24 Giugno 2018

 Natività di san Giovanni Battista


Oggi Gesù ci dice: «Ti renderò luce delle nazioni» (I Lettura).

Dal Vangelo secondo Lc 1,57-66.80: Nel racconto della circoncisione di Giovanni, lo stupore, la meraviglia per gli eventi straordinari sono ben tesi a manifestare la futura missione apostolica del bambino. La missione del Battista, come quella del Servo del Signore, avrà il sigillo della sofferenza e del fallimento. A differenza di tanti profeti, Giovanni avrà il felice compito di chiudere le porte dell’Antico Testamento per spalancare agli uomini i battenti del Nuovo. La sua alta missione sarà quella di indicare ad un «popolo che camminava nelle tenebre» (Is 9,1) «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» [Gv 1,9]: solo «Gesù è la luce vera venuta in questo mondo e che illumina di se medesimo ogni uomo. Giovanni si limitò ad additare a tutti il Sole [Lc 1,79]. Giovanni fu testimone della luce con le parole e con i fatti, con la penitenza, con la santità, con la sua fortezza eroica: “Era una lampada che arde e risplende” [Gv 5,35]» (Vincenzo Raffa).

Nascita di Giovanni Battista (1,57-66) - Angelico Poppi (I Quattro Vangeli): Il dittico delle nascite, che forma il secondo parallelismo dell’infanzia di Giovanni e di Gesù, rappresenta l’adempimento degli annunzi fatti dall’angelo a Zaccaria e a Maria. Però la simmetria dei due pannelli risulta più generica rispetto al dittico degli annunzi. Mentre per la nascita di Giovanni il racconto ruota intorno all’imposizione del nome in occasione della circoncisione e alla reazione della gente, piena di stupore, nella nascita di Gesù viene dato più rilievo alle circostanze storiche, topografiche, e all’annuncio dell’angelo ai pastori. Il Benedictus di Zaccaria, con cui si conclude l ‘episodio, ha un riscontro nel Nunc dimittis di Simeone.
Il nome Giovanni significa «JHWH è misericordia».
Il tema della misericordia è un motivo ricorrente nel vangelo dell’infanzia. Anche Maria aveva celebrato la potenza e la misericordia di Dio nel Magnificat (v. 50).
Questi, rendendo feconda Elisabetta, benché avanzata in età, aveva magnificato la sua misericordia con lei (v. 58). Egli manifestò le sue «viscere di misericordia», attuando le promesse di salvezza fatte ai padri, attraverso la visita dall’alto del Sole che stava per sorgere sull’orizzonte (vv. 72 e 78). La convergenza di Elisabetta con Zaccaria per la scelta del nome di Giovanni non presuppone un miracolo (v. 63). Zaccaria, benché muto, aveva potuto comunicare in antecedenza a Elisabetta il nome rivelato dall’angelo (v. 13). Lo stupore e il timore dei vicini, la grande eco provocata dall’evento costituiscono motivi ricorrenti nei racconti di miracoli in Luca.
La nascita del Battista da genitori anziani e sterili provocò in tutti ammirazione per le meraviglie compiute dal Signore. - L’espressione «posero nel loro cuore» (v. 66) ricompare in riferimento a Maria come ritornello altre due volte (2,19.51).

Giovanni Paolo II (Angelus, 24 giugno 1984): “Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome” (Is 49,1). Oggi la Chiesa celebra la natività di san Giovanni Battista. Questa natività è, al tempo stesso, vocazione. Già nel grembo di sua madre Elisabetta, moglie di Zaccaria, Giovanni è stato chiamato per nome da Dio. Egli doveva presentarsi sulla strada della divina rivelazione come l’ultimo dei profeti dell’Antica Alleanza e, al tempo stesso, come il precursore di Gesù Cristo, nel quale si compie la nuova ed eterna alleanza di Dio con l’umanità. Nel giorno della circoncisione di Giovanni, suo padre Zaccaria, nell’inno di ringraziamento a Dio, pronunciò le seguenti parole: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade” (Lc 1,76). La Chiesa, fin dai tempi più antichi, ha circondato di particolare venerazione san Giovanni Battista, la sua vocazione e la sua speciale missione. In questa vocazione e missione la Chiesa ritrova se stessa come l’erede dell’antica alleanza e, in pari tempo, si sente chiamata a rendere testimonianza a Gesù Cristo, agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (cfr. Gv 1,29).

Benedetto XVI (Angelus, 24 Giugno 2012): Oggi, 24 giugno, celebriamo la solennità della Nascita di San Giovanni Battista. Se si eccettua la Vergine Maria, il Battista è l’unico santo di cui la liturgia festeggia la nascita, e lo fa perché essa è strettamente connessa al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Fin dal grembo materno, infatti, Giovanni è precursore di Gesù: il suo prodigioso concepimento è annunciato dall’Angelo a Maria come segno che «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37), sei mesi prima del grande prodigio che ci dà salvezza, l’unione di Dio con l’uomo per opera dello Spirito Santo. I quattro Vangeli danno grande risalto alla figura di Giovanni il Battista, quale profeta che conclude l’Antico Testamento e inaugura il Nuovo, indicando in Gesù di Nazaret il Messia, il Consacrato del Signore. In effetti, sarà lo stesso Gesù a parlare di Giovanni in questi termini: «Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, / davanti a te egli preparerà la via. In verità io vi dico: fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» (Mt 11,10-11).
Il padre di Giovanni, Zaccaria - marito di Elisabetta, parente di Maria -, era sacerdote del culto dell’Antico Testamento. Egli non credette subito all’annuncio di una paternità ormai insperata, e per questo rimase muto fino al giorno della circoncisione del bambino, al quale lui e la moglie dettero il nome indicato da Dio, cioè Giovanni, che significa «il Signore fa grazia». Animato dallo Spirito Santo, Zaccaria così parlò della missione del figlio: «E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo / perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, / per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza / nella remissione dei suoi peccati» (Lc 1,76-77). Tutto questo si manifestò trent’anni dopo, quando Giovanni si mise a battezzare nel fiume Giordano, chiamando la gente a prepararsi, con quel gesto di penitenza, all’imminente venuta del Messia, che Dio gli aveva rivelato durante la sua permanenza nel deserto della Giudea. Per questo egli venne chiamato «Battista», cioè «Battezzatore» (cfr Mt 3,1-6). Quando un giorno, da Nazaret, venne Gesù stesso a farsi battezzare, Giovanni dapprima rifiutò, ma poi acconsentì, e vide lo Spirito Santo posarsi su Gesù e udì la voce del Padre celeste che lo proclamava suo Figlio (cfr Mt 3,13-17). Ma la missione del Battista non era ancora compiuta: poco tempo dopo, gli fu chiesto di precedere Gesù anche nella morte violenta: Giovanni fu decapitato nel carcere del re Erode, e così rese piena testimonianza all’Agnello di Dio, che per primo aveva riconosciuto e indicato pubblicamente.
Cari amici, la Vergine Maria aiutò l’anziana parente Elisabetta a portare a termine la gravidanza di Giovanni. Ella aiuti tutti a seguire Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, che il Battista annunciò con grande umiltà e ardore profetico.

Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino - Karl Pauritsch: Tranne che presso i filistei, la circoncisione veniva compiuta presso tutte le popolazioni semitiche (anche in Egitto). Si trattava di un rito di iniziazione, di una abilitazione al matrimonio. Per Israele ere un segno religioso. Secondo Gen 17,9ss essa fu prescritta da Dio ad Abramo come segno dell’alleanza. Quando durante l’esilio babilonese si viveva tra popoli presso i quali la circoncisione non era praticata, questa era un segno di professione e di appartenenza a Israele e a JHWH.
Il rito della circoncisione stessa, la rimozione del prepuzio maschile, veniva eseguito normalmente dal padre, mai dal sacerdote, otto giorni dopo la nascita.
Al tempo di Gesù soltanto gli ebrei praticavano ancora la circoncisione, ed era più importante del comandamento del sabato. Già l’Antico Testamento, però, sottolinea (Dt 10,16) che la sola circoncisione della carne non conta nulla, se non si aggiunge la circoncisione del cuore cioè delle sue tendenze perverse. Per i giudeocristiani la circoncisione divenne un problema (At 15,5ss). Il concilio di Gerusalemme, su forte pressione di Paolo, la abolì per gli etnicocristiani. 

No, si chiamerà Giovanni - Sac. Dolindo Ruoto (San Luca): Quel nome non era indifferente, e nei fini di Dio significava il compimento prossimo delle promessa di Dio nel Messia; Giovanni, infatti, significa grazia che si ha ed il Precursore col suo nome stesso doveva annunziare la grazia che il mondo tutto riceveva; si completava così nella piccola famiglia l’annunzio della benedizione espressa dai loro nomi: Elisabetta: Dio che giura, Zaccaria: Dio che si ricorda, Giovanni: grazia che si ha. Dio giurò la sua promessa ai patriarchi; se ne ricordò nella pienezza dei tempi, e nella nascita miracolosa di Giovanni annunziò la grazia che già si donava al mondo nel Redentore. Era uno di quei delicati ricami della divina bontà coi quali il Signore manifesta la sua misericordia; Giovanni figlio di Elisabetta e di Zaccaria era così nel suo nome un ricordo del mistero che si compiva, ne era come un annunzio luminoso nella sua grande santità e diceva col nome: la grazia si dà al mondo secondo il giuramento fatto ai nostri padri, perché Egli si è ricordato della sua misericordia. Mettere un altro nome a Giovanni sarebbe stato lo stesso che alterare la delicata armonia di quei tre nomi.
Le circostanze della nascita di Giovanni rivelavano chiaro a quanti vi assistettero che si compiva un disegno di Dio, e perciò furono presi da timore riverenziale verso il Signore, cioè da un sentimento di adorazione e di attesa; e, divulgando il fatto in tutta la regione di bocca in bocca, tutti pensavano ch quel fanciullino era destinato a grandi cose, pur non sapendo intravederle. Infatti, dice il Sacro Testo la mano che del Signore era con lui, cioè egli era veramente prevenuto sostenuto da una grazia singolare, e prima ancora dell’uso di ragione, annunziava con la sua nascita il compimento di qualcosa di straordinario, e preparava i cuori all’imminente venuta del Redentore.

Che sarà mai questo bambino? - La risposta arriverà molti anni dopo quando Giovanni sarà decollato per la Verità: sarà un martire. Nell’agenda del Battista, il martirio non era un qualcosa di molto improbabile: ogni giorno che passava, la nube di tragedia che si addensava sul suo capo si faceva sempre più tenebrosa e non soltanto per le sue invettive contro l’adultero Erode. Fin dall’inizio del suo ministero molte delegazioni, come mosche noiose, avevano assediato la sua cattedra: farisei, scribi, dignitari del Sinedrio ... ma i maggiorenti della classe religiosa, pur nella capacità di intendere e di volere, per paura e per comodo, non vorranno riconoscere che il «battesimo di Giovanni veniva dal Cielo» (Mt 21,24-27). Quella del Battista era una società religiosa, ma in verità atea: Dio era stato ridotto a una slot-machine per erogare grazie e salvezza ai super consumatori di legge, precetti e codicilli vari. Questi maestri del nulla esisteranno sempre e sempre si opporranno ai profeti che ‘gridano’ nel deserto del cuore dell’uomo: deserto perché senza valori, senza morale, senza punti di riferimento. Ora tutti i credenti devono scoprire che la loro primaria vocazione è quella di essere ‘voce che grida’. Avendo Gesù «manifestato la sua carità dando per noi la vita, nessuno ha più grande amore di colui che dà la vita per lui e per i fratelli [cfr. 1Gv 3,16; Gv 15,13]. Già fin dai primi tempi quindi, alcuni cristiani sono stati chiamati, e altri lo saranno sempre, a rendere questa massima testimonianza d’amore davanti agli uomini, e specialmente davanti ai persecutori. Perciò il martirio, col quale il discepolo è reso simile al suo maestro che liberamente accetta la morte per la salute del mondo, e col quale diventa simile a lui nella effusione del sangue, è stimato dalla Chiesa come dono insigne e suprema prova di carità. Perché se a pochi è concesso, tutti però devono essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini e a seguirlo sulla via della croce durante le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa» (LG 42).

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Tutti i cristiani devono essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini e a seguirlo sulla via della croce durante le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa.
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Padre, che hai mandato san Giovanni Battista a preparare a Cristo Signore un popolo ben disposto, allieta la tua Chiesa con l’abbondanza dei doni dello Spirito, e guidala sulla via della salvezza e della pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...