IL PENSIERO DEL GIORNO

8 Marzo 2018


GIOVEDÌ FERIA III SETTIMANA QUARESIMA


Oggi Gesù ci dice: “Ritornate a me con tutto il cuore, perché sono misericordioso e pietoso” (Cfr. Gl 2,12-13).


Dal Vangelo secondo Luca 11,14-23: La guarigione di un ossesso suscita lo stupore delle folle, mentre irrita alcuni, anonimi, forse farisei, i quali  accusano Gesù di magia, altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Gesù non polemizza con i detrattori, non dà seguito alla richiesta dei soliti increduli, li invita invece a guardare la storia dell’uomo con occhi nuovi, pieni di fede: Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. L’espressione “dito di Dio” indica l’intervento concreto e diretto di Dio sul mondo (cfr. Es 8,15). La prova suprema che dimostra che Gesù non agisce in nome di Satana è che la sua predicazione si riferisce al regno di Dio. L’ultima prova viene offerta sotto forma di una parabola che dimostra la vittoria di Gesù su Satana. Quest’ultimo è “l’uomo forte” che fa la guardia alla sua casa e al suo regno, ma c’è uno “più forte” che sconfigge lui e i suoi fanatici seguaci.
  

Dito di Dio: Nella sacra Scrittura sta a indicare la potenza di Dio (cfr. Sal 8,4). Le tavole della Legge sono state scritte con il “dito di Dio” (cfr. Es 31,18). Così Gesù scaccia satana ed esorcizza i demòni con il “dito di Dio”: “per l’espressione, cf. Es 8,15 e Sal 8,4. È il confronto di questo passo con il parallelo Mt 12,28, che ha fatto dare allo Spirito santo l’appellativo di «Digitus paternae dexterae»” (Bibbia di Gerusalemme).


Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra - Benedetto Prete: Luca ha dato una sua interpretazione al detto del Maestro ricapitolando le varie immagini ricordate dagli altri Sinottici per illustrare meglio l’idea centrale; il suo testo quindi, raffrontato con quello di Matteo e Marco, rivela una rielaborazione dei dati attinti dalle fonti. Le .... case cadono l’una sull’altra, letteralmente una casa cade sull’altra; l’immagine sviluppa ed integra la precedente; la caduta del regno è manifestata dalla rovina delle case, triste conseguenza della guerra civile che ha diviso i sudditi ed ha distrutto le loro città. Per Matteo e Marco la casa è un’immagine indipendente che, nel testo di questi due Sinottici, designa un edificio minacciato nella sua stabilità da pericolose fessure ...; in Luca invece la rovina della casa è determinata dalle lotte intestine che distruggono l’unità di un regno. Matteo inoltre ha una terza immagine: quella della città (cf. Mt., 12,25).
Il paragone del regno che va in rovina perché diviso da violente fazioni costituisce il primo argomento di confutazione dell’accusa rivolta contro il Maestro.


La potenza di satana - Richard Gtzwiller: Gesù scaccia da un muto lo spirito cattivo: il muto può parlare. Le turbe sono prese da ammirazione. Ci si domanda chi gli dia il potere di compiere tali cose. I nemici affermano che egli l’ha ricevuto da Beelzebul, il capo dei demoni. Ma Gesù li confuta con due pensieri. Anzitutto, in questo caso, satana combatterebbe contro se stesso e sarebbe lui stesso a distruggere il suo regno: ora egli è troppo intelligente, perché lo si possa credere capace di un errore simile. Poi anche i farisei praticano gli esorcismi e mai salta loro in testa di pensare che essi lavorino al servizio del diavolo, anzi proprio essi sostengono di combattere contro di lui.
Ma, positivamente, Gesù sottolinea che egli caccia il demonio col dito di Dio. Quest’espressione significa due cose: da una parte, che per cacciare i demoni, Dio non ha affatto bisogno di tutta la sua potenza e nemmeno della potenza della mano: basta in certo modo il dito mignolo. D’altra parte, dietro questa espressione si nasconde un pensiero più profondo. Attraverso l’intervento attivo del Cristo (simbolizzato dal dito) si manifesta la potenza efficace e salvatrice dello Spirito di Dio. Se veramente agisce in Gesù lo Spirito di Dio, allora il regno di Dio - in lui e per mezzo di lui - è realmente venuto.
Gesù illustra con una parabola il suo potere su satana. Quando un palazzo è difeso da un uomo armato, può penetrarvi dentro solo uno che sia più forte di quello, che vinca il forte e lo disarmi.
Satana è il forte che sta a guardia di tutto il mondo. Cristo è il più forte, colui che lo ha vinto. Ora il mondo appartiene a lui. Gli uomini sono in certo modo suo bottino, poiché con la forza e la potenza di Dio egli è il conquistatore del mondo nel regno dello spirito. Così s’è fatta visibile la potenza di Gesù su satana.


Satana, l’avversario di Dio -  Card. Angelo Amato SDB (Lectio magistralis, 8 maggio di 201): Una sua descrizione viene data nell’ultimo libro del Nuovo Testamento: «Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra» (Ap 12,9) Satana è la voce che seduce i progenitori inducendoli al peccato: è “peccatore fin dal principio” (1Gv 3,8), “padre della menzogna” e “omicida fin dal principio” (Gv 8,44). Creato buono da Dio, la sua caduta è consistita nel rifiuto di Dio, nella disobbedienza a Dio, nella decisione di voler essere lui la sorgente di ogni verità e di ogni bene, nel contrastare l’annuncio del vangelo, l’espansione del regno e la redenzione di Gesù. Satana, infatti, ha perfino osato tentare Gesù, il Santo di Dio, il Figlio di Dio incarnato. Come “padre della menzogna” (Gv 8,44), si è conquistato un certo dominio sull’umanità. Per questo viene chiamato “principe di questo mondo” (Gv 12,31; 14,30; 16,11) e perfino il dio “di questo mondo” (2Cor 4,4). Ciononostante, però, il regno di grazia e di verità portato da Gesù, ha un plusvalore sul regno di satana, che, come creatura, non è per niente in grado di annullare la finalità ultima del cosmo e dell’umanità, e cioè il compimento del regno portato da Gesù Cristo: “Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” (1Gv 3,8). Paradossalmente, anche la tentazione e la prova può promuovere la fede: «Egli [satana] non può ostacolare l’edificazione del regno di Dio, nel quale si avrà, alla fine, la piena attuazione della giustizia e dell’amore del Padre verso le creature eternamente predestinate» nel Figlio Verbo, Gesù Cristo. Possiamo anzi dire con S. Paolo che l’opera del maligno concorre al bene (Rm 8,28) e che serve ad edificare la gloria degli «eletti» (2Tm 2,10)». Il 24 maggio 1987, visitando l’antico e celebre santuario di S. Michele arcangelo a Monte S. Angelo (Foggia), Papa Giovanni Paolo II presentava Michele come il grande vincitore dei demoni: «Questa lotta contro il demonio, che contraddistingue la figura dell’Arcangelo Michele, è attuale anche oggi, perché il demonio è tuttora vivo ed operante nel mondo». Il 4 settembre 1988, a termine del suo viaggio a Torino, considerata città satanica per eccellenza, affermava ancora: «Dove c’è l’opera della salvezza, dove c’è l’attività dello Spirito Santo, dove vi sono i Santi, là arriva anche un altro. Naturalmente non si presenta con il proprio nome: cerca di trovare altri nomi. Il Vangelo gli ha trovato altri nomi, perché non si chiama solamente «diavolo», si chiama “padre della menzogna”, si chiama con diversi nomi. Ma si chiama anche “principe di questo mondo”». Qualunque nome gli si dia, si tratta sempre di una persona malvagia e potente, che, attraverso un’illusione di vita, organizza sistematicamente la perdizione e la morte.


Josè Antonio Fortea (Summa Daemoniaca): Negare la realtà delle possessioni e sostenere che servono solo da mero simbolo della liberazione dal male, sarebbe un’affermazione eretica. Tale affermazione è contraria alla tradizione cristiana.
I Santi, i dottori della Chiesa, i papi, insieme alla pratica costante della Chiesa in Oriente e Occidente attraverso tutta la sua storia, sono unanimi nell’affermare che la possessione consiste nel potere del demonio sul corpo.
I Vangeli fanno una chiarissima distinzione tra la malattia e la possessione. La distinzione tra le due realtà non lascia mai spazio a dubbi, in nessuno dei Vangeli. È sempre chiaro che la possessione è causata da un ente spirituale malefico. Quello della possessione è un fenomeno così sui generis che viene impiegato un verbo speciale quando Gesù espelle questi daimonia, il verbo è exorkizo. E le persone non vengono chiamate malate, ma daimonizomenoi. La possessione non si cura, il posseduto è liberato. Tali persone, che appaiono nei quattro Vangeli, gridano, hanno crisi di nervi. Gesù si rivolge ai daimonia in modo imperativo senza mostrare compassione alcuna.


Compostella  (Messale per la Vita Cristiana): La Quaresima è un tempo di conversione. È anche un tempo di lutto. La lotta che dobbiamo affrontare si pone su diversi piani: dobbiamo lottare contro noi stessi, contro il nostro io, il nostro orgoglio; dobbiamo lottare contro il demonio e le tentazioni che fa nascere; dobbiamo infine lottare contro ogni realtà che ci allontana da Gesù, da ogni ostacolo che ci impedisce di essere con lui.
«Chi non è con me, è contro di me»: queste parole hanno un significato molto profondo e possono servirci di regola in ogni cosa. Essere con Gesù deve essere la nostra prima ed unica preoccupazione. Allora la mattina, non appena ci svegliamo, la nostra prima azione cosciente sia un atto di adorazione: mostreremo così a Gesù il nostro desiderio di essere con lui e questo sarà il modo migliore per uscire dal torpore, dal sonno dell’incoscienza in  cui il demonio potrebbe farci cadere. Durante la nostra giornata, prima di ogni azione, ritorniamo così a Gesù, cerchiamo di restare sempre in sua compagnia. È così che noi «raccoglieremo con lui» mentre il demonio cercherà con ogni mezzo di «disperderci », di farci perdere tempo, di farci allontanare dall’essenziale.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** Qualunque nome si dia al demonio, si tratta sempre di una persona malvagia e potente, che, attraverso un’illusione di vita, organizza sistematicamente la perdizione e la morte.
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: Signore Dio nostro, fa’ che i tuoi fedeli, formati nell’impegno delle buone opere e nell’ascolto della tua parola, ti servano con generosa dedizione liberi da ogni egoismo, e nella comune preghiera a te, nostro Padre, si riconoscano fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo...