17 Ottobre 2018

Mercoledì XXVIII Settimana T. O


Oggi Gesù ci dice: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono.” (Gv 10,27 - Acclamazione al Vangelo). 

Dal Vangelo secondo Luca 11,42-46: Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio: l’accento della condanna è posto sullo stridente e inammissibile contrasto tra ciò che è essenziale e ciò che è marginale. I farisei preferendo le cose assolutamente marginali finivano per ignorare quelle essenziali e che veramente contano, come la giustizia e l’amore di Dio. Una miopia religiosa che sprofonda nella vanità, e fa assomigliare le guide spirituali a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume (Mt 23,27). I farisei si erano rinchiusi nel loro modo di vedere e di concepire la salvezza e interpretando arbitrariamente la Legge non erano riusciti a capire che le pratiche esteriori possono trovare un senso solo se alla forma si aggiunge la disposizione intima di aprire il cuore alla volontà di Dio.

Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta...: Catechismo degli Adulti (156): Gesù riprende e concentra tutta la Legge nei due comandamenti dell’amore di Dio e del prossimo, tra loro intimamente congiunti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,37-40). Le norme particolari sono più o meno importanti secondo che più o meno si avvicinano al cuore della Legge. «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!» (Mt 23,23-24).

Lo zelo religioso - Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 579-580: Il principio dell’integralità dell’osservanza della Legge, non solo nella lettera ma nel suo spirito, era caro ai farisei. Mettendolo in forte risalto per Israele, essi hanno condotto molti Ebrei del tempo di Gesù a uno zelo religioso estremo. E questo, se non voleva risolversi in una casistica “ipocrita”, non poteva che preparare il Popolo a quell’inaudito intervento di Dio che sarà l’osservanza perfetta della Legge da parte dell’unico Giusto al posto di tutti i peccatori
L’adempimento perfetto della Legge poteva essere soltanto l’opera del divino Legislatore nato sotto la Legge nella Persona del Figlio. Con Gesù, la Legge non appare più incisa su tavole di pietra ma scritta nel “cuore” (Ger 31,33) del Servo che, proclamando “il diritto con fermezza” (Is 42,3), diventa l’“Alleanza del Popolo” (Is 42,6). Gesù compie la Legge fino a prendere su di sé “la maledizione della Legge” (Gal 3,13), in cui erano incorsi coloro che non erano rimasti fedeli “a tutte le cose scritte nel libro della Legge” (Gal 3,10); infatti la morte di Cristo intervenne “per la redenzione delle colpe commesse sotto la Prima Alleanza” (Eb 9,15).

... lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio...: Catechismo degli Adulti (1088): Dio vuole innanzitutto cambiare il cuore dell’uomo, ma, a partire dal cuore, vuole rinnovare anche la società. È il liberatore degli oppressi: protegge i poveri, gli stranieri, gli orfani, le vedove; vuole giustizia e solidarietà. Chiede ai credenti di non separare la pratica religiosa dall’impegno sociale. «Io detesto, respingo le vostre feste e non gradisco le vostre riunioni... Lontano da me il frastuono dei tuoi canti: il suono delle tue arpe non posso sentirlo! Piuttosto scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (Am 5,21.23-24). «Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo?» (Is 58,6-7). Il Messia sarà mandato a portare una nuova esperienza di Dio, ma con essa anche il disarmo, la giustizia per i poveri, la prosperità e la pace.

Guai a voi, farisei…: Carlo Ghidelli (Luca): La prima serie di Guai è rivolta ai farisei, per stigmatizzare alcuni loro atteggiamenti ipocriti e antievangelici.
Perché pagate la decima...: il primo atteggiamento da smantellare consiste nella precisione e prontezza a pagare tutte le tasse prescritte dalla legge, cui però si accompagna la prontezza a disattendere i sacrosanti diritti della giustizia e le impreteribili esigenze dell’amore. Notiamo che Luca sostituisce giustizia e amore di Dio all’espressione di Matteo la giustizia e la misericordia e la fedeltà (23,23). Questi per Matteo sono i punti più gravi della Legge (ibid.), quelli per Luca sono la quintessenza dell’evangelo di Gesù.
perché amate il primo posto...: il secondo atteggiamento che Gesù non può sopportare consiste nella ricerca dei primi posti (cfr 20,45-47). Di fronte a Dio esiste una gerarchia segreta, stabilita non in base alla stima ufficialmente riconosciuta a ciascuno, ma in base a ciò che veramente vale dinnanzi a Dio.
perché siete come i sepolcri...-. Mt 23,27 oppone la bellezza esteriore dei sepolcri alla loro impurità interiore. Luca invece insiste di più sul fatto che questa impurità rimane ignota agli uomini (emerge ancora l’ipocrisia dei farisei che fanno di tutto per dissimulare la loro vera situazione) e perciò può contaminare quanti la avvicinano. C’è un’epidemia del male che è assai più pericolosa e più facilmente trasmissibile che non quella del bene.

Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo - Bibbia di Navarra (I Quattro Vangeli): Secondo l’antica Legge chi avesse toccato un sepolcro restava impuro per sette giorni (Nm 19,16); poteva tuttavia accadere che col passare del tempo, a causa del terreno accumulatosi e dell’erba che lo ricopriva, il sepolcro non fosse più visibile e pertanto vi si passasse sopra. Il Signore si serve di questa comparazione per smascherare l’ipocrisia dei suoi interlocutori: osservano i più infimi particolari, ma trascurano i doveri fondamentali: la giustizia e l’amore di Dio (v. 42). Puri esteriormente, ma al tempo stesso col cuore ricolmo di malizia e di putredine (v. 39), fingono di sembrare giusti e, poiché vivono di apparenze, si preoccupano di coltivarle. Sanno che la virtù è motivo di onore e si affannano a simularla (v. 43); detto altrimenti, la loro vita è caratterizzata dalla doppiezza e dall’inganno.

Intervenne uno dei dottori della Legge - Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): Allora un dottore della legge prese a dirgli; è una sutura redazionale che serve ad unire le due parti del discorso … Maestrotuparlando cosìoffendi anche noi; i dottori della legge, dei quali l’interlocutore si rende interprete, erano i dirigenti e le guide religiose della setta dei Farisei; essi quindi, avendo sentito le invettive rivolte da Gesù ai loro discepoli, si sentirono vivamente colpiti nel proprio orgoglio e riputazione.
Ed egli rispose; nella seconda parte, come si è già rilevato, non sono riportati soltanto i duri rimproveri che il Salvatore pronunziò contro i dottori della legge, ma anche quelli rivolti contro gli Ebrei in genere. Le invettive che toccano direttamente i legisti sono riferite nel presente vers. e nel vers. 52, cioè all’inizio e alla fine della seconda parte del discorso. Dei carichi insopportabili; letteralmente: dei pesi importabili; l’espressione ha valore metaforico, perché designa le osservanze minuziose ed ingombranti che questi dottori imponevano alla gente con le loro sottigliezze e cavilli giuridici. Non le toccate neppure con un dito; Luca si esprime con una punta d’ironia più sottile e penetrante di quella di Matteo («ma si rifiutano di muoverli con il loro dito», Mt.,23,4), poiché il verbo greco προσψαύετε significa: non li avvicinate neppure con una delle vostre dita; oppure, come diremmo noi: non li toccate nemmeno con la punta del dito.

Richard Gutzwiller (Meditazioni su Luca): Le dichiarazioni finora fatte da Gesù avevano un contenuto più positivo. Le sue spiegazioni sul parlare a Dio nella preghiera e sul parlare di Dio nella parola formavano il contenuto essenziale. Seguono alcune dichiarazioni più negative, di condanna del falso comportamento dei farisei e degli scribi. Il Signore comincia dai farisei.
1. Il falso comportamento - Essi danno troppa importanza all’esterno e trascurano l’interno. Perciò mettono l’accento sull’importanza delle abluzioni rituali e trascurano l’interiore purezza del cuore. Essi sono esteriormente coscienziosi nel pagare le decime. Ma la loro coscienza con la massima facilità passa sopra agli obblighi interiori della giustizia. Essi vogliono avere esteriormente i migliori posti ed essere onorati, ma interiormente non sono affatto esemplari. La loro impurità interiore è camuffata e nascosta all’esterno, come capita ai sepolcri che non sono riconoscibili all’esterno, ma che tuttavia sono all’interno pieni di marciume. Questo fare-come-se, questo apparire a cui non corrisponde l’essere, questa maschera di pietà dietro cui si nasconde il volto dell’egoismo, ripugna profondamente a Gesù. Perciò chiama le cose col loro nome, inesorabilmente. L’indifferenza e perfino l’estrema trasgressione dei precetti, in coloro che sono coscienti di essere indifferenti e di far del male, sono meno cattive e meno pericolose dell’esteriore adempimento dei precetti religiosi, fatto con un cuore che in fondo non si cura della volontà di Dio, e cerca non l’onore di Dio, ma la gloria personale, non il regno di Dio, ma la propria glorificazione, non la volontà di Dio, ma la propria volontà.
2. Il retto comportamento - Questo non significa affatto che Gesù si disinteressi delle cose e dei precetti esteriori. Quello che egli chiede è espresso chiaramente con le parole: «queste cose bisognava curare senza trascurare le altre». Tutte e due sono cose necessarie. In prima linea, l’interno. Gesù vi mette l’accento con chiarezza: chi trascura l’interno e non si cura prima di tutto di ciò che è nel cuore, ha un vaso senza contenuto, una buccia senza polpa, un abito senza corpo, un corpo senz’anima. Una pietà vuota, una religiosità inaridita e mummificata. D’altra parte è illusione ed arroganza credere che basti solo l’interno, e perciò trascurare tutto l’esterno. L’uomo è composto di anima e di corpo. E quindi anche le cose esteriori hanno importanza per il suo interno. Inoltre tutto l’uomo con tutto il suo agire appartiene a Dio. Così quando ci segniamo con l’acqua santa, questo simbolo esteriore dell’interna purificazione ha il suo significato. Quando noi osserviamo il digiuno, evidentemente, per sé, importa poco a Dio che noi mangiamo e che cosa mangiamo. Ma per il comportamento interiore non è indifferente che noi manteniamo o meno questa disciplina esteriore. Quando la Chiesa ci prescrive di prendere determinati atteggiamenti nella preghiera liturgica ha uno scopo. L’atteggiamento esteriore è di aiuto all’interiore disposizione e l’aver riguardo all’ambiente è una questione di correttezza, che non può lasciare indifferente nessuno. O quando in determinati tempi e in determinati luoghi si esige il silenzio, esso ha la sua importanza per il silenzio interiore. Un uomo che passi sopra a tutte le prescrizioni e a tutti gli usi esterni, vive nell’illusione, manca di correttezza e di subordinazione nei riguardi di Dio. Così secondo il comando del Signore, l’interno e l’esterno devono legarsi insieme. La purezza esteriore deve essere di aiuto alla purezza interiore ed insieme esserne l’espressione; lo stesso si dica dell’ordine esteriore e dell’esteriore comportamento. Bisogna dare la massima importanza al sentimento interiore. Ma non bisogna tralasciare l’esteriore come privo d’importanza. Fare la prima cosa e farla prima di tutto; ma non bisogna mettere da parte la seconda. Solo questo atteggiamento corrisponde allo spirito e alla parola del Signore.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** La purezza esteriore deve essere di aiuto alla purezza interiore ed insieme esserne l’espressione; lo stesso si dica dell’ordine esteriore e dell’esteriore comportamento.  
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Dio onnipotente ed eterno, che nel sacrificio dei martiri edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo, fa’ che la gloriosa passione che meritò a sant’Ignazio una corona immortale, ci renda sempre forti nella fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo..