9 MAGGIO 2025
Venerdì III Settimana di Pasqua
At 9,1-20; Salmo Responsoriale dal Salmo 116 (117); Gv 6,52-59
Colletta
Dio onnipotente,
che ci hai fatto conoscere la grazia della risurrezione del Signore,
donaci di rinascere a vita nuova
per la forza del tuo Spirito di amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Eucaristia: comunione con Cristo e con i fratelli - Catechismo degli Adulti - [691] La comunione eucaristica ha un carattere tutt’altro che intimistico e sentimentale. Far comunione con il Signore crocifisso e risorto significa donarsi con lui al Padre e ai fratelli: «A noi, che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo, perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito. Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito».Il Signore Gesù viene a vivere in noi e ci assimila a sé: «La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me» (Gv 6,55-57). La vita che egli comunica è la sua carità verso il Padre e verso tutti gli uomini.[692] Unendoci a sé, Gesù Cristo ci unisce anche tra noi: lo esprime bene il segno del pane e del vino, condivisi in un convito fraterno. I molti diventano un solo corpo in virtù dell’unico pane: «Mistero di amore! Simbolo di unità! Vincolo di carità!». Come i chicchi di grano si fondono in un solo pane e gli acini d’uva in un solo vino, così noi diventiamo uno in Cristo. L’eucaristia presuppone, rafforza e manifesta l’unità della Chiesa. Esige l’unità della fede e impegna a superare le divisioni contrarie alla carità.
I Lettura: Cristo risorto sulla via di Damasco infrange i progetti delittuosi di Saulo, l’anima del persecutore si apre alla fede, e gli occhi si riempiono di luce nuova: la sua mente, pur sconvolta dall’apparizione del Risorto, comprende che Gesù è il Signore, e che vi è perfetta identità tra il Gesù che ora ha incontrato e i cristiani che aveva perseguitato: è il mistero del corpo mistico di Cristo, Gesù è il Capo, i cristiani le membra. Sconvolto, si affida alla preghiera di Anania, recupera la vista ed già in marcia per proclamare che Gesù è il Signore, il Messia che colma le attese delle antiche profezie.
Vangelo
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Il Vangelo presenta degli insegnamenti di tono inconfondibilmente eucaristico. A provarlo è il termine carne (sarx): anche se è diverso da quello adoperato dai sinottici nel racconto dell’ultima cena (corpo, soma) gli equivale nella formula eucaristica aramaica della comunità giovannea. Se ne ha una conferma «dall’uso di “carne” in senso sacramentale in Ignazio di Antiochia [Rom 7,3; Filad 4,1; Smirn 7,1]. Risuona in questa formula, assieme al tema sacramentale, anche quello della Incarnazione [Gv 1,14] e addirittura quello della Passione nella proposizione “per”, che ha carattere sacrificale ed è molto arcaica. Va notato ancora una volta l’universalismo della salvezza annunciata» (Giuseppe Segalla). Qui, per la prima volta Giovanni parla di un dimorare reciproco fra il discepolo e Gesù, verbo caratteristico per indicare l’intimità divina (Cfr. Gv 15, 5.10). Questa unione reale e misteriosa è il frutto più bello dell’Eucarestia.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,52-59
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Parola del Signore.
Io sono il pane vivo - Gesù rivelandosi alla folla pane vivo, disceso dal cielo manifesta la sua origine divina: Egli è il vero pane, come Parola di Dio (Gv 1,14) e come vittima offerta in sacrificio, mediante il suo corpo e il suo sangue, per la vita del mondo (Cfr. Gv 6,22). La dichiarazione «se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue» è rafforzata dalla formula di introduzione tipicamente giovannea «In verità, in verità vi dico» che conferisce alle parole il carattere di rivelazione solenne e decisiva.
Il realismo è molto forte e non può non suscitare le reazioni dei Giudei.
Si misero a discutere aspramente … il testo greco dice letteralmente: «Lottavano allora gli uni gli altri i Giudei». Una sottolineatura che fa comprendere i toni aspri e molto accesi della discussione: l’insegnamento di Gesù non suscita più critiche, ma accende fra i Giudei una vera e propria lite.
La carne e il sangue è l’essere umano nella sua totalità. Inoltre, per la Bibbia, il sangue è la vita (Gen 9,4-5).
La sacra Scrittura proibisce non soltanto di uccidere, cioè di versare il sangue, ma anche di nutrirsene perché la vita appartiene solo a Dio. Da qui lo scandalo dei Giudei. Ma così è e Gesù non pensa affatto di sfumare le sue affermazioni: «se non mangiate la carne ... se non bevete il mio sangue ... Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda».
L’evangelista Giovanni usa la parola sarx (carne) anziché corpo (soma) usato dai sinottici nel racconto della Eucarestia (Cfr. Mt 26,26-29; Mc 14 22-25; Lc 22,19-20). Ed è veramente impressionante che la parola carne sia ripetuta ben sei volte in poche righe come a voler sottolineare il realismo del mangiare (letteralmente masticare) che viene accompagnato al bere il mio sangue.
La novità del testo giovanneo sta appunto nella parola carne che suggerisce il rapporto tra l’Eucaristia e l’Incarnazione. Forse proprio per richiamarsi alla rivelazione chiave del prologo - «In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. E il Verbo si fece carne» (Gv 1,1.14) - il quarto evangelista privilegia l’uso di carne anziché di corpo. Giovanni quindi vuole sottolineare che è nel mistero eucaristico che l’Incarnazione continua oggi tra noi e l’uomo che si nutre della Parola fatta carne (Gv 1,14) comunica alla vita del Cristo celeste glorificato.
Mangiando «nell’Eucarestia la carne del Rivelatore, il credente confessa non solo che la sua salvezza dipende unicamente dal fatto che la Parola è venuta nella carne, ma anche che egli l’ha fatta finita con la carne [cioè col mondo], e che egli assimila in certo qual senso la forza della Parola incarnata, per poter essere nel mondo come uno che non è nel mondo» (H. Seebass).
Altre alte rivelazioni concludono il discorso di Cafarnao. Colui che mangia me vivrà per me: è il cristiano eucaristizzato, divinizzato; è il discepolo trasformato in Cristo «di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2Cor 3,17).
Questa intima reale trasformazione - «veniamo trasformati in quella medesima immagine» (2Cor 3,17) - fa inabissare il battezzato nella Vita eterna in quanto lo innesta in Cristo che è la Vita (Gv 14,6).
Un’assimilazione e una vera identificazione che ha il suo inizio a partire da questa vita terrena: «Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20).
La constatazione, poi, che gli Ebrei che mangiarono la manna nel deserto e in seguito morirono, prova l’origine non divina di quel cibo. Gesù è il pane disceso dal cielo e quindi divino per cui può veramente comunicare la vita eterna.
Il testo è molto intenso in quanto riporta alla memoria del credente le grandi verità del Cristo: la sua divinità, il suo annichilimento nel mistero dell’Incarnazione (Fil 2,5-11), la sua morte, la sua risurrezione e la sua continua presenza di amore nella Chiesa nel mistero dell’Eucaristia.
Basilio Caballero: Comunione e vita eterna - Se nella prima parte del di corso Gesù vincolava la vita eterna alla fede in lui ... in questa seconda sezione l’assoggetta alla comunione con il suo corpo e il suo sangue, che sono vero cibo e vera bevanda. Di fatto, fede e comunione, fede e sacramento, fede ed eucaristia, hanno bisogno l’una dell’altra e si completano a vicenda. Il corpo e il sangue, cioè la persona di Cristo, ricevuti con fede, sono sin da ora sorgente di vita eterna per chi si comunica eucaristicamente.
Non si tratta di magia né di automatismo sacaramentale. Senza la fede, messa in rilievo dalla prima parte del discorso del pane della vita, non c’è sacramento, né vita, né comunione con Gesù. È questo che esprimiamo nella messa al momento dell’acclamazione, dopo la consacrazione: «Mistero della fede» e lo confermiamo alla comunione: «Il corpo di Cristo: Amen ». La fede è premessa del sacramento che, a sua volta, la esprime e la nutre.
Gesù dice ancora di più: « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me ».
Qui è messa in rilievo la comunione di Cristo con l’uomo e viceversa, basata sul fatto di mangiare la sua carne e bere il suo sangue. L’eucaristia comunica al credente la vita che il Figlio riceve dal Padre. Così chi si si comunica entra a far parte della vita trinitaria e dell’alleanza di Dio con l’uomo per mezzo del sangue di Cristo.
Il continuo riferimento alla « carne» di Gesù rimanda al mistero della sua incarnazione fra gli uomini; e la ripetuta separazione tra il corpo e il sangue è una chiara allusione ai due estremi della vita del Signore: incarnazione e morte, entrambe associate all’eucaristia, la cui istituzione Gesù vincolò espressamente alla sua morte sacrificale, alla vigilia della tessa. Di qui il valore di sacrificio e di kerygma che ha l’eucaristia che dichiariamo dicendo: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, in attesa della tua venuta».
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui - Possiamo trarre dal Concilio Ecumenico Vaticano II alcune verità sull’Eucaristia. Innanzi tutto essa è il mezzo di incorporazione e assimilazione a Cristo: «Partecipando realmente del corpo del Signore nella frazione del pane eucaristico, siamo elevati alla comunione con lui e tra di noi: “Perché c’è un solo pane, noi tutti non formiamo che un solo corpo, partecipando noi tutti di uno stesso pane” [1Cor 10,17]. Così noi tutti diventiamo membri di quel corpo [Cfr. 1Cor 12,27], “e siamo membri gli uni degli altri” [Rom 12,5]» ( LG 7).
Da questa comunione con il Cristo nasce il dovere missionario di tutto il popolo: «Tutti i fedeli, come membra di Cristo vivente, a cui sono stati incorporati ed assimilati mediante il battesimo, la confermazione e l’Eucaristia, hanno l’obbligo di cooperare all’espansione e alla dilatazione del suo corpo, per portarlo il più presto possibile alla pienezza (Cfr. Ef 4,13)» (AG 36).
Per cui l’Eucarestia è fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione: «Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente connessi alla sacra Eucaristia e ad essa ordinati. Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra pasqua e pane vivo che, mediante la sua carne vivificata e vivificante nello Spirito Santo, dà vita agli uomini: e questi sono invitati e indotti a offrire insieme a lui se stessi, il proprio lavoro e tutte le cose create» (PO 5).
L’Eucarestia «si presenta come fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione» perché «una comunità cristiana non può formarsi se non avendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra Eucaristia, alla quale perciò deve ispirarsi qualsiasi educazione allo spirito di comunità. La celebrazione eucaristica, a sua volta, per essere sincera e piena, deve condurre sia alle diverse opere di carità e al reciproco aiuto, sia all’azione missionaria e alle varie forme di testimonianza cristiana» (PO 5-6).
Infine è pegno della gloria futura: «Elevato in alto da terra, Cristo attirò tutti a sé. Risorgendo dai morti (cfr. Rom 6,9) infuse negli apostoli il suo Spirito vivificante, mediante il quale costituì la Chiesa che è il suo corpo, quale sacramento universale di salvezza. Assiso alla destra del Padre, continua ad operare nel mondo per condurre alla Chiesa gli uomini, e unirli così più strettamente a sé, facendoli partecipi della sua vita gloriosa e nutrendoli del suo corpo e del suo sangue» (LG 48; Cfr. SC 47).
Scorrendo il testo si ricava una considerazione da sottolineare: «Il rinnovamento promesso che stiamo aspettando è quindi già incominciato con Cristo; viene portato avanti con la missione dello Spirito Santo e per mezzo di lui continua nella Chiesa. Nella Chiesa noi veniamo istruiti dalla fede anche sul senso della nostra vita temporale, quando portiamo a termine il lavoro che il Padre ci ha assegnato da svolgere nel mondo con la speranza dei beni futuri, lavorando così per la nostra salvezza. La fine dei tempi è già dunque arrivata per noi [Cfr. 1Cor 10,11]: il rinnovamento del mondo è stato irrevocabilmente deciso e in qualche modo realmente anticipato nel tempo presente: infatti la Chiesa è insignita di vera santità già qui sulla terra, anche se in modo imperfetto» (LG 48).
Una asserzione che certamente obbliga il battezzato a fare memoria dei suoi impegni battesimali, purtroppo spesso dimenticati. Ed è interessante che a noi latini il Concilio ricordi anche l’amore con il quale i cristiani d’Oriente celebrano «la sacra liturgia, specialmente quella eucaristica, fonte della vita della Chiesa e pegno della gloria futura» (UR 15). Stimolo o punzecchiatura? Purtroppo dobbiamo convenire con il poeta latino Publio Ovidio Nasone che spesso vediamo le cose migliori e le approviamo, ma seguiamo le cose deteriori.
Gaudenzio da Brescia (Sermo 2): Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete Vita in voi: di molti chicchi sfarinati e impastati con acqua si fa un pane, che viene poi cotto col fuoco; è la figura del corpo di Cristo, che è uno solo, ma che è formato dalla moltitudine di tutto il genere umano ed è consumato col fuoco dello Spirito Santo. Nacque infatti per opera dello Spirito Santo e poi, pieno di Spirito Santo, ch’era sceso su di Lui in forma di colomba, esce dal Giordano, come attesta l’Evangelista: Gesù, compenetrato dallo Spirito Santo, si allontanò dal Giordano (Lc. 4,1). Similmente il vino del suo sangue raccolto da molti acini, cioè dall’uva della vigna, da Lui stesso piantata, viene spremuto nel torchio della croce, e attraverso vasi capaci, ribolle per propria virtù nel cuore fedele di quelli che lo ricevono. Voi tutti che uscite dalla schiavitù dell’Egitto e del Diavolo, prendete insieme a noi con tutto l’ardore del vostro animo religioso questo sacrificio della Pasqua della salvezza, perché il nostro interno venga santificato dallo stesso Signore Gesù Cristo, che è presente nei suoi sacramenti e la cui inestimabile virtù rimane per tutti i secoli.
Il Santo del giorno - 9 Maggio 2025 - Beata Maria Teresa di Gesù (Carolina Gerhardinger), Fondatrice: Nacque in un sobborgo della città di Ratisbona in Baviera, il 20 giugno 1797. Carolina Gerhardinger ottenuto il diploma di maestra elementare, ebbe l’incarico d’insegnante alla scuola femminile.
Dopo ebbe l’idea di creare una Congregazione organizzata in modo da inviare le suore, a due alla volta, nelle scuole rurali. Quindi dette vita nel 1833 ad una piccola comunità religiosa in Neunburg nel Palatinato in Baviera. Il 16 novembre 1835, fece la sua professione cambiando il nome in quello di Maria Teresa di Gesù. La sua congregazione si propagò in tutto il mondo. Il 9 maggio 1879 si spense a Monaco. Beatificata il 17 novembre 1985. (Avvenire)
Santifica e rinnova, o Padre, i tuoi fedeli,
che hai convocato a questa mensa,
ed estendi a tutti gli uomini
la libertà e la pace donate sulla croce.
Per Cristo nostro Signore.