da Dio è stata arricchita di doni degni di una così grande missione». L’angelo Gabriele, al momento dell’annunciazione, la saluta come «piena di grazia» (Lc 1,28). In realtà, per poter dare il libero assenso della sua fede all’annunzio della sua vocazione, era necessario che fosse tutta sorretta dalla grazia di Dio. Nel corso dei secoli la Chiesa ha preso coscienza che Maria, «colmata di grazia» da Dio, era stata redenta fin dal suo concepimento. È quanto afferma il dogma dell’immacolata concezione, proclamato da papa Pio IX nel 1854: «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale». Questi «splendori di una santità del tutto singolare» di cui Maria è «adornata fin dal primo istante della sua concezione» le vengono interamente da Cristo: ella è «redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo». Più di ogni altra persona creata, il Padre l’ha «benedetta con ogni benedizione spirituale, nei cieli, in Cristo» (Ef 1,3). In lui l’ha scelta «prima della creazione del mondo, per essere» santa e immacolata «al suo cospetto nella carità» (Ef 1,4). I Padri della Tradizione orientale chiamano la Madre di Dio «la Tutta Santa» (Παναγι´ αν), la onorano come «immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa una nuova creatura». Maria, per la grazia di Dio, è rimasta pura da ogni peccato personale durante tutta la sua esistenza.

Maria, Madre amatissima: Lumen gentium 53: All’annuncio dell’angelo la vergine Maria accolse nel suo cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò al mondo la vita; perciò viene riconosciuta e onorata come vera Madre di Dio e del Redentore. Redenta in modo ancor più sublime in considerazione dei meriti del suo Figlio, e a lui unita da stretto e indissolubile vincolo, riceve l’altissima funzione e dignità di Madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e dimora dello Spirito Santo. Per questo dono straordinario di grazia precede di gran lunga tutte le altre creature celesti e terrestri; ma allo stesso tempo resta congiunta, nella razza di Adamo, con tutti gli uomini bisognosi di essere salvati; anzi è «veramente madre delle membra (di Cristo)… perché col suo amore ha cooperato a far nascere nella Chiesa i fedeli che di quel capo sono le membra». Perciò è riconosciuta anche come membro sovreminente e singolarissimo della Chiesa, sua figura (typus) e modello eccellentissimo nella fede e nella carità. Ammaestrata dallo Spirito Santo, la Chiesa cattolica la venera con affetto e filiale pietà, quale madre amatissima.

Ti seguiamo, Vergine Immacolata, attratti dalla tua santità: Giovanni Paolo II: (Angelus, 8 dicembre 2002): Con la recita dell’“Angelus”, ogni giorno per ben tre volte torniamo a ripetere: “Et Verbum caro factum est - Il Verbo si è fatto carne”. Nel tempo di Avvento queste parole evangeliche assumono un significato ancor più intenso, poiché la liturgia ci fa rivivere il clima dell’attesa dell’Incarnazione del Verbo. Per questo l’Avvento offre il contesto ideale alla solennità di Maria Immacolata. L’umile fanciulla di Nazaret, che con il suo ‘sì’ all’angelo ha mutato il corso della storia, è stata preservata da ogni macchia di peccato sin dal suo concepimento. A beneficiare dell’opera della salvezza compiuta da Cristo è stata per prima proprio Lei, prescelta sin dall’eternità per esserne la madre. Per tale ragione, quest’oggi i nostri occhi restano fissi sul mistero della sua Immacolata Concezione, mentre il cuore si apre ad un corale cantico di ringraziamento. La liturgia pone in evidenza i prodigi che Iddio ha compiuto attraverso di Lei: “La gioia che Eva ci tolse, ci rendi nel tuo Figlio, e dischiudi il cammino verso il regno dei cieli” (Inno delle Lodi). Al tempo stesso siamo invitati ad imitarLa: Maria è piaciuta a Dio per la sua docile umiltà. Al messo celeste ha risposto: “Ecce Ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum” (Lc 1,38). “Eccomi, sono la serva del Signore”! È con queste stesse interiori disposizioni che i credenti sono chiamati ad accogliere la volontà divina in ogni circostanza. “Ti seguiamo, Vergine Immacolata, attratti dalla tua santità” (Antifona delle Lodi). Così quest’oggi ci rivolgiamo a Maria, consapevoli sì della nostra debolezza, ma certi del suo materno e costante aiuto.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** «Insegnaci, Maria, a credere, a sperare e ad amare con Te; indicaci la via che conduce alla pace, la via verso il regno di Gesù. Tu, Stella della speranza, che trepidante ci attendi nella luce intramontabile dell’eterna Patria, brilla su di noi e guidaci nelle vicende di ogni giorno, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen!.» (Benedetto XVI,  Discorso,  8 dicembre 2007).
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo...