17 Maggio 2018

Giovedì VII settimana di Pasqua

Oggi Gesù ci dice: «Siate perfetti nell’unità» (Vangelo).  

Dal Vangelo secondo Giovanni 17,20-26: Gesù prega per la Chiesa, il nuovo Israele, la comunità dei credenti riuniti dalla testimonianza degli Apostoli. Per la Chiesa Gesù chiede il dono dell’unità, cioè quella stessa comunione che lo unisce al Padre. Uniti a lui, i credenti saranno intimamente uniti al Padre, e uniti anche tra loro nell’amore. Ed è grazie a questo legame d’amore che la Chiesa sarà destinata a contemplare la gloria di Cristo e a parteciparvi. Questa è la mèta ultima dei credenti condividere, oltre la morte, la vita eterna del Padre e del Figlio. Dopo la liberazione dalla cattività egiziana e la rivelazione del Sinai, la gloria di Dio dimorava sopra il tabernacolo in mezzo a Israele (Es 40,34), ora questa gloria abita nella comunità dei credenti: Gesù è la gloria di Dio manifestata agli uomini in mezzo ai quali ha piantato la sua tenda (Gv 1,14).

Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò...: Catechismo della Chiesa Cattolica 2758: La preghiera dell’Ora di Gesù, detta a ragione “preghiera sacerdotale”, ricapitola l’intera Economia della creazione e della salvezza. Essa ispira le grandi petizioni del “Padre nostro”.

Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me - Padre Paolo Berti (Vangelo secondo Giovanni): L’unità della Chiesa nasce dalla partecipazione dell’unità di Dio. La partecipazione avviene per il dono dell’inabitazione della Trinità nel cuore dei credenti (14,17.20.23; 17,23; 1Gv 3,9; 4,15; Rm 8,9; 1Cor 3,16; 6,19;16,17; 2Cor 13,5; Gal 4,6; Ef 2,22; Eb 3,6; 1Pt 3,15; Ap 3,20). L’inabitazione della Trinità - realtà increata - si attua nel contempo che l’anima è elevata dalla grazia, la quale è una realtà soprannaturale creata. La grazia santificante, che può crescere o essere perduta, è l’elemento base dell’elevazione, e ha la necessità della grazia attuale perché si abbia la realtà del comportamento secondo Dio. L’inabitazione è di tutta la Trinità, perché Dio è indivisibile, ma viene riferita allo Spirito Santo in quanto l’amore di Dio è riversato nei nostri cuori da lui (Rm 5,5). Lo Spirito Santo comunica poi all’anima i suoi sette doni, che sono una realtà creata (Is 61,1s; Lc 16,18). L’inabitazione di Dio nell’anima non ha nessun aspetto panteistico. Fondamento della vita soprannaturale sono le tre virtù teologali (fede, speranza, carità) infuse da Dio (Rm 5,3s; 1Cor 13,13; Eb 11,11, ecc.). Si accompagnano ad esse e ai doni dello Spirito Santo le quattro virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) capaci di abbracciare tutte le virtù morali: docilità, obbedienza, castità, sobrietà, affabilità, perseveranza, pazienza, umiltà, modestia, mitezza, ponderazione, rettitudine, riservatezza, fervore, clemenza, fedeltà, equità, semplicità, coraggio, magnanimità, rispetto, diligenza, moderazione. Tutto ciò è connesso alle beatitudini (Mt 5,3s). 

… perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato: Catechismo della Chiesa Cattolica 820: L’unità, Cristo l’ha donata alla sua Chiesa fin dall’inizio. Noi crediamo che sussista, “senza possibilità di essere perduta, nella Chiesa cattolica e speriamo che crescerà ogni giorno più sino alla fine dei secoli”. Cristo fa sempre alla sua Chiesa il dono dell’unità, ma la Chiesa deve sempre pregare e impegnarsi per custodire, rafforzare e perfezionare l’unità che Cristo vuole per lei. Per questo Gesù stesso ha pregato nell’ora della sua Passione e non cessa di pregare il Padre per l’unità dei suoi discepoli: “...  Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). Il desiderio di ritrovare l’unità di tutti i cristiani è un dono di Cristo e un appello dello Spirito Santo.

I cristiani costruttori di unità: Catechismo della Chiesa Cattolica 822: La cura di ristabilire l’unione “riguarda tutta la Chiesa, sia i fedeli che i pastori”. Ma bisogna anche essere consapevoli “che questo santo proposito di riconciliare tutti i cristiani nell’unità della Chiesa di Cristo, una e unica, supera le forze e le doti umane”. Perciò riponiamo tutta la nostra speranza “nell’orazione di Cristo per la Chiesa, nell’amore del Padre per noi e nella forza dello Spirito Santo”.

E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola: Catechismo della Chiesa Cattolica 690: Gesù è Cristo, “unto”, perché lo Spirito ne è l’Unzione e tutto ciò che avviene a partire dall’Incarnazione sgorga da questa pienezza. Infine, quando Cristo è glorificato, può, a sua volta, dal Padre, inviare lo Spirito a coloro che credono in lui: comunica loro la sua Gloria, cioè lo Spirito Santo che lo glorifica. La missione congiunta si dispiegherà da allora in poi nei figli adottati dal Padre nel Corpo del suo Figlio: la missione dello Spirito di adozione sarà di unirli a Cristo e di farli vivere in lui.

Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me: Catechismo della Chiesa Cattolica 260: Il fine ultimo dell’intera Economia divina è che tutte le creature entrino nell’unità perfetta della Beata Trinità. Ma fin d’ora siamo chiamati ad essere abitati dalla Santissima Trinità: “Se uno mi ama”, dice il Signore, “osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23).

Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro»: Giovanni Paolo II (Tertium Millenium 37/99): Negli eventi della storia della salvezza si rivela sempre più l’iniziativa del Padre, che con la sua azione interiore apre il cuore dei credenti ad accogliere il Figlio incarnato. Conoscendo Gesù essi potranno conoscere anche Lui, il Padre. È quanto insegna Gesù stesso rispondendo a Tommaso: “Se conoscete me, conoscerete anche il Padre” (Gv 14,7, cfr. vv. 7-10). Bisogna dunque credere in Gesù e guardare a lui, luce del mondo, per non rimanere nelle tenebre dell’ignoranza (cfr. Gv 12,44-46) e per conoscere che la sua dottrina viene da Dio (cfr. Gv 7,17s.). A questa condizione è possibile conoscere il Padre, diventando capaci di adorarlo “in spirito e verità” (Gv 4,23). Questa conoscenza viva è inseparabile dall’amore. Viene comunicata da Gesù, come egli ha detto nella sua preghiera sacerdotale: “Padre giusto, ... io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi” (Gv 17,25-26). “Quando preghiamo il Padre, siamo in comunione con lui e con il Figlio suo Gesù Cristo. È allora che lo conosciamo e lo riconosciamo in uno stupore sempre nuovo” (CCC 2781). Conoscere il Padre significa, dunque, trovare in lui la fonte del nostro essere e della nostra unità, in quanto membri di un’unica famiglia, ma significa anche essere immersi in una vita, “soprannaturale”, la vita stessa di Dio.

L’indole comunitaria dell’umana vocazione nel piano di Dio: Gaudium et spes 24: Iddio, che ha cura paterna di tutti, ha voluto che tutti gli uomini formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro come fratelli. Tutti, infatti, creati ad immagine di Dio «che da un solo uomo ha prodotto l’intero genere umano affinché popolasse tutta la terra» (At 17,26), sono chiamati al medesimo fine, che è Dio stesso. Perciò l’amor di Dio e del prossimo è il primo e più grande comandamento. La sacra Scrittura, da parte sua, insegna che l’amor di Dio non può essere disgiunto dall’amor del prossimo, «e tutti gli altri precetti sono compendiati in questa frase: amerai il prossimo tuo come te stesso. La pienezza perciò della legge è l’amore» (Rm 13,9; 1Gv 4,20). È evidente che ciò è di grande importanza per degli uomini sempre più dipendenti gli uni dagli altri e per un mondo che va sempre più verso l’unificazione. Anzi, il Signore Gesù, quando prega il Padre perché «tutti siano una cosa sola, come io e tu siamo una cosa sola» (Gv 17,21), aprendoci prospettive inaccessibili alla ragione umana, ci ha suggerito una certa similitudine tra l’unione delle Persone divine e l’unione dei figli di Dio nella verità e nell’amore. Questa similitudine manifesta che l’uomo, il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non possa ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé.

Unità e unicità della Chiesa: Unitatis redintegratio 2: In questo si è mostrato l’amore di Dio per noi, che l’unigenito Figlio di Dio è stato mandato dal Padre nel mondo affinché, fatto uomo, con la redenzione rigenerasse il genere umano e lo radunasse in unità. Ed egli, prima di offrirsi vittima immacolata sull’altare della croce, pregò il Padre per i credenti, dicendo: «che tutti siano una sola cosa, come tu, o Padre, sei in me ed io in te; anch’essi siano uno in noi, cosicché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17,21), e istituì nella sua Chiesa il mirabile sacramento dell’eucaristia, dal quale l’unità della Chiesa è significata ed attuata. Diede ai suoi discepoli il nuovo comandamento del mutuo amore e promise lo Spirito consolatore, il quale restasse con loro per sempre, Signore e vivificatore. Innalzato poi sulla croce e glorificato, il Signore Gesù effuse lo Spirito promesso, per mezzo del quale chiamò e riunì nell’unità della fede, della speranza e della carità il popolo della Nuova Alleanza, che è la Chiesa, come insegna l’Apostolo: «Un solo corpo e un solo Spirito, come anche con la vostra vocazione siete stati chiamati a una sola speranza. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo» (Ef 4,4-5). Poiché «quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo... Tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,27-28). Lo Spirito Santo che abita nei credenti e riempie e regge tutta la Chiesa, produce questa meravigliosa comunione dei fedeli e li unisce tutti così intimamente in Cristo, da essere il principio dell’unità della Chiesa. Egli realizza la diversità di grazie e di ministeri, e arricchisce di funzioni diverse la Chiesa di Gesù Cristo « per rendere atti i santi a compiere il loro ministero, affinché sia edificato il corpo di Cristo» (Ef 4,12). Per stabilire dovunque fino alla fine dei secoli questa sua Chiesa santa, Cristo affidò al collegio dei dodici l’ufficio di insegnare, governare e santificare. Tra di loro scelse Pietro, sopra il quale, dopo la sua confessione di fede, decise di edificare la sua Chiesa; a lui promise le chiavi del regno dei cieli e, dopo la sua professione di amore, affidò tutte le sue pecore perché le confermasse nella fede e le pascesse in perfetta unità, mentre egli rimaneva la pietra angolare e il pastore delle anime nostre in eterno. Gesù Cristo vuole che il suo popolo, per mezzo della fedele predicazione del Vangelo, dell’amministrazione dei sacramenti e del governo amorevole da parte degli apostoli e dei loro successori, cioè i vescovi con a capo il successore di Pietro, sotto l’azione dello Spirito Santo, cresca e perfezioni la sua comunione nell’unità: nella confessione di una sola fede, nella comune celebrazione del culto divino e nella fraterna concordia della famiglia di Dio. Così la Chiesa, unico gregge di Dio, quale segno elevato alla vista delle nazioni, mettendo a servizio di tutto il genere umano il Vangelo della pace, compie nella speranza il suo pellegrinaggio verso la meta che è la patria celeste. Questo è il sacro mistero dell’unità della Chiesa, in Cristo e per mezzo di Cristo, mentre lo Spirito Santo opera la varietà dei ministeri. Il supremo modello e principio di questo mistero è l’unità nella Trinità delle Persone di un solo Dio Padre e Figlio nello Spirito Santo. 

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Il fine ultimo dell’intera Economia divina è che tutte le creature entrino nell’unità perfetta della Beata Trinità.
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Venga, o Padre, il tuo Spirito e ci trasformi interiormente con i suoi doni; crei in noi un cuore nuovo, perché possiamo piacere a te e cooperare al tuo disegno di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo...