27 Marzo 2025
 
Giovedì III Settimana di Quaresima

Ger 7,23-28 ; Salmo Responsoriale dal Salmo 94 (95); Lc 11,14-23
 
Colletta
Dio grande e misericordioso,
quanto più si avvicina la festa della nostra redenzione,
tanto più cresca in noi il fervore
per celebrare santamente il mistero della Pasqua.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
 
Compito e missione dei profeti in Israele  - Catechismo della Chiesa Cattolica 64Attraverso i profeti, Dio forma il suo popolo nella speranza della salvezza, nell’attesa di un’Alleanza nuova ed eterna destinata a tutti gli uomini e che sarà inscritta nei cuori. I profeti annunziano una radicale redenzione del popolo di Dio, la purificazione da tutte le sue infedeltà, una salvezza che includerà tutte le nazioni. Saranno soprattutto i poveri e gli umili del Signore che porteranno questa speranza. Le donne sante come Sara, Rebecca, Rachele, Miryam, Debora, Anna, Giuditta ed Ester hanno conservato viva la speranza della salvezza d’Israele. Maria ne è l’immagine più luminosa.  
201: A Israele, suo eletto, Dio si è rivelato come l’Unico: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,4-5).
Per mezzo dei profeti, Dio invita Israele e tutte le nazioni a volgersi a lui, l’Unico: «Volgetevi a me e sarete salvi, paesi tutti della terra, perché io sono Dio; non ce n’è altri... davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua. Si dirà: ‘Solo nel Signore si trovano vittoria e potenza’» (Is 45,22-24).  
522: La venuta del Figlio di Dio sulla terra è un avvenimento di tale portata che Dio lo ha voluto preparare nel corso dei secoli. Riti e sacrifici, figure e simboli della «prima Alleanza», li fa convergere tutti verso Cristo; lo annunzia per bocca dei profeti che si succedono in Israele; risveglia inoltre nel cuore dei pagani l’oscura attesa di tale venuta.  
762: La preparazione remota della riunione del popolo di Dio comincia con la vocazione di Abramo, al quale Dio promette che diverrà padre di un grande popolo. La preparazione immediata comincia con l’elezione di Israele come popolo di Dio. Con la sua elezione, Israele deve essere il segno della riunione futura di tutte le nazioni. Ma già i profeti accusano Israele di aver rotto l’Alleanza e di essersi comportato come una prostituta. Essi annunziano un’Alleanza nuova ed eterna. «Cristo istituì questo nuovo Patto».  
1964: La Legge antica è una preparazione al Vangelo. «La Legge è profezia e pedagogia delle realtà future». Essa profetizza e presagisce l’opera della liberazione dal peccato che si compirà con Cristo, ed offre al Nuovo Testamento le immagini, i «tipi», i simboli per esprimere la vita secondo lo Spirito. La Legge infine viene completata dall’insegnamento dei libri sapienziali e dei profeti, che la orientano verso la Nuova Alleanza e il regno dei cieli.  «Ci furono [...], nel regime dell’Antico Testamento, anime ripiene di carità e della grazia dello Spirito Santo, le quali aspettavano soprattutto il compimento delle promesse spirituali ed eterne. Sotto tale aspetto, costoro appartenevano alla nuova Legge. Al contrario, anche nel Nuovo Testamento ci sono uomini carnali, che ancora non hanno raggiunto la perfezione della nuova Legge, e che bisogna indurre alle azioni virtuose con la paura del castigo o con la promessa di beni temporali. Però, la Legge antica, anche se dava i precetti della carità, non era in grado di offrire la grazia dello Spirito Santo, in virtù del quale ‘l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori (Rm 5,5)».
2581: Il Tempio doveva essere per il popolo di Dio il luogo dell’educazione alla preghiera: i pellegrinaggi, le feste, i sacrifici, l’offerta della sera, l’incenso, i pani della «proposizione», tutti questi segni della santità e della gloria del Dio, altissimo e vicinissimo, erano appelli e cammini della preghiera. Spesso però il ritualismo trascinava il popolo verso un culto troppo esteriore. Era necessaria l’educazione della fede, la conversione del cuore. Questa fu la missione dei profeti, prima e dopo l’Esilio.  
2595: I profeti chiamano alla conversione del cuore e, mentre ricercano ardentemente il volto di Dio, come Elia, intercedono per il popolo.
 
I Lettura: Il profeta Geremia rimprovera l’infedeltà del popolo d’Israele. Alla obbedienza, alla sottomissione del cuore e al culto interiore, il popolo ha preferito un culto esteriore, vacuo, rituale, sterile, in abominio al Signore. Anche se la voce di Geremia, e quella dei profeti, si alza forte contro Israele, il popolo si tura le orecchie per non ascoltare la parola del Signore: tale malvagità di cuore e durezza di cervice spalancherà le porte all’inevitabile castigo ormai imminente (Ger 7,29-8,3).
 
Vangelo
Chi non è con me è contro di me.
 
Con il rimprovero mosso ai suoi contestatori, Gesù vuol dire che l’uomo è scusabile se si inganna sulla dignità divina di Gesù, velata dalle umili apparenze del «Figlio dell’uomo» (Mt 8,20), ma non lo è se chiude gli occhi e il cuore alle opere evidenti dello Spirito. L’espressione scacciare i demoni con il dito di Dio “allude ai miracoli di Mose è nelle piaghe d’Egitto, segno dell’azione divina [Es 8,15]. Gesù appare come il nuovo Mosè e il liberatore dalla schiavitù del male” (La Bibbia Via Verità e Vita).
 
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,14-23

In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».

Parola del Signore.
 
Bruno Maggioni (Il racconto di Luca): Gesù scaccia un demonio. Il gesto suscita la meraviglia del popolo: chi è costui che libera l’uomo da Satana?
Si accende il dibattito: c’è chi pensa che il gesto compiuto non sia un segno di Dio ma al contrario un segno di Satana il quale vuole trarre l’uomo in inganno e distrarlo dalla vera presenza di Dio. C’è chi, più dubbioso o più scaltro, chiede segni più convincenti, o meglio consoni alle credenze apocalittiche che dominavano l’orizzonte religioso del tempo (segni nel sole, nella luna o nelle stelle).
Il Maestro, che legge nei cuori, intuisce le ragioni del dibattito, e anche quanto si agita nel profondo e non affiora in parole. È capitato spesso che Egli non si sia impegnato in una discussione, convinto che non ne valesse la pena. Qui invece si impegna, discute e tenta una dimostrazione. Pensare che Egli abbia cacciato un demone in nome del principe dei demoni è un’assurdità. Nessun regno si pone contro se stesso. A questo punto è chiaro che chi accusa Gesù di scacciare i demoni in nome di Beelzebùl, lo fa per mascherare un rifiuto precostituito. La conclusione vera, limpida, è un’ altra: il Messia è più forte di Satana (11,20-22). Di fronte a questo gesto di Gesù non i può tergiversare in ipotesi più o meno intelligenti: deve prendere posizione, pro o contro (11,23).
 
Carlo Ghidelli (Luca): per mezzo di Beelzebul: cioè di Satana. L’accusa è blasfema (cfr anche Mr 3,22; Lc 8,33; Gv 10,20; At 2,13; 26,24): si suppone un patto tra Gesù e Satana, oppure un dominio ossessivo di Satana su Gesù. Ma questo è il destino di ogni vero profeta: chi non riesce a cogliere la provvidenzialità della sua presenza, rimane come cieco e sordo di fronte a ciò che egli dice e fa (cfr Gv 9,39ss).
E questa è l’opera del demonio in lui: possiamo ricondurre qui l’indicazione, esclusiva di Lc, secondo cui (v. 14) l’infermità di quel povero uomo deriva dal demonio (cfr anche 4,33 dove Lc sostituisce l’espressione uno spirito di demonio impuro a quella di Mc uno spirito impuro, e questo capita in 23 casi; cfr. anche 4,39 dove la febbre è considerata come una potenza demoniaca; cfr infine 13,11.16 dove la malattia è pure attribuita al demonio e non al malato): è la demonologia che emerge in modo sempre più spiccato dagli scritti lucani. Sul significato di Beelzebul si discute: dio di Ekron (cfr 2Re 1,2) oppure signore (baal) degli idoli, oppure ancora «dio delle mosche».
 
Chi non è con me è contro di me - Con questa affermazione Gesù convalida “la profezia dell’anziano Simeone che annunciava Cristo come segno di contraddizione e pietra d’inciampo: «Segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,34s). Nell’opzione che - per seguire la mentalità semitica - dobbiamo fare tra i due spiriti del bene e del male, cioè a favore o contro Cristo e il suo regno, non abbiamo altra scelta valida se non l’obbedienza alla parola di Dio, perché questa è l’unica via che conduce alla vita.
Solo scegliendo Cristo, che è il più forte e ha vinto il male, sarà possibile anche la nostra vittoria sul peccato che cerca di dominarci. Ogni scelta presuppone un sacrificio e una rinuncia a qualcosa. Così, invece di essere schiavi dell’egoismo tenebroso che vuole farsi signore del nostro mondo, potremo sconfiggerlo con l’amore, vincendo il male con il bene (Rm 12,21).
Per consolidare questa scelta a favore di Cristo, dobbiamo mettere in pratica la parola ascoltata. Perché il pericolo del culto vuoto, conseguenza della sordità alla parola, come denunciava il profeta Geremia, esiste anche oggi nelle nostre comunità cristiane. La parola di Dio è efficace, certamente, ma non in modo automatico, cioè non senza la nostra collaborazione.
La manifestazione più profonda di Dio, la sua parola più personale, non si esaurisce nella proclamazione delle letture bibliche né nella predica e nel commento che seguono, anche se sono senz’altro importanti. Il livello più alto dell’efficacia della parola di Dio si raggiunge nel mistero della fede, cioè nello stesso fatto salvifico che celebriamo, reso attuale, in modo misterioso ma reale, grazie alla presenza di Cristo risorto che agisce, con il suo Spirito, nella comunità riunita nella fede e nell’ascolto della parola.
La nostra generazione, che consuma rumori e suoni in quantità, sente appena perché non ascolta. Dobbiamo tornare alla preghiera del silenzio, dandole priorità in molti momenti della nostra vita, specialmente nella celebrazione liturgica, per ascoltare interiormente la parola efficace di Dio e agire in conformità” (Basilio Caballero, La Parola per Ogni Giorno).
 
Il regno di Dio Lumen gentium 5. Il mistero della santa Chiesa si manifesta nella sua stessa fondazione. Il Signore Gesù, infatti, diede inizio ad essa predicando la buona novella, cioè l’avvento del regno di Dio da secoli promesso nella Scrittura: « Poiché il tempo è compiuto, e vicino è il regno di Dio » (Mc 1,15; cfr. Mt 4,17). Questo regno si manifesta chiaramente agli uomini nelle parole, nelle opere e nella presenza di Cristo. La parola del Signore è paragonata appunto al seme che viene seminato nel campo (cfr. Mc 4,14): quelli che lo ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo (cfr. Lc 12,32), hanno accolto il regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino al tempo del raccolto (cfr. Mc 4,26-29). Anche i miracoli di Gesù provano che il regno è arrivato sulla terra: « Se con il dito di Dio io scaccio i demoni, allora è già pervenuto tra voi il regno di Dio » (Lc 11,20; cfr. Mt 12,28). Ma innanzi tutto il regno si manifesta nella stessa persona di Cristo, figlio di Dio e figlio dell’uomo, il quale è venuto « a servire, e a dare la sua vita in riscatto per i molti » (Mc 10,45). Quando poi Gesù, dopo aver sofferto la morte in croce per gli uomini, risorse, apparve quale Signore e messia e sacerdote in eterno (cfr. At 2,36; Eb 5,6; 7,17-21), ed effuse sui suoi discepoli lo Spirito promesso dal Padre (cfr. At 2,33). La Chiesa perciò, fornita dei doni del suo fondatore e osservando fedelmente i suoi precetti di carità, umiltà e abnegazione, riceve la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno costituisce in terra il germe e l’inizio. Intanto, mentre va lentamente crescendo, anela al regno perfetto e con tutte le sue forze spera e brama di unirsi col suo re nella gloria.
 
Isacco della Stella (Sermo 38,8-9): Gesù stava scacciando un demonio che era muto .. . : questo spirito maligno è detto muto poiché coloro che sono da lui posseduti divengono muti per il linguaggio di Dio e per i doveri propri di una lingua razionale ... Ci sono infatti tre modi di “dire le parole di Dio”: lodare Dio, accusarsi davanti a Lui, edificare il prossimo.
Chi, sotto questi aspetti, conserva il silenzio è spiritualmente muto, quali che siano le sue grida esteriori... In realtà questo spirito muto non cessa di suggerire parole malvagie ... sulla gloria di questo mondo, sulla sua bellezza e sulle sue delizie; egli tesse illusioni interminabili e menzognere; mormora mille suggestioni ... Spesso mi presenta come possibili cose che io non posso fare, o come impossibili quelle che invece potrei fare ... mi tiene lunghi discorsi adulatori sulle mie conoscenze, sulla mia devozione, sulle mie capacità ... così, parlandomi, egli mi rende completamente muto, e mi fa divenire spiritualmente ottuso e sordo.
 
Il Santo del Giorno - 27 Marzo 2025 - San Ruperto. Nel cuore delle città le radici del Vangelo: La città dell’uomo non è mai solo uno spazio per i corpi, ma anche una casa per le anime, una dimensione che trova ragione nelle tante vite che l’hanno costruita. Ecco perché si può dire che l’Europa tutta è fondata sul Vangelo: sono i testimoni del Risorto, nei secoli, ad aver fondato e rifondato comunità, città, interi Paesi. Oggi la liturgia ci propone la memoria di uno di questi apostoli del Vecchio Continente, considerato il “rifondatore” di Salisburgo, la città del sale. Vissuto nell’VIII secolo, era di origini nobili e si formò a Worms, crescendo alla luce dell’esperienza monastica di origine irlandese. Attorno all’anno 700 partì missionario per la Baviera, raccogliendo i frutti del suo impegno soprattutto a Ratisbona e Lorch. Con l’appoggio e la protezione del duca Teodone II di Baviera, prima fondò una chiesa sul lago Waller dedicata a San Pietro e poi un monastero sul fiume Salzach, nei pressi dell’ormai decadente città romana di Juvavum. Da quel nucleo nasceva così la nuova Salisburgo che lo riconosce come primo vescovo e patrono. Ruperto morì il giorno di Pasqua dell’anno 718. È solitamente rappresentato con un contenitore pieno di sale, in riferimento alla città di cui fu padre. (Matteo Liut)
 
O Dio, che ci hai nutriti in questo sacramento,
fa’ che la forza della tua salvezza,
operante nei santi misteri,
trasformi tutta la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.

ORAZIONE SUL POPOLO ad libitum

Nella tua misericordia
guarda, o Signore, il popolo che implora la tua clemenza:
come da te ha ricevuto la vita,
così la tua grazia gli doni di ricercare il bene
e di attuarlo ogni giorno.
Per Cristo nostro Signore.