IL VANGELO DEL GIORNO

18 Marzo 2018

V DOMENICA QUARESIMA


Oggi Gesù ci dice: “Concluderò un’alleanza nuova e non ricorderò più il peccato” (I Lettura Ger 31,31-34).


Dal Vangelo secondo Giovanni 12,20-33: Giovanni sembra evocare la scena del Getsemani: angoscia davanti all’«ora» imminente, preghiera fiduciosa al Padre, accettazione della volontà divina, consolazione venuta dal cielo. Gesù si offre alla morte per compiere l’opera che glorificherà il Padre manifestando il suo amore per il mondo. La sua morte, inoltre, riscatterà gli uomini liberandoli dalla tirannia di Satana. Elevato sulla Croce, Gesù si svelerà agli occhi di tutti come il salvatore del mondo (Cf. Gv 19,37). È la risposta ai Greci che cercavano di «vederlo» (Gv 6,40).


Vincenzo Raffa (Liturgia Festiva): In questa domenica, in cui la Chiesa vive nella liturgia l’attesa dell’ora di Gesù, essa non guarda al sacrificio della croce solo come evento di umiliazione, di dolore e di annientamento, ma anche come apoteosi di gloria.
«È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo». E il Figlio è glorificato morendo, risorgendo e portando molto frutto in ordine ai beni della salvezza nella sua umanità e negli uomini redenti. Cristo chiede al Padre di far risplendere la sua gloria: «Glorifica il tuo nome», e ne ha la risposta positiva per il presente e il futuro. La glorificazione del Padre compie nel Cristo attraverso il mistero pasquale. Perciò è una gloria che appartiene tutta anche al Figlio. Il Redentore ottiene vittoria completa sulle potenze avverse del male (prefazio di passione/2).
Con questo trionfo si instaura l’ordine nuovo ... Gesù viene esaltato con la crocifissione e la risurrezione («quando sarò elevato...»). Raggiunta altezza, attira tutti i redenti, portandoli al livello del suo trionfo (cfr. prefazio di passione/1/2).
L’immolazione del Cristo fu effetto del suo amore. Noi dobbiamo vivere e agire nella medesima carità che spinse il nostro salvatore a dare la sua vita per noi (colletta).
Il granello di frumento disfatto portò molto frutto. Diede al genere umano la possibilità di passare dalla morte alla vita. Questo processo ora si rende effettivo per ogni uomo attraverso i sacramenti ... Ma la vita che si ottiene è certo diversa e superiore a quella restituita a Lazzaro ... Si tratta infatti di quella vita divina, di cui Cristo  aveva la pienezza.


Compostella (Messale per la Vita Cristiana): Questo brano del Vangelo segue immediatamente la narrazione dell’ingresso trionfale del Signore a Gerusalemme. Tutti sembrano averlo accolto: persino alcuni Greci, di passaggio, andarono a rendergli omaggio.
Questo è il contesto in cui Giovanni comincia il racconto della Passione. Come in natura, il chicco di grano muore per generare una nuova vita, così Gesù, con la sua morte, riconduce tutto quanto al Padre. Non è l’acclamazione del popolo che farà venire il Regno, ma il consenso del Padre. Il ministero e l’insegnamento di Gesù testimoniano che egli è venuto da parte del Padre. Aprirci a lui, significa passare dalla conoscenza di quanto egli ha detto o fatto all’accettazione della fede. La voce venuta dal cielo ci riporta alla Trasfigurazione (cf la seconda domenica di Quaresima). Ma qui, chi sente questa voce, o non la riconosce per nulla, o la percepisce come una vaga forma di approvazione. Eppure tale conferma era proprio destinata a loro. Questo è anche un richiamo per noi: se non siamo pronti ad ascoltare la parola di Dio, anche noi resteremo insensibili. Tutti coloro che vogliono seguire Cristo, che accettano questa nuova via, scelgono di porsi al servizio di Cristo e di camminare al suo fianco. Il significato pregnante di queste parole - essere sempre con lui dovunque egli sia - ci è stato presentato nell’insegnamento e nel nutrimento spirituale della Quaresima. All’avvicinarsi della celebrazione dei misteri pasquali, portiamo in noi la certezza che servire Cristo significa essere onorati dal Padre.

Carlo Buzzetti (Vangelo di Giovanni): v. 23 - È giunta l’ora ... Le parole di Gesù non sono una vera risposta; egli non
parla minimamente dei Greci. In altri casi egli appare più che attento a cogliere la possibilità di un incontro e di un dialogo. Qui invece ... Di fatto, l’evangelista non dice che Gesù non accoglie i pagani. Riporta parole che subito presentano il significato di quella richiesta a livello teologico, all’interno della prospettiva di Gesù e di Giovanni. La richiesta è trascurata o rifiutata? Se cosi fosse, si deve pensare che la vera risposta è rimandata a dopo la croce: soltanto allora Gesù realizza la vocazione di radunare anche i figli “dispersi” (v. 11,52). All’evangelista non interessano le singole persone protagoniste dell’episodio (infatti di questi Greci egli non parla più). Per lui è più importante il valore di segnale che il loro gesto costituisce. In quel momento la particolare coscienza di Gesù avverte che il tempo critico è ormai vicinissimo: “È giunta l’ora ...” Quell’ora più volte indicata come futura ..., diventa imminente perché i pagani chiedono di incontrare Gesù. L’ora che spesso è annunciata e intesa come estrema mortificazione (v. 7,30; 8,20) qui è detta rivelazione di gloria. Il “Figlio dell’uomo” sta per realizzare la sua paradossale vocazione di manifestare la propria posizione di “Figlio” celeste mediante l’apparente fallimento della morte. Non contano più i discorsi, ma i fatti: quei pagani devono soltanto attendere un poco, vedere la croce e la gloria, e infine capire.


L’ora di Gesù nel IV Vangelo - * F. L. - G. B. (Ora in Schede Bibliche Pastorali, Vol. VI, Edizioni Dehoniane - Bologna): In generale, per Giovanni l’ora è il tempo in cui si compie l’opera alla quale uno è stato particolarmente destinato. L’ora della donna che sta per diventare madre, è quella del parto (Gv 16,21). L’ora dei giudei increduli è il tempo nel quale Dio permette loro di compiere il delitto (Gv 16,3-4). L’ora di Gesù è il momento nel quale si realizza definitivamente l’opera per la quale egli è stato inviato in questo mondo, cioè la vittoria sul peccato e sulla morte (Cf. Gv 12,23ss).
È evidente che «quest’ora» rappresenta per Giovanni un criterio di prim’ordine, perché dà senso all’insieme della vita di Gesù. Da questo punto di vista, il IV vangelo si divide in due sezioni: una prima parte segna una progressione costante, un avvio continuo verso quest’ora decisiva che ancora non è giunta; la seconda parte ci presenta l’ora ormai giunta, e ne spiega la portata salvifica.
[...]. «È giunta l’ora»! L’ora di Gesù è perciò la grande ora di salvezza. Benché significhi anzitutto il momento fissato dal Padre per la passione, essa indica l’avvenimento globale, indivisibile che si compie dalla morte all’ascensione, e che viene sigillato con l’effusione dello Spirito.
Noi vediamo delinearsi, in prospettiva, i diversi fatti: della morte, sepoltura, risurre­zione, ascensione, pentecoste (così li enuncia il Credo). Giovanni invece li vede come un solo avvenimento: la glorificazione di Gesù, che è appunto la sua ora. Se durante la giornata di Gesù, cioè il periodo della sua vita pubblica (9,4; 11,9) nel quale egli fu luce per Israele, la sua gloria fu velata dalla presenza del suo corpo terreno, nell’ora che segna la fine della giornata, quando cade la notte per i giudei (12,35), la gloria di Gesù si rivela: «Gesù rispose: È giunta l’ora che sia glorificato il figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto...Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome. Venne allora una voce dal cielo: L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò... Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (12,23-24.27-28.31-32).
In 13,1 poi leggiamo: «Prima della festa di pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine».
Significativo è anche l’inizio della preghiera sacerdotale: «Padre, è giunta l’ora; glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te» (17,1).
Lo stesso concetto viene espresso nel quarto vangelo anche con l’avverbio «adesso» (nyn). Alla samaritana Gesù proclama che «è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre... Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori» (Gv 4,21 e 23). Vuol dire che sono giunti i tempi ultimi, quelli definitivi, in cui il culto sarà espressione del dono dello Spirito di Dio. Già abbiamo citato 12,31-32: l’ora è il momento attuale in cui si compie il giudizio del mondo e il principe del mondo è vinto. Cristo attirerà tutti a sé dall’alto della croce. Tema comune all’ora storico-salvifica di Gesù è l’affermazione di Gesù in 13,31: adesso il figlio dell’uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in lui. Si veda anche 17,5 in cui Gesù supplica il Padre di glorificarlo con quella gloria che egli aveva presso di lui prima della formazione del mondo. Momento della glorificazione, ma anche momento dell’andata al Padre: «Ora però vado da colui che mi ha mandato» (16,5); «Ma ora io vengo a te [Padre]» (17,13). È anche il momento in cui i discepoli sanno che Gesù è il rivelatore definitivo di Dio (17,7-8).


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
****  L’immolazione del Cristo fu effetto del suo amore. Noi dobbiamo vivere e agire nella medesima carità che spinse il nostro salvatore a dare la sua vita per noi.
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza, si è fatto obbediente fino alla morte di croce; fa’ che nelle prove della vita partecipiamo intimamente alla sua passione redentrice, per avere la fecondità del seme che muore ed essere accolti come tua messe nel regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo ...