18 Giugno 2018

 Lunedì XI Settimana T. O.


Oggi Gesù ci dice: “Io vi dico di non opporvi al malvagio” (Vangelo).

Dal Vangelo secondo Matteo 5,38-42: Bisogna tenere a mente che la Chiesa di Matteo è sotto attacco, geme nel crogiolo della prova e potenti e forti sono i persecutori. In questo clima di lotta e di odio, le parole di Gesù tendono a dare pace ai cuori smarriti e a suggerire la nuova risposta da dare agli aguzzini che con dura ed efferata violenza perseguitano i cristiani: imitando la misericordia del Padre celeste, un no fermo e deciso alla vendetta, un no alla legge del taglione, un sì magnanimo all’amore e al perdono.

Bibbia di Navarra (I Quattro Vangeli): Presso gli antichi Semiti, da cui il popolo ebraico traeva origine, era dominante la legge della vendetta. Ciò dava luogo a dissidi e crimini interminabili. Nei primi secoli della nazione israelitica la legge del taglione costituì per il popolo eletto un indubbio avanzamento etico, sociale e giuridico. Tale avanzamento consisteva nel fatto che il castigo non poteva essere maggiore del delitto, e che esso poneva termine a ogni ulteriore azione punitiva. Così, per un verso era soddisfatto il senso d’onore dei clan e delle famiglie e, per l’altro, si troncava la catena senza fine delle vendette private.
Con la morale del Nuovo Testamento, Gesù fissa il traguardo definitive, per la cui conquista un ruolo fondamentale rivestono il senso del perdono e la vittoria sopra l’orgoglio. Su queste basi etiche e sulla giusta tutela dei diritti della persona deve essere fondato ogni ordinamento giuridico che voglia contrastare il male nel mondo. I tre ultimi versetti fanno riferimento alla carità reciproca dei figli del Regno; carità che presuppone e compenetra la giustizia.

La non violenza (5,38-42): Ortensio Da Spinetoli (I Quattro Vangeli): La quinta antitesi è connessa con la sesta. Pure dal confronto con il passo parallelo di Lc (6,27-35) risulta che il tema della non-violenza era collegato nella fonte Q con quello dell ‘amore verso i nemici. Mt ha elaborato il testo in modo redazionale, conferendo ad esso la forma di due antitesi, quelle più importanti. La quinta antitesi esclude lo spirito di vendetta e di rappresaglia in contrapposizione alla legge del taglione, che ricorre in tre passi dell’ AT (Es 21,24; Lv 24,20; Dt 19,21). Gesù non intendeva certo proporre una nuova legislazione per abolire il diritto penale, che esige una riparazione della giustizia violata e l’indennizzo del danno arrecato agli altri. La legge del taglione rappresenta un’espressione arcaica di questa esigenza di reintegrazione del diritto leso, ben nota nella legislazione orientale antica, come dimostra il codice di Hammurabi. Al tempo di Gesù le severe prescrizioni per l’applicazione di questa legge venivano mitigate per mezzo del risarcimento in denaro e con altre forme di riparazione proporzionata. Gesù con il suo insegnamento non si pone su di un livello legalistico, ma vuole suggerire ai discepoli un orientamento pratico, conforme alla misericordia salvifica del Padre celeste. La rinuncia alla resistenza con la violenza non ha lo scopo di umiliare l’avversario, ma di portarlo alla resipiscenza e alla riconciliazione. Gesù quindi non detta una norma giuridica, in contrapposizione alla comune legislazione religiosa e statale, ma si rivolge alla gente umile del suo ambiente, proponendo un atteggiamento globale di vita, ispirato alla tolleranza e alla non violenza, reso possibile dall’annuncio del regno.
I quattro esempi portati da Gesù non sono tassativi, ma esprimono in maniera paradossale indicazioni valide per l’ambiente palestinese. La composizione letteraria sembra riecheggiare alcuni motivi del terzo carme del Servo di IHWH (Is 50,4-9).

Catechismo della Chiesa cattolica

Gesù e la Legge n. 577: Gesù ha fatto una solenne precisazione all’inizio del Discorso della Montagna, quando ha presentato, alla luce della grazia della Nuova Alleanza, la Legge data da Dio sul Sinai al momento della Prima Alleanza: Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla Legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel Regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel Regno dei cieli (Mt 5,17-19).
Le vie che conducono al Regno dei Cieli n. 1724: Il Decalogo, il Discorso della Montagna e la catechesi apostolica ci descrivono le vie che conducono al Regno dei cieli. Noi ci impegniamo in esse passo passo, mediante azioni quotidiane, sostenuti dalla grazia dello Spirito Santo. Fecondati dalla Parola di Cristo, lentamente portiamo frutti nella Chiesa per la gloria di Dio.
Se uno ti dà uno schiaffo… n. 2262: Nel Discorso della montagna il Signore richiama il precetto: “Non uccidere” (Mt 5,21); vi aggiunge la proibizione dell’ira, dell’odio, della vendetta. Ancora di più: Cristo chiede al suo discepolo di porgere l’altra guancia, di amare i propri nemici. Egli stesso non si è difeso e ha ingiunto a Pietro di rimettere la spada nel fodero.
Non uccidere ( Es 20,13) n. 2258: Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio (Mt 5,21-22 ). “La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente”.
La pace n. 2302: Richiamando il comandamento: “Non uccidere” (Mt 5,21), nostro Signore chiede la pace del cuore e denuncia l’immoralità dell’ira omicida e dell’odio. L’ ira è un desiderio di vendetta. “Desiderare la vendetta per il male di chi va punito è illecito”; ma è lodevole imporre una riparazione “al fine di correggere i vizi e di conservare il bene della giustizia”. Se l’ira si spinge fino al proposito di uccidere il prossimo o di ferirlo in modo brutale, si oppone gravemente alla carità; è un peccato mortale. Il Signore dice: “Chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio”(Mt 5,22 ).
Al discorso della Montagna aggiungere la catechesi morale degli insegnamenti apostolici n. 1971: Al Discorso del Signore sulla montagna è opportuno aggiungere la catechesi morale degli insegnamenti apostolici. Questa dottrina trasmette l’insegnamento del Signore con l’autorità degli Apostoli, particolarmente attraverso l’esposizione delle virtù che derivano dalla fede in Cristo e che sono animate dalla carità, il principale dono dello Spirito Santo. “La carità non abbia finzioni. . . Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno. . . Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità” (Rm 12,9-13 ). Questa catechesi ci insegna anche a considerare i casi di coscienza alla luce del nostro rapporto con Cristo e con la Chiesa.

Gesù trionfa dell’inimicizia - P. Beaucham: 1. Il comandamento e l’esempio. - «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano» (Mt 5,44 par.). Questo comandamento brilla tra le esigenze più nuove (cfr. 5,43) di Gesù. Egli stesso ha avuto dei nemici che non «lo hanno voluto come re», come dice una parabola (Lc 19,27). Lo hanno messo a morte; ed egli, sulla croce, ha perdonato loro (Lc 23,34). Cosi deve fare il discepolo, ad imitazione del suo maestro (cfr. 1 Piet 2,23), ad imitazione del Padre celeste (Mt 5,45ss), di cui potrà in tal modo ottenere il perdono (cfr. Mt 6,12). Il cristiano che perdona non si fa illusioni sul mondo in cui vive, come Gesù non si faceva illusioni né sui Farisei, né su Erode. Ma pratica alla lettera il consiglio della Scrittura: ammucchiare carboni ardenti sul capo del suo nemico (Rom 12, 20 = Prov 25,21s).
Questa non è vendetta: questo fuoco si cambierà in amore se il nemico vi consente; l’uomo che ama il nemico mira a trasformarla in amico ed adopera con sapienza i mezzi adatti. In questa iniziativa Dio stesso l’ha preceduto: quando eravamo suoi nemici, egli ci ha riconciliati con se stesso mediante la morte del Figlio suo (Rom 5, 10).
2. La vittoria sull’inimicizia. - Gesù non viene quindi a negare l’inimicizia, ma a manifestarla nella sua dimensione completa al momento di vincerla. Essa non è un fatto come gli altri; è un mistero, il segno del regno di Satana, il nemico per eccellenza: dal giardino di Eden una inimicizia lo oppone ai figli di Eva (Gen 3,15). Nemico degli uomini e nemico di Dio, egli semina quaggiù la zizzania (Mt 13,39); perciò noi siamo esposti ai suoi attacchi. Ma Gesù ha dato ai suoi il potere su ogni potenza che viene dal nemico (Lc 10,19). Essi l’hanno dalla lotta in cui Gesù trionfò con la sua stessa sconfitta, essendosi offerto ai colpi di Satana attraverso quelli dei suoi nemici, ed avendo vinto la morte con la sua morte.
In tal modo abbatté «il muro di inimicizia» che divideva l’umanità (Ef 2,14-16). In attesa del giorno in cui Cristo, per mettere «tutti i nemici sotto i suoi piedi», distruggerà per sempre la morte che è «l’ultimo nemico» (1Cor 15,25s), il cristiano combatte con Gesù contro l’antico nemico del genere umano (Ef 6,11-17). Attorno a lui alcuni si comportano da nemici della croce di Cristo (Fil 3,18), ma egli sa che la croce lo porta al trionfo. Questa croce è il luogo fuori del quale non c’è riconciliazione né con Dio né tra gli uomini.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”... : Giovanni Paolo II (Omelia, 18 maggio 1979): Il Vangelo di oggi contrappone due programmi. Uno basato sul principio dell’odio, della vendetta e della lotta. Un altro sulla legge dell’amore. Cristo dice: “Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Mt 5,44). È una grande esigenza. Coloro che sono sopravvissuti alla guerra, come noi, che si sono incontrati con l’occupazione, con la crudeltà, con la violazione di tutti i diritti umani, la più brutale, sanno quanto grave e difficile sia questa esigenza. Eppure, dopo così terribili esperienze come l’ultima guerra, diventiamo ancor più consapevoli che sul principio che dice: “occhio per occhio e dente per dente” (Mt 5,38) e sul principio dell’odio, della vendetta, della lotta, non si può costruire la pace e la riconciliazione tra gli uomini e tra le Nazioni; essa soltanto si può costruire sul principio della giustizia e dell’amore reciproco. E perciò fu questa la conclusione che, dalle esperienze della seconda guerra mondiale, ha tratto l’Organizzazione delle Nazioni Unite, proclamando la “Carta dei diritti dell’uomo”. Soltanto sulla base del pieno rispetto dei diritti degli uomini e dei diritti delle Nazioni - del pieno rispetto! - può essere costruita, in futuro, la pace e la riconciliazione dell’Europa e del mondo.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
***  Soltanto sulla base del pieno rispetto dei diritti degli uomini e dei diritti delle Nazioni - del pieno rispetto! - può essere costruita, in futuro, la pace e la riconciliazione dell’Europa e del mondo.
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo...