12 Ottobre 2018
Venerdì XXVII Settimana T. O
Oggi Gesù ci dice: “Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me. ” (Gv 12,31b-32 - Acclamazione al Vangelo).
Dal Vangelo secondo Luca 11,15-26: In attesa del giorno del giudizio i demoni godono una certa libertà nella loro azione sulla terra (Ap 9,5), preferendo prendere possesso degli uomini (Mt 12,43-45), o tentandoli per sviarli dallo loro retta via. Nella sacra Scrittura, la possessione è accompagnata spesso da una malattia, poiché questa, a titolo di conseguenza del peccato (Mt 9,2), è un’altra manifestazione dell’azione di Satana (Lc 13,16). Così gli esorcismi del Vangelo avvengono spesso in forma di guarigione (Mt 9,32-34; 12,22-24; 17,14-18; Lc 13,10-17). Con il suo potere sui demoni Gesù distrugge l’impero di Satana (Mt 12,28; Lc 10,17-19; cfr. Lc 4,6; Gv 12,31) e inaugura il regno messianico, di cui lo Spirito Santo è la promessa caratteristica (cfr. Is 11,2; Gl 3,1s). Il potere di esorcizzare i demoni, Gesù lo comunica ai suoi discepoli insieme con il potere delle guarigioni miracolose (Mt 4,24; 8,3.16; 10,1; Lc 13,32).
Guarigione di un muto indemoniato - Angelico Poppi (I Quattro Vangeli): Matteo e Luca agganciano le calunnie degli avversari alla guarigione di un muto. Per Matteo era anche cieco, ciò che mette in rilievo la grandezza del miracolo. Siccome il mutismo veniva attribuito all’azione del demonio, la guarigione è considerata un esorcismo.
Gesù alleato di Satana?
Marco riporta la controversia dopo la scelta dei Dodici (3,22-27). Luca dipende dalla fonte Q. La guarigione del muto, non menzionata da Marco. aveva offerto ai detrattori di Gesù l’appiglio per farlo passare come alleato di Beelzebul, il capo dei demoni: una calunnia insolente.
v. 15 Mentre Marco parla di scribi venuti da Gerusalemme e Matteo di farisei, Luca con i pronomi «alcuni» (v. 15) e «altri» (v. 16) intende riferirsi ai giudei in generale. Il primo gruppo (alcuni) attribuisce gli esorcismi di Gesù a una virtù magica, dovuta alla sua connivenza con Beelzebul.
v. 16 Luca inserisce il secondo gruppo (altri) per preparare il brano 29-32. Per costoro l’esorcismo nasconde un semplice trucco e perciò esigono come convalida un segno più straordinario, di ordine superiore.
vv. 17-18 Gesù possiede una conoscenza soprannaturale, che gli consente di penetrare nel pensiero degli avversari. Egli passa al contrattacco con una triplice argomentazione. In primo luogo, se Satana è diviso contro se stesso, significa che il suo regno sta per crollare, come avviene nelle guerre civili, quando gli edifici devastati crollano gli uni sugli altri. Le controdomande di Gesù nei vv. 18 e 19 rientrano nella tecnica della disputa rabbinica.
vv. 19-20 Come secondo argomento, Gesù si richiama all’attività esorcistica degli ebrei (= vostri figli. Un semitismo per indicare i membri aderenti a un gruppo). Costoro erano consci che non si poteva scacciare i demoni senza l’aiuto divino, ottenuto con preghiere prolungate e digiuni. Tuttavia, Gesù non si accomuna con questi esorcisti di professione, ma con una sentenza d’impronta apoftegmatica si rivendica un potere che gli deriva direttamente da Dio (v. 20). L’espressione «Dito di Dio» designa la «potenza divina» (cf. Es 8,15: Dt 9,10; Sal 8,4); è un’espressione arcaica e rara nell’Antico Testamento, che Matteo sostituisce con «lo Spirito di Dio».
vv. 21-22 La terza argomentazione è desunta dal paragone di due guerrieri che si affrontano in battaglia con i rispettivi schieramenti. Luca, all’immagine del ladro che viene per depredare la casa di un signore (cf. Mt 12,29), preferisce quella di un conflitto armato tra due eserciti; in tale maniera anche i discepoli vengono associati alla vittoria di Gesù, che è il più forte, secondo quanto aveva proclamato il Battista (3,16). Il forte designa Satana, chiamato con questo titolo perché non era ancora stato vinto da Gesù in modo definitivo. Ma le guarigioni delle malattie e gli esorcismi rappresentavano un’anticipazione della sua sconfitta totale.
v. 23 Ogni uditore è invitato a prendere una decisione: chi non si schiera con Gesù per l’attuazione del regno di Dio, si mette contro di lui. Non è possibile restare neutrali. Forse si ha un’allusione all’attività missionaria della chiesa: chi non collabora per raccogliere il gregge nell’ovile, è causa della dispersione delle pecore. Questo detto, probabilmente fluttuante nella tradizione, risulta giustapposto in modo secondario a quanto precede.
Esorcismo - Giuliano Vigini (Dizionario del Nuovo Testamento): Nei vangeli sinottici la pratica dell’esorcismo è collegata al potere di Gesù - trasmesso anche ai discepoli (Mc 6,7) - di scacciare i demòni che si erano impossessati del corpo e della mente di alcune persone, causando loro gravi infermità fisiche e psichiche. La guarigione dell’indemoniato geraseno (Mt 8,28-34; Mc 5,1-20; Lc 8,26-39), del ragazzo epilettico (Mt 17,14-21; Mc 9,14-29; Lc 9,37-43) e le accuse rivolte a Gesù di compiere esorcismi in nome di Beelzebùl, capo dei demòni (Mt 12,22-32; Mc 3,22-27; Lc 11,14-23), testimoniano la presenza di questi spiriti maligni e la lotta sostenuta da Gesù contro di essi. Anche in Atti - dove ricorre tra l’altro per la prima e unica volta (At 19,13) la parola “esorcista” (exorkistès), riferita a giudei itineranti che praticavano incantesimi e formule magiche - si allude probabilmente a una possessione diabolica nel riferire dello spirito di divinazione di una schiava (At 16,16-18). Il potere sull’umanità di Satana e dei suoi demòni cessa nel momento in cui Gesù entra in azione. L’esorcismo praticato dai primi cristiani si riconduce sempre a lui, al suo nome e alla sua autorità (Lc 10,17-20; At 16,16-17).
La potenza di satana - Richard Gutzwiller (Meditazioni su Luca): Gesù scaccia da un muto lo spirito cattivo: il muto può parlare. Le turbe sono prese da ammirazione. Ci si domanda chi gli dia il potere di compiere tali cose. I nemici affermano che egli l’ha ricevuto da Beelzebul, il capo dei demoni. Ma Gesù li confuta con due pensieri. Anzitutto, in questo caso, satana combatterebbe contro se stesso e sarebbe lui stesso a distruggere il suo regno: ora egli è troppo intelligente, perché lo si possa credere capace di un errore simile. Poi anche i farisei praticano gli esorcismi e mai salta loro in testa di pensare che essi lavorino al servizio del diavolo, anzi proprio essi sostengono di combattere contro di lui.
Ma, positivamente, Gesù sottolinea che egli caccia il demonio col dito di Dio. Quest’espressione significa due cose: da una parte, che per cacciare i demoni, Dio non ha affatto bisogno di tutta la sua potenza e nemmeno della potenza della mano: basta in certo modo il dito mignolo. D’altra parte, dietro questa espressione si nasconde un pensiero più profondo. Attraverso l’intervento attivo del Cristo (simbolizzato dal dito) si manifesta la potenza efficace e salvatrice dello Spirito di Dio. Se veramente agisce in Gesù lo Spirito di Dio, allora il regno di Dio - in lui e per mezzo di lui - è realmente venuto.
Gesù illustra con una parabola il suo potere su satana. Quando un palazzo è difeso da un uomo armato, può penetrarvi dentro solo uno che sia più forte di quello, che vinca il forte e lo disarmi. Satana è il forte che sta a guardia di tutto il mondo. Cristo è il più forte, colui che lo ha vinto. Ora il mondo appartiene a lui. Gli uomini sono in certo modo suo bottino, poiché con la forza e la potenza di Dio egli è il conquistatore del mondo nel regno dello spirito. Così s’è fatta visibile la potenza di Gesù su satana.
È per mezzo di Beelzebul, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni - H. Bietenhard - Nel Nuovo Testamento dàimon compare una sola volta, in Mt 8,31 (al plurale); per il resto vengono sempre usati daimonion (63 volte) e pneuma, spirito. Non v’è traccia di credenze nei defunti o nei fantasmi. Manca qualsiasi speculazione sui demoni. Il timore dei demoni perde terreno di fronte alla fede nella vittoria di Gesù Cristo.
La magia viene respinta, poiché dietro di essa si cela il commercio coi demoni (Gal 5,20; Ap 9,20s; 18,23; 21,8; 22,15). Il culto pagano mette in contatto coi demoni (1Cor 10,20s); anzi, i demoni si celano dietro al paganesimo in generale (Ap 9,20) e diverranno particolarmente attivi in esso alla fine dei tempi (1Tm 4,1; Ap 16,13s). I demoni operano nel presente (Ef 6,12) e comunicano la loro sapienza (Gc 3,15), per cui è molto importante il discernimento degli spiriti (1Gv 4,1; 1Cor 12,10). Le forze demoniache sono destinate al giudizio (Mt 25,41; 8,29). 2Pt 2,4; Gd 6 (come gli apocrifi) riportano l’idea che i demoni sono già stati incatenati e tenuti in serbo per il giudizio.
I demoni sono sottoposti a Satana, sono i suoi angeli (Ef 2,2; Mc 3,20ss: principe dei demoni). Sono esseri tutt’altro che innocui. Soprattutto provocano stati di infermità; Lc 13,11.16: la donna possiede uno spirito di malattia: Satana l’ha incatenata (cf. At 10,38; 2Cor 12,7); non tutte le malattie, però, vengono fatte risalire ai demoni. Nei vangeli compaiono i posseduti da demoni; si tratta di persone la cui personalità è stata sopraffatta dagli spiriti maligni che parlano tramite loro (Mc 5,5). Poiché in Gesù è già presente la signoria di Dio, egli spezza il loro potere (Mt 12,28) con la sua parola imperiosa (exballo). I demoni dispongono di un sapere sovrumano: essi conoscono Gesù e sanno qual è il loro destino (Mt 8,29; Gc 2, 19). Anche Gesù viene accusato di avere un demonio (Gv 7,20; 8,48s.52; 10,20s). È questo il rifiuto più grave che Gesù abbia ricevuto, perché fondato su motivi religiosi; se l’accusa fosse stata vera, non sarebbe stato lecito ascoltarlo. Contro tale accusa, Gesù si richiama al fatto che egli rende gloria al Padre (Gv 8,49).
Il dito di Dio - Catechismo della Chiesa Cattolica n. 700: «Con il dito di Dio» Gesù scaccia «i demoni». Se la Legge di Dio è stata scritta su tavole di pietra «dal dito di Dio» (Es 31,18), «la lettera di Cristo», affidata alle cure degli Apostoli, è «scritta con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei [...] cuori» (2Cor 3,3). L’inno «Veni, Creator Spiritus» invoca lo Spirito Santo come «dexterae Dei tu digitus - dito della mano di Dio».
Chi non è con me è contro di me... - Carlo Ghidelli (Luca): Chi non è con me...: questo loghion manca in Marco e qui non si trova certamente al suo posto. Comunque Gesù vuol dire ai suoi avversari che, in questa specifica situazione, non è possibile rimanere neutrali di fronte al caso-Gesù. Qualunque sia l’immagine qui usata (alcuni pensano all’immagine del pastore che disperde le pecore, altri a quella del mietitore che spreca le spighe, altri, infine, a quella dell’amministratore che scialacqua i raccolti ammassati: questo relativamente a 23b), l’insegnamento è certo, dato il contesto fortemente polemico nel quale è stato calato il loghion di Gesù.
A partire dal contesto si deve pure interpretare il detto, apparentemente contrario, di Gesù che si trova in Luca 9,50 (cfr ibidem). Una ottima spiegazione di questa contraddizione la troviamo presso alcuni commentatori (Plummer, Lagrange, Montefiore): in 9,50 ci è dato il criterio per giudicare gli altri, qui invece per giudicare se stessi. Unendo insieme i due loghia ne deriva un ottimo insegnamento: sii tollerante con gli altri e intransigente con te stesso!
versetti 24-26: Questa piccola unità, come del resto anche la seguente (vv. 27-28), è stata aggiunta da Luca al discorso precedente per sottolineare il pericolo di ricadere da un demonio all’altro: si esige dunque un fermo attaccamento a Gesù e al suo vangelo, si esige un fedele ascolto della Parola di Dio. Non basta la vittoria di Gesù sul Maligno (cfr 10,18; 11,20), costui infatti gira cercando la preda (cfr lPt 5,8) e per questo diffonde le sue trame e moltiplica le sue presenze (cfr 8,2.27.30): il numero di sette indica ovviamente la potenza del tentativo di Satana contro gli uomini. Eb 6,4ss ci offre un’ottima descrizione di questa terribile possibilità di ricadere là donde siamo stati una volta liberati.
Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.” (Vangelo).
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.
Preghiamo con la Chiesa: O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo...