IL PENSIERO DEL GIORNO

11 Dicembre 2017


Oggi Gesù ci dice: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati» (Lc 5,20).  


Vangelo secondo Luca 5,17-26: Il racconto della guarigione del paralitico è comune ai sinottici. Gesù rimette i peccati al paralitico, e i farisei scandalizzati lo accusano di bestemmia, e a questa accusa Gesù risponde con un miracolo: non vi è limite alla stupidità dell’uomo, e non vi è limite alla pazienza, alla misericordia e alla potenza di Dio. Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”?: Il perdono dei peccati è qualcosa che non si può riscontrare, il miracolo sì; ecco perché Gesù per dare prova che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, sana il paralitico nel corpo. Solo la folla a questo punto applaudisce. È meravigliata non tanto, o non solo, per il miracolo prodigioso, quanto per l’autorità che Gesù rivendica a sé. A Cafarnao Gesù aveva già operato guarigioni, liberazioni di indemoniati meravigliando tutti, ma ora, cosa mai vista, sana un uomo dalla lebbra del peccato dandone la prova certa guarendolo dalla paralisi, per questo motivo la gente stupita, lodando Dio, diceva: Oggi abbiamo visto cose prodigiose!. Ma quanta amarezza nel vedere come gli scribi e i farisei, che avevano le carte in regola per riconoscere tali cose, in verità, per la loro albagia, escono fuori dal coro.


Benedetto Prete (Vangelo secondo Luca): Un uomo paralizzato, Matteo e Marco hanno l’aggettivo paralizzato; il participio di Luca è tecnicamente più perfetto e conviene al linguaggio di un medico; lo scrittore infatti osserva che l’infelice è un uomo colpito da paralisi ... O uomo ti sono rimessi i peccati, o uomo, espressione confidenziale equivalente al nostro: amico mio; Matteo e Marco hanno figlio; la forma del perfetto ha qui il senso presente, come hanno gli altri due Sinottici. Quantunque vi sia la terza persona (sono rimessi) il perdono dei peccati viene accordato da Gesù; la frase quindi equivale alla seguente: io ti rimetto i peccati; senso, questo, che hanno ben afferrato gli avversari... Che cosa è più facile dire: Ti sono rimessi etc., con tale domanda il Maestro cerca di far riflettere i propri avversari e di indurli ad una spiegazione più pacata e serena delle solenni parole da lui pronunziate. La domanda è anche un velato rimprovero agli Scribi ed ai Farisei per il loro atteggiamento prevenuto ed ostile; il potere di compiere dei miracoli non è necessariamente legato con quello di condonare i peccati, ma quando i due poteri sopraddetti sono posti in stretta relazione perché l’esistenza del primo provi quella del secondo, allora il miracolo costituisce un sicuro fondamento per ritenere che la stessa persona la quale ha operato il miracolo possiede anche il potere di condonare i peccati.


Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati: Paolo VI (Omelia, 20 settembre 1964): «Remittuntur tibi peccata tua»: ti sono perdonati i tuoi peccati. Stupore di tutti i presenti. Non per questo essi avevano portato l’infermo, bensì perché fosse liberato dalla sua immobilità. Non si aspettavano che Gesù parlasse dei peccati di quel poveretto: i peccati erano, dunque, un impedimento alla guarigione? Gesù legge nel cuore di quanti lo circondano: la sua prima sollecitudine è di togliere la malattia morale e lo dichiara. Da ciò, dopo la prima sorpresa, altri commenti e critiche, anzi la rampogna amara e veemente. Chi è costui che annulla i peccati? Solo Dio può rimetterli; Dio soltanto può regolare i conti tra Lui e le creature. Come mai, dunque, l’arbitrio, anzi, l’atto temerario, addirittura una bestemmia? Allora Gesù, visti i loro pensieri, aggiunge: «Perché pensate male nei vostri cuori? cos’è più facile dire: ti sono perdonati i tuoi peccati, o dire: lèvati su, e cammina?». Nel medesimo istante compie anche il miracolo fisico, dicendo al paralitico: «Sorgi, prendi il tuo letto e torna alla tua casa». Il punto di maggiore interesse, in questo episodio, è che Gesù, davanti a un povero immobilizzato ed infelice, scopre una infelicità anche maggiore, una miseria anche più acuta. Vuole, anzitutto, occuparsi della salute morale di lui; e, buono ed onnipotente in sommo grado, compie il miracolo della guarigione spirituale prima di quella fisica. Ha fatto Egli stesso testé il confronto: Quale delle due guarigioni è la più facile? dell’anima o del corpo?: e conclude dimostrando essere molto più importante il benessere dello spirito che non quello fisico.


Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te - disse al paralitico -: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua: I sacramenti di Cristo: Catechismo della Chiesa Cattolica 1114-1116: «Attenendoci alla dottrina delle Sacre Scritture, alle tradizioni apostoliche e all’unanime pensiero [...] dei Padri», noi professiamo «che i sacramenti della nuova Legge [...] sono stati istituiti tutti da Gesù Cristo nostro Signore». Le parole e le azioni di Gesù nel tempo della sua vita nascosta e del suo ministero pubblico erano già salvifiche. Esse anticipavano la potenza del suo mistero pasquale. Annunziavano e preparavano ciò che egli avrebbe donato alla Chiesa quando tutto fosse stato compiuto. I misteri della vita di Cristo costituiscono i fondamenti di ciò che, ora, Cristo dispensa nei sacramenti mediante i ministri della sua Chiesa, poiché «ciò che [...] era visibile nel nostro Salvatore è passato nei suoi sacramenti».  «Forze che escono» dal corpo di Cristo, sempre vivo e vivificante, azioni dello Spirito Santo operante nel suo corpo che è la Chiesa, i sacramenti sono i «capolavori di Dio» nella Nuova ed eterna Alleanza.

Reconciliatio et paenitentia 29: Il primo dato fondamentale ci è offerto dai libri santi dell’Antico e del Nuovo Testamento riguardo alla misericordia del Signore e al suo perdono. Nei salmi e nella predicazione dei profeti il nome di misericordioso è forse quello che più spesso viene attribuito al Signore, contrariamente al persistente cliché, secondo il quale il Dio dell’Antico Testamento viene presentato soprattutto come severo e punitivo. Così, fra i salmi, un lungo discorso sapienziale, attingendo alla tradizione dell’Esodo, rievoca l’azione benefica di Dio in mezzo al suo popolo. Tale azione, pur nella sua rappresentazione antropomorfica, è forse una delle più eloquenti proclamazioni veterotestamentarie della misericordia divina. Basti qui riportare il versetto: «Ed egli, pietoso, perdonava la colpa, li perdonava invece di distruggerli. Molte volte placò la sua ira e trattenne il suo furore, ricordando che essi sono carne, un soffio che va e non ritorna» (Sal 78,38s).
Nella pienezza dei tempi il Figlio di Dio, venendo come l’Agnello che toglie e porta su di sé il peccato del mondo, appare come colui che ha il potere sia di giudicare sia di perdonare i peccati, e che è venuto non per condannare, ma per perdonare e salvare.
Ora, questo potere di rimettere i peccati Gesù lo conferisce, mediante lo Spirito Santo, a semplici uomini, soggetti essi stessi all’insidia del peccato, cioè ai suoi apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22; Mt 18,18). È, questa, una delle più formidabili novità evangeliche! Egli conferisce tale potere agli apostoli anche come trasmissibile - così lo ha inteso la Chiesa sin dai suoi primi albori - ai loro successori, investiti dagli stessi apostoli della missione e della responsabilità di continuare la loro opera di annunciatori del Vangelo e di ministri dell’opera redentrice di Cristo.


Benedetto XVI (Angelus, 19 Febbraio 2006): In queste domeniche la liturgia presenta nel Vangelo il racconto di varie guarigioni operate da Cristo. Domenica scorsa, il lebbroso; oggi è la volta di un paralitico, che quattro persone portano a Gesù su un lettuccio. Vista la loro fede, Egli dice al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati” (Mc 2, 5). Così facendo mostra di voler guarire prima di tutto lo spirito. Il paralitico è immagine di ogni essere umano a cui il peccato impedisce di muoversi liberamente, di camminare nella via del bene, di dare il meglio di sé. In effetti, il male, annidandosi nell’animo, lega l’uomo con i lacci della menzogna, dell’ira, dell’invidia e degli altri peccati, e a poco a poco lo paralizza. Per questo Gesù, suscitando lo scandalo degli scribi presenti, dice prima: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”, e solo dopo, per dimostrare l’autorità conferitagli da Dio di rimettere i peccati, aggiunge: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua” (Mc 2,11) e lo guarisce completamente. Il messaggio è chiaro: l’uomo, paralizzato dal peccato, ha bisogno della misericordia di Dio, che Cristo è venuto a donargli, perché, guarito nel cuore, tutta la sua esistenza possa rifiorire.
Anche oggi l’umanità porta i segni del peccato, che le impedisce di progredire speditamente in quei valori di fraternità, di giustizia, di pace che pure si è proposta in solenni dichiarazioni. Perché? Che cosa blocca il suo cammino? Che cosa paralizza questo sviluppo integrale? Sappiamo bene che, sul piano storico, le cause sono molteplici e il problema è complesso. Ma la Parola di Dio ci invita ad avere uno sguardo di fede e a confidare, come quelle persone che portarono il paralitico, che solo Gesù può guarire veramente.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
****  ... la Parola di Dio ci invita ad avere uno sguardo di fede e a confidare, come quelle persone che portarono il paralitico, che solo Gesù può guarire veramente.
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: Salga a te, o Padre, la preghiera del tuo popolo, perché nell’attesa fervida e operosa si prepari a celebrare con vera fede il grande mistero dell’incarnazione del tuo unico Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te...