IL PENSIERO DEL GIORNO

14 Gennaio 2018

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B


Oggi Gesù ci dice: “I vostri corpi sono membra di Cristo” (II Lettura).


Dal Vangelo secondo Giovanni 1,35-42: Possiamo trovarvi una traccia per un cammino vocazionale: cercare Gesù è andare da lui, vedere dove abita, stare con lui e ascoltare la sua Parola. Ma non può essere un possesso egoistico, perché l’incontro con il Verbo deve essere testimoniato; deve far nascere nel cuore dei discepoli il desiderio e lo zelo di condurre a Dio gli uomini. I credenti che hanno incontrato il Cristo sono i testimoni dell’Amore: tutti i battezzati, come Giovanni Battista, «tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede» (Eb 12,2), devono indicare al mondo l’Agnello di Dio.
  

«Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» - che significa Pietro - Paul Lamarche (Dizionario di Teologia Biblica): 1. Vocazione. - Nonostante  la sua traduzione classica, il nome di Cefa imposto da Cristo a Simone (Mt 16,18; Gv 1,12; cfr. 1Cor 1,12, 15,5; Gal 1,18) significa «roccia» piuttosto che «pietra». In virtù di questo nuove nome, Simon-Pietro è partecipe della saldezza duratura e della fedeltà incrollabile di Jahvè e del suo Messia. Ciò indica la su situazione eccezionale.
La scelta di Pietro non è dovuta alla sua personalità, per quanto interessante, od a qualche merito (non ha forse rinnegato il suo maestro?). Questa elezione gratuita gli ha conferito una grandezza, e questa grandezza poggia sulla missione che Cristo gli ha affidato e che egli doveva compiere nella fedeltà dell’amore (Gv 21,15ss).
2. Primato. - Se non per primo, almeno tra i primi, Simone fu chiamato da Gesù a seguirlo (Gv 1,35-42). I sinottici rivelano persino la tendenza a trasporre nel tempo il primato di Pietro ed a fare di lui il primo discepolo chiamato (Mt 4,18-22 par.). Comunque sia, Pietro occupa tra i discepoli un posto preminente, in testa alle liste di apostoli (Mt 10,2) od al gruppo dei tre privilegiati (ad es. Mt 17,1 par.); a Cafarnao Gesù dimora ordinariamente nella casa di Pìetro (ad es. Mc 1,29); è Pietro a prendere la parola a nome di tutti (Mt 16,16par.; Gv 6,68) soprattutto nel momento solenne in cui riconosce la messianicità di Gesù (Mt 16,16 par.; Gv 6,68); il messaggio affidato dagli angeli della risurrezione alle sante donne (Mc 16, 7) contiene una menzione speciale di Pietro; Giovanni lo lascia entrare per primo nel sepolcro (Gv 20,1-10); infine, e soprattutto, Cristo risorto appare a Cefa prima di manifestarsi ai Dodici (Lc 24,34; 1 Cor 15,5). Dovunque, nel Nuovo Testamento, è messa in rilievo questa preminenza di Pietro. Essa tuttavia non esclude né la ricerca laboriosa del disegno di Dio (cfr. Atti 10 - 15 e Gal 2 a proposito dell’universalismo), né la responsabilità collegiale degli apostoli, né le iniziative di un Paolo. Questi, dopo la conversione, pur avendo coscienza della propria particolare vocazione (Gal 1,15 s), si reca a Gerusalemme per prendere contatto con Pietro (Gal 1,18); e pur ricordando l’incidente di Antiochia (Gal 2,11-14), quando Pietro pusillanime esitò sulla condotta da tenere in un caso pratico, Paolo si rivolge a Pietro come a colui la cui autorità trascina con sé tutta la Chiesa.
3. Missione. - Questo primato di Pietro è fondato sulla sua missione, espressa in parecchi testi evangelici. a) Mt 16, 13-23. - Nuovo Abramo, cava da cui vengono estratte pietre viventi (cfr. Is 51,1ss e Mt 3,9), fondamento sul quale Cristo edifica la propria comunità escatologica, Pietro riceve una missione di cui deve beneficiare tutto il popolo. Contro le forze del male, che sono potenze di morte, la Chiesa edificata su Pietro ha l’assicurazione della vittoria. Cosi la missione suprema di radunare gli uomini in una comunità, in cui ricevono la vita beata ed eterna, è affidata a Pietro, che ha riconosciuto in Gesù il Figlio del Dio vivente. Come in un corpo una funzione vitale non può fermarsi, cosi nella Chiesa, organismo vivente e vivificatore, bisogna che Pietro, in un modo o nell’altro, sia sempre presente per comunicare ai fedeli la vita di Cristo.

Catechismo della Chiesa Cattolica

552 Nel collegio dei Dodici Simon Pietro occupa il primo posto. Gesù a lui ha affidato una missione unica. Grazie ad una rivelazione concessagli dal Padre, Pietro aveva confessato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Nostro Signore allora gli aveva detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16,18). Cristo, “Pietra viva” (1Pt 2,4), assicura alla sua Chiesa fondata su Pietro la vittoria sulle potenze di morte. Pietro, a causa della fede da lui confessata, resterà la roccia incrollabile della Chiesa. Avrà la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli.

880 Cristo, istituì i Dodici “sotto la forma di un collegio o di un gruppo stabile, del quale mise a capo Pietro, scelto di mezzo a loro”. “Come san Pietro e gli altri Apostoli costituirono, per istituzione del Signore, un unico collegio apostolico, similmente il romano Pontefice, successore di Pietro, e i vescovi, successori degli Apostoli, sono tra loro uniti”.

881 Del solo Simone, al quale diede il nome di Pietro, il Signore ha fatto la pietra della sua Chiesa. A lui ne ha affidato le chiavi; l’ha costituito pastore di tutto il gregge. “Ma l’incarico di legare e di sciogliere, che è stato dato a Pietro, risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito col suo capo”. Questo ufficio pastorale di Pietro e degli altri Apostoli costituisce uno dei fondamenti della Chiesa; è continuato dai vescovi sotto il primato del Papa.


Pietro testimone della risurrezione di Cristo

641 Maria di Magdala e le pie donne che andavano a completare l’imbalsamazione del Corpo di Gesù, sepolto in fretta la sera del Venerdì Santo a causa del sopraggiungere del Sabato, sono state le prime ad incontrare il Risorto. Le donne furono così le prime messaggere della Risurrezione di Cristo per gli stessi Apostoli. A loro Gesù appare in seguito: prima a Pietro, poi ai Dodici. Pietro, chiamato a confermare la fede dei suoi fratelli, vede dunque il Risorto prima di loro ed è sulla sua testimonianza che la comunità esclama: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone” (Lc 24,34).

642 Tutto ciò che è accaduto in quelle giornate pasquali impegna ciascuno degli Apostoli - e Pietro in modo del tutto particolare - nella costruzione dell’era nuova che ha inizio con il mattino di Pasqua. Come testimoni del Risorto essi rimangono le pietre di fondazione della sua Chiesa. La fede della prima comunità dei credenti è fondata sulla testimonianza di uomini concreti, conosciuti dai cristiani e, nella maggior parte, ancora vivi in mezzo a loro. Questi testimoni della Risurrezione di Cristo sono prima di tutto Pietro e i Dodici, ma non solamente loro: Paolo parla chiaramente di più di cinquecento persone alle quali Gesù è apparso in una sola volta, oltre che a Giacomo e a tutti gli Apostoli.


Paolo VI (Udienza Generale 17 giugno 1964): Diletti Figli e Figlie! Non possiamo, in questa Basilica, ed in questo mese, non ricordare all’udienza, che tutti ci riunisce sulla Tomba dell’Apostolo Pietro, essere prossima la sua festa.
Vi invitiamo perciò tutti a fare atto di venerazione alla sua memoria, al suo sepolcro, alle sue reliquie, e a professare qui, dove è celebrata la missione da Cristo a lui conferita, la fede nel messaggio evangelico da lui predicato e confermato con il suo martirio, e la fedeltà alla Chiesa, che ha Pietro per centro e fondamento.
Questo atto di adesione al Primo degli Apostoli può sollevare anche nel vostro spirito il desiderio di avere di lui un concetto più esatto e più pieno di quello che il suo semplice nome sveglia nel nostro animo. Cioè viene facilmente davanti alla mente di tutti la domanda: chi era S. Pietro? A questa facile domanda non è facile dare pronta e completa risposta. Se cercate col pensiero questa risposta, vi accorgete che essa prende due direzioni: una che si rivolge verso l’uomo Pietro, che si chiama Simone, figlio di Giona, che aveva per fratello Andrea, entrambi di Betsaida, in Galilea, di professione pescatori, di temperamento vivo ed entusiasta, ma impressionabile, eccetera; cioè la risposta cerca di tracciare il profilo biografico dell’Apostolo; e i Vangeli, con gli Atti degli Apostoli, le Lettere di S. Paolo e le due di S. Pietro, con qualche altro riflesso nei documenti storici ci offrono elementi sufficienti e interessantissimi per descrivere la figura e la vita di lui; abbiamo libri bellissimi a tale riguardo. Ma questa risposta non ci basta; ne occorre un’altra, che cerca i suoi elementi nelle parole e nel pensiero di Gesù, per sapere che cosa il Signore volle realmente fare di Simone, da lui chiamato Pietro. Non più la biografia, ma la teologia di S. Pietro ci interessa alla fine; e cioè: chi era S. Pietro nel volere di Nostro Signore?
La risposta, che sembra pronta: era il discepolo, il primo, chiamato Apostolo con gli altri undici..., si complica al ricordo delle immagini, delle figure, delle metafore, di cui il Signore si servi per farci comprendere chi doveva essere e diventare questo suo eletto. Osservate. L’immagine più ovvia è quella della pietra, della roccia; il nome di Pietro la proclama. E che cosa significa questo termine applicato ad un uomo semplice e sensibile, volubile e debole, potremmo dire? La pietra è dura, è forte, è stabile, è duratura; sta alla base dell’edificio, tutto lo sostiene... e l’edificio si chiama la Chiesa: «Sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa».
Ma vi sono altre immagini riferite a Pietro, che meriterebbero spiegazioni e meditazioni; immagini usate da Gesù stesso, piene di profondo significato. Le chiavi, ad esempio; cioè i poteri; date a Pietro soltanto, fra tutti gli apostoli, a significare una pienezza di facoltà che si esercitano non solo in terra, ma perfino in cielo. E la rete, la rete di Pietro, due volte nel Vangelo lanciata per una pesca miracolosa? «Ti farò pescatore di uomini», diceva il Vangelo di S. Luca, domenica scorsa (5,10). Anche qui: l’umile immagine della pesca assume l’immenso e maestoso significato della missione storica e universale affidata a quel semplice pescatore del lago di Genesareth! E la figura del pastore? «Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore» (Io. 21,16-17), disse Gesù a S. Pietro quasi per far a noi pensare che il disegno della nostra salvezza implica un rapporto necessario fra noi e lui, il sommo Pastore.
E così via; sebbene, a meglio guardare nelle pagine della Scrittura, troveremmo altre immagini significative, come quella della moneta (Matth. 17,25), per ordine di Gesù pescata da Pietro per pagare il tributo; come quella della barca di Pietro, dalla quale Gesù sale ed insegna (Luc. 5,3); come quella del lenzuolo calato dal cielo nella visione di Joppe (Act. 10,3), e quella delle catene che cadono dai polsi di Pietro (Act. 12,7), e quella del gallo che canta per ricordare a Pietro la sua umana fragilità (Marc. 14,72), e quella della cintura che un giorno, l’ultimo, a significare il martirio dell’Apostolo, circonderà i fianchi di Pietro (Io. 21,18); per tacere delle immagini, riferite a Pietro, insieme agli altri Apostoli: «Voi siete il sale della terra..., voi siete la luce del mondo...» (Matth. 5,13 e 14).
Tutte queste immagini, caratteristiche del linguaggio biblico e di quello evangelico specialmente, nascondono significati grandi e precisi. Sotto il simbolo è una verità, è una realtà, che la nostra mente può esplorare, e può vedere immensa e divina. La devozione a S. Pietro ci fa così incontrare il pensiero di Gesù. Ed è questo l’incontro spirituale che Noi auguriamo possiate fare anche voi in questo momento, e poi sempre. S. Ambrogio scrisse le famose parole: «Ubi Petrus, ibi Ecclesia, dov’è Pietro, lì è la Chiesa» (in Ps. 40,30; P.L. 14, 1082); noi possiamo aggiungere: dove è Pietro e insieme la Chiesa, ivi è Cristo! Cosi è.
Con questo pensiero, vi salutiamo e vi benediciamo.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** Ubi Petrus, ibi Ecclesia, dov’è Pietro, lì è la Chiesa,
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: O Dio, che riveli i segni della tua presenza nella Chiesa, nella liturgia e nei fratelli, fa’ che non lasciamo cadere a vuoto nessuna tua parola, per riconoscere il tuo progetto di salvezza e divenire apostoli e profeti del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo...