9 Maggio 2018

Mercoledì Feria VI Settimana di Pasqua


Oggi Gesù ci dice: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre” (Canto al Vangelo)


Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15: Ancora una breve pericope di importanza eccezionale per la fede della Chiesa, infatti il testo evangelico esprime la profonda consapevolezza dell’apostolo Giovanni e della sua comunità: il contenuto del vangelo, che è frutto dell’azione dello Spirito della verità, è tutta la verità.

Siamo nel contesto del discorso di addio dell’Ultima Cena: agli Apostoli affranti, a motivo della imminente dipartita del Maestro (Gv 16,6), Gesù promette il dono dello Spirito Santo. Quando «verrà lo Spirito di verità», saranno ricolmi di gioia e saranno guidati «a tutta la verità» (Gv 16,13). Lo Spirito Santo prenderà il posto di Cristo nella guida dei discepoli, «sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita» (Ap 7,17).
La missione dello Spirito Santo sarà parallela a quella di Gesù. Annuncerà ai discepoli le cose future: non nel senso di nuove rivelazioni riguardanti il futuro, ma nel senso che donerà l’intelligenza per capire e interpretare quanto è già avvenuto o è stato detto o insegnato dal Cristo. Lo Spirito Santo glorificherà Gesù manifestando le ricchezze del suo mistero. Il verbo annunziare è usato negli scritti apocalittici [cfr. Dn 2,2.4.7.9], «dove indica le interpretazioni delle visioni e delle rivelazioni dei misteri. In questo senso, lo Spirito non rivelerebbe qualcosa di nuovo, ma interpreterebbe la rivelazione storica di Gesù, in relazione al futuro escatologico. Lo Spirito espleterà questa funzione mediante gli Apostoli, che avranno una missione particolare nei riguardi della rivelazione di Gesù in quanto furono testimoni fin dall’inizio [Gv 15,27]... Non solo mediante gli Apostoli, ma nella vita della Chiesa espleterà la sua missione di verità mediante la guida nell’interpretare la rivelazione di Gesù in relazione al futuro e al futuro ultimo» (Giuseppe Segalla).
Tutto quello che lo Spirito Santo prende dal Figlio proviene dal Padre, in questo modo la «rivelazione è dunque perfettamente una: avendo origine nel Padre e realizzandosi per mezzo del Figlio, si compie nello Spirito, per la gloria del Figlio e del Padre» (Bibbia di Gerusalemme).

Il Padre e il Figlio rivelati dallo Spirito CCC 243: Prima della sua Pasqua, Gesù annunzia l’invio di un “altro Paraclito” (Difensore), lo Spirito Santo. Lo Spirito che opera fin dalla creazione, che già aveva “parlato per mezzo dei profeti” (Simbolo nicenocostantinopolitano), dimorerà presso i discepoli e sarà in loro, per insegnare loro ogni cosa e guidarli “alla verità tutta intera” (Gv 16,13). Lo Spirito Santo è in tal modo rivelato come un’altra Persona divina in rapporto a Gesù e al Padre.

Dei Verbum 4: Compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra (cfr. Gv 17,4), il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa e affinché i credenti avessero così attraverso Cristo accesso al Padre in un solo Spirito (cfr. Ef 2,18). Questi è lo Spirito che dà la vita, una sorgente di acqua zampillante fino alla vita eterna (cfr. Gv 4,14; 7,38-39); per mezzo suo il Padre ridà la vita agli uomini, morti per il peccato, finché un giorno risusciterà in Cristo i loro corpi mortali (cfr. Rm 8,1011). Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio (cfr. 1 Cor 3,16; 6,19) e in essi prega e rende testimonianza della loro condizione di figli di Dio per adozione (cfr. Gal 4,6; Rm 8,15-16 e 26). Egli introduce la Chiesa nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef 4,11-12; 1Cor 12,4; Gal 5,22). Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo. Poiché lo Spirito e la sposa dicono al Signore Gesù: “Vieni” (cfr. Ap 22,17).
Così la Chiesa universale si presenta come “un popolo che deriva la sua unità dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Alain Marchadour (Vangelo di Giovanni): Il Paraclito, guida dei discepoli (vv. 12-15). Gesù ha espresso l’essenziale della sua rivelazione; lo Spirito farà capire ciò che è avvenuto. Come Dio faceva già nell’antica alleanza, così lo Spirito «farà camminare» il credente (Sal 25,5) verso la sua verità. Questa guida verso la verità non è soltanto un’acquisizione di conoscenza, ma è intelligenza pratica ed esistenziale della buona novella. Tale compito apre vie stupende ai cristiani, interpreti nella loro vita e nel loro insegnamento di questa verità. Ricordiamo semplicemente Filippo che, guidato dallo Spirito, permette all’eunuco di collegare Is 53,7-8 a Gesù (At 8,29).
Lo Spirito farà conoscere le cose venture non predicendo l’avvenire o apportando una nuova rivelazione (inu­tile dopo Gesù), ma chiarendo il mistero di Gesù. In conclusione, lo Spirito prosegue ciò che il Cristo ha fatto: rivelare agli uomini il mistero di Dio. Essendo l’ultima parola di Dio agli uomini, Gesù rimane in parte un enigma per gli uomini, finché lo Spirito non ci apre all’intelligenza profonda del suo mistero.
Il passo termina con due versetti particolarmente trinitari (vv. 14-15): lo Spirito prende ciò che il Figlio è stato e ha apportato e che viene dal Padre. Ma la prospettiva rimane cristologica: nel Cristo, interpretato dallo Spiri­to, si svela il mistero di Dio.

Mario Galizzi (Vangelo secondo Giovanni): «Ho ancora molte cose da dirvi». È la frase tipica di chi sta per andarsene. Si vorrebbe fermare il tempo per continuare il dialogo, le raccomandazioni, ma non è più possibile. D’altra parte Gesù constata che i discepoli non riescono in quel momento a comprendere. Ed è vero. Già due volte (2,22; 12,16) l’evangelista ha annotato che capirono Gesù solo dopo la Pasqua. E questo fa comprendere la necessità del dono dello Spirito, la cui azione ora è descritta non solo come un insegnamento e un ricordare quanto ha fatto Gesù (vedi 14,26), ma come «una guida verso la verità tutta intera». È bella questa immagine perché richiama l’idea del cammino, della «via» che è Gesù, il quale è pure la Verità. Sarà sotto la guida dello Spirito che i discepoli riusciranno a com­prendere sempre di più chi è Gesù, qual è stato il senso della sua vita in relazione alla rivelazione antica e quale ne è il senso per l’umanità intera.
L’idea di guida, di via o cammino, porta con sé l’idea della progressività e apre sulla storia della Chiesa. Se già il Nuovo Testamento, in particolare i Vangeli, che danno il senso della vita di Gesù, non potevano essere scritti senza l’aiuto dello Spirito Santo, anche la comprensione dei Vangeli e del loro significato per il futuro della comunità e del mondo solo può essere fatta sotto l’azione dello stesso Spirito.
Come Gesù ci ha rivelato il Padre, dicendoci tutto ciò che ha udito dal Padre, così lo Spirito non dà del suo, ma di ciò che riceve da Gesù. Egli rivela e glorifica Gesù di fronte ai discepoli e in ciò scopriamo l’opera di ogni discepolo e della comunità cristiana nel mondo: dire chi è Gesù, rivelare la profondità, la lunghezza e l’altezza del mistero di Cristo, donare a tutti le insondabili ricchezze della sua salvezza.

Angelico Poppi (I Quattro Vangeli): «Ma quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità». Viene qui enunciata la funzione specifica dello «Spirito della verità», che consiste nel far assimilare ai discepoli la rivelazione di Gesù, per abilitarli alla loro missione. Nell’Antico Testamento Jhwh era stato descritto come pastore e guida del popolo di Israele nell’Esodo dall’Egitto; Gesù si è proclamato buon Pastore che conduce (àgein) le sue pecore; ora è lo Spirito della verità che viene presentato come la guida (hodégein) dei discepoli alla piena verità. Questi non ha il compito di annunziare cose nuove, cioè di «integrare o ampliare il contenuto della verità, ma di riannunziarla... Si tratta di quella più piena comprensione delle parole rivelatrici di Gesù, in cui rientrano gli eventi pasquali» (Fabris, p. 828).
Infatti lo Spirito «non parlerà da se stesso, afferma Gesù, ma dirà quanto ascolterà, e vi annunzierà le cose che vengono» (v. 13b). L’insegnamento dello Spirito scaturirà dalla rivelazione stessa di Gesù (akoùsai = ascolterà); egli «annunzierà (anaggelei) le cose che vengono», cioè farà comprendere gli eventi concernenti il dramma della croce e la glorificazione di Gesù alla destra del Padre (cf. Ferrara, p. 260). Per Brown «l’annunzio delle cose future consiste nell’interpretare in rapporto ad ogni generazione futura il significato contemporaneo di ciò che Gesù ha detto e fatto» (II, p. 869). Come Gesù aveva lo scopo di condurre gli uomini al Padre, così lo Spirito li illuminerà e li guiderà a Gesù.

Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità: Dominum et Vivificantem 6: Questo «guidare alla verità tutta intera», in riferimento a ciò di cui gli apostoli «per il momento non sono capaci di portare il peso», è in necessario collegamento con lo spogliamento di Cristo per mezzo della passione e morte di Croce, che allora, quando pronunciava queste parole, era ormai imminente. In seguito, tuttavia, diventa chiaro che quel «guidare alla verità tutta intera» si ricollega, oltre che allo scandalum Crucis, anche a tutto ciò che Cristo «fece ed insegnò». Infatti, il mysterium Christi nella sua globalità esige la fede, poiché è questa che introduce opportunamente l’uomo nella realtà del mistero rivelato. Il «guidare alla verità tutta intera» si realizza, dunque, nella fede e mediante la fede: il che è opera dello Spirito di verità ed è frutto della sua azione nell’uomo. Lo Spirito Santo deve essere in questo la suprema guida dell’uomo, la luce dello spirito umano. Ciò vale per gli apostoli, testimoni oculari, che devono ormai portare a tutti gli uomini l’annuncio di ciò che Cristo «fece ed insegnò» e, specialmente, della sua Croce e della sua Risurrezione. In una prospettiva più lontana ciò vale anche per tutte le generazioni dei discepoli e dei confessori del Maestro, poiché dovranno accettare con fede e confessare con franchezza il mistero di Dio operante nella storia dell’uomo, il mistero rivelato che di tale storia spiega il senso definitivo.

Bibbia di Navarra (I Quattro Vangeli): Gesù Cristo rivela in questo luogo alcuni aspetti del mistero della Santissima Trinità. Insegna l’uguaglianza delle tre Persone divine, affermando che tutto quello che ha il Padre appartiene pure al Figlio ,  tutto ciò che ha il Figlio è parimenti del Padre (cfr Gv 17,10); così come anche lo Spirito Santo possiede quanto è comune al Padre e al Figlio, ovvero l’essenza divina. Azione propria dello Spirito Santo sarà quella di glorificare Cristo, rammentando e chiarendo ai discepoli le cose che il Maestro ha loro insegnato (Gv 16,13). Gli uomini, riconoscendo il Padre attraverso il Figlio sotto l’azione dello Spirito, glorificano Cristo; e glorificare Cristo è lo stesso che rendere gloria a Dio (cfr Gv 17,1.3-5.10).

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Gli uomini, riconoscendo il Padre attraverso il Figlio sotto l’azione dello Spirito, glorificano Cristo; e glorificare Cristo è lo stesso che rendere gloria a Dio.
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Dio, che ci chiami a celebrare nella fede la risurrezione del tuo Figlio, fa’ che possiamo rallegrarci con lui insieme ai tuoi santi nel giorno della sua venuta. Egli è Dio, e vive e regna con te...