24 Gennaio 2019

GIOVEDÌ II SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO


Oggi Gesù ci dice: «Darò a voi dei pastori secondo il mio cuore, essi vi guideranno con sapienza e dottrina.» (Ger 3,15 - Antifona).

Vangelo: Dal vangelo secondo Marco 3,7-12: Gesù è letteralmente assediato dalla folla, molti erano tormentati da Satana e quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Gesù è veramente il Figlio di Dio, come l’aveva rivelato il Padre quando lui, l’amato Unigenito, si era immerso nelle acque del Giordano per ricevere il battesimo da Giovanni, ma il riconoscimento della sua vera identità da parte dei credenti non può appoggiarsi su rivelazioni spettacolari, ma unicamente sui gesti e sulle parole di Gesù che impegnano a seguirlo fino all’ultima manifestazione, la morte e la resurrezione. Gesù è il medico divino, Egli sana i corpi e le anime, ma è sopra tutto la Via che conduce al Regno, porto sospirato dei credenti. Ora, nella pienezza del tempo, l’uomo può riprendere a percorre la via che conduce all’albero della vita (cfr. Gen 3,24).

Cristo Medico - Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1503: La compassione di Cristo verso i malati e le sue numerose guarigioni di infermi di ogni genere sono un chiaro segno del fatto che Dio ha visitato il suo popolo e che il regno di Dio è vicino. Gesù non ha soltanto il potere di guarire, ma anche di perdonare i peccati: è venuto a guarire l’uomo tutto intero, anima e corpo; è il medico di cui i malati hanno bisogno. La sua compassione verso tutti coloro che soffrono si spinge così lontano che egli si identifica con loro: «Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36). Il suo amore di predilezione per gli infermi non ha cessato, lungo i secoli, di rendere i cristiani particolarmente premurosi verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Esso sta all’origine degli instancabili sforzi per alleviare le loro pene.
n. 1504 Spesso Gesù chiede ai malati di credere. Si serve di segni per guarire: saliva e imposizione delle mani, (108) fango e abluzione. I malati cercano di toccarlo «perché da lui usciva una forza che sanava tutti» (Lc 6,19). Così, nei sacramenti, Cristo continua a «toccarci» per guarirci.
n. 1505 Commosso da tante sofferenze, Cristo non soltanto si lascia toccare dai malati, ma fa sue le loro miserie: «Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie» (Mt 8,17). Non ha guarito però tutti i malati. Le sue guarigioni erano segni della venuta del regno di Dio. Annunciavano una guarigione più radicale: la vittoria sul peccato e sulla morte attraverso la sua pasqua. Sulla croce, Cristo ha preso su di sé tutto il peso del male e ha tolto il « peccato del mondo» (Gv 1,29), di cui la malattia non è che una conseguenza. Con la sua passione e la sua morte sulla croce, Cristo ha dato un senso nuovo alla sofferenza: essa può ormai configurarci a lui e unirci alla sua passione redentrice.

Infatti aveva guarito molti - Bibbia di Navarra (I Quattro Vangeli): Durante la vita pubblica del Signore più volte la gente gli si accalcava intorno per essere guarita (cfr Le 6,19; 8,45; e altri luoghi). Come in occasione di molte guarigioni, san Marco recepisce con vivezza quanto Gesù compiva a beneficio degli ammalati (cfr Mc 1,31.41; 7,31-37; 8,22-26; Gv 9,1-7.11.15). Il Signore, operando queste guarigioni, dimostra che è al tempo stesso Dio e uomo: guarisce in virtù del suo potere divino, servendosi della propria natura umana. Infatti, solo nel Verbo di Dio fatto carne si compì l’opera della nostra redenzione, e lo strumento della nostra salvezza fu l’umanità di Gesù - corpo e anima - nell’unità della Persona del Verbo (cfr Sacrosanctum Concilium, n.5).
Al pari degli antichi Giudei anche i cristiani d’ogni tempo si affollano intorno a Gesù, perché l’umanità santissima del Signore è l’unica via per la nostra salvezza e lo strumento insostituibile per unirei a Dio. Così, dunque, noi oggi possiamo avvicinarci al Signore per mezzo dei sacramenti, in modo peculiare ed eminente con l’Eucaristia. Mediante i sacramenti anche verso di noi fluisce, scaturendo da Dio attraverso l’umanità del Verbo, una virtù che guarisce tutti coloro che li ricevono con fede (cfr Summa theologiae, III, q. 62, a. 5).

... quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo ... - Vincent Taylor (Marco): v. 10. Questo versetto è .ancora più pittoresco. Presenta un quadro tutto vivo della gente che cade addosso a Gesù nella smania di toccarlo.  «Ne aveva guariti molti» richiama 1,34a. Né qui né là ( neppure in 10,45) con «molti» Marco vuol dire «alcuni ma non tutti»: ed è quindi inutile speculare sul cambiamento di Matteo, che invece di «molti» scrive «tutti» (12,15). Cfr. Lc. 6,19.
Tuttavia, la sobrietà della descrizione di Marco non è meno degna di nota della sua vivacità.
«Si gettavano addosso per toccarlo». Mentre in 1,41 leggevamo il gesto di toccare da parte di Gesù, qui vediamo l’ansia di toccarlo nei malati (cfr. 5,27ss; 6,56). Luca spiega che un’energia (dunamis) usciva da lui e che egli guariva tutti. Marco riporta la stessa idea in 5,30. I malati sono descritti come «coloro che avevano qualche male». Letteralmente mastix = «flagello», «piaga» (5,29.34; Lc. 7,21; Atti 22,24; Ebr. 11,36). Qui, come nel greco classico, il termine è detto di malattia considerata come castigo divino.

Gesù dinanzi alla malattia - J. Corbon e J. Guillet: 1. Durante il suo ministero, Gesù trova ammalati sulla sua strada. Senza interpretare la malattia in una prospettiva di retribuzione troppo stretta (cfr. Gv 9,2 s), egli vede in essa un male di cui soffrono gli uomini, una conseguenza del peccato, un segno del potere di Satana sugli uomini (Lc 13,16). Ne prova pietà (Mt 20,34), e questa pietà guida la sua azione. Senza soffermarsi a distinguere ciò che è malattia naturale da ciò che è possessione diabolica, «egli scaccia gli spiriti e guarisce coloro che sono ammalati» (Mt 8,16 par.). Le due cose vanno di pari passo.
Manifestano entrambe la sua potenza (cfr. Lc 6,19) ed hanno infine lo stesso senso: significano il trionfo di Gesù su Satana e la instaurazione del regno di Dio in terra, conformemente alle Scritture (cfr. Mt 11,5 par.).
Non già che la malattia debba ormai sparire dal mondo, ma la forza divina che infine la vincerà è fin d’ora in azione quaggiù. Perciò,
dinanzi a tutti gli ammalati che gli esprimono la loro fiducia (Mc 1,40; Mt 8,2-6 par.), Gesù non manifesta che una esigenza: credere, perché tutto è possibile alla fede (Mt 9,28; Mc 5,36 par.; 9,23). La loro fede in lui implica la fede nel regno di Dio, ed è questa fede a salvarli (Mt 9,22 par.; 15,28; Mc 10,52 par.).
2. I miracoli di guarigione sono quindi in qualche misura un’anticipazione dello stato di perfezione che l’umanità ritroverà infine nel regno di Dio, conformemente alle profezie. Ma hanno pure un significato simbolico relativo al tempo attuale. La malattia è un simbolo della stato in cui si trova l’uomo peccatore: spiritualmente, egli è cieco, sordo, paralitico... Quindi la guarigione del malato è anche un simbolo: rappresenta la guarigione spirituale che Gesù viene ad operare negli uomini. Egli rimette i peccati del paralitico e, per dimostrare che ne ha il potere, lo guarisce (Mc 2,1-12 par.). Questa portata dei miracoli-segni è messa in rilievo soprattutto nel quarto vangelo: la guarigione del paralitico di Bezatha significa l’opera di vivificazione compiuta da Gesù (Gv 5,1-9.19-26), e quella del cieco nato fa vedere in lui la luce del mondo (Gv 9). I gesti che Gesù compie sugli ammalati preludono cosi ai sacramenti cristiani. Egli infatti è venuto quaggiù come il medico dei peccatori (Mc 2,17 par.), un medico che, per togliere le infermità e le malattie, le prende su di sé (Mt 8,17 = Is 53,4). Tale sarà di fatto il senso della sua passione: Gesù parteciperà alla condizione dell’umanità sofferente per poter trionfare infine dei suoi mali.

Satana l’avversario di Cristo - S. Lyonnet: Fin da questo primo episodio della sua storia, l’umanità vinta intravvede tuttavia che un giorno trionferà del suo avversario (Gen 3,15). La vittoria dell’uomo su Satana, tale è di fatto lo scopo stesso della missione di Cristo, venuto «a ridurre alla impotenza colui che aveva il potere della morte, il diavolo» (Ebr 2,14), «a distruggere le sue opere» (1 Gv 3,8), in altre parole; a sostituire il regno del Padre suo a quello di Satana (1Cor 15,24-28; Col 1,13s). I vangeli presentano quindi la sua vita pubblica come una lotta contro Satana. Essa incomincia con l’episodio della tentazione in cui, per la prima volta dopo la scena del paradiso, un uomo, rappresentante l’umanità, «figlio di Adamo» (Lc 3,38), viene a trovarsi faccia a faccia con il diavolo. Si inasprisce con le liberazioni degli indemoniati, prova che «il regno di Dio è giunto» (Mc 3,22ss par.) e che quello di Satana ha avuto termine (cfr. Lc 10,17-20), nonché con le guarigioni di semplici malati (cfr. Atti 10,38). Continua pure, più dissimulata, nello scontro che oppone Cristo ai Giudei increduli, a questi veri «figli del diavolo» (Gv 8,44; cfr. Mt 13,38), a questa «razza di vipere» (Mt 3,7ss; 12,34; 23,33). Raggiunge il suo parossismo nell’ora della passione. Coscientemente Luca la collega alla tentazione (Lc 4,13; 22,53), e Giovanni non vi sottolinea la funzione di Satana (Gv 13,2.27; 14,30; cfr. Lc 22,3.31) se non per proclamarne la sconfitta finale. Satana sembra condurre il gioco; ma in realtà «non ha su Cristo alcun potere»: tutto è opera dell’amore e dell’obbedienza del Figlio (Gv 14,30). Nel momento preciso in cui si crede certo della vittoria, il «principe di questo mondo» è «gettato fuori» (Gv 12,31; cfr. 16,11; Apoc 12,9-13); il dominio del mondo, che una volta egli aveva osato offrire a Gesù (Lc 4,6), appartiene ormai al Cristo morto e glorificato (Mt 28, 18; cfr. Fil 2,9).

Satana, spirito impuro... la vigilanza: Catechismo degli Adulti n. 382: Si può riconoscere un suo influsso particolare [di Satana] nella forza della menzogna e dell’ateismo, nell’atteggiamento diffuso di autosufficienza, nei fenomeni di distruzione lucida e folle. Ma tutta la storia, a cominciare dal peccato primordiale, è inquinata e stravolta dalla sua azione nefasta. Secondo la concezione biblica, le varie forme di male sono in qualche modo riconducibili a lui e ai demòni suoi complici. La Chiesa ritiene che «tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà... fino all’ultimo giorno». Così inquietante è la forza del male, che alcune dottrine religiose hanno immaginato l’esistenza di un dio malvagio, indipendente e concorrenziale rispetto al Dio del bene. La Chiesa rifiuta questo modo di vedere. Tuttavia non minimizza il mistero del male, riducendolo alle deficienze della natura o alla colpa dell’uomo, ma vi scorge «un’efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore».
n. 383: Nei confronti di Satana e dei demòni bisogna essere vigilanti, ma senza paura. Essi ricevono da Dio le loro energie; possono agire liberamente finché Dio lo permette; loro malgrado, con le loro stesse macchinazioni, come è avvenuto nella passione di Cristo, finiscono per contribuire al regno di Dio e al nostro bene. La supremazia di Dio e di Cristo è totale, dal principio alla fine. Non abbiamo nulla da temere. Cristo ha vinto i demòni e ha dato anche a noi la possibilità di lottare vittoriosamente contro di essi.
 che viene offerta a quanti incontriamo, per partecipare loro la nostra esperienza di Cristo e della sua Chiesa. Così, la testimonianza unita all’annuncio può aprire il cuore di quanti sono in ricerca della verità, affinché possano approdare al senso della propria vita.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** Nei confronti di Satana e dei demòni bisogna essere vigilanti, ma senza paura.
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Dio onnipotente ed eterno, che governi il cielo e la terra, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo e dona ai nostri giorni la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...