IL PENSIERO DEL GIORNO


14 Ottobre 2017


Oggi Gesù ci dice: «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,28)


Vangelo secondo Luca 11,27-28: Gesù parla con autorità, ma le sue parole sono dolci, penetrano nel cuore degli uomini schiudendoli alla luce, alla verità, alla grazia, apparecchiandoli alla santità, alla salvezza, all’incontro con Dio. La sua è una parola che guarisce le menti e i cuori. Forse proprio per questo una donna esclama Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato! Gesù corregge l’estimatrice e porta più in alto la sua lode: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano. È la Parola del Signore la fonte della vera beatitudine, è lei che genera una nuova vita, risana quella malata, ridona la pace e permette la conversione dei cuori. Sì, ascoltare e vivere la parola ci rende beati.


Catechismo della Chiesa Cattolica 148

Beati: La Vergine Maria realizza nel modo più perfetto l’obbedienza della fede. Nella fede, Maria accolse l’annunzio e la promessa a Lei portati dall’angelo Gabriele, credendo che “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37), e dando il proprio consenso: “Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Elisabetta la salutò così: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45). Per questa fede tutte le generazioni la chiameranno beata.


Augustin George

Ascoltare

1. L’uomo deve ascoltare Dio
La rivelazione biblica è essenzialmente parola di Dio all’uomo. Ecco perché, mentre nei misteri greci e nella gnosi orientale la relazione dell’uomo con Dio si fonda soprattutto sulla visione, secondo la Bibbia «la fede nasce dall’ascolto» (Rom 10,17).
1. L’uomo deve ascoltare Dio.
a) Ascoltate, grida il profeta con l’autorità di Dio (Am 3,1; Ger 7,2). Ascoltate, ripete il sapiente in nome dell’esperienza e della conoscenza della legge (Prov 1,8). Ascolta, Israele, ripete ogni giorno il pio israelita per compenetrarsi della volontà del suo Dio (Deut 6,4; Mc 12,29). Ascoltate, riprende a sua volta Gesù stesso, parola di Dio (Mc 43.9 par.). Ora, secondo il senso ebraico della parola verità, ascoltare, accogliere la parola di Dio, non significa soltanto prestarle attento orecchio, significa aprirle il proprio cuore (Atti 16,14), metterla in pratica (Mt 7,24ss), obbedire. Questa è l’obbedienza della fede richiesta dalla predicazione ascoltata (Rom 1,5; 10,14ss).
b) Ma l’uomo non vuole ascoltare (Deut 18,16.19), ed è questo il suo dramma. È sordo agli appelli di Dio; il suo orecchio ed il suo cuore sono incirconcisi (Ger 6,10; 9,25; Atti 7,51). Ecco il peccato dei Giudei denunziato da Gesù: «Voi non potete ascoltare la mia parola... Chi è da Dio ascolta le parole di Dio; se voi non ascoltate, è perché non siete da Di » (Gv 843. 47). Di fatto Dio solo può aprire l’orecchio del suo discepolo (Sal 50,5; cfr. 1Sam 9,15; Giob 36,10), «forarglielo» perché obbedisca (Sal 40,7s). Quindi, nei tempi messianici, i sordi sentiranno, ed i miracoli di Gesù significano che infine il popolo sordo comprenderà la parola di Dio e gli obbedirà (Is 29,18; 35,5; 42,18ss; 43,8; Mt 11,5). È quel che proclama ai discepoli la voce dal cielo: «Questo è il mio Figlio diletto, ascoltatelo» (Mt 17,5 par.).
Maria, abituata a conservare fedelmente le parole di Dio nel proprio cuore (Lc 2,19.51), è stata proclamata beata dal figlio Gesù, quando ha rivelato il senso profondo della sua maternità: «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono» (Lc 11,28).
2. Dio ascolta l’uomo. Nella sua preghiera l’uomo domanda a Dio di ascoltarlo, cioè di esaudirlo. Dio non ascolta né gli ingiusti, né i peccatori (Is 1,15; Mi 3,4; Gv 9,31); ma ascolta il povero, la vedova e l’orfano, gli umili, i prigionieri (Es 22,22-26; Sal 10, 17; 102,21; Giac 5,4). Ascolta i giusti, coloro che sono pii e fanno la sua volontà (Sal 34,16.18; Gv 9,31; 1Piet 3,12), coloro che domandano secondo la sua volontà (1Gv 5,14s). E lo fa perché ascolta «sempre» il suo Figlio Gesù (Gv 11,41s), attraverso il quale passa per sempre la preghiera del cristiano.  


Beato il grembo: Redemptoris Mater 20:  Il Vangelo di Luca registra il momento in cui “una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse”, rivolgendosi a Gesù: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!” (Lc 11,27). Queste parole costituivano una lode per Maria come Madre di Gesù secondo la carne. La Madre di Gesù non era forse conosciuta personalmente da questa donna; infatti, quando Gesù iniziò la sua attività messianica, Maria non lo accompagnava e continuava a rimanere a Nazaret. Si direbbe che le parole di quella donna sconosciuta l’abbiano fatta in qualche modo uscire dal suo nascondimento. Attraverso quelle parole è balenato in mezzo alla folla, almeno per un attimo, il vangelo dell’infanzia di Gesù. È il vangelo in cui Maria è presente come la madre che concepisce Gesù nel suo grembo, lo dà alla luce e lo allatta maternamente: la madre-nutrice, a cui allude quella donna del popolo. Grazie a questa maternità, Gesù - figlio dell’Altissimo (cfr. Lc 1,32) - è un vero figlio dell’uomo. È “carne”, come ogni uomo: è “il Verbo (che) si fece carne” (cfr. GV 1,14). È carne e sangue di Maria! Ma alla benedizione, proclamata da quella donna nei confronti della sua genitrice secondo la carne, Gesù risponde in modo significativo: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano” (Lc 11,28). Egli vuole distogliere l’attenzione dalla maternità intesa solo come un legame della carne, per orientarla verso quei misteriosi legami dello spirito, che si formano nell’ascolto e nell’osservanza della parola di Dio.


Benedetto XVI (Udienza Generale 9/11/2011)

Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano

La legge divina, oggetto dell’amore appassionato del Salmista e di ogni credente, è fonte di vita. Il desiderio di comprenderla, di osservarla, di orientare ad essa tutto il proprio essere è la caratteristica dell’uomo giusto e fedele al Signore, che la «medita giorno e notte», come recita il Salmo 1 (v. 2); è una legge, quella di Dio, da tenere «sul cuore», come dice il ben noto testo dello Shema nel Deuteronomio: «Ascolta, Israele … Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai» (6,4.6-7). Centro dell’esistenza, la Legge di Dio chiede l’ascolto del cuore, un ascolto fatto di obbedienza non servile, ma filiale, fiduciosa, consapevole. L’ascolto della Parola è incontro personale con il Signore della vita, un incontro che deve tradursi in scelte concrete e diventare cammino e sequela. Quando gli viene chiesto cosa fare per avere la vita eterna, Gesù addita la strada dell’osservanza della Legge, ma indicando come fare per portarla a completezza: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!» ( par.). Il compimento della Legge è seguire Gesù, andare sulla strada di Gesù, in compagnia di Gesù.


Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
****  “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano” [Lc 11,28]; osservare la parola di Dio e sinonimo di vivere il comandamento dell’amore: amore a se stessi, illuminato e ordinato, fonte di serenità; amore ai fratelli nella fede e a tutti gli uomini, un amore operante - “ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fate a loro” (Lc 6,31) -, fonte di pace; amore a Dio, sopra tutte le cose, fonte di gioia” (Giovanni Paolo II, Omelia, 8 luglio 1980).
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.


Preghiamo con la Chiesa: O Dio, fonte di ogni bene,che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza te e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo.