13 Ottobre 2018
  
Sabato XXVII Settimana T. O


Oggi Gesù ci dice: “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.” (Lc 11,28 - Acclamazione al Vangelo). 

Dal Vangelo secondo Luca 11,27-28: Il racconto evangelico vuol suggerire che la generazione secondo la carne non può salvare, non è sufficiente avere Abramo per padre. Ci si può salvare soltanto ascoltando il Figlio dell’uomo e la sua parola. Maria, la Madre di Gesù, è beata perché ha custodito la Parola nella mente, nel cuore, l’ha portata nel suo purissimo grembo per generalo e offrirlo a Dio come vittima soave e gradita  per la salvezza del mondo. Già Elisabetta (8,15.21) aveva proclamato beata la madre del Signore per aver creduto nell’adempimento delle parole del Signore. La Vergine Maria ha ascoltato la Parola e l’ha messa in pratica, diventando così modello per tutti i credenti: “Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine quella perfezione, che la rende senza macchia e senza ruga [cfr. Ef 5,27], i fedeli del Cristo si sforzano ancora di crescere nella santità per la vittoria sul peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti” (LG 65).

Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): Una donna... gli disse; Matteo e Marco, dopo l’eloquente accenno al ritorno dello spirito immondo, con il quale il Salvatore ammonisce gli Ebrei (Scribi e Farisei) di non rifiutare il suo aiuto per non cadere sotto il dominio tirannico di Satana, narrano la venuta dei parenti del Maestro e la dichiarazione che egli, in quella stessa occasione, ha fatto per designare coloro che ritiene suoi veri parenti (cf. Mt., 12,46-50; Mc., 3,31-35; Lc., 8,19-20). Luca invece, avendo già descritto questa scena, inserisce nell’attuale contesto un episodio analogo ad essa, cioè quello della donna che proclama beata la madre del Redentore. Beato il seno che ti ha portato...; la donna dichiara fortunata la madre che ha generato ed allattato Gesù. L’espressione di questa donna, presa da profonda ammirazione per le parole e le opere del Maestro, rivela in modo trasparente sentimenti di una delicata sensibilità femminile e di un sincero compiacimento materno; nell’ebraismo la maternità costituiva una segnalata benedizione di Dio ed un motivo di gioioso orgoglio per la donna.
Beati piuttosto coloro...; il Salvatore non rigetta il complimento rivoltogli dalla donna, ma preferisce correggerlo indicando alla folla una prospettiva religiosa superiore: la semplice parentela umana non ha importanza per lui; invece gli è cara, poiché ha sommo valore religioso, la parentela spirituale che consiste nell’ascoltare e praticare la parola di Dio. La parola di Dio: espressione preferita dal terzo evangelista; gli altri due Sinottici nel testo parallelo hanno: «la volontà di Dio». L’episodio, che ha una sua particolare suggestività, è riferito unicamente da Luca; questo scrittore, come già sappiamo, ama segnalare la presenza delle donne ed i loro sentimenti pieni di benevola attenzione e di delicatezza verso il Maestro.

Mentre Gesù parlava: Redemptoris Mater 20: Il Vangelo di Luca registra il momento in cui “una donna alzo la voce di mezzo alla folla e disse”, rivolgendosi a Gesù: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!” (Lc 11,27). Queste parole costituivano una lode per Maria come Madre di Gesù secondo la carne. La Madre di Gesù non era forse conosciuta personalmente da questa donna; infatti, quando Gesù iniziò la sua attività messianica, Maria non lo accompagnava e continuava a rimanere a Nazaret. Si direbbe che le parole di quella donna sconosciuta l’abbiano fatta in qualche modo uscire dal suo nascondimento. Attraverso quelle parole è balenato in mezzo alla folla, almeno per un attimo, il vangelo dell’infanzia di Gesù. È il vangelo in cui Maria è presente come la madre che concepisce Gesù nel suo grembo, lo dà alla luce e lo allatta maternamente: la madre-nutrice, a cui allude quella donna del popolo. Grazie a questa maternità, Gesù - figlio dell’Altissimo (cfr. Lc 1,32) - è un vero figlio dell’uomo. È “carne”, come ogni uomo: è “il Verbo (che) si fece carne” (cfr. Gv 1,14). È carne e sangue di Maria! Ma alla benedizione, proclamata da quella donna nei confronti della sua genitrice secondo la carne, Gesù risponde in modo significativo: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano” (Lc 11,28). Egli vuole distogliere l’attenzione dalla maternità intesa solo come un legame della carne, per orientarla verso quei misteriosi legami dello spirito, che si formano nell’ascolto e nell’osservanza della parola di Dio.

Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!: Giovanni Paolo II (Omelia, 5 aprile 1987): Così Gesù volle elogiare sua Madre, per il sacrificio silenzioso della sua vita, piena di immenso amore, di servizio incondizionato al disegno divino della salvezza. Egli ce l’ha lasciata come modello di accettazione e di perfetto compimento della volontà di Dio. Nella vita di Maria, di madre e di sposa, impariamo che nella normalità quotidiana dei nostri doveri familiari e sociali compiuti con molto amore, possiamo e dobbiamo raggiungere la santità cristiana. Il Concilio Vaticano II ha voluto ricordare tale valore santificante presente nelle realtà quotidiane per tutti i cristiani, in qualsiasi compito, indicando, riferendosi ai laici, che “tutte infatti le loro opere, le preghiere e le iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e persino le molestie della vita, se sono sopportate con pazienza diventano spirituali sacrifici, graditi a Dio per Gesù Cristo” (Lumen Gentium, 34).

Maria e la vita pubblica di Gesù - Lumen gentium 58 - Nella vita pubblica di Gesù la madre sua appare distintamente fin da principio, quando alle nozze in Cana di Galilea, mossa a compassione, indusse con la sua intercessione Gesù Messia a dar inizio ai miracoli (cfr. Gv 2,1-11). Durante la predicazione di lui raccolse le parole con le quali egli, mettendo il Regno al di sopra delle considerazioni e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cfr Mc 3,35; Lc 11,27-28), come ella stessa fedelmente faceva (cfr. Lc 2,19 e 51). Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco tuo figlio (cfr. Gv 19,26-27).

Maria: Beata colei che ha creduto: Catechismo della Chiesa Cattolica 148-149: La Vergine Maria realizza nel modo più perfetto l’obbedienza della fede. Nella fede, Maria accolse l’annunzio e la promessa a Lei portati dall’angelo Gabriele, credendo che “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37), e dando il proprio consenso: “Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Elisabetta la salutò così: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45).  Per questa fede tutte le generazioni la chiameranno beata. Durante tutta la sua vita, e fino all’ultima prova, quando Gesù, suo Figlio, morì sulla croce, la sua fede non ha mai vacillato. Maria non ha cessato di credere «nell’adempimento» della Parola di Dio. Ecco perché la Chiesa venera in Maria la più pura realizzazione della fede.

Parola di Dio - Bruno Maggioni: “Parola di Dio” nel linguaggio biblico e cristiano può applicarsi a realtà differenti, non però prive di profonde analogie fra loro. Parola di Dio è la creazione: il cielo e la terra narrano la gloria di Dio, si legge nel Salmo 19. Parola di Dio è la rivelazione di Dio al suo popolo: una rivelazione fatta di gesti e di parole. Parola di Dio è Gesù Cristo, Parola da sempre presso Dio (Gv 1,1), Parola fatta carne (Gv 1,14). Parola di Dio è la predicazione del Vangelo che avviene nella Chiesa. Parola di Dio, è la Scrittura, l’insieme degli scritti ispirati nei quali si è sedimentata la rivelazione di Dio.
Un passo biblico che sintetizza i molti aspetti dell’intero cammino della Parola è il prologo della Lettera agli Ebrei (1,1-3): “Dio, che nel tempo antico ha parlato molte volte e in molte maniere ai padri e ai profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi nel Figlio”. La Parola di Dio discende da una gratuita e libera iniziativa di Dio stesso (“Dio ha parlato”): la Parola che Dio rivolge all’uomo è un puro dono della sua grazia. La Bibbia si serve di diverse locuzioni per esprimere il manifestarsi di Dio, ma la più frequente è la parola (“Dio ha parlato”). Per la Bibbia Dio lo si può ascoltare, non vedere. L’atteggiamento fondamentale dell’uomo davanti a Dio è l’ascolto (Dt 6,4; Mc 12,2930). Sottolineare che Dio ha parlato non significa sottovalutare la sua azione nella storia. Dio parla e agisce. Parola e azione sono intimamente collegate. Tanto più che il termine ebraico dabar può significare sia parola, sia cosa o fatto. Per la Bibbia la parola è insieme noetica e dinamica, agisce e interpreta. La parola che Dio comunica all’uomo non è atemporale, né immediatamente rivolta a ciascuno, ma storica e mediata: Dio ha parlato in tempi determinati e conclusi (il verbo “parlare” è al tempo aoristo: vv. 1-2) e attraverso dei mediatori (i profeti e il Figlio). E si tratta di una parola pubblica, rivolta “ai padri e a noi”, non un sapere segreto e riservato. Dio ha parlato “molte volte” e in “molte maniere”: diversi sono i tempi e le circostanze, diversi gli strumenti espressivi e i mediatori. La parola di Dio è profondamente unitaria. È sempre il medesimo Dio che parla, e le molte volte e le molte maniere sono frammenti complementari di un unico discorso, incamminato verso un compimento, che è il “Figlio”. Le molte parole della rivelazione antica si unificano e trovano il loro senso definitivo nell’ultima e conclusiva Parola: “la Parola fatta carne” (Gv 1,14).
Fin qui il prologo della Lettera agli Ebrei. Se allarghiamo il discorso all’intera Bibbia, allora si comprende che Dio parla per manifestare se stesso: “Così saprete che io sono il Signore” (Es 10,2). La prima direzione della  Parola è teologica. Dio interviene e parla non soltanto per farsi conoscere, ma per salvare. La seconda direzione della Parola di Dio è la salvezza. La terza direzione è la Legge/Torà: con la sua Parola Dio manifesta a Israele la sua volontà. Infine, la quarta direzione della Parola è la promessa. Gesti e parole di Dio sono sempre aperti sul futuro. La Bibbia ripete spesso che la Parola di Dio è fedele: mantiene sempre ciò che promette.

Importanza della sacra Scrittura per la Chiesa - Dei Verbum Capitolo VI, 21: La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. È necessario dunque che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra Scrittura. Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell’anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale. Perciò si deve riferire per eccellenza alla sacra Scrittura ciò che è stato detto: “viva ed efficace è la parola di Dio” (Eb 4,12), “che ha il potere di edificare e dare l’eredità con tutti i santificati” (At 20,32; cfr. 1 Ts 2,13).

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.” (Lc 11,28).
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo...