17 Marzo 2019

Seconda Domenica di Quaresima


Oggi Gesù ci dice: “Trasfigurerò il vostro misero corpo per conformarlo al mio corpo glorioso, in virtù del potere che ho di sottomettere a me tutte le cose.” (Cfr. II Lettura).


I Lettura - Dal Libro della Genesi 15,5-12.17-18: Nel mondo antico nei patti tra gli uomini era il meno potente a impegnarsi, nel racconto biblico, invece, è Dio, il più potente, a impegnarsi e a sottoscrivere il patto. Questo sta ad esprimere l’azione libera di Dio di fronte all’uomo: nell’alleanza divina tutto avviene per grazia, senza l’opera dell’uomo. La promessa fatta da Dio ad Abramo ha sostenuto sempre il popolo d’Israele, sopra tutto nei momenti più drammatici della sua storia.

Salmo Responsoriale - Dal Salmo 26 (27):  Il Signore è mia luce e mia salvezza - Angelo Lancellotti (I Salmi): Dio quale autore della luce è il dato basilare del concetto di creazione presentato nella prima pagina della Bibbia (Gn 1,3): il Verbo-luce degli uomini è il dato altrettanto basilare del concetto della «nuova creazione» presentato nelle prime pagine del Vangelo di S. Giovanni (v 1,4). In campo soteriologico «Jahwèh luce del suo popolo» è un tema diventato sempre più familiare ad Israele dopo Is 60,1-2: «Sorgi, rivèstiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria di Jahwèh risplende sopra di te. Poiché, ecco, le tenebre coprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su te risplende Jahwèh, la sua gloria appare su di te» (cf. inoltre Is 10,17).

Il  Lettura - Dalla Lettera ai Filippesi 3,17-4,1: Paolo «mostra la inconciliabile differenza che esiste tra i giudaizzanti [e i gaudenti] e i veri cristiani: i primi pongono il punto di riferimento della loro morale in realtà fisiche e terrene, cioè la circoncisione del corpo, le osservanze alimentari ecc.; i cristiani invece volgono le loro attese verso i cieli, ossia verso il Regno di Dio, e verso la venuta finale di Gesù Signore, che realizzerà l’opera della salvezza conformando i nostri miseri corpi terreni al suo corpo di gloria. Questa trasfigurazione relativizza decisamente il valore assoluto che i giudaizzanti attribuiscono a tanti riti e osservanze inerenti al corpo terreno» (Rosario Scognamiglio).

Vangelo - Dal vangelo secondo Luca 9,28b-36: Il racconto della Trasfigurazione di Gesù è presente, oltre che in Luca, anche nei vangeli di Matteo e di Marco, ma con accenti, intenzioni e sfumature diversi. Mentre Matteo “mette in rilievo la manifestazione di Gesù come nuovo Mosè [cfr. Mt 17,1] e Marco descrive un’epifania del Messia nascosto [cfr. Mc 9,2], Luca, o almeno la fonte che egli combina con Mc, pensa maggiormente a un’esperienza personale di Gesù che, nel corso di una preghiera ardente e trasformante, è illuminato dal cielo sulla «partenza» [alla lettera «esodo»], cioè la morte [cfr. Sap 3,2; 7,6; 2Pt 1,15], che egli deve compiere a Gerusalemme, la città che uccide i profeti [cfr. Lc 13,33-34]” (Bibbia di Gerusalemme). Comunque, i tre evangelisti hanno in comune la certezza che l’Antico Testamento trova il suo culmine nella persona di Gesù. La Trasfigurazione è il mistero svelato (cfr. Mc 9,2): Colui che sul monte cambiò d’aspetto e la cui veste divenne candida e sfolgorante è l’Emanuele, il Dio con noi. Il tempo della Legge e dei Profeti è finito: ora tutto si concentra e fa capo a Lui. Da qui la necessità dettata dalla voce che usciva dalla nube di ascoltare lui e lui solo. Gesù è la Parola conclusiva di Dio Padre e in lui raggiunge il massimo della rivelazione: “Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, è la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre, il quale in lui dice tutto, e non ci sarà altra parola che quella.” (CCC 65). Appena la voce cessò, restò Gesù solo: inizia il dramma. I discepoli sollevando gli occhi videro Gesù solo. Inoltre, l’ultimo versetto dice: Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Tutto ciò mette in evidenza l’angosciosa solitudine che si farà grumo di sangue nell’Orto degli Olivi (Lc 22,44). Gesù sa che dovrà affrontare la passione, la morte e la resurrezione, di cui la Trasfigurazione è stata solo un anticipo.

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare - Benedetto XVI (Angelus, 17 Febbraio 2008): La montagna - il Tabor come il Sinai - è il luogo della vicinanza con Dio. È lo spazio elevato, rispetto all’esistenza quotidiana, dove respirare l’aria pura della creazione. È il luogo della preghiera, dove stare alla presenza del Signore, come Mosè e come Elia, che appaiono accanto a Gesù trasfigurato e parlano con Lui dell’“esodo” che lo attende a Gerusalemme, cioè della sua Pasqua. La Trasfigurazione è un avvenimento di preghiera: pregando Gesù si immerge in Dio, si unisce intimamente a Lui, aderisce con la propria volontà umana alla volontà di amore del Padre, e così la luce lo invade e appare visibilmente la verità del suo essere: Egli è Dio, Luce da Luce. Anche la veste di Gesù diventa candida e sfolgorante. Questo fa pensare al Battesimo, alla veste bianca che indossano i neofiti. Chi rinasce nel Battesimo viene rivestito di luce anticipando l’esistenza celeste, che l’Apocalisse rappresenta con il simbolo delle vesti candide (cfr Ap 7,9.13). Qui è il punto cruciale: la trasfigurazione è anticipo della risurrezione, ma questa presuppone la morte. Gesù manifesta agli Apostoli la sua gloria, perché abbiano la forza di affrontare lo scandalo della croce, e comprendano che occorre passare attraverso molte tribolazioni per giungere al Regno di Dio. La voce del Padre, che risuona dall’alto, proclama Gesù suo Figlio prediletto come nel Battesimo nel Giordano, aggiungendo: Ascoltatelo (Mt 17,5). Per entrare nella vita eterna bisogna ascoltare Gesù, seguirlo sulla via della croce, portando nel cuore come Lui la speranza della risurrezione. Spe salvi, salvati nella speranza. Oggi possiamo dire: Trasfigurati nella speranza.

Trasfigurazione - Paul De Surgy (Dizionario di Teologia Biblica): La situazione - Nei vangeli la trasfigurazione di Cristo è collocata in un momento decisivo, quello in cui Gesù, riconosciuto dai suoi discepoli come Messia, rivela loro come si compirà la sua opera: la sua glorificazione sarà una risurrezione, il che implica il passaggio attraverso la sofferenza e la morte (Mt 17,1-9 par.; cfr. 16,13-23 par.). Questo contesto dà alla scena il suo significato nella vita di Cristo e la sua fecondità nella vita del cristiano. Gesù vi appare realizzante le Scritture (cfr. Lc 24,44ss) ed i loro oracoli sul Messia, sul servo di Dio e sul figlio dell’uomo.
Il mistero. - Gesù sceglie come testimoni dell’avvenimento coloro che saranno testimoni della sua agonia: Pietro (cfr. 2Piet 1,16 ss), Giacomo e Giovanni (Mc 14,33 par.; cfr. 5,37). La scena evoca le teofanie di cui furono testimoni Mosè ed Elia sul monte di Dio (Sinai-Horeb, cfr. Es 19,9; 24,15-18; 1 Re 19,8-18). Dio non manifesta soltanto la sua presenza parlando dalla nube e dal fuoco (Deut 5,2-5); ma, in presenza di Mosè e di Elia, Gesù appare ai discepoli trasfigurato dalla gloria di Dio.
Questa gloria suscita il loro spavento, timore religioso dinanzi al divino (cfr. Lc 1,29 s); ma provoca pure una suggestiva riflessione di Pietro, che esprime la sua gioia dianzi alla gloria di colui del quale ha confessato la messianità; Dio abiterà con i suoi, come hanno annunciato i profeti dei tempi messianici. Tuttavia la gloria non è quella dell’ultimo giorno; essa non fa che illuminare le vesti e la faccia di Gesù, come un tempo irradiava il volto di Mosè (Es 34, 29s.35). È la gloria stessa di Cristo (Lc 9,32) che è il Figlio diletto, come proclama la voce che esce dalla nube. Nello stesso tempo questa voce ratifica la rivelazione che Gesù ha fatto ai suoi discepoli e che è l’oggetto del suo colloquio con Mosè ed Elia: 1’«esodo» di cui Gerusalemme sarà il punto di partenza (Lc 9,31), il passaggio attraverso la morte, necessario all’ingresso nella gloria (cfr. Lc 24,25 ss); infatti la voce divina comanda di ascoltare colui che è il Figlio, l’eletto di Dio (Lc 9,35).
La parola che echeggia sul nuovo Sinai rivela che una nuova legge prenderà il posto della legge data anticamente; questa parola evoca tre oracoli del VT: uno che concerne il Messia e la sua filiazione divina (Sal 2,7), l’altro che riguarda il servo di Dio, il suo eletto (Is 42,1), il terzo in cui è annunciato un nuovo Mosè (Deut 18, 15; cfr. Gv 1,17 s): «Jahve tuo Dio susciterà ... un profeta come me: lui ascolterete». Ascoltarlo, significa di fatto ascoltare il Verbo fatto carne, nel quale il credente vede la gloria di Dio (cfr. Gv 1,14).

Il fine della trasfigurazione: Catechismo della Chiesa Cattolica 568: La trasfigurazione di Gesù ha come fine di consolidare la fede degli Apostoli in vista della passione: la salita sull’«alto monte» prepara la salita al Calvario. Cristo, Capo della Chiesa, manifesta ciò che il suo corpo contiene e irradia nei sacramenti: «la speranza della gloria» (Col 1,27).

Un messaggio di speranza - Papa Francesco (Angelus, 6 Agosto 2017): L’evento della Trasfigurazione del Signore ci offre un messaggio di speranza – così saremo noi, con Lui –: ci invita ad incontrare Gesù, per essere al servizio dei fratelli.
L’ascesa dei discepoli verso il monte Tabor ci induce a riflettere sull’importanza di staccarci dalle cose mondane, per compiere un cammino verso l’alto e contemplare Gesù. Si tratta di disporci all’ascolto attento e orante del Cristo, il Figlio amato del Padre, ricercando momenti di preghiera che permettono l’accoglienza docile e gioiosa della Parola di Dio. In questa ascesa spirituale, in questo distacco dalle cose mondane, siamo chiamati a riscoprire il silenzio pacificante e rigenerante della meditazione del Vangelo, della lettura della Bibbia, che conduce verso una meta ricca di bellezza, di splendore e di gioia. E quando noi ci mettiamo così, con la Bibbia in mano, in silenzio, cominciamo a sentire questa bellezza interiore, questa gioia che genera la Parola di Dio in noi. In questa prospettiva, il tempo estivo è momento provvidenziale per accrescere il nostro impegno di ricerca e di incontro con il Signore. In questo periodo, gli studenti sono liberi dagli impegni scolastici e tante famiglie fanno le loro vacanze; è importante che nel periodo del riposo e del distacco dalle occupazioni quotidiane, si possano ritemprare le forze del corpo e dello spirito, approfondendo il cammino spirituale.
Al termine dell’esperienza mirabile della Trasfigurazione, i discepoli scesero dal monte (cfr v. 9) con occhi e cuore trasfigurati dall’incontro con il Signore. È il percorso che possiamo compiere anche noi. La riscoperta sempre più viva di Gesù non è fine a se stessa, ma ci induce a “scendere dal monte”, ricaricati della forza dello Spirito divino, per decidere nuovi passi di conversione e per testimoniare costantemente la carità, come legge di vita quotidiana. Trasformati dalla presenza di Cristo e dall’ardore della sua parola, saremo segno concreto dell’amore vivificante di Dio per tutti i nostri fratelli, specialmente per chi soffre, per quanti si trovano nella solitudine e nell’abbandono, per gli ammalati e per la moltitudine di uomini e di donne che, in diverse parti del mondo, sono umiliati dall’ingiustizia, dalla prepotenza e dalla violenza.
Nella Trasfigurazione si ode la voce del Padre celeste che dice: «Questi è il Figlio mio amato. Ascoltatelo!» (v.5). Guardiamo a Maria, la Vergine dell’ascolto, sempre pronta ad accogliere e custodire nel cuore ogni parola del Figlio divino (cfr Lc 1,51). Voglia la nostra Madre e Madre di Dio aiutarci ad entrare in sintonia con la Parola di Dio, così che Cristo diventi luce e guida di tutta la nostra vita. 

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
**** Voglia la nostra Madre e Madre di Dio aiutarci ad entrare in sintonia con la Parola di Dio, così che Cristo diventi luce e guida di tutta la nostra vita.
Ora nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Dio grande e fedele, che riveli il tuo volto a chi ti cerca con cuore sincero,
rinsalda la nostra fede nel mistero della croce e donaci un cuore docile, perché nell’adesione amorosa alla tua volontà seguiamo come discepoli il Cristo tuo Figlio. Egli è Dio e vive e regna ...