IL PENSIERO DEL GIORNO

8 Febbraio 2018

GIOVEDÌ V SETTIMANA «per annum»


Oggi Gesù ci dice: “Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi
e può portarvi alla salvezza
” (Gc 1,21b).


Dal Vangelo secondo Marco 7,24-30: Gesù prima di occuparsi dei pagani deve dedicarsi alla salvezza dei Giudei, figli di Dio e depositari delle antiche promesse. I pagani «agli occhi dei giudei erano considerati “cani”. Il carattere tradizionale di quest’immagine e la forma diminutiva [kynaria] attenuano sulla bocca di Gesù ciò che l’epiteto aveva di spregiativo» (Bibbia di Gerusalemme). Comunque, l’atteggiamento di Gesù è incomprensibile; si ci può chiedere se l’evangelista abbia annotato una sua reale reazione o si tratti di una finzione letteraria finalizzata a mettere in miglior risalto la grande fede della donna di “lingua greca e di origine siro-fenicia”. Accogliendo la preghiera della pagana ed esaudendola, il racconto evangelico diventa una piccola catechesi su un problema che affliggerà le prime comunità cristiane: l’ingresso dei pagani. Gesù indica la condizione: la fede. Il nuovo Israele che è la Chiesa è libero da ogni barriera o condizionamento geografico e socio-culturale.


Non è bene prendere il pane ... - L’escursione di Gesù verso la regione di Tiro suggerisce che egli è soprattutto un profeta itinerante: è il buon pastore che va dietro alla pecora perduta, finché non la ritrova (cfr. Lc 15,4). La scelta poi della zona non è casuale e non senza risonanza: anche ai pagani è destinata la salvezza. La donna che si getta ai piedi di Gesù era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Gesù alla donna che lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia dà una risposta è dura e inaspettata: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». La risposta di Gesù non scoraggia la donna; ella non si scompone, l’epiteto offensivo non la ferma nella sua richiesta: è venuta per la guarigione della figlia, quel che riguarda lei è secondario. Dio è messo così di fronte all’amore di una madre che è disposta a tutto pur di vedere guarita la propria bambina. Gesù non è insensibile a questo amore, ma vuole spingere la la donna pagana ad una sincera professione di fede. La risposta di Gesù non vuole offendere il dolore della donna, ma soltanto sottolineare quanto già aveva suggerito alla Samaritana: la salvezza viene dai Giudei (Gv 4,22). Il brano evangelico, quindi, è teso a mostrare la lealtà di Gesù verso Israele e contemporaneamente vuol sottolineare che tra i pagani nasce la fede, mentre il popolo eletto si chiude al messaggio evangelico. Praticamente, l’elogio e il dono della guarigione vogliono registrare un nuovo, importante dato della missione di Cristo: la salvezza ormai appartiene a tutti i popoli. Si è realizzata così la promessa di Dio fatta ad Abramo, in Gesù sono benedette tutte le famiglie della terra (cfr. Gen 12,3).


Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro: Giovanni Paolo II (Udienza Generale 25 agosto 2000): Il Nuovo Testamento sottolinea fortemente l’autorità di Gesù sui demoni, che egli scaccia “con il dito di Dio” (Lc 11,20). Nella prospettiva evangelica, la liberazione degli indemoniati (cfr. Mc 5,1-20) assume un significato più ampio della semplice guarigione fisica, in quanto il male fisico è posto in relazione con un male interiore. La malattia dalla quale Gesù libera è anzitutto quella del peccato. Gesù stesso lo spiega in occasione della guarigione del paralitico: “Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua” (Mc 2,10-11). Prima ancora che nelle guarigioni, Gesù ha vinto il peccato superando egli stesso le “tentazioni” che il diavolo gli presentava nel periodo da lui trascorso nel deserto dopo il battesimo ricevuto da Giovanni (cfr. Mc 1,12-13; Mt 4,1-11; Lc 4,1-13). Per combattere il peccato che si annida dentro di noi e attorno a noi, dobbiamo metterci sulle orme di Gesù e imparare il gusto del “sì” da Lui continuamente pronunciato al progetto di amore del Padre. Questo “sì” richiede tutto il nostro impegno, ma non potremmo pronunciarlo senza l’aiuto della grazia, che Gesù stesso ci ha ottenuto con la sua opera redentrice.


Satana: CdA 382: I demòni hanno come capo Satana. La sua forza distruttiva e il suo influsso nella storia sono indicati dalla Bibbia in termini impressionanti: «il principe di questo mondo» (Gv 12,31); «il grande drago, il serpente antico... che seduce tutta la terra» (Ap 12,9); «omicida fin da principio... e padre della menzogna» (Gv 8,44), «colui che della morte ha il potere» (Eb 2,14); il «maligno» che domina «tutto il mondo» (1Gv 5,19). Bisogna dunque vedere in lui una persona, malvagia e potente che, attraverso un’illusione di vita, organizza sistematicamente la perdizione e la morte. Si può riconoscere un suo influsso particolare nella forza della menzogna e dell’ateismo, nell’atteggiamento diffuso di autosufficienza, nei fenomeni di distruzione lucida e folle. Ma tutta la storia, a cominciare dal peccato primordiale, è inquinata e stravolta dalla sua azione nefasta. Secondo la concezione biblica, le varie forme di male sono in qualche modo riconducibili a lui e ai demòni suoi complici. La Chiesa ritiene che «tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà... fino all’ultimo giorno». Così inquietante è la forza del male, che alcune dottrine religiose hanno immaginato l’esistenza di un dio malvagio, indipendente e concorrenziale rispetto al Dio del bene. La Chiesa rifiuta questo modo di vedere. Tuttavia non minimizza il mistero del male, riducendolo alle deficienze della natura o alla colpa dell’uomo, ma vi scorge «un’efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore».

La condizione per entrare - Basilio Caballero (La Parola per ogni giorno): La giustificazione evasiva data da Gesù nella risposta alla donna siro-fenicia avverte di quanto a volte risulti difficile accettare l’universalità del messaggio di salvezza, che non conosce frontiere di cultura, lingua, nazione, razza e colore. L’evangelista mostra, già durante la vita del Signore, l’accesso dei pagani alla mensa dove diviso il pane per tutti i figli di Dio. Questo ha senza dubbio a che vedere con la situazione creatasi nella primitiva comunità cristiana, di origine giudaica, che si vide spinta dallo Spirito ad aprire le sue porte ai gentili.
Un esempio di queste tensioni iniziali si ha nel libro degli Atti degli Apostoli, quando Pietro accolse nella Chiesa la famiglia del centurione romano Cornelio, e poi dovette spiegare la sua condotta davanti alla comunità di Gerusalemme, che finì per accettare la gioiosa apertura missionaria del vangelo ai pagani.
Massimo esponente di questa apertura fu l’apostolo Paolo, che nelle sue lettere ripeterà insistentemente, davanti ai «giudaizzanti», che il biglietto d’entrata e l’unica condizione per l’appartenenza al nuovo popolo di Dio è la fede in Cristo. «Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quando siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più Giudeo né Greco; non c’è più schiavo né liberto; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa» (Gal 3,26ss).


Non si salva chi è incorporato alla chiesa con il «corpo» ma non con il «cuore» - Lumen gentium 14: Il santo Concilio si rivolge quindi prima di tutto ai fedeli cattolici. Esso, basandosi sulla sacra Scrittura e sulla tradizione, insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza. Solo il Cristo, infatti, presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la Chiesa, è il mediatore e la via della salvezza; ora egli stesso, inculcando espressamente la necessità della fede e del battesimo (cfr. Gv 3,5), ha nello stesso tempo confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano per il battesimo come per una porta. Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare. Sono pienamente incorporati nella società della Chiesa quelli che, avendo lo Spirito di Cristo, accettano integralmente la sua organizzazione e tutti i mezzi di salvezza in essa istituiti, e che inoltre, grazie ai legami costituiti dalla professione di fede, dai sacramenti, dal governo ecclesiastico e dalla comunione, sono uniti, nell’assemblea visibile della Chiesa, con il Cristo che la dirige mediante il sommo Pontefice e i vescovi. Non si salva, però, anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non perseverando nella carità, rimane sì in seno alla Chiesa col «corpo», ma non col «cuore». Si ricordino bene tutti i figli della Chiesa che la loro privilegiata condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale grazia di Cristo; per cui, se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi saranno più severamente giudicati.
I catecumeni che per impulso dello Spirito Santo desiderano ed espressamente vogliono essere incorporati alla Chiesa, vengono ad essa congiunti da questo stesso desiderio, e la madre Chiesa li avvolge come già suoi con il proprio amore e con le proprie cure.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
****  Non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare.
Questa parola cosa ti suggerisce?

Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.



Preghiamo con la Chiesa: Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo …