IL PENSIERO DEL GIORNO

1 Gennaio 2018


Oggi Gesù ci dice: “Non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio” (II Lettura).


Dal Vangelo secondo Luca 2,16-21: I pastori entrano nella grotta e vedono tutto ciò che era stato loro annunciato dall’angelo e, colmi di gioia, trasmettono il messaggio angelico, udendolo la gente si meraviglia, come si erano meravigliati i parenti di Zaccaria e si meraviglieranno il padre e la madre di Gesù. Il brano si chiude con la presentazione del bambino al Signore: “Gesù entra nel tempio non per essere consacrato ma per consacrare, non per essere purificato ma per purificare, non per essere assorbito e dissolto dalla nostra creaturalità ma per assumere e salvare la nostra umanità così da renderci come lui figli ed eredi” (Messale Quotidiano, Ed. Paoline).


Maria Santissima Madre di Dio - Nota storico-liturgica - Enzo Lodi (I Santi del Calendario Romano): La solennità della Madre di Dio, che ora coincide con l’ottava del Natale e con l’inizio dell’anno civile al l°  gennaio (a Cesare si deve tale inizio trasferito dal 10 marzo con la riforma del calendario nel 46 a.C.), è probabilmente stata fissata per influsso della Chiesa bizantina che celebra al 26 dicembre la sinassi della Santissima Theotokos, secondo l’uso orientale di festeggiare, all’indomani di una solennità di un personaggio principale (nel nostro caso il natale di Cristo), anche quella degli altri personaggi secondari. Infatti, mentre i copti celebrano tale festa al 16 gennaio, in Occidente troviamo già al secolo V, a Milano, la festa nella domenica precedente il 25 dicembre; in Gallia, al tempo di Gregorio di Tours al 18 gennaio; in Spagna al 18 dicembre (concilio Toletano X: 656). A Roma, l’ottava del Natale, anche prima delle quattro feste mariane introdotte da papa Sergio nel secolo VII (Natività, Annunciazione, Purificazione e Assunzione), era già celebrata come memoria della maternità di Maria: la stazione solenne di «Santa Maria ad martyres» al l° gennaio (chiamata in octabas Domini) era dedicata a questa festa; mentre solo più tardi (nei secoli XIII-XlV) si aggiunse, per influenza gallicana, la festa della Circoncisione del Signore (già introdotta in Spagna e in Gallia fin dal secolo VI), che poi è passata nel messale di Pio V, nonostante il tono mariano dei formulari liturgici. La nuova riforma ha ristabilito l’uso originale romano che, con questa festa della commemorazione (natale) della Madre di Dio, sostituiva le feste spesso licenzio e del capodanno dedicato al dio Giano Bifronte.
La festa della maternità di Maria, per un movimento popolare sorto in Portogallo nel secolo XVIII per celebrare il titolo mariano in modo astratto, era stata già fissata alla data dell’11 ottobre dal 1914, con l’estensione alla Chiesa latina della festa in ricordo del XV centenario (1931) del concilio di Efeso. Il ristabilimento della data, che cade nel tempo natalizio e che ricupera un elemento tradizionale di valore ecumenico, viene a coincidere con altre ricorrenze: il prolungamento del Natale nel suo giorno ottavo; la circoncisione di Cristo (la festa era fissata alla prima domenica di gennaio); l’imposizione del Nome di Gesù (la festa risale al 1721) in conformità al Vangelo del giorno (allungato di un versetto rispetto alla II Messa del giorno di Natale); e infine la giornata della pace indetta da Paolo VI al primo giorno dell’anno civile (motivo antropologico), a cui fa riferimento la I lettura della Messa.
Infatti l’enciclica Marialis cultus, ambientando nel tempo natalizio questa festa ripristinata, dice che, «collocata secondo l’antico suggerimento della liturgia dell’Urbe al primo giorno di gennaio, è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e ad esaltare la singolare dignità che ne deriva per la Madre santa ... per mezzo della quale abbiamo ricevuto l’Autore della vita» (n. 5). E prosegue: «È altresì un’occasione propizia per rinnovare l’adorazione al neonato Principe della pace, per riascoltare il lieto annuncio angelico (cfr. Lc 2,14), per implorare da Dio - mediatrice la Regina della pace - il dono supremo della pace; per questo nella felice coincidenza dell’ottava del Natale, con il giorno augurale del primo gennaio abbiamo istituito la giornata mondiale della pace che raccoglie crescenti adesioni e matura già nel cuore di molti uomini frutti di pace» (ivi).


Maria Madre di Cristo: Gesù nacque da Maria Vergine: Catechismo della Chiesa Cattolica 486-487: Il Figlio unigenito del Padre, essendo concepito come uomo nel seno della Vergine Maria, è «Cristo», cioè unto dallo Spirito Santo, sin dall’inizio della sua esistenza umana, anche se la sua manifestazione avviene progressivamente: ai pastori, ai magi, a Giovanni Battista, ai discepoli. L’intera vita di Gesù Cristo manifesterà dunque «come Dio [lo] consacrò in Spirito Santo e potenza» (At 10,38). Ciò che la fede cattolica crede riguardo a Maria si fonda su ciò che essa crede riguardo a Cristo, ma quanto insegna su Maria illumina, a sua volta, la sua fede in Cristo.


Maria, Madre di Cristo, Madre della Chiesa: Catechismo della Chiesa Cattolica 963: Dopo aver parlato del ruolo della beata Vergine Maria nel mistero di Cristo e dello Spirito, è ora opportuno considerare il suo posto nel mistero della Chiesa. «Infatti la Vergine Maria [...] è riconosciuta e onorata come la vera Madre di Dio e del Redentore. [...] Insieme però [...] è veramente “Madre delle membra” (di Cristo), [...] perché ha cooperato con la sua carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa, i quali di quel Capo sono le membra». « Maria, [...] Madre di Cristo, Madre della Chiesa».


Benedetto XVI (Omelia 1 Gennaio 2011): Il brano del Vangelo di oggi termina con l’imposizione del nome di Gesù, mentre Maria partecipa in silenzio, meditando nel cuore, al mistero di questo suo Figlio, che in modo del tutto singolare è dono di Dio. Ma la pericope evangelica che abbiamo ascoltato mette in particolare evidenza i pastori, che se ne tornarono “glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto” (Lc 2,20). L’angelo aveva annunciato loro che nella città di Davide, cioè Betlemme, era nato il Salvatore e che avrebbero trovato il segno: un bambino avvolto in fasce dentro una mangiatoia (cfr Lc 2,11-12). Partiti in fretta, essi avevano trovato Maria e Giuseppe e il Bambino. Notiamo come l’Evangelista parli della maternità di Maria a partire dal Figlio, da quel “bambino avvolto in fasce”, perché è Lui – il Verbo di Dio (Gv 1,14) – il punto di riferimento, il centro dell’evento che si sta compiendo ed è Lui a far sì che la maternità di Maria sia qualificata come “divina”.
Questa attenzione prevalente che le letture odierne dedicano al “Figlio”, a Gesù, non riduce il ruolo della Madre, anzi, la colloca nella giusta prospettiva: Maria, infatti, è vera Madre di Dio proprio in virtù della sua totale relazione a Cristo. Pertanto, glorificando il Figlio si onora la Madre e onorando la Madre si glorifica il Figlio. Il titolo di “Madre di Dio”, che oggi la liturgia pone in risalto, sottolinea la missione unica della Vergine Santa nella storia della salvezza: missione che sta alla base del culto e della devozione che il popolo cristiano le riserva. Maria infatti non ha ricevuto il dono di Dio solo per se stessa, ma per recarlo nel mondo: nella sua verginità feconda, Dio ha donato agli uomini i beni della salvezza eterna (cfr Colletta). E Maria offre continuamente la sua mediazione al Popolo di Dio peregrinante nella storia verso l’eternità, come un tempo la offrì ai pastori di Betlemme. Ella, che ha dato la vita terrena al Figlio di Dio, continua a donare agli uomini la vita divina, che è Gesù stesso e il suo Santo Spirito. Per questo viene considerata madre di ogni uomo che nasce alla Grazia e insieme è invocata come Madre della Chiesa.


Maria madre per la sua fede - Catechismo degli Adulti 772: D’altra parte la maternità di Maria non è soltanto una generazione biologica, ma una relazione di grazia, vissuta nella fede e nella carità. Più che per aver portato il Figlio in grembo e averlo allattato al seno, Maria è beata per aver creduto alla parola del Signore. «Ha concepito Cristo prima nel cuore che nel grembo», dice sant’Agostino; e il concilio Vaticano II gli fa eco: «In fede e obbedienza ha generato sulla terra il Figlio stesso del Padre».
Dio non si è servito di Maria «in modo puramente passivo»; ha sollecitato il suo libero consenso, che è venuto prontamente: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). Con questa risposta di fede umile e coraggiosa, Maria si incamminava verso un futuro misterioso e si metteva subito in una situazione drammatica rispetto a Giuseppe, alla famiglia e all’ambiente. Nello stesso tempo entrava in una relazione di comunione del tutto singolare con un Figlio, che è l’«Emmanuele», «Dio con noi» (Mt 1,23).


Maternità divina - Catechismo degli Adulti 773-774: Fin dalle origini la dignità della divina maternità ha attirato l’attenzione e lo stupore della Chiesa. L’evangelista Luca onora Maria come la Madre del Signore, tenda della divina presenza, arca della nuova alleanza. I cristiani cominciano presto a invocarla come Madre di Dio. Lo attesta già una bella preghiera del III secolo: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta». Più tardi, nel 431, il concilio di Efeso definisce che Maria è Madre di Dio. Ovviamente con ciò non intende affermare che Maria è stata principio della divinità, cosa evidentemente assurda; ma che ha generato nella sua umanità il Figlio eterno, che è vero Dio e veramente è diventato uomo.
Per ogni donna la maternità comporta un legame personale permanente con il figlio. La maternità di Maria integra questa dimensione umana ordinaria in una comunione con Dio senza pari. Il Padre celeste le comunica lo Spirito di infinita tenerezza, con cui egli si compiace del Figlio generandolo nell’eternità; la fa partecipare alla propria fecondità perché il Figlio nasca anche nella storia, come uomo e come primogenito di molti fratelli. Madre di Dio è «il nome proprio dell’unione con Dio, concessa a Maria Vergine», «che realizza nel modo più eminente la predestinazione soprannaturale... elargita a ogni uomo». Maria vive questa grazia singolarissima con atteggiamento di accoglienza grata, amante e adorante, in modo simile a tutti i credenti, ma con una radicalità e pienezza inaudita. Questo è il suo modo di ricevere la Parola e di partecipare alla vita divina. Allo stesso tempo è il modo più sublime di attuare la femminilità, come accoglienza e donazione di vita.
«Vergine Madre di Dio, colui che il mondo non può contenere facendosi uomo si chiuse nel tuo grembo


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** Non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.
Questa parola cosa ti suggeriscono?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi, donaci il tuo Spirito, perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione si renda disponibile ad accogliere il tuo dono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio...