27 Giugno 2018

Mercoledì XII Settimana T. O.


Oggi Gesù ci dice: «Rimanete in me e io in voi; chi rimane in me porta molto frutto» (Canto al Vangelo).

Dal Vangelo secondo  Matteo 7,15-20: Ai tempi di Gesù forse era più facile scoprire i falsi profeti, oggi un po’ più difficile. I falsi profeti amano presentarsi con le vesti della mitezza e della tolleranza, ma in verità sono doppiogiochisti, dicono di voler mutare le sorti dell’oppresso, ma in realtà il loro unico obiettivo è quello di impinguarsi sempre di più. La loro bramosia e avidità è paragonabile alla ferocia e alla fame canina dei lupi rapaci. Se l’uomo che vive con la testa tra le nuvole ha difficoltà di stanarli, per l’uomo attento è un gioco da ragazzi, sopra tutto se segue alla lettera il buon consiglio di Gesù: “Dai loro frutti li riconoscerete”. E non minimizziamo la loro sorte, alla fine dei giorni in quanto alberi improduttivi saranno “tagliati e gettati nel fuoco”. Oggi sembrano ruspanti galletti, domani saranno soltanto poveri diavoli, o meglio accomunati alla sorte dei demoni!

Falsi profeti - Gertrud Herrgott: Sono profeti che predicono il falso vale a dire che si presentavano in nome proprio, senza essere stati inviati da JHWH (Ez 13,2), oppure nel nome di un altro dio (Ger 23,13). I falsi profeti asserivano, invero, di essere inviati da JHWH (Ger 23,21s; 28,2; Ez 13,6). Essi annunciano ciò che al popolo piace sentire: salvezza (lRe 22,12; Ger 5,30; 6,14; 8,11; Ez 13,10), e si rifiutano di annunciare, in un determinato momento storico, il giudizio di JHWH e di esortare alla penitenza, sia per rimanere bene accetti, sia per avidità di lucro (Mi 3,5; Ger 6,13; 8,10). In questo modo inducevano il popolo a una falsa sicurezza (Ger 23,16s.23; 28,15s). Dt 13,2ss; 18,20ss prevede perciò la pena di morte per i falsi profeti. Dal momento che la predicazione profetica non può venir riconosciuta immediatamente come vera o falsa in base al suo adempimento o non adempimento, la distinzione del vero profeta dal falso profeta è spesso difficile. Ciò si manifesta molto chiaramente nel conflitto fra Geremia e Anania (Ger 28). Secondo 1Re,17ss, talvolta è Dio stesso che mette alla prova il suo popolo servendosi di falsi profeti. 2Pt 2,1 testimonia che i falsi profeti non mancano nemmeno nella chiesa.

Bibbia di Navarra (I Quattro Vangeli): Nell’Antico Testamento vien fatta frequente allusione ai “falsi profeti”. Celebre è il passo di Ger 23,9-40: vi si denunzia l’empietà di quei vati che “profetano in nome di Baal e traviano il mio popolo Israele”; essi “vi fanno credere cose vane, vi annunziano fantasie del loro cuore, non quanto viene dalla bocca del Signore. lo non ho inviato questi profeti ed e si corrono; non ho parlato a loro ed essi profetizzano”; “corrompono il mio popolo con menzogne e millanterie. lo non li ho inviati né ho dato loro alcun ordine; essi non gioveranno affatto a questo popolo”.
Nella vita della Chiesa la figura dei falsi profeti, di cui parla Gesù, è stata intesa dai Santi Padri come riferita agli eretici, i quali si rivestono con abiti esteriori di vita di pietà e di penitenza, ma il loro cuore non possiede i sentimenti di Cristo ... San Giovanni Crisostomo applicava queste parole del Signore a coloro che simulano virtù che non hanno, e con questa finzione ingannano chi non li conosce (cfr Dm. sul Vangelo di san Matteo, 23). Come distinguere i falsi profeti da quelli veri? Dai frutti. Le cose di Dio possiedono un sapore tutto particolare, fatto di rettitudine naturale e di ispirazione divina. Chi veramente parla delle cose di Dio semina fede, speranza, carità, pace, comprensione; al contrario, il falso profeta nella Chiesa di Dio è chi con la predicazione, con il comportamento e le azioni semina divisione, odio, risentimento, orgoglio, sensualità (cfr Gal 5,16-25). Ma il frutto più caratteristico del falso profeta è l’impegno volto ad allontanare il popolo di Dio dal Magistero della Chiesa, attraverso cui risuona nel mondo la dottrina di Cristo. Il Signore predice altresì la fine di questi truffatori: la perdizione eterna.

Il profetismo nel Nuovo Testamento - Giorgio Fornosari (Profeta, Schede Bibliche Pastorali): I profeti nel senso classico del termine e la predicazione tipicamente profetica avevano cessato di esistere molto tempo prima della venuta di Gesù (Sal 74,9; 1Mac 4,46; 9,27). Se era scomparsa l’istituzione del profetismo, non era però stato dimenticato l’insegnamento profetico sull’èra messianica, sulla liberazione e il rinnovamento del popolo eletto e le sue intuizioni. In seno al popolo ebraico, da secoli sottomesso alle angherie delle potenze straniere, era viva la speranza e l’attesa dell’èra messianica che avrebbe dovuto porre fine alle sofferenze di ogni tipo, e inaugurare un periodo di benessere e felicità senza fine. Nella diffusa atmosfera di attesa, la figura del profeta gioca un ruolo fondamentale. La riapparizione dello spirito profetico inaugurerà infatti i nuovi tempi (cf. Gl 2,28-29; Zc 13,4-6; Testamento di Levi 8,14; Testamento di Beniamino 9,2). Il ritorno dei profeti sarà dunque il segno evidente dell’inizio dell’èra messianica. La speranza della liberazione promessa andava di pari passo, nella mentalità del popolo eletto, con la speranza del ritorno della parola profetica. È sotto questa luce che devono essere letti sia gli accenni di Flavio Giuseppe su alcuni personaggi che chiama profeti (De bello judaico 1,2,8), sia gli insegnamenti delle comunità essene riguardanti il profeta, sia soprattutto le figure dei profeti presentate nel Nuovo Testamento. I primi accenni che espressamente, anche se sommessamente, mettono in relazione il Nuovo Testamento con l’attesa messianica e con lo spirito profetico appartengono al Vangelo dell’infanzia di Gesù, riportato da Luca (c. 1-2). Zaccaria profetizza (Lc 1,67-79), Simeone è ispirato dallo Spirito santo e parla in suo nome (Lc 2,25-32), Anna è infine esplicitamente chiamata profetessa (Lc 2,36). Colui comunque che, attraverso la sua predicazione, il suo comportamento e i suoi gesti profetici, darà la certezza del ritorno dell’autentica profezia sarà Giovanni Battista, «profeta dell’Altissimo» (Lc 1,76). Egli non solo sarà riconosciuto dal popolo come un autentico profeta, ma come Elia redivivo (Mt 14,5; 21,26; Mc 6,15; 11,32; Lc 9,7-8; 20,6); Gesù stesso dirà di lui: «Sì, vi dico, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te. lo vi dico, tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni» (Lc 7,26-28). Secondo il medesimo significato e nelle medesime tensioni messianiche, anche Gesù viene chiamato profeta: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battezzatore, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti» (Mt 16,13-14; cf. Mc 8,27-28; Lc 9,18-21).

Dai loro frutti li riconoscerete: Paolo VI (Esortazione Apostolica Quinque iam anni, 1970): Facciamo attenzione ai problemi che sorgono dalla vita degli uomini, specialmente dei giovani: «Se un figlio domanda del pane - dice Gesù - quale è fra di voi quel padre che gli darà un sasso?» (Lc 11,11). Accogliamo volentieri le istanze che vengono a turbare la nostra pacifica quiete. Siamo pazienti davanti alle indecisioni di coloro che cercano come a tentoni la luce. Sappiamo camminare fraternamente con tutti coloro che, privi di questa luce, della quale noi godiamo i benefici, nondimeno tendono, attraverso le nebbie del dubbio, verso la casa paterna. Ma se noi prendiamo parte alle loro angosce, sia per cercare di guarirle; se noi presentiamo loro Gesù Cristo, questi sia il Figlio di Dio fatto uomo per salvarci e per comunicarci la sua vita, non una figura puramente umana, per quanto meravigliosa e attraente possa essere per il nostro spirito (cfr. 2Gv 7,9). In questa fedeltà a Dio e agli uomini, ai quali siamo da lui inviati, noi sapremo prendere, certo con delicatezza e prudenza, ma con chiaroveggenza e fermezza, le indispensabili decisioni per un giusto discernimento, Ecco, senza dubbio, uno dei compiti più difficili, ma anche, oggi, dei più necessari, per l’episcopato. Infatti, nel contrasto delle opposte ideologie c’è pericolo che la più grande generosità si accompagni ad affermazioni quanto mai discutibili: «anche in mezzo a noi - come al tempo di San Paolo - sorgono uomini che insegnano delle dottrine perverse per trascinar dietro a sé dei discepoli» (At 20,30), e coloro che parlano in tal modo sono a volte persuasi di farlo in nome di Dio, illudendosi sullo spirito che li anima. Siamo noi abbastanza vigili, per ben discernere la parola di fede, sui frutti che essa produce? Potrebbe venire da Dio una parola che faccia perdere ai fedeli il senso della rinunzia evangelica, o che proclami la giustizia tralasciando di annunciare la dolcezza, la misericordia e la purezza, una parola che ponga i fratelli contro i fratelli? Gesù ci ha avvertiti: «dai loro frutti li riconoscerete» (Mt 7,15-20). Proprio tutto questo chiediamo ai collaboratori, che hanno con noi il compito di predicare la parola di Dio. Che la loro testimonianza sia sempre quella del Vangelo e la loro parola quella del Verbo che suscita la fede e, con essa, l’amore verso i nostri fratelli trascinando tutti i discepoli del Cristo a permeare del suo spirito la mentalità, i costumi, e la vita della città terrestre.

I falsi profeti sono compari del lupo rapace, il diavolo, ed entrambi sono stretti da una indissolubile e infernale amicizia. Satana, padre della menzogna, ama manovrare nelle tenebre, il cristiano deve vivere nella verità e deve illuminare il mondo con la luce della verità. Per sant’Ignazio Loyola vi sono due spiriti, quello cattivo e quello buono, che agiscono nell’uomo e nel suo capolavoro gli Esercizi Spirituali (“Regole per sentire e conoscere in qualche modo le varie mozioni che si producono nell’anima”) suggerisce due ottime regole che ci aiutano a distinguerli: “La prima regola. Nelle persone che vanno di peccato mortale in peccato mortale suole comunemente il nemico proporre piaceri apparenti, facendo immaginare diletti e piaceri sensuali, per meglio mantenerle e farle crescere nei loro vizi e peccati; in tali persone lo spirito buono usa modo contrario, pungendole e rimordendo la loro coscienza il richiamo della ragione. La seconda regola. Nelle persone che vanno intensamente purificandosi dai loro peccati e crescendo nel servizio di Dio nostro Signore di bene in meglio, avviene il contrario che nella prima regola; perché allora è proprio del cattivo spirito mordere, rattristare e porre impedimenti, inquietando con false ragioni, perché non si vada avanti; è proprio del buono spirito dare coraggio e forze, consolazioni, lacrime, ispirazioni e quiete, facilitando e togliendo tutti gli impedimenti, perché nel bene operare si proceda avanti” (nn. 314-315). Se c’è un paradigma per scoprire i mali e astuti compari, allora seguiamo il consiglio di Gesù: “Guardiamoci dai falsi profeti”. Se poi si vuole essere più chiari, per san Paolo i frutti dei falsi profeti sono: “fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio”. Invece, i frutti del buon e veritiero discepolo di Gesù sono “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,21-22). Se la Parola di Dio è chiara, non dimentichiamo che i “figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce” (Lc 16,8), quindi molta prudenza e buon discernimento!

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** “I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce” (Lc 16,8). 
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Dona al tuo popolo, o Padre, di vivere sempre nella venerazione e nell’amore per il tuo santo nome, poiché tu non privi mai della tua guida coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo...