IL PENSIERO DEL GIORNO

23  Gennaio 2018

MARTEdÌ III SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)


Oggi Gesù ci dice: “Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre” (Vangelo).


Dal Vangelo secondo Marco 3,31-35: La famiglia di Dio, nella quale Gesù fa entrare gli uomini, è fondata sul compimento della volontà di Dio, come viene rivelata e vissuta da Gesù. L’insieme dei credenti superando la “carne e il sangue” forma la famiglia Dio.


Benedetto Prete (Vangelo secondo Marco): versetto 31 - Giungono la sua madre ed i sui fratelli: l’evangelista nota la partenza (cf. ver. 21) e l’arrivo dei parenti di Gesù. Evidentemente tra la circostanza che aveva determinato la partenza dei parenti del Maestro da Nazareth (cf. versetti 20-21) e l’arrivo di essi a Cafarnao, intercorse del tempo, ma la scena ricordata da Marco in precedenza si è ripetuta più volte; infatti, quando la madre ed i fratelli di Gesù giungono a Cafarnao, il Maestro era ancora una volta circondato dalla folla (cf. verso seguente). I suoi fratelli, cioè: persone della sua parentela, o i suoi cugini... versetto 33 - Chi è la madre mia? Cristo non finge d’ignorare la madre ed i parenti e tanto meno intende negare i legami del sangue; il tono della voce ha senz’altro fatto capire ai presenti il reale valore dell’espressione. Egli, mentre moriva sulla croce, mostrò un tenero interessamento per la sua madre (cf. Gio., 19, 26-27); questo fatto prova che il Salvatore senti e riconobbe i vincoli della parentela. La domanda che il Maestro rivolge ai presenti in questo passo serve a richiamare la loro attenzione sopra una nuova forma di parentela che passa tra Cristo ed i suoi seguaci; chi accoglie il messaggio evangelico partecipa ad una parentela spirituale con Gesù, la quale ha tutta l’intimità e la dolcezza della parentela fondata sui legami di sangue.


Più della parentela naturale - Basilio Caballero (La Parola per ogni giorno): Secondo i biblisti, l’episodio del vangelo di oggi forma un’unità con il brano di sabato scorso, quando i parenti di Gesù vennero a prenderlo credendolo fuori di sé. Questo antecedente è omesso nei brani paralleli degli altri due sinottici, che forse lo hanno trovato duro per i loro lettori (Mt 12,46ss; Lc 8,19ss).
Siccome la gente fa grappolo intorno a Gesù, non è facile per sua madre e i suoi fratelli raggiungerlo.
L’uso linguistico ebraico e aramaico applicava il termine «fratelli» ai cugini e ai parenti prossimi. Quando la gente lo avverte della loro presenza, Gesù chiede: «“Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”».
Nella risposta di Gesù alla sua stessa domanda non c’è disprezzo per sua madre, Maria, né disinteresse per la sua famiglia, ma viene messa in evidenza la priorità che deve avere il regno di Dio anche sui vincoli familiari. Vi troviamo un’eco di quelle altre parole di Cristo: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino a propria vita, non può essere mio discepolo» (Lc 14,26).
Proclamando suoi familiari tutti quelli che compiono la volontà di Dio, Gesù, lungi dal rifiutare la sua stessa madre Maria, la sta esaltando. Perché Maria fu a prima a compiere la volontà di Dio nella sua vita con il suo «fiat» iniziale e definitivo. Cristo, aprendo il circolo della sua parentela, fondato sui valori del regno che sono superiori ai legami della carne e del sangue, sta affermando la perfetta unione che esiste tra lui e sua madre, per due motivi: i vincoli di sangue e la convergenza nello spirito del regno.


La volontà di Dio - Wolfgang Langer: Può essere descritta come il decreto di Dio che si rivela nella creazione e nella storia. I termini ebraici e greci designano il campo semantico nel quale si chiarisce il significato: desiderio, istanza, intenzione. La volontà di Dio crea tutto ciò che è. Non si ferma al volere ma nella determinazione della volontà è già compimento, azione ed esternazione. Nel messaggio biblico non si parla di destino, ma di volontà di Dio che può significare chiamata, comandamento e richiesta.
La volontà di Dio si esprime nella parola e nell’azione e in questo modo l’uomo la può riconoscere. Con ciò però è chiaro anche l’obbligo, per l’uomo, di sottomettersi alla volontà di Dio (Rm 9,19s).
Per l’israelita la pienezza della volontà divina si trova nella Legge rivelata, alla quale deve attenersi, e altrettanto nell’intervento salvifico di Dio nella storia, che per sua volontà diventa storia della salvezza. Promessa e vocazione, giudizio e salvezza manifestano la volontà di Dio. In assoluta indipendenza (Sap 12,12) e con sapienza, Dio guida la storia del mondo con il suo amore. Il suo popolo è prescelto in vista della salvezza, cosicché non la morte, ma la vita, non la sventura, ma la salvezza caratterizzano come volontà salvifica il progetto globale di Dio.
L’uomo però non fu sempre consapevole di questo fatto. La volontà d’amore di Dio fu rigettata da molti dopo Adamo. Gesù Cristo ha pagato il debito adempiendo la volontà di Dio; egli è la salvezza del mondo. Ubbidendo al Padre suo, il sacrificio per gli uomini culmina nella esclamazione: “... non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42).


Sia fatta la tua volontà - E. Jacquemin e X. Léon-Dufour (Dizionario di Teologia Biblica): Dopo che in Gesù la volontà di Dio si è realizzata sulla terra come in cielo, il cristiano può essere sicuro di essere esaudito nella sua orazione domenicale (Mt 6,10). Deve quindi, da discepolo autentico, riconoscere e praticare questa volontà.
1. Discernere la volontà di Dio. - Il discernimento e la pratica della volontà divina si condizionano a vicenda: bisogna compiere la volontà di Dio per apprezzare la dottrina di Gesù (Gv 7,17), ma d’altra parte bisogna riconoscere in Gesù e nei suoi comandamenti i comandamenti stessi di Dio (14,23s). Ciò rientra nel mistero dell’incontro delle due volontà, quella dell’uomo peccatore e quella di Dio: per andare a Gesù, bisogna essere «attratti» dal Padre (6,44), attrazione che, secondo la parola greca, è ad un tempo costrizione e dilettazione (giustificando l’espressione di S. Agostino: «Dio che mi è più intimo di me stesso»). Per discernere la volontà di Dio non basta conoscere la lettera della legge (Rom 2,18), ma occorre aderire ad una persona, e ciò può avvenire solo per mezzo dello Spirito Santo che Gesù dona (Gv 14,26).
Allora il giudizio rinnovato permette di «discernere qual è la volontà di Dio, ciò che è bene, ciò che gli piace, ciò che è perfetto» (Rom 12,2). Questo discernimento non riguarda soltanto la vita quotidiana; perviene alla «piena conoscenza della sua volontà, sapienza ed intelligenza spirituale» (Col 1,9): questa è la condizione di una vita che piaccia al Signore (1,10; cfr. Ef 5,17). Anche la preghiera non può più essere che una preghiera «secondo la sua volontà» (1Gv 5,14), e la formula classica «se Dio lo vuole» assume una risonanza totalmente
diversa (Atti 18,21; 1Cor 4,19; Giac 4,15), perché suppone un riferimento costante al «mistero della volontà di Dio» (Ef l,3-14).
2. Praticare la volontà di Dio. - A che pro conoscere ciò che il padrone vuole, se non lo si mette in pratica (Lc 12,47; Mt 7,21; 21,31)? Questa «pratica» costituisce propriamente la vita cristiana (Ebr 13,21). In opposizione alla vita secondo le passioni umane (1Piet 42; Ef 6,6). Più precisamente, la volontà di Dio a nostro riguardo è santità (1 Tess 4,3), ringraziamento (5,18), pazienza (1Piet 3,17) e buona condotta (2,15).
Questa pratica è possibile, perché «è Dio che suscita in noi e il volere e l’operare per l’esecuzione del suo beneplacito» (Fil 2, 13). Allora c’è comunione delle volontà, accordo della grazia e della libertà.


Perché domandare: «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra»? - Catechismo della Chiesa Cattolica Compendio 591: La volontà del Padre è che «tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,3). Per questo Gesù è venuto: per compiere perfettamente la Volontà salvifica del Padre. Noi preghiamo Dio Padre di unire la nostra volontà a quella del Figlio suo, sull’esempio di Maria Santissima e dei Santi. Domandiamo che il suo disegno benevolo si realizzi pienamente sulla terra come già nel cielo. È mediante la preghiera che possiamo «discernere la volontà di Dio» (Rm 12,2) e ottenere la «costanza per compierla» (Eb 10,36).


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** Catechismo della Chiesa Cattolica 2827: Se uno fa la Volontà di Dio, egli lo ascolta. Tale è la potenza della preghiera della Chiesa nel Nome del suo Signore, soprattutto nell’Eucaristia; essa è comunione d’intercessione con la Santissima Madre di Dio e con tutti i santi che sono stati “graditi” al Signore per non aver voluto che la sua Volontà: Possiamo anche, senza offendere la verità, dare alle parole: “Sia fatta la tua Volontà come in cielo così in terra” questo significato: sia fatta nella Chiesa come nel Signore nostro Gesù Cristo; sia fatta nella Sposa, che a lui è stata fidanzata, come nello Sposo che ha compiuto la Volontà del Padre” [Sant’Agostino, De Sermone Domini in monte, 2, 6, 24: PL 34, 1279].
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: O Padre, che nel tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua parola e del tuo dono, fa’ che sentiamo l’urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l’anima al Vangelo, perché la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l’unico Salvatore, Gesù Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te...