23 Maggio 2018

Mercoledì VII Settima Tempo Ordinario


Oggi Gesù ci dice: «Non sapete quale sarà domani la vostra vita. Dovreste dire invece: “Se il Signore vorrà”» (Prima Lettura).  

Dal Vangelo secondo Marco 9,38-40: Giovanni nel pretendere l’esclusivo potere di cacciare i demoni si rivela settario, molto lontano da una mentalità di servizio. La comunità cristiana, «deve essere aperta a tutti, anche quanti escono al di là della cerchia visibile dei suoi, e deve saper distinguere: un conto è essere pro o contro il Maestro [Mt 12.30], un conto è non appartenere esplicitamente ai suoi discepoli» (F. Lambiasi).

Rinaldo Fabris (Il Vangelo di Marco): Un problema vivo già al tempo di Gesù, cfr. Mt 12,24.27, ma ancora di più nella comunità primitiva, cfr. At 19,13, era quello di valutare i fenomeni straordinari, come appunto gli esorcismi. Giovanni, uno dei fratelli che portano il soprannome significativo di figli del tuono, 3,17b, interpella Gesù circa la sua presa di posizione in merito. In confronto con la risposta di Gesù, la comunità appare intollerante e settaria, più preoccupata dell’espansione e successo del gruppo che della realtà in gioco. Una certa simpatia e fiducia nel nome di Gesù, anche usato semplicemente in una formula di scongiuro da un esorcista giudeo, è uno spiraglio e un primo approccio alla comunione salvifica con Gesù. La tolleranza e l’ecumenismo di Gesù sono premesse per liberare la prima comunità dal settarismo gretto e introverso.

Chi non è contro di noi, è per noi - I Vangeli, in molte occasioni, non temono di mettere in evidenza i limiti caratteriali e le povertà intellettuali e spirituali degli Apostoli. Così, la richiesta da parte del discepolo che «Gesù amava» di mettere a regime lo Spirito Santo denuncia apertamente una mentalità gretta, tribale, non plasmata ancora dallo Spirito.
Giovanni è l’apostolo che aveva chiesto a Gesù, per sé e per suo fratello Giacomo, i primi posti nel Regno celeste (Mc 10,35-40). E sempre loro due chiederanno a Gesù di incenerire i Samaritani il cui unico torto era stato quello di non aver voluto accogliere il Maestro (Lc 9,54). Tutto questo, oltre a far capire con quale pasta Gesù costruì la sua Chiesa, al dire di molti autori, è un’ulteriore prova della veridicità dei racconti evangelici.
Quella di Giovanni, in pratica, è la richiesta di ottenere il monopolio della potenza del nome di Gesù. La risposta del Maestro sgombra il campo da ogni dubbio: di questa potenza i discepoli non sono i padroni; essa è data da Dio e solo Dio ne dispone i tempi e i modi e l’avvenuto miracolo attesta che chi l’ha operato ha agito con corretta intenzione:  «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi». 
Gli esorcisti occupavano un posto molto importante anche in Israele in quanto a satana veniva addebitata ogni sorta di sciagure: l’uomo sedotto da satana scivolando nel peccato andava incontro ad ogni tipo di sofferenze, disgrazie e anche malattie fisiche, che palesavano in questo modo il giusto castigo di Dio. Gesù generalmente non contraddice questo modo di pensare, ma in qualche caso esclude una relazione diretta e precisa tra colpa e malattia (cf. Lc 13,2; Gv 5,14; 9,3).
La replica di Gesù - Chi non è contro di noi è per noi - è una lezione di alto tono magistrale: dinanzi a Dio e di fronte al bene assoluto della salvezza, non vi sono distinzioni tra uomo e uomo, tra «tu sei dei nostri» e «tu non lo sei». L’unica distinzione che il Vangelo fa è riportata nel capitolo 25 di Matteo (vv. 31-45): avevo fame, avevo sete, ero ammalato, forestiero, nudo, malato e mi avete dato accoglienza e assistenza (oppure non me l’avete data). Solo su questa distinzione verterà il giudizio di Dio.

L’esorcismo - Catechismo della Chiesa Cattolica 1673: Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del Maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo. Gesù l’ha praticato; è da lui che la Chiesa deriva il potere e il compito di esorcizzare. In una forma semplice, l’esorcismo è praticato durante la celebrazione del Battesimo. L’esorcismo solenne, chiamato “grande esorcismo”, può essere praticato solo da un presbitero e con il permesso del vescovo. In ciò bisogna procedere con prudenza, osservando rigorosamente le norme stabilite dalla Chiesa. L’esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall’influenza demoniaca, e ciò mediante l’autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nel campo della scienza medica. È importante, quindi, accertarsi, prima di celebrare l’esorcismo, che si tratti di una presenza del Maligno e non di una malattia.

Jorge A. Card. Medina Estévez: L’esorcismo ha come punto di partenza la fede della Chiesa, secondo la quale esistono Satana e gli altri spiriti maligni, e che la loro attività consiste nell’allontanare gli uomini dal cammino della salvezza. La dottrina cattolica c’insegna che i demoni sono angeli caduti a causa del loro peccato, che sono esseri spirituali di grande intelligenza e potere: «La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l’edificazione del Regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo Regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni - di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica per ogni uomo e per la società -, quest’azione è permessa dalla divina Provvidenza, la quale guida la storia dell’uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell’attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rom 8,28)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 395).
Vorrei sottolineare che l’influsso nefasto del demonio e dei suoi seguaci viene abitualmente esercitato attraverso l’inganno, la menzogna, la bugia e la confusione. Come Gesù è la Verità (cf. Gv 5,44). così il diavolo è il bugiardo per eccellenza. Da sempre, sin dall’inizio, la menzogna è stata la sua strategia preferita. Non c’è dubbio che il diavolo riesca ad intrappolare tante persone nella rete delle bugie, piccole o clamorose. Inganna gli uomini facendo loro credere che la felicità si trovi nel denaro, nel potere, nella concupiscenza carnale. Inganna gli uomini persuadendoli che non hanno bisogno di Dio e che sono autosufficienti, senza bisogno della grazia e della salvezza. Addirittura inganna gli uomini diminuendo, anzi facendo scomparire il senso del peccato, sostituendo alla legge di Dio come criterio di moralità, le abitudini o le convenzioni della maggioranza. Persuade i bambini che la bugia è un modo adatto per risolvere diversi problemi, e cosi, man mano, si crea tra gli uomini un’atmosfera di diffidenza e di sospetto. Dietro le bugie e le menzogne, che portano l’immagine del Grande Bugiardo, si sviluppano le incertezze, i dubbi, un mondo dove non c’è più sicurezza né Verità e dove, invece, regna il relativismo e la convinzione che la libertà consista nel fare quel che si vuole; così non si capisce più che la vera libertà è l’identificazione con la volontà di Dio, fonte del bene e dell’unica felicità possibile.
La presenza del diavolo e della sua azione, spiega l’avvertimento del Catechismo della Chiesa Cattolica: «la drammatica condizione del mondo che “giace” tutto “sotto il potere del maligno” (1Gv 5,19), fa della vita dell’uomo una lotta: “Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l’uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l’aiuto della grazia di Dio” (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, n. 37,2)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 409).
La Chiesa è sicura della vittoria finale dì Cristo e perciò non si lascia trascinare dalla paura o dal pessimismo, ma allo stesso tempo è consapevole dell’azione del maligno che cerca di scoraggiarci e di seminare la confusione. “Abbiate fiducia - dice il Signore - Io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). In questa cornice trovano il loro posto gli esorcismi, espressione importante, ma non l’unica, della lotta contro il maligno.

Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo! (Gv 16,33) - Catechismo della Chiesa Cattolica 1821: Noi possiamo, dunque, sperare la gloria del cielo promessa da Dio a coloro che lo amano e fanno la sua volontà. In ogni circostanza ognuno deve sperare, con la grazia di Dio, di perseverare sino alla fine e ottenere la gioia del cielo, quale eterna ricompensa di Dio per le buone opere compiute con la grazia di Cristo. Nella speranza la Chiesa prega che «tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,4). Essa anela ad essere unita a Cristo, suo Sposo, nella gloria del cielo: «Spera, anima mia, spera. Tu non conosci il giorno né l’ora. Veglia premurosamente, tutto passa in un soffio, sebbene la tua impazienza possa rendere incerto ciò che è certo, e lungo un tempo molto breve. Pensa che quanto più lotterai, tanto più proverai l’amore che hai per il tuo Dio e tanto più un giorno godrai con il tuo Diletto, in una felicità ed in un’estasi che mai potranno aver fine».

Per essere per Cristo bisogna dire no...: Benedetto XVI (Lectio Divina, 11 giugno 2012): «Rinunciate alle seduzioni del male per non lasciarvi dominare dal peccato?». Che cosa sono queste seduzioni del male? Nella Chiesa antica, e ancora per secoli, qui c’era l’espressione: «Rinunciate alla pompa del diavolo?», e oggi sappiamo che cosa era inteso con questa espressione «pompa del diavolo». La pompa del diavolo erano soprattutto i grandi spettacoli cruenti, in cui la crudeltà diventa divertimento, in cui uccidere uomini diventa una cosa spettacolare: spettacolo, la vita e la morte di un uomo. Questi spettacoli cruenti, questo divertimento del male è la «pompa del diavolo», dove appare con apparente bellezza e, in realtà, appare con tutta la sua crudeltà. Ma oltre a questo significato immediato della parola «pompa del diavolo», si voleva parlare di un tipo di cultura, di una way of life, di un modo di vivere, nel quale non conta la verità ma l’apparenza, non si cerca la verità ma l’effetto, la sensazione, e, sotto il pretesto della verità, in realtà, si distruggono uomini, si vuole distruggere e creare solo se stessi come vincitori. Quindi, questa rinuncia era molto reale: era la rinuncia ad un tipo di cultura che è un’anti-cultura, contro Cristo e contro Dio. Si decideva contro una cultura che, nel Vangelo di san Giovanni, è chiamata «kosmos houtos», «questo mondo». Con «questo mondo», naturalmente, Giovanni e Gesù non parlano della Creazione di Dio, dell’uomo come tale, ma parlano di una certa creatura che è dominante e si impone come se fosse questo il mondo, e come se fosse questo il modo di vivere che si impone. Lascio adesso ad ognuno di voi di riflettere su questa «pompa del diavolo», su questa cultura alla quale diciamo «no». Essere battezzati significa proprio sostanzialmente un emanciparsi, un liberarsi da questa cultura. Conosciamo anche oggi un tipo di cultura in cui non conta la verità; anche se apparentemente si vuol fare apparire tutta la verità, conta solo la sensazione e lo spirito di calunnia e di distruzione. Una cultura che non cerca il bene, il cui moralismo è, in realtà, una maschera per confondere, creare confusione e distruzione. Contro questa cultura, in cui la menzogna si presenta nella veste della verità e dell’informazione, contro questa cultura che cerca solo il benessere materiale e nega Dio, diciamo «no».
  
Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo! (Gv 16,33).
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Il tuo aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle parole e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo...