13 Gennaio 2019
  
Battesimo del Signore


Oggi Gesù ci dice: «Ogni iniquità è peccato, ma c’è il peccato che non conduce alla morte.» (I Lettura).

Vangelo: Dal Vangelo secondo Lc 3,15-16.21-22: Gesù facendosi battezzare da Giovanni si fa solidale con i peccatori. Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì: il cielo sta a indicare il mondo di Dio, e che siano aperti (Cf. Is 63,11-19) significano non solo che Dio è unito a Gesù in modo definitivo e irreversibile, ma anche che l’uomo grazie a Gesù Cristo può comunicare con Dio: quei cieli che furono chiusi a motivo del peccato di Adamo ora sono riaperti grazie alla venuta di Gesù. In Gesù Dio esce dalla sua trascendenza e venendo ad abitare in mezzo agli uomini annuncia loro pace e salvezza: Gesù è il Salvatore, è l’Emmanuele, il Dio con noi. Lo Spirito Santo è presentato in forma corporea come una colomba che si posa su Gesù: viene così svelato il mistero ineffabile della Trinità. E se il Padre conferma la filiazione divina, questo privilegio (Fil 2,6) non lo sottrarrà alla sofferenza, al contrario lo impegna in una missione salvifica per gli altri, da compiere nella solidarietà, nella sofferenza, nella persecuzione e nella morte di croce. Gesù inaugura il cammino della Chiesa: i cristiani spartiranno il destino del Figlio di Dio.

Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco - Il popolo, il quale attendeva la manifestazione del Messia, punta gli occhi su Giovanni in quanto tutto faceva credere che fosse proprio lui il Cristo atteso e preconizzato dai profeti. A questo punto, il figlio di Zaccaria, consapevole di essere solo un battistrada, indica con decisione Colui che viene e che battezzerà Israele in Spirito Santo e fuoco. Questa affermazione se da una parte richiama la Pentecoste (Cf. Atti 2,1ss), dall’altra parte sta ad indicare che il battesimo con acqua di Giovanni, che doveva predisporre il popolo all’accoglienza dell’Agnello di Dio in spirito di penitenza e di conversione, sarà seguito dall’azione purificatrice dello Spirito di Dio, per chi sarà pentito, e dall’azione distruttrice del fuoco, cioè dal giudizio di Dio, per chi non si sarà pentito. Gesù battezzerà gli uomini in Spirito e fuoco perché possiede lo Spirito ed Egli solo può donarlo. Tutta la vita di Gesù, sorretta dallo Spirito Santo, va vista in questa luce: Egli è il Cristo, il Figlio di Dio, il Messia, il prediletto del Padre, colui che possiede lo Spirito Santo per effonderlo su tutti gli uomini e ricrearli.
Non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Lo sciogliere i legacci e lavare i piedi era l’umile mansione del servo e Giovanni Battista, nella sua sincera umiltà, non si reputa degno neppure di rivestire questo ruolo all’interno del progetto salvifico di Dio, un progetto «taciuto per secoli eterni, ma rivelato ora e annunciato mediante le scritture profetiche» (Rom 1,25-26).
Alla luce di queste considerazioni, si coglie anche in modo chiaro la sottolineatura polemica della superiorità di Gesù su Giovanni; del battesimo cristiano «su quello prefigurativo e propedeutico di Giovanni stesso; del dono escatologico [lo Spirito Santo] portato da Gesù sul dono provvisorio della sua predicazione profetica; del giudizio definitivo che sarà pronunciato da Gesù sulle minacce provvisorie comminate da lui; in poche parole la superiorità dell’economia nuova, che sarà presto inaugurata da Gesù, sull’economia antica, che trova in Giovanni stesso la sua conclusione» (Carlo Ghidelli).
Ricevuto anche lui il battesimo. Il battesimo di Gesù, così come ci suggerisce il Catechismo della Chiesa Cattolica, è, da parte di lui, «l’accettazione e l’inaugurazione della sua missione di Servo sofferente» (n. 536).
Egli, entrando nelle acque del Giordano insieme al popolo bisognoso di purificazione, si lascia annoverare tra gli empi (Cf. Is 53,12). Gesù è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Cf. Gv 1,29) e che si sottomette totalmente alla volontà del Padre suo: pur «essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono» (Eb 5,9).
«A tale accettazione risponde la voce del Padre che nel Figlio suo si compiace [Cf. Lc 3,22; Is 42,1]. Lo Spirito, che Gesù possiede in pienezza fin dal suo concepimento, si posa e rimane su di lui [Cf. Gv 1,32-33; Is 11,2]. Egli ne sarà la sorgente per tutta l’umanità. Al suo battesimo, “si aprirono i cieli” [Mt 3,16] che il peccato di Adamo aveva chiuso; e le acque sono santificate dalla discesa di Gesù e dello Spirito, preludio della nuova creazione» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 536).
Il battesimo del cristiano si inserisce in questo profondo solco di umiliazione e di morte: «deve entrare in questo mistero di umile abbassamento e pentimento, discendere nell’acqua con Gesù, per risalire con lui, rinascere dall’acqua e dallo Spirito per diventare, nel Figlio, figlio amato dal Padre e “camminare in una vita nuova” [Rom 6,4]» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 537).
Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo. Lo Spirito Santo, in apparenza corporea, come di colomba, la voce del Padre che viene dal cielo, il solenne riconoscimento di Gesù come «Messia di Israele e Figlio di Dio» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 535), palesemente rimandano ad una manifestazione della Santissima Trinità. In ogni caso, senza volere investigare le intenzioni dell’Evangelista, possiamo affermare che la solenne epifania delle Tre Persone divine porta a compimento le attese dei giusti: «Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la  vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato» (Is 40,5).
Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento. La prima parte di questa affermazione si riferisce al Salmo 2 (vv. 2.7) e la seconda a Isaia 42 (v. 1). La voce del cielo combina dunque due profezie dell’Antico Testamento, che riguardavano esattamente il Messia da un lato e il Servo del Signore dall’altro. Il brano lucano, al di là di ogni considerazione esegetica, ci porta a riconoscere la proclamazione solenne di Gesù quale vero Figlio di Dio. La voce che viene dal cielo è quindi tesa ad indicare l’origine e la dignità divina del Messia salvatore.

Il battesimo di Gesù - Catechismo della Chiesa Cattolica 535-534: L’inizio della vita pubblica di Gesù è il suo battesimo da parte di Giovanni nel Giordano. Giovanni predicava «un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (Lc 3,3). Una folla di peccatori, pubblicani e soldati, farisei e sadducei e prostitute vengono a farsi battezzare da lui. «Allora Gesù andò». Il Battista esita, Gesù insiste: riceve il battesimo. Allora lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, scende su Gesù e una voce dal cielo dice: «Questi è il Figlio mio prediletto» (Mt 3,13-17). È la manifestazione («epifania») di Gesù come Messia di Israele e Figlio di Dio. Il battesimo di Gesù è, da parte di lui, l’accettazione e l’inaugurazione della sua missione di Servo sofferente. Egli si lascia annoverare tra i peccatori; è già «l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29); già anticipa il « battesimo » della sua morte cruenta. Già viene ad adempiere «ogni giustizia» (Mt 3,15), cioè si sottomette totalmente alla volontà del Padre suo: accetta per amore il battesimo di morte per la remissione dei nostri peccati. A tale accettazione risponde la voce del Padre che nel Figlio suo si compiace. Lo Spirito, che Gesù possiede in pienezza fin dal suo concepimento, si posa e «rimane» su di lui. Egli ne sarà la sorgente per tutta l’umanità. Al suo battesimo, «si aprirono i cieli» (Mt 3,16) che il peccato di Adamo aveva chiuso; e le acque sono santificate dalla discesa di Gesù e dello Spirito, preludio della nuova creazione.

Venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» - Giovanni Paolo II (Omelia, 13 gennaio 1985): “Dal cielo hai fatto udire la tua voce”. Queste parole, che il prefazio dell’odierna liturgia rivolge a Dio Padre, riassumono, in certo modo, la manifestazione della misericordia divina verso gli uomini, che si è attuata nei misteri della vita di Gesù, tra i quali ricordiamo oggi il suo Battesimo nel fiume Giordano. Le arcane parole del Padre celeste, che si odono subito dopo che Gesù esce dall’acqua, costituiscono uno dei primi “segni prodigiosi” - come dice ancora il prefazio - con cui il Padre ha voluto garantirci la missione divina del Figlio diletto per la nostra salvezza. Facendosi battezzare da Giovanni, Gesù, sebbene mondo da ogni peccato, ha voluto condividere la nostra condizione di creature ferite e umiliate dal peccato e bisognose di purificazione. Con questo gesto, Gesù, Verbo incarnato, ha voluto mostrarci la potenza della sua azione redentiva e “battesimale”, proprio servendosi di una carne debole, affinché potesse compiersi, in lui e per lui, la nostra salvezza.

C’è una stretta correlazione tra il Battesimo di Cristo ed il nostro Battesimo - Benedetto XVI (Angelus, 7 Gennaio 2007): si celebra oggi la festa del Battesimo del Signore, che chiude il tempo del Natale. La liturgia ci propone il racconto del Battesimo di Gesù al Giordano nella redazione di san Luca (cfr 3,15–16.21–22). Narra l’evangelista che, mentre Gesù stava in preghiera, dopo aver ricevuto il Battesimo tra i tanti che erano attratti dalla predicazione del Precursore, si aprì il cielo e sotto forma di colomba scese su di Lui lo Spirito Santo. Risuonò in quel momento una voce dall’alto: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Lc 3,22).
Il Battesimo di Gesù al Giordano è ricordato e posto in evidenza, sia pure in grado diverso, da tutti gli Evangelisti. Faceva parte infatti della predicazione apostolica, giacché costituiva il punto di partenza dell’intero arco dei fatti e delle parole di cui gli Apostoli dovevano rendere testimonianza (cfr At 1,21-22;10,37-41). La comunità apostolica lo riteneva molto importante, non solo perché in quella circostanza, per la prima volta nella storia, c’era stata la manifestazione del mistero trinitario in maniera chiara e completa, ma anche perché da quell’evento aveva avuto inizio il ministero pubblico di Gesù sulle strade della Palestina. Il Battesimo di Gesù al Giordano è anticipazione del suo battesimo di sangue sulla Croce, ed è simbolo anche dell’intera attività sacramentale con cui il Redentore attuerà la salvezza dell’umanità. Ecco perché la tradizione patristica ha dedicato molto interesse a questa festa, che è la più antica dopo la Pasqua. “Nel Battesimo di Cristo - canta l’odierna liturgia - il mondo è santificato, i peccati sono perdonati; nell’acqua e nello Spirito diveniamo nuove creature” (Antifona al Benedictus, uff. delle Lodi).
C’è una stretta correlazione tra il Battesimo di Cristo ed il nostro Battesimo. Al Giordano si aprirono i cieli (cfr Lc 3,21) ad indicare che il Salvatore ci ha dischiuso la via della salvezza e noi possiamo percorrerla grazie proprio alla nuova nascita “da acqua e da Spirito” (Gv 3,5) che si realizza nel Battesimo. In esso noi siamo inseriti nel Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa, moriamo e risorgiamo con Lui, ci rivestiamo di Lui, come a più riprese sottolinea l’apostolo Paolo (cfr 1Cor 12,13; Rm 6,3-5; Gal 3,27). L’impegno che scaturisce dal Battesimo è pertanto quello di “ascoltare” Gesù: credere cioè in Lui e seguirlo docilmente facendo la sua volontà, la volontà di Dio. È in questo modo che ciascuno può tendere alla santità, una meta che, come ha ricordato il Concilio Vaticano II, costituisce la vocazione di tutti i battezzati. Ci aiuti Maria, la Madre del Figlio prediletto di Dio, ad essere sempre fedeli al nostro Battesimo.

Il Battesimo cancella la colpa che si contrasse nascendo, ma... - Leone XIII (Exeunte iam anno, Lettera Enciclica): [...] col santo battesimo si cancella la colpa che si contrasse nascendo, ma non per questo vengono recisi i rei germogli innestati dal peccato. Quella parte dell’uomo che è irragionevole, ancorché non possa nuocere a chi, mercé la grazia di Cristo, si oppone virilmente, tuttavia contrasta con il regno della ragione, turba la pace dell’animo e tirannicamente trascina la volontà lontano dalla virtù con tanta forza che, senza una lotta quotidiana, non possiamo né fuggire il vizio né compiere i nostri doveri. “Il santo Concilio riconosce e dichiara che nei battezzati rimane la concupiscenza, o stimolo, che, lasciata all’uomo per la battaglia, non può nuocere a chi non si arrende, ma anzi la respinge virilmente con la grazia di Gesù Cristo; chi debitamente combatterà, verrà coronato”. In questa battaglia vi è un grado di forza a cui non perviene che una virtù eccellente, cioè quella di coloro i quali, combattendo i moti contrari alla ragione, si avvantaggiarono a tal punto che sembrano condurre in terra una vita quasi celeste.

Siamo arrivati al termine. Possiamo mettere in evidenza:
*** L’impegno che scaturisce dal Battesimo è pertanto quello di “ascoltare” Gesù: credere cioè in Lui e seguirlo docilmente facendo la sua volontà, la volontà di Dio. 
Nel silenzio, nell’intimità del nostro cuore, possiamo interrogarci su quanto il Signore ha voluto suggerirci. Se confidiamo nel suo aiuto, potremo dare una risposta sincera ed esauriente.

Preghiamo con la Chiesa: Padre d’immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli; concedi a noi che oggi celebriamo il mistero del suo battesimo nel Giordano, di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace. Egli è Dio, e vive e regna con te...