IL PENSIERO DEL GIORNO


24 Dicembre 2017


Oggi Gesù ci dice: «Il mistero avvolto nel silenzio per secoli, ora è manifestato» (Cfr. II Lettura: Rm 16,25-27).  


Vangelo secondo Luca 1,26-38: Dio irrompe nella storia dell’uomo per redimerlo e liberarlo dalla schiavitù della morte e del peccato: il sì di Maria è la condizione necessaria e ultima perché Dio riveli al mondo il suo progetto universale di salvezza.


 La madre del Messia nellAntico Testamento: Lumen Gentium 55: I libri del Vecchio e Nuovo Testamento e la veneranda tradizione mostrano in modo sempre più chiaro la funzione della madre del Salvatore nella economia della salvezza e la propongono per così dire alla nostra contemplazione. I libri del Vecchio Testamento descrivono la storia della salvezza, nella quale lentamente viene preparandosi la venuta di Cristo nel mondo. Questi documenti primitivi, come sono letti nella Chiesa e sono capiti alla luce dell’ulteriore e piena rivelazione, passo passo mettono sempre più chiaramente in luce la figura di una donna: la madre del Redentore. Sotto questa luce essa viene già profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti in peccato, circa la vittoria sul serpente (cfr. Gen 3,15). Parimenti, è lei, la Vergine, che concepirà e partorirà un Figlio, il cui nome sarà Emanuele (cfr. Is7,14; Mt 1,22-23). Essa primeggia tra quegli umili e quei poveri del Signore che con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. E infine con lei, la figlia di Sion per eccellenza, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova «economia», quando il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana per liberare l’uomo dal peccato coi misteri della sua carne.


Annunciazione: John L. McKenzie (Dizionario Biblico): Questo nome è dato all’episodio di Lc 1,26-38, nel quale Maria apprende dall’angelo Gabriele che sarà la madre del messia. Il fatto ebbe luogo a Nazaret prima del matrimonio di Maria con Giuseppe. Le parole dell’angelo sono costituite quasi interamente da citazioni dell’Antico Testamento (Gen 16,11; Gdc 5,24; 6,12; 13,3; 2Sam 7,12; Is 9,6; Dn 7,14; Mi 4,7). Maria non solleva obiezioni, tranne il fatto che non è sposata (1,34), e poi apprende che il bambino è il Figlio di Dio e quindi non avrà padre umano.
La concezione verginale è riferita anche in Mt 2,18-23. Molti interpreti hanno attribuito la narrazione dell’annunciazione a Maria stessa come a fonte; ma è più probabile che si tratti di un racconto cristiano primitivo della rivelazione a Maria della sua divina maternità, nel quale racconto lo schema del messaggero celeste come mezzo di rivelazione è sovrapposto alla narrazione originaria della rivelazione a Maria.


Catechismo della Chiesa Cattolica

«Avvenga di me quello che hai detto... »

494 All’annunzio che avrebbe dato alla luce “il Figlio dell’Altissimo” senza conoscere uomo, per la potenza dello Spirito Santo, Maria ha risposto con “l’obbedienza della fede” (Rm 1,5), certa che “nulla è impossibile a Dio”: “Io sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Così, dando il proprio assenso alla Parola di Dio, “Maria è diventata Madre di Gesù e, abbracciando con tutto l’animo e senza essere ritardata da nessun peccato la volontà divina di salvezza, si è offerta totalmente alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del Mistero della Redenzione, sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente”: «Come dice sant’Ireneo, “obbedendo divenne causa della salvezza per sé e per tutto il genere umano”. Con lui, non pochi antichi Padri affermano: “Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva aveva legato con la sua incredulità, la Vergine Maria l’ha sciolto con la sua fede”, e, fatto il paragone con Eva, chiama no Maria “la Madre dei viventi” e affermano spesso: “la morte per mezzo di Eva, la vita per mezzo di Maria».


Ecco la serva del Signore - Benedetto Prete (Vangelo secondo Luca): Luca 1,38: La serva è propriamente la schiava; il termine quindi accentua i sentimenti della profonda umiltà di Maria. Avvenga di me: esprime la totale obbedienza della Vergine al messaggio recatole dall’angelo. E l’angelo si allontanò da lei, oppure: «... si partì da lei»: questa indicazione non designa necessariamente un moto locale; è una forma per dire che l’angelo ha terminato il suo messaggio e ha compiuto la sua missione. Luca è molto sobrio in questo racconto dell’annunciazione e non indugia affatto su particolari descrittivi. Con queste umili parole di Maria si inizia il mistero dell’incarnazione che segna per gli uomini l’inserimento di Dio nella loro storia e nel loro destino. La risposta della Vergine, raccolta con devozione dallo storico-evangelista, costituisce un esempio luminoso di docile ed intera obbedienza alla volontà di Dio. L’atteggiamento che Maria ebbe in quella circostanza, in cui il Signore la chiamava alla più alta dignità partecipabile da una creatura, assurge a valore di principio che arricchisce il misterioso fermento del cristianesimo e lo vivifica perennemente invitando gli spiriti a seguire l’inarrivabile esempio di perfetta obbedienza offerto dalla Vergine al momento dell’annunciazione.


Papa Francesco (Angelus 21 Dicembre 2014): Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi, quarta e ultima Domenica di Avvento, la liturgia vuole prepararci al Natale ormai alle porte invitandoci a meditare il racconto dell’annuncio dell’Angelo a Maria. L’arcangelo Gabriele rivela alla Vergine la volontà del Signore che lei diventi la madre del suo Figlio unigenito: «Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo» (Lc 1,31-32). Fissiamo lo sguardo su questa semplice fanciulla di Nazaret, nel momento in cui si rende disponibile al messaggio divino con il suo “sì”; cogliamo due aspetti essenziali del suo atteggiamento, che è per noi modello di come prepararsi al Natale.
Anzitutto la sua fede, il suo atteggiamento di fede, che consiste nell’ascoltare la Parola di Dio per abbandonarsi a questa Parola con piena disponibilità di mente e di cuore. Rispondendo all’Angelo, Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38). Nel suo “eccomi” pieno di fede, Maria non sa per quali strade si dovrà avventurare, quali dolori dovrà patire, quali rischi affrontare. Ma è consapevole che è il Signore a chiedere e lei si fida totalmente di Lui, si abbandona al suo amore. Questa è la fede di Maria!
Un altro aspetto è la capacità della Madre di Cristo di riconoscere il tempo di Dio. Maria è colei che ha reso possibile l’incarnazione del Figlio di Dio, «la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni» (Rm 16,25). Ha reso possibile l’incarnazione del Verbo grazie proprio al suo “sì” umile e coraggioso. Maria ci insegna a cogliere il momento favorevole in cui Gesù passa nella nostra vita e chiede una risposta pronta e generosa. E Gesù passa. Infatti, il mistero della nascita di Gesù a Betlemme, avvenuto storicamente più di duemila anni or sono, si attua, come evento spirituale, nell’“oggi” della Liturgia. Il Verbo, che trovò dimora nel grembo verginale di Maria, nella celebrazione del Natale viene a bussare nuovamente al cuore di ogni cristiano: passa e bussa. Ognuno di noi è chiamato a rispondere, come Maria, con un “sì” personale e sincero, mettendosi pienamente a disposizione di Dio e della sua misericordia, del suo amore. Quante volte Gesù passa nella nostra vita, e quante volte ci manda un angelo, e quante volte non ce ne rendiamo conto, perché siamo tanto presi, immersi nei nostri pensieri, nei nostri affari e addirittura, in questi giorni, nei nostri preparativi del Natale, da non accorgerci di Lui che passa e bussa alla porta del nostro cuore, chiedendo accoglienza, chiedendo un “sì”, come quello di Maria. Un Santo diceva: “Ho timore che il Signore passi”. Sapete perché aveva timore? Timore di non accorgersi e lasciarlo passare. Quando noi sentiamo nel nostro cuore: “Vorrei essere più buono, più buona… Sono pentito di questo che ho fatto…”. È proprio il Signore che bussa. Ti fa sentire questo: la voglia di essere migliore, la voglia di rimanere più vicino agli altri, a Dio. Se tu senti questo, fermati. È il Signore lì! E vai alla preghiera, e forse alla confessione, a pulire un po’…: questo fa bene. Ma ricordati bene: se senti questa voglia di migliorare, è Lui che bussa: non lasciarlo passare!
Nel mistero del Natale, accanto a Maria c’è la silenziosa presenza di san Giuseppe, come viene raffigurata in ogni presepe - anche in quello che potete ammirare qui in Piazza San Pietro. L’esempio di Maria e di Giuseppe è per tutti noi un invito ad accogliere con totale apertura d’animo Gesù, che per amore si è fatto nostro fratello. Egli viene a portare al mondo il dono della pace: «Sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14), come annunciarono in coro gli angeli ai pastori. Il dono prezioso del Natale è la pace, e Cristo è la nostra vera pace. E Cristo bussa ai nostri cuori per donarci la pace, la pace dell’anima. Apriamo le porte a Cristo!
Ci affidiamo all’intercessione della nostra Madre e di san Giuseppe, per vivere un Natale veramente cristiano, liberi da ogni mondanità, pronti ad accogliere il Salvatore, il Dio-con-noi.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** Ci affidiamo all’intercessione della nostra Madre e di san Giuseppe, per vivere un Natale veramente cristiano, liberi da ogni mondanità, pronti ad accogliere il Salvatore, il Dio-con-noi.
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa:  Dio grande e misericordioso, che tra gli umili scegli i tuoi servi per portare a compimento il disegno di salvezza, concedi alla tua Chiesa la fecondità dello Spirito, perché sull’esempio di Maria accolga il Verbo della vita e si rallegri come madre di una stirpe santa e incorruttibile. Per il nostro Signore Gesù Cristo...