IL PENSIERO DEL GIORNO

10 Dicembre 2017


Oggi Gesù ci dice: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza!» (Lc 3,4.6- Acclamazione al Vangelo).  


Vangelo secondo Marco 1,1-8: Il Vangelo di Marco, pubblicato verso il 65, nel canone del Nuovo Testamento è il secondo dei Vangeli sinottici. Ha per destinatari, secondo l’antica tradizione, i cristiani di Roma. L’inizio «del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio» (1,1) viene inaugurato dalla predicazione di Giovanni Battista. Vangelo viene dal greco e significa “buona (lieta) notizia”. Il cuore del Vangelo è la venuta del regno di Dio che si attua nella persona di Gesù in quanto Messia e Figlio di Dio (cfr. Lc 4,43; 8,1). Giovanni Battista è l’araldo di questo regno. Gesù riconoscerà Giovanni suo Precursore, venuto nello spirito e nella forza di Elia (cfr. Mt 11,14; Lc 1,17).


Giovanni l’ultimo dei Profeti - P. De Surgy: Alle soglie del Nuovo Testamento, il messaggio di conversione dei profeti si ritrova in tutta la sua purezza nella predicazione di Giovanni Battista, l’ultimo di essi. Cosi Luca riassume la sua missione; «egli ricondurrà molti figli di Israele al Signore loro Dio» (Lc 1,16s; cfr. Mal 2,6; 3,24). Una frase condensa il suo messaggio: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 3,2). La venuta del regno apre una prospettiva di speranza; ma Giovanni sottolinea soprattutto il giudizio che la deve precedere. Nessuno potrebbe sottrarsi all’ira che si manifesterà nel giorno di Jahve (Mt 3,7.10.12). L’appartenenza alla stirpe di Abramo non servirà a nulla (Mt 3,9). Tutti gli uomini devono riconoscersi peccatori, produrre un frutto che sia degno del pentimento (Mt 3,8), adottare un comportamento nuovo appropriato al loro stato (Lc 3,10-14). In segno di questa conversione Giovanni dà un battesimo di acqua, che deve preparare i penitenti al battesimo di fuoco e di Spirito Santo che darà il messia (Mt 3,11par.).


Friedrich Hauss: Conversione, convertirsi, far penitenza. Staccarsi da una condizione lontana dalla salvezza, volgersi alla condizione della comunione salvitica.
Nella lingua ebraica, penitenza e conversione sono rese con uno stesso termine: «ritorno». Nella lingua greca, il concetto fu espresso con «metanoia» (cambiar mente); [nella lingua italiana il termine è stato tradotto con conversione e penitenza ed ha acquistato un contenuto unicamente moralistico delimitate alla conversione dai peccati e alla penitenza come soddisfazione dei peccati commessi, trascurando cosi ogni componente esistenziale, n.d.t.].
Nell’antica alleanza c’era una penitenza cultuale-rituale con digiuno, pianto, l’abito di lutto, il sacco e la cenere, penitenza che era compiuta in giorni di penitenza generale, allo scopo di allontanare una calamità comune. 1Sam 7,3; Giona 3,5; Neh 9 e Dan 9 ...
La critica dei profeti prendeva di mira la penitenza esteriore.
Essi esigevano il mutamento e ritorno del cuore a Dio, perché tutto si risolve nella posizione che si ha in rapporto a Dio. Gioe 2,13; Is 58,5ss. Essi sanno bene come è difficile la vera conversione e, pertanto, l’aspettano da Dio e non dagli uomini. Ger 13,23; Is 30, 15; 10,20 e 21.
Giovanni il Battista richiede una conversione autentica, senza false apparenze, da parte di tutti: non solo dei pubblici peccatori e dei Gentili ma anche dei pii Giudei, i quali ritengono di non averne bisogno; richiede una conversione di tutto l’essere, dal di dentro, ed è a questa esigenza che collega il battesimo come rito di conversione, battesimo che, per l’azione di Dio, produce la remissione dei peccati e la conversione. Dio si crea una comunità per la salvezza imminente. ThW: «Cosi sul Nuovo Testamento campeggia un’idea di conversione che sorpassa di gran lunga tutto ciò che è giudaico e richiama le ultime intuizioni della pietà profetica, ma ponendole nella visuale della certezza escatologica».


Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati - Redemptoris Missio 46: L’annunzio della parola di Dio mira alla conversione cristiana, cioè all’adesione piena e sincera a Cristo e al suo Vangelo mediante la fede. La conversione è dono di Dio, opera della Trinità: è lo Spirito che apre le porte dei cuori, affinché gli uomini possano credere al Signore e «confessarlo» (1Cor 12,3). Di chi si accosta a lui mediante la fede Gesù dice: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato» (Gv 6,44). La conversione si esprime fin dall’inizio con una fede totale e radicale, che non pone né limiti né remore al dono di Dio. Al tempo stesso, però, essa determina un processo dinamico e permanente che dura per tutta l’esistenza, esigendo un passaggio continuo dalla «vita secondo la carne» alla «vita secondo lo Spirito» (Rm 8,3). Essa significa accettare, con decisione personale, la sovranità salvifica di Cristo e diventare suoi discepoli. A questa conversione la chiesa chiama tutti, sull’esempio di Giovanni Battista, che preparava la via a Cristo, «predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (Mc 1,4) e di Cristo stesso, il quale, «dopo che Giovanni fu arrestato. ... si recò in Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”» (Mc 1,14). Oggi l’appello alla conversione, che i missionari rivolgono ai non cristiani, e messo in discussione o passato sotto silenzio. Si vede in esso un atto di «proselitismo»; si dice che basta aiutare gli uomini a essere più uomini o più fedeli alla propria religione, che basta costruire comunità capaci di operare per la giustizia, la libertà, la pace, la solidarietà. Ma si dimentica che ogni persona ha il diritto di udire la «buona novella» di Dio che si rivela e si dona in Cristo, per attuare in pienezza la sua propria vocazione. La grandezza di questo evento risuona nelle parole di Gesù alla Samaritana: «Se tu conoscessi il dono di Dio», e nel desiderio inconsapevole, ma ardente della donna: «Signore, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete» (Gv 4,10).


Catechismo degli Adulti

Conversione continua

932 Una volta convertiti dobbiamo convertirci ancora. «La conversione si esprime fin dall’inizio con una fede totale e radicale, che non pone né limiti né remore al dono di Dio. Al tempo stesso, però, essa determina un processo dinamico e permanente che dura per tutta l’esistenza, esigendo un passaggio continuo dalla “vita secondo la carne” alla “vita secondo lo Spirito”». In questo spirito la Chiesa ogni anno propone a tutti la Quaresima quale segno liturgico della conversione.
Dobbiamo renderci conto della precarietà della vita nuova in noi, sempre bisognosa di uno speciale aiuto di Dio. Questa umile consapevolezza costituisce il fondamento permanente del nostro cammino: «Il primo passo è l’umiltà; il secondo passo è ancora l’umiltà; il terzo ancora l’umiltà; e per quanto tu chieda, io darò sempre la stessa risposta: l’umiltà»
Dobbiamo ritenerci ancora lontani dalla meta e progredire verso di essa. «Fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda» (2Cor 13,11). La carità vuole crescere. Chi rinuncia deliberatamente a progredire, non ha la carità; è ancora schiavo del peccato. Il progresso poi consiste nel cercare di evitare ogni peccato mortale e ogni peccato veniale deliberato, e nel fare il bene con motivazioni sempre più pure.

933 Se da un lato dobbiamo impegnarci seriamente nel cammino della perfezione, dall’altro occorre essere pazienti. Ordinariamente il cammino procede faticoso e lento; conosce crisi, ritardi, ricadute. Una certa distanza tra l’ideale e la prassi rimarrà sempre. Riconoscere lucidamente la propria debolezza serve per rimanere umili, per essere miti con gli altri, per confidare in Dio, che ci ama così come siamo.


Papa Francesco (Udienza Giubilare, 18 Giugno 2016): Cos’è la conversione? Essa è presente in tutta la Bibbia, e in modo particolare nella predicazione dei profeti, che invitano continuamente il popolo a “ritornare al Signore” chiedendogli perdono e cambiando stile di vita. Convertirsi, secondo i profeti, significa cambiare direzione di marcia e rivolgersi di nuovo al Signore, basandosi sulla certezza che Egli ci ama e il suo amore è sempre fedele. Tornare al Signore.
Gesù ha fatto della conversione la prima parola della sua predicazione: «Convertitevi e credete nel vangelo» (Mc 1,15). È con questo annuncio che Egli si presenta al popolo, chiedendo di accogliere la sua parola come l’ultima e definitiva che il Padre rivolge all’umanità (cfr Mc 12,1-11). Rispetto alla predicazione dei profeti, Gesù insiste ancora di più sulla dimensione interiore della conversione. In essa, infatti, tutta la persona è coinvolta, cuore e mente, per diventare una creatura nuova, una persona nuova. Cambia il cuore e uno si rinnova.
Quando Gesù chiama alla conversione non si erge a giudice delle persone, ma lo fa a partire dalla vicinanza, dalla condivisione della condizione umana, e quindi della strada, della casa, della mensa... La misericordia verso quanti avevano bisogno di cambiare vita avveniva con la sua presenza amabile, per coinvolgere ciascuno nella sua storia di salvezza. Gesù persuadeva la gente con l’amabilità, con l’amore, e con questo suo comportamento Gesù toccava nel profondo il cuore delle persone ed esse si sentivano attratte dall’amore di Dio e spinte a cambiare vita. Ad esempio, le conversioni di Matteo (cfr Mt 9,9-13) e di Zaccheo (cfr Lc 19,1-10) sono avvenute proprio in questo modo, perché hanno sentito di essere amati da Gesù e, attraverso di Lui, dal Padre. La vera conversione avviene quando accogliamo il dono della grazia; e un chiaro segno della sua autenticità è che ci accorgiamo delle necessità dei fratelli e siamo pronti ad andare loro incontro.


 Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** La vera conversione avviene quando accogliamo il dono della grazia; e un chiaro segno della sua autenticità è che ci accorgiamo delle necessità dei fratelli e siamo pronti ad andare loro incontro.
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa:  O Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini pellegrini nel tempo hai promesso terra e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo...