IL PENSIERO DEL GIORNO

19  Gennaio 2018

VeNERDÌ DELLA II SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)


Oggi Gesù ci dice: “Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, affidando a noi la parola della riconciliazione” (Cfr. 2Cor 5,19).


Dal Vangelo secondo Marco 3,13-19: Gesù costituisce i Dodici, che chiama apostoli, che significa “inviati”. I Dodici staranno con Gesù e saranno destinati ad essere gli araldi della Buona Notizia. Avranno anche il potere di guarire gli ammalati e di scacciare i dèmoni.


Gli Apostoli prolungano la missione di Cristo: Lumen Gentium 17: Come infatti il Figlio è stato mandato dal Padre, così ha mandato egli stesso gli apostoli (cfr. Gv 20,21) dicendo: «Andate dunque e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20). E questo solenne comando di Cristo di annunziare la verità salvifica, la Chiesa l’ha ricevuto dagli apostoli per proseguirne l’adempimento sino all’ultimo confine della terra (cfr. At 1,8). Essa fa quindi sue le parole dell’apostolo: «Guai... a me se non predicassi!» (lCor 9,16) e continua a mandare araldi del Vangelo, fino a che le nuove Chiese siano pienamente costituite e continuino a loro volta l’opera di evangelizzazione.


La scelta dei dodici - Rinaldo Fabris: Il gruppo dei discepoli, che a partire dalla seconda controversia stanno con Gesù, 2,15, prende un volto concreto. Marco, che ha già riferito la chiamata dei quattro fratelli, 1,16-20, e di Levi di Alfeo, 2,13-14, ora presenta la chiamata dei discepoli in blocco. In questo elenco egli probabilmente riproduce un’antica tradizione circa la costituzione dei dodici, alla quale però aggiunge l’elenco dei nomi conosciuto anche dagli altri evangelisti (cfr. anche At 1,13).
L’episodio situato sul monte, cioè all’aperto, nella zona collinosa del lago mette in rilievo l’iniziativa di Gesù e il suo progetto comunitario: egli chiama e costituisce un gruppo di dodici. Il termine costituire, poiéin, rimanda ai testi dell’Antico Testamento, dove sono designati o costituiti i responsabili della comunità; il numero di dodici richiama le 12 tribù dell’antico popolo di Dio. Con questa scelta Gesù fa ripartire la storia dell’alleanza da un nuovo fondamento e nucleo. Lo scopo della scelta dei dodici è duplice: stare con lui, cioè condividere in pieno il suo destino, e partecipare al suo compito o missione di annunciare il regno con il suo stesso potere (cfr. 1,39).
Con una cucitura, che si tradisce nello stile impacciato, 3,16a, Marco aggiunge alla scena di costituzione dei dodici la lista dei nomi con qualche annotazione marginale. L’elenco ufficiale dei dodici incomincia con Simone e termina con Giuda. Del primo viene indicato il nuovo nome, Pietro, che Gesù gli ha dato come segno del suo nuovo destino e del suo nuovo compito storico; dell’ultimo, Giuda Iscariota, si ricorda il triste ruolo che ha avuto nella vicenda di Gesù. Anche dei due figli di Zebedeo, i fratelli Giacomo e Giovanni, viene menzionato il soprannome dato da Gesù, Boanèrghes, che Marco spiega con figli del tuono. Anche il secondo Simone riceve un soprannome per distinguerlo da Pietro e viene contraddistinto dall’appellativo cananeo, che nella lista corrispondente di Luca è tradotto con zelotés (Lc 6,15).
Quest’ultimo, assieme a Giuda, sarebbe, secondo alcuni autori, aderente al movimento degli zeloti, che propu­gnavano la liberazione della Palestina dai romani con la lotta armata. Quelli che Gesù ha scelto non sono dei puri, né degli eroi, sono galilei, uomini della classe media, i quali condividono le speranze e le paure del loro ambiente. Il fatto di essere ricordati sempre in compagnia del traditore, che chiude la serie, è un costante invito a non considerarsi  fondatori di una dinastia spirituale, ma dei chiamati dalla somma libertà di Dio a testimoniare il suo gratuito amore che si è manifestato in Gesù di Nazaret.


Aldaberto Sisti: ne stabilì dodici: in greco si usa il verbo poiéin, fare, che nell’uso biblico equivale a costituire, destinare ad un incarico, ecc. (cf 1Re 12,31; 2Cn 2,17; 1Sm 12,6). Il significato preciso del gesto di Gesù è espresso nelle due frasi successive, nelle quali è detto che i prescelti dovevano essere sempre col Maestro, accompagnandolo nei suoi spostamenti, e in tal modo rendersi capaci di svolgere la loro futura missione di predicatori (cf 6,6-13).
Da ciò si ricava pure che non era intenzione di Gesù costituire una comunità chiusa, giacché i Dodici sono destinati a portare il suo messaggio a tutto il popolo. - che chiamò apostoli: benché la frase non sia criticamente certa, ha tuttavia una spiegazione in quanto viene aggiunta come scopo della scelta: per inviarli a predicare. Apostolo, infatti, significa inviato, da apostéllō. Oggi si discute se questo titolo possa risalire direttamente a Gesù. Certo è che nella chiesa primitiva il titolo era molto usato e che anche nell’ambiente giudaico esisteva un concetto simile, anche con un contenuto piuttosto giuridico (cf Lc 6,13).


Apostolos, nell’ellenismo, era un termine tecnico della navigazione, specialmente di quella militare e stava a significare l’invio di una flotta o di un esercito. Con questo termine si designava anche il comandante di una spedizione. In seguito la parola assunse significati diversi, come «lettera di accompagnamento» o «foglio di consegna» o anche «passaporto». Nel giudaismo a significare meglio il termine e il concetto di apostolo, quale avremo nel Nuovo Testamento, è la figura giuridica dello shaliah, che significa servo o ministro. Il termine denota una specie di ambasciatore o rappresentante, incaricato a svolgere con autorità il compito affidatogli, religioso o profano che fosse.


2. L’itinerario di una vocazione – Basilio Caballero (La Parola per ogni giorno): Si nota una differenza marcata tra il racconto della vocazione «ufficiale» dei dodici apostoli che leggiamo nel vangelo di oggi e i cinque racconti di vocazione individuale fatti anteriormente da Marco. L’episodio evangelico odierno riempie il vuoto della vocazione degli altri sette apostoli, i cui particolari ci sono sconosciuti. Questo fa sì che di distinguiamo tre tappe nella vocazione di quelli che chiamiamo  «apostoli» per antonomasia.
La prima tappa è la risposta di sequela personale alla chiamata di un maestro che colpisce per la sua autorità: vieni, seguimi, poi, quando Gesù si propone di fondare la sua Chiesa, designa dodici tra i suoi numerosi discepoli e li nomina ufficialmente apostoli, parola di origine greca che significa «inviati». Uno per ognuna delle dodici tribù dell’antico Israele. E, infine, la terza tappa vocazionale seguirà il ritmo delle apparizioni pasquali del Signore risorto. Allora verrà fortemente sottolineata la missione di testimonianza ed evangelizzazione, come impegno fondamentale dei chiamati. Di fatto, tutti furono martiri (cioè «testimoni»).
Questo itinerario vocazionale ascendente può essere assunto come modello di ogni vocazione cristiana. Abbiamo bisogno di approfondire costantemente le prime motivazioni della nostra sequela di Cristo per crescere sempre di più nella conoscenza della sua persona, della sua opera e del suo messaggio, come pure nell’amore e nella fedeltà. In una parola, possiamo sempre progredire nella lunga avventura della vocazione cristiana alla sequela del messia Gesù, l’inviato del Padre, il missionario del regno, l’agnello immolato sulla croce, il Signore risorto che dà lo Spirito alla sua Chiesa.

Oggi ti lodiamo, Padre, perché Gesù
pensò a noi scegliendo i suoi dodici apostoli
come pilastri e guide del tuo nuovo popolo, la Chiesa.

Tu chiami personalmente anche ognuno di noi
a imbarcarci con gioia e generosità incondizionata
nella grande avventura di seguire i passi di Cristo.
Egli ha l’iniziativa e noi vogliamo collaborare.

Grazie, Signore Gesù, per averci chiamati a seguirti,
a dividere la tua vita, i tuoi affanni, la tua parola,
la tua missione evangelizzatrice
e la tua passione per la giustizia,
in mezzo al nostro ambiente familiare, sociale e di lavoro.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** Oggi ti lodiamo, Padre, perché Gesù pensò a noi scegliendo i suoi dodici apostoli come pilastri e guide del tuo nuovo popolo, la Chiesa.
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Dio onnipotente ed eterno, che governi il cielo e la terra, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo e dona ai nostri giorni la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...