29 Maggio 2019


Mercoledì della VI Settimana di Pasqua


Oggi Gesù ci dice: “Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità.” (Vangelo).

Vangelo - Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15: Tutto è in tensione: la memoria, l’ascolto, l’intelligenza per comprendere le parole di Gesù … ma gli Apostoli sono come ciechi che camminano a tentoni. Il presagio di una definitiva separazione, amareggia il cuore degli Apostoli, la morte di Gesù li sconvolge, vorrebbero capire, ma non riescono… bevono avidamente le parole del Maestro divino, ma la sete non si estingue. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso… soltanto dopo la Pentecoste, quando lo Spirito Santo invaderà la loro vita, gli Apostoli saranno in grado di capire pienamente ciò che hanno visto e udito alla sequela di Gesù Cristo. Ora è il tempo della prova, della tentazione, è il tempo della tenebra, ma comprenderanno pienamente quando lo Spirito Santo diraderà definitivamente le fitte tenebre della ignoranza umana.

Siamo nel contesto del discorso di addio dell’Ultima Cena: agli Apostoli affranti, a motivo della imminente dipartita del Maestro (Gv 16,6), Gesù promette il dono dello Spirito Santo. Quando «verrà lo Spirito di verità», saranno ricolmi di gioia e saranno guidati «a tutta la verità» (Gv 16,13). Lo Spirito Santo prenderà il posto di Cristo nella guida dei discepoli, «sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita» (Ap 7,17). La missione dello Spirito Santo sarà parallela a quella di Gesù. Annuncerà ai discepoli le cose future: non nel senso di nuove rivelazioni riguardanti il futuro, ma nel senso che donerà l’intelligenza per capire e interpretare quanto è già avvenuto o è stato detto o insegnato dal Cristo. Lo Spirito Santo glorificherà Gesù manifestando le ricchezze del suo mistero. Il verbo annunziare è usato negli scritti apocalittici (cfr. Dn 2,2.4.7.9), «dove indica le interpretazioni delle visioni e delle rivelazioni dei misteri. In questo senso, lo Spirito non rivelerebbe qualcosa di nuovo, ma interpreterebbe la rivelazione storica di Gesù, in relazione al futuro escatologico. Lo Spirito espleterà questa funzione mediante gli Apostoli, che avranno una missione particolare nei riguardi della rivelazione di Gesù in quanto furono testimoni fin dall’inizio [Gv 15,27]... Non solo mediante gli Apostoli, ma nella vita della Chiesa espleterà la sua missione di verità mediante la guida nell’interpretare la rivelazione di Gesù in relazione al futuro e al futuro ultimo» (Giuseppe Segalla). Tutto quello che lo Spirito Santo prende dal Figlio proviene dal Padre, in questo modo la «rivelazione è dunque perfettamente una: avendo origine nel Padre e realizzandosi per mezzo del Figlio, si compie nello Spirito, per la gloria del Figlio e del Padre» (Bibbia di Gerusalemme). Le ultime parole di Gesù (v. 15: Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà di quel che è mio e ve l’annuncerà) hanno una portata particolarmente trinitaria, ma «la prospettiva rimane cristologica: nel Cristo, interpretato dallo Spirito, si svela il mistero di Dio» (A. Marchadour).

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso - Benedetto Prete (I Quattro Vangeli): Ho ancora molte cose a dirvi, ma ora voi...; alcune testimonianze antiche omettono l’avverbio «ancora», altre invece tralasciano l’avverbio «ora»; queste divergenze di trasmissione fanno pensare che il testo primitivo avesse una formulazione più concisa, come la seguente: «Ho molte cose da dirvi, ma voi non potete portarle». Nei verss. 12-15 si parla della funzione del Paraclito come maestro dei discepoli. «Molte cose» (πολλά); che cosa s’intende per «molte cose»? Si tratta di molte verità che dovranno essere manifestate in seguito? Oppure di molti sviluppi o applicazioni dottrinali che le verità, già annunziate in germe da Cristo, avranno in seguito? Questo modo di proporre il quesito risente delle discussioni teologiche posteriori e particolarmente dei testi conciliari (Concilio di Trento e Concilio Vaticano I), nei quali si afferma che la rivelazione divina è contenuta nei libri sacri e nelle tradizioni non trasmesse per iscritto (Haec... supernaturalis revelatio continetur in libris scriptis et sine scripto traditionibus). Il testo, a nostro avviso, non può costituire un argomento diretto ed esplicito né per l’una, né per l’altra delle due interpretazioni indicate, poiché i testi giovannei (cf. 14, 26; 15, 15 6; 16, 13) non sono univoci su questo problema, che, come si è detto, riflette delle preoccupazioni dottrinali posteriori. Nel presente contesto si vuole mettere in luce il compito dello Spirito Santo, e particolarmente si vuole sottolineare il fatto che lo Spirito Santo non ha da comunicare una propria o nuova rivelazione, ma che egli, come Cristo, manifesterà quello che il Padre dice («[lo Spirito Santo] non parlerà da sé, ma parlerà di tutto ciò che ascolta», vers. seguente). Inoltre lo Spirito Santo aiuterà gli apostoli a «portare» l’unica rivelazione del Padre, a penetrarla ed a proporla «in tutta intera la verità» che essa contiene. Ora voi non potete portarle; non viene indicato esplicitamente il motivo concreto per il quale gli apostoli non sono in grado di capire le «molte cose» che Gesù ha da dir loro; l’evangelista si limita ad affermare in termini teologici che non è ancora venuto lo Spirito di verità; nel vers. seguente verrà tratteggiato nelle sue linee essenziali il compito che lo Spirito Santo svolgerà nella Chiesa.

Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità - Dominum et Vivificantem 6: Questo «guidare alla verità tutta intera», in riferimento a ciò di cui gli apostoli «per il momento non sono capaci di portare il peso», è in necessario collegamento con lo spogliamento di Cristo per mezzo della passione e morte di Croce, che allora, quando pronunciava queste parole, era ormai imminente. In seguito, tuttavia, diventa chiaro che quel «guidare alla verità tutta intera» si ricollega, oltre che allo scandalum Crucis, anche a tutto ciò che Cristo «fece ed insegnò». Infatti, il mysterium Christi nella sua globalità esige la fede, poiché è questa che introduce opportunamente l’uomo nella realtà del mistero rivelato. Il «guidare alla verità tutta intera» si realizza, dunque, nella fede e mediante la fede: il che è opera dello Spirito di verità ed è frutto della sua azione nell’uomo. Lo Spirito Santo deve essere in questo la suprema guida dell’uomo, la luce dello spirito umano. Ciò vale per gli apostoli, testimoni oculari, che devono ormai portare a tutti gli uomini l’annuncio di ciò che Cristo «fece ed insegnò» e, specialmente, della sua Croce e della sua Risurrezione. In una prospettiva più lontana ciò vale anche per tutte le generazioni dei discepoli e dei confessori del Maestro, poiché dovranno accettare con fede e confessare con franchezza il mistero di Dio operante nella storia dell’uomo, il mistero rivelato che di tale storia spiega il senso definitivo.

… vi annuncerà le cose future - Felipe F. Ramos: Vi comunicherò le cose future. Uno dei modi in cui la Chiesa sperimentò la presenza dello Spirito Santo fu la profezia, lo spirito di profezia che operava in cristiani individualmente, i quali predicevano avvenimenti che si sarebbero verificati. Però evidentemente, non si tratta solo né soprattutto di questo spirito di profezia, che riguarda la predizione del futuro. L’essenziale, per i cristiani, non era conoscere con esattezza quello che sarebbe avvenuto in futuro, ma quello che avveniva attualmente. In realtà, il compito principale dei profeti dell’AT fu appunto questo: scoprire la profondità e la dimensione totale degli avvenimenti che si verificavano, perché non restassero a un livello superficiale, ma fossero visti in quella prospettiva profetica.
Gesù aveva dato determinati insegnamenti a questo riguardo, ma promette lo Spirito, perché porti i cristiani a questa comprensione profetica degli avvenimenti in tutte le situazioni in cui si troverà la Chiesa.
Sarà questo Spirito a glorificare Gesù poiché, grazie alla sua luce, i discepoli potranno comprendere che l’umi­liazione di Cristo, la sua morte, fu il principio dell’esaltazione, della «elevazione» verso il Padre. Li avrebbe portati alla comprensione totale di quello che, durante il ministero terreno di Gesù, era rimasto nascosto. Era necessario comprendere che Gesù era il plenipotenziario del Padre, il suo agente inviato per la salvezza del mondo. E questo potrà conoscerlo e farlo conoscere lo Spirito che abbraccia tutti i segreti di Dio.

In Dio viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (I Lettura) - Catechismo della Chiesa Cattolica 27-28: Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa: «La ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e non si affida al suo Creatore». Nel corso della loro storia, e fino ai giorni nostri, la ricerca di Dio da parte degli uomini si è espressa in molteplici modi, attraverso le loro credenze ed i loro comportamenti religiosi (preghiere, sacrifici, culti, meditazioni, ecc). Malgrado le ambiguità che possono presentare, tali forme d’espressione sono così universali che l’uomo può essere definito un essere religioso: Dio «creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,26-28).   

Nel Vangelo di oggi è adombrata la santissima Trinità. Molti dati del Nuovo Testamento conducono alla formulazione della dottrina trinitaria. Da una parte, essi insistono sull’unicità assoluta di Dio, ed escludono l’esistenza di più dei; dall’altra, molti testi collocano il Cristo e lo Spirito Santo sul medesimo piano di Dio, e l’opera di Cristo è eguagliata più di una volta all’opera del Padre e a quella dello Spirito Santo, che, a sua volta, non è più solo un modo per esprimere l’attività divina, ma un vero soggetto di azione come il Padre e il Figlio, e perciò Persona. Per una più facile comprensione, comunque, è necessario dividere le operazioni delle Tre Persone divine, non dimenticando, comunque, che esse sono sempre congiunte. Il Padre dona il suo Figlio. Dona ciò che è più caro e più prezioso per un Padre: il Figlio. Il Padre dona il Figlio per l’infinito amore che ha verso l’umanità, per la salvezza degli uomini (cfr. Gv 3,16). Il Figlio per la gloria del Padre e la salvezza degli uomini dà tutto se stesso. Dà la sua vita fino al supremo sacrificio. La morte in Croce è il massimo atto di amore. Infine, «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). È stato riversato nei nostri cuori l’amore di Dio: «l’amore con cui Dio ci ama e di cui lo Spirito Santo è un pegno e, con la sua presenza attiva in noi, un testimone [cfr. Rm 8,15 e Gal 4,6]. In lui noi ci rivolgiamo a Dio come un figlio al Padre: l’amore è reciproco. In lui, ugualmente, noi amiamo i nostri fratelli con lo stesso amore con cui il Padre ama il Figlio e noi [cfr. Gv 17,26]» (Bibbia di Gerusalemme). Infatti, Cristo mandò a tutti gli uomini lo Spirito Santo per muoverli interiormente «ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutte le forze, e ad amarsi reciprocamente come Cristo ha amato loro» (LG 40a). “Noi dunque crediamo al Padre che genera eternamente il Figlio; al Figlio, Verbo di Dio, che è eternamente generato; allo Spirito Santo, Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come loro eterno Amore” (Paolo VI).
                                                                                                                                                                    Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Lo Spirito Santo prenderà il posto di Cristo nella guida dei discepoli, «sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita» (Ap 7,17).
Questa parola cosa ti suggerisce?
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: O Dio, che ci chiami a celebrare nella fede la risurrezione del tuo Figlio, fa’ che possiamo rallegrarci con lui insieme ai tuoi santi nel giorno della sua venuta. Egli è Dio, e vive e regna con te…