IL PENSIERO DEL GIORNO


25 Dicembre 2017


Oggi Gesù ci dice: «Tutti i confini della terra vedranno al salvezza del nostro Dio» (Cfr. I Lettura: Is 52,7-10).  


Vangelo secondo Giovanni 1,1-18: La Parola si fa carne assumendo un’umanità povera, inferma e mortale. È la Parola che ha creato i cieli ed è la Parola che con la sua potenza sostiene il mondo. Dio viene ad abitare in mezzo agli uomini, povero tra i poveri; medico, venuto dal cielo, per curare gli ammalati. Gli uomini, ora, possono vedere, toccare, sentire Dio, in Cristo possono vedere la gloria di Dio. Per dare poi «a tutto l’avvenimento un maggior rilievo, si contrappone Gesù, il Verbo fatto carne, a Mosè. Per mezzo di Mosè, venne la legge che era considerata come la garanzia della grazia e della fedeltà di Dio nei confronti del suo popolo; per mezzo di Gesù, è venuta la grazia, ma una grazia incalcolabile: “grazia su grazia”» (F. F. Ramos).

L’incarnazione: Catechismo della Chiesa Cattolica 461: Riprendendo l’espressione di san Giovanni («Il Verbo si fece carne»: Gv 1,14), la Chiesa chiama «incarnazione» il fatto che il Figlio di Dio abbia assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra salvezza. La Chiesa canta il mistero dell’incarnazione in un inno riportato da san Paolo: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,5-8).


... tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste -  Bibbia di Navarra (Vangelo secondo Giovanni): Il prologo dopo aver indicato che il Verbo è nel seno del Padre, passa a descriverne la relazione con le creature. Già nell’Antico Testamento la Parola di Dio appare come potenza creatrice (cfr Is 55,10-11), come Sapienza presente all'atto della creazione del mondo (cfr Pro 8,22-26). Si ha qui un ulteriore passo innanzi nella Rivelazione divina: ci viene svelato che la creazione è stata effettuata per mezzo del Verbo; ciò non vuoi dire che il Verbo sia uno strumento subordinato e inferiore rispetto al Padre, ma che è principio attivo insieme al Padre e allo Spirito Santo. L’azione creatrice è comune alle tre Persone della Santissima Trinità: «Il Padre che genera, il Figlio che è generato e lo Spirito Santo che procede sono consustanziali, coeguali, coeterni e in pari misura onnipotenti: sono un solo principio di tutte le cose; un solo Creatore di tutte le cose, delle visibili e delle invisibili, delle spirituali e delle corporee» (Concilio Lateranense IV, De fide catholica, in Dz-Sch, n. 800). Da ciò si evince, tra laltro, che nella creazione è impressa lorma indelebile della Trinità e, pertanto, tutte le cose create sono radicalmente buone.


Fondamento dell’ottimismo cristiano - Alberto Salvatore Panimolle (Lettura Pastorale del Vangelo di Giovanni, Vol. I): I passi di Gv 1,3.5.10 offrono un eccellente fondamento allottimismo cristiano. Luniverso è buono, perché è creatura del Padre celeste con la mediazione del Verbo. Le realtà terrestri quindi non sono cattive, perché uscite dalle mani di Dio. In antitesi con il credo dello gnosticimo, per il quale la materia è cattiva, anzi è il male metafisico, Il quarto evangelista proclama che tutto è venuto allesistenza per mezzo del figlio di Dio. Quindi la materia e la carne, la terra e il corpo sono realtà buone né possono essere considerate come male.
Inoltre la certezza che le tenebre, ossia le forze del male, non avranno il sopravvento sulla luce, sulla comunità di Gesù illuminata dalla sua rivelazione, ispira fiducia e coraggio nella lotta continua della chiesa contro il peccato, lincredulità e legoismo.
Infine, il fatto che il Verbo incarnato è centro della storia e mediatore delle vicende umane, deve inculcare un sano ottimismo anche sulla storia del mondo.
Gli eventi, spesso tristi, della storia potrebbero ingenerare un senso di sfiducia e di pessimismo. Ma la certezza che il Verbo rivelatore è il mediatore delle vicende umane, deve infondere nel nostro cuore un senso di serenità, anche se al momento presente non riusciamo a vedere come la trinità umana, spesso fatta di violenze di odio e di egoismo, possa avere il mediatore nel figlio di Dio.


Vincenzo Raffa: L’Eucaristia è il sacramento che rievoca e ripresenta la morte e la risurrezione del Cristo, ma, con il mistero pasquale e in ordine ad esso, ricorda e rinnova, in certo modo, tutta la storia della salvezza e particolarmente la redenzione operata dal Cristo. L’incarnazione e la nascita di Cristo sono gli inizi della redenzione. La preghiera eucaristica IV e molte anafore non romane richiamano per l’appunto tutta la storia della salvezza, senza omettere l’incarnazione e la nascita del Cristo. Fu con l’incarnazione e con la nascita che Cristo divenne uomo con un corpo capace della immolazione cruenta e della risurrezione. Con il Natale il Verbo, cioè Dio, si è reso bene disponibile e fruibile al genere umano come mai era avvenuto nei secoli precedenti. Però è solo nell’Eucaristia e nella vita sacramentale che si compie il passo necessario al possesso del dono. Cristo è venuto al mondo nel Natale, ma è nell’Eucaristia che si fa nostro cibo. Le nozze celebrate fra Dio e l’umanità nell’incarnazione e nel Natale si riattualizzano nella comunione intima della Chiesa e dei singoli con il Cristo uomo-Dio nel sacramento eucaristico. L’amore infinito di Dio, manifestatosi a Betlemme, come offerta sponsale a ogni anima, viene qui accettato da chi partecipa alla Cena del Signore e si trasforma in beneficio concreto, presente e personale. Il fedele diventa fecondo di quella pace, cioè di quella salvezza, che fu cantata dagli angeli. Con l’incarnazione e la nascita di Cristo, si verificò la sua venuta storica nel mondo. Allora si fece carne e pose la sua tenda in mezzo alla sua gente. Con l’Eucaristia si verifica la venuta sacramentale in mezzo all’assemblea. Anche in questo sacramento si fa carne sotto le forme fenomeniche del pane e del vino e stabilisce la sua dimora in mezzo ai suoi amici.


Benedetto XVI (Messaggio Urbi et Orbi, Natale 2008): “Apparuit gratia Dei Salvatoris nostri omnibus hominibus” (Tit 2,11).
Cari fratelli e sorelle, con le parole dell’apostolo Paolo rinnovo il gioioso annuncio del Natale di Cristo: sì, oggi, “è apparsa a tutti gli uomini la grazia di Dio nostro Salvatore”!
È apparsa! Questo è ciò che la Chiesa oggi celebra. La grazia di Dio, ricca di bontà e di tenerezza, non è più nascosta, ma “è apparsa”, si è manifestata nella carne, ha mostrato il suo volto. Dove? A Betlemme. Quando? Sotto Cesare Augusto, durante il primo censimento, al quale fa cenno anche l’evangelista Luca. E chi è il rivelatore? Un neonato, il Figlio della Vergine Maria. In Lui è apparsa la grazia di Dio Salvatore nostro. Per questo quel Bambino si chiama Jehoshua, Gesù, che significa “Dio salva”.
La grazia di Dio è apparsa: ecco perché il Natale è festa di luce. Non una luce totale, come quella che avvolge ogni cosa in pieno giorno, ma un chiarore che si accende nella notte e si diffonde a partire da un punto preciso dell’universo: dalla grotta di Betlemme, dove il divino Bambino è “venuto alla luce”. In realtà, è Lui la luce stessa che si propaga, come ben raffigurano tanti dipinti della Natività. Lui è la luce, che apparendo rompe la caligine, dissipa le tenebre e ci permette di capire il senso ed il valore della nostra esistenza e della storia. Ogni presepe è un invito semplice ed eloquente ad aprire il cuore e la mente al mistero della vita. È un incontro con la Vita immortale, che si è fatta mortale nella mistica scena del Natale; una scena che possiamo ammirare anche qui, in questa Piazza, come in innumerevoli chiese e cappelle del mondo intero, e in ogni casa dove è adorato il nome di Gesù.
La grazia di Dio è apparsa a tutti gli uomini. Sì, Gesù, il volto del Dio-che-salva, non si è manifestato solo per pochi, per alcuni, ma per tutti. E’ vero, nella umile disadorna dimora di Betlemme lo hanno incontrato poche persone, ma Lui è venuto per tutti: giudei e pagani, ricchi e poveri, vicini e lontani, credenti e non credenti… tutti. La grazia soprannaturale, per volere di Dio, è destinata ad ogni creatura. Occorre però che l’essere umano l’accolga, pronunci il suo “sì”, come Maria, affinché il cuore sia rischiarato da un raggio di quella luce divina. Ad accogliere il Verbo incarnato, in quella notte, furono Maria e Giuseppe che lo attendevano con amore ed i pastori, che vegliavano accanto alle greggi (cfr Lc 2,1-20). Una piccola comunità, dunque, che accorse ad adorare Gesù Bambino; una piccola comunità che rappresenta la Chiesa e tutti gli uomini di buona volontà. Anche oggi coloro che nella vita Lo attendono e Lo cercano incontrano il Dio che per amore si è fatto nostro fratello; quanti hanno il cuore proteso verso di Lui desiderano conoscere il suo volto e contribuire all’avvento del suo Regno. Gesù stesso lo dirà, nella sua predicazione: sono i poveri in spirito, gli afflitti, i miti, gli affamati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia (cfr Mt 5,3-10). Questi riconoscono in Gesù il volto di Dio e ripartono, come i pastori di Betlemme, rinnovati nel cuore dalla gioia del suo amore.
Fratelli e sorelle che mi ascoltate, a tutti gli uomini è destinato l’annuncio di speranza che costituisce il cuore del messaggio di Natale. Per tutti è nato Gesù e, come a Betlemme Maria lo offrì ai pastori, in questo giorno la Chiesa lo presenta all’intera umanità, perché ogni persona e ogni umana situazione possa sperimentare la potenza della grazia salvatrice di Dio, che sola può trasformare il male in bene, che sola può cambiare il cuore dell’uomo e renderlo un’“oasi” di pace.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
****  Il quarto evangelista proclama che tutto è venuto allesistenza per mezzo del figlio di Dio. Quindi la materia e la carne, la terra e il corpo sono realtà buone né possono essere considerate come male.
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. Egli è Dio, e vive e regna con te...